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Autore: mangakagirl    03/01/2013    8 recensioni
-Non verrà nessuno Sonoko, arrenditi- disse Ran esasperata alzando gli occhi al cielo.
-Piantala di fare la Iettatrice, ci pensa già il tuo ragazzo!- sbuffò Sonoko con le mani sui fianchi, ma Ran con uno sbuffò le afferrò il viso e glielo ficcò fuori dalla tenda della quinte per farle osservare il pubblico: due ragazze e un uomo che si sventolavano con i depliant della recita da lei scritta.
-Tre?! SOLO TRE?!- esclamò sconvolta la Suzuki mentre Ran sospirava piccata.
-Te l’avevo detto o no? Con il condizionatore rotto qui dentro sembra di essere all’Inferno!-
-Inoltre- una voce maschile le raggiunse alle loro spalle -Sfido chiunque a sorbirsi un’ora e mezza della porchereria mielosa che hai scritto- disse annoiato Shinichi sventolandosi con mano un depliant della recita. Sonoko divenne viola, si morse la lingua per non tirare giù un’imprecazione clamorosa, poi espirò e tornò del colore normale.
-Kudo, perché non prendi Ran, vi mettete a pomiciare in un angolo e ci eviti queste osservazioni da ignorante senza cervello? Almeno per una volta usarai la bocca per qualcosa di socialmente utile!-
-SONOKO!- urlarono i due ragazzi viola mentre tutti i compagni dietro le quinte scoppiavano a ridere
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Il festival del primo anno



-Non verrà nessuno Sonoko, arrenditi- disse Ran esasperata alzando gli occhi al cielo.
-Piantala di fare la Iettatric
e, ci pensa già il tuo ragazzo!- sbuffò Sonoko con le mani sui fianchi, ma Ran con uno sbuffò le afferrò il viso e glielo ficcò fuori dalla tenda della quinte per farle osservare il pubblico: due ragazze e un uomo che si sventolavano con i depliant della recita da lei scritta.
-Tre?! SOLO TRE?!- esclamò sconvolta la Suzuki mentre Ran sospirava piccata.
-Te l’avevo detto o no? Con il condizionatore rotto qui dentro sembra di essere all’Inferno!-
-Inoltre- una voce maschile le raggiunse alle loro spalle -Sfido chiunque a sorbirsi un’ora e mezza della porchereria mielosa che hai scritto- disse annoiato Shinichi sventolandosi  con mano un depliant della recita. Sonoko divenne viola, si morse la lingua per non tirare giù un’imprecazione clamorosa, poi espirò e tornò del colore normale.
-Kudo, perché non prendi Ran, vi mettete a pomiciare in un angolo e ci eviti queste osservazioni da ignorante senza cervello? Almeno per una volta usarai la bocca per qualcosa di socialmente utile!-
-SONOKO!- urlarono i due ragazzi viola mentre tutti i compagni dietro le quinte scoppiavano a ridere dando ragione alla Suzuki.
-Un giorno mi ringrazierai Kudo per queste mie pillole di saggezza!- aggiunse Sonoko soddisfatta di averlo messo in crisi.

Shinichi la mandò a stendere non troppo sottovoce, passò dietro lo scenario per raggiungere le altre quinte ed essere il più lontano possibile da lei; la ragazza sogghignò e mandò in scena gli attori.

***

-Mamma mia che lagnaaaa- esclamò Shinichi seduto a gambe incrociate dietro la tenda delle quinte dopo un’ora scarsa di spettacolo. Sul palco i due attori, loro compagni di classe, stavano recitando battute sdolcinate come:
-Perché non sei con me?-
-Se solo potessi vederti anche solo un istante mi sazierei con il colore dei tuoi occhi-
-La tua bellezza è così fine che mi scoglie il cuore non appena volgo lo sguardo su di te…-
Il ragazzo fece finta di ficcarsi due dita in gola quando Ran, comparsa dal nulla, gli si sedè accanto con le gambe flesse.
-Un po’ troppo mieloso vero?- domandò divertita mentre lo vedeva tentare di fare harakiri con un coltello invisibile.
-Mi sta venendo il diabete- rispose Shinichi provocando la sua risata leggera e cristallina.
-Hai ragione-
Dopo mezz’ora, in cui loro chiacchierarono senza riguardo per gli attori, arrivò il momento fatidico del bacio.
La ragazza stesa a terra fingeva di essere priva di vita e il cavaliere le si avvicinava disperato.
-Oh Kimiko! Non morite, ve ne prego! Dio del Cielo, esaudisci il mio desiderio… fa che si svegli con il mio bacio!- recitò il ragazzo in ginocchio accanto a lei, poi si avvicinò al suo viso e le poggiò una mano sulla guancia: un trucco per nascondere la mano della ragazza che, come anche nelle prove si rifiutava di baciare quel compagno di classe, in quel modo non doveva baciarlo davvero.
Il sipario calò sul palco e un debole applauso, erano solo tre dopotutto, arrivò dalla sala. Sonoko si precipitò sul palco estasiata e la principessa si alzò sbuffando.
-Dannazione, ma perché non avete messo Kudo come principe?!- esclamò pulendosi schifata sulla gonna dell’abito la mano che aveva baciato il principe.
-Non ha voluto, Ayako, ci posso fare io?- esclamò a sua volta Suzuki fulminando Shinichi. Il ragazzo fece per dire qualcosa, ma il sipario si alzò per sbaglio e le due ragazze rimaste in sala, l’uomo se ne era andato da chissà quanto, lo notarono e tra urletti femminile euforici saltarono sul palco e lo buttarono a terra cominciando a strattonarlo e a tentare di baciarlo.
-AAAAAAAAAAAA! È proprio KUDO!- urlò una delle due mentre l’intera classe scoppiava a ridere senza muovere un dito per aiutarlo. Shinichi tentò di liberarsi, ma avendo entrambe le ragazze addosso con il loro dolce peso, la cosa non era affatto semplice.
-Da-te-mi una ma-no! Ahia! Mi fai mal…eeee!- sbraitò mentre una delle due gli piantava una gomitata nelle costole per scattarsi una foto con lui da usare poi come sfondo.
-Sorridi! - disse facendo V con le dita sorridendo alla fotocamera del cellulare mentre lui sbraitava. Sonoko, piegata in due, guardò Ran di sottecchi e smise di ridere: emanava una tremenda aura viola e aveva gli occhi coperti dalla frangia.
-Opsss!- esclamò mentre anche i compagni se ne accorgevano.
-Ahahah, gelosa Mouri?- domandarono i maschi in coro mentre le ragazze, soddisfatte delle foto ottenute, si alzavano e scendevano dal palco ridacchiando come oche,
-A più tardi Kudo!- civettarono uscendo dalla palestra e mandandogli baci con la mani, lasciando solo la classe all’interno del teatro.
-Su!- battè le mani Takahashi, la rappresentante di classe, -Dobbiamo andare a vendere i manga di quelli del club di disegno-
-Seee- cantilenarono tutti depressi uscendo lentamente dalla palestra. Ran scese dal palco mentre Shinichi, massaggiandosi il petto nel punto in cui un gomito gli si era piantato con forza, si alzava in piedi.
Il ragazzo percepì una strana sensazione quando rimase solo con lei nella palestra e gli sembrò quasi che una sferetta d’acqua fosse scesa dall’angolo del suo occhio quando si era voltata.
-Ran, tutto bene?- domandò incerto prendendola per un polso senza farle male. Lei si asciugò repentinamente l’occhio, si voltò e sorrise cercando di nascondere la tristezza che l’aveva assalita.
-Mh- annuì liberandosi il polso -Ora andiamo, ci aspettano per la vendita- disse sbrigativa uscendo dalla palestra.

***

-Come sarebbe che non avete potuto stampare i tankabon?!- esclamò Takahashi, la rappresentante del 1 B, con tutta la classe attorno davanti ai responsabili del Club di Disegno.
-È così…- disse imbarazzata una giovane responsabile -Non siamo riusciti ad andare in tipografia… Il lato positivo è che almeno avete il pomeriggio libero…-
Takahashi si battè una mano sulla fronte mentre tutti i compagni esultarono e si dispersero con euforia in giro per le bancarelle allestite dalle altre classi per il festival scolastico.
Shinichi si voltò verso Ran e le disse:
-Non andiamo al caffè allestito al secondo piano dal 2 E… Vieni anche tu?-
La ragazza annuì, ma gli disse che lo avrebbe raggiunto dopo essere andata in bagno. La salutò dirigendosi verso l’edificio scolastico.
Poco dopo Ran uscì dal bagno, quando una ragazza con una coda alta e lo sguardo affannato le domandò:
-Scusami, sei del 1 B per caso?-
-Sì…-
-Meno male! Con la tua classe avete lasciato il teatro pieno della vostra roba… Noi stasera abbiamo uno spettacolo extra da fare, quindi dovete sgomberare tutto!- si affrettò a spiegare.
-Ma è un lavoro che si farà domani…- tentò di dire Ran che già pregustava di rilassarsi al caffè.
-Mi dispiace, ma dovete anche sbrigarvi… Sono le 18.30 passate e lo spettacolo è alle 21.00! Noi dobbiamo ancora allestire tutto e…-
Ran sbuffò, prese il cellulare e annuì seguendola per raggiungere la palestra. Chiamò Sonoko, Shinichi e altri compagni ma avevano tutti il cellulare spento: sicuramente non si erano ricordati di accenderlo dopo il loro spettacolo.
-Devo chiamare i miei compagni, non ce la farò da sola- disse sconfortata guardando il casino che gli attori avevano lasciato dietro le quinte.
-Non avete tempo… se li cerchi non li troverai tutti prima di un’altra mezz’ora! Ti diamo una mano noi- disse indicando altri tipi della sua classe -ma aiutaci almeno tu-
Ran annuì sbuffando mentalmente: avrebbe riprovato a chiamarli, prima o poi avrebbe acceso il cellulare no?

***

Poco prima delle 21.00, Ran uscì esausta dalla palestra mentre gli attori del 2 C, la cui rappresentazione taetrale era stata un vero successo, salivano sul palco per dare inizio alla spettacolo extra che avevano deciso di tenere su richiesta del pubblico.
Era sfinita, senza forze, assonata e voleva solo tornare a casa: non era riuscita a chiamare nessuno dei compagni e aveva riordinato in fretta a furia con quelli del 2 C per tutto il tempo. Si guardò attorno, quando avvistò Sonoko che ballava con il suo ragazzo, Eichiro Fujiyama, e rideva serena.
Sbuffò e non le si avvicinò, ma si limitò a guardarsi attorno in cerca di Shinichi: voleva assolutamente andare a casa ma non voleva farlo da sola…
E poi voleva picchiarlo per non essere andato a cercarla e non averle risposto al telefono.
Ma a questo avrebbe pensato il giorno dopo: ora si sentiva troppo stanca.
Sospirando a quegli strani pensieri che le offuscavano la mente per colpa della stanchezza, individuò un gruppetto starnazzante tutto al femminile che si spostava in giro per il cortile, attorno al falò, come se una preda al suo interno cercasse di scappare invano.
“Shinichi” pensò Ran assottigliando gli occhi: ormai era troppo abituata a quel genere di comportamenti da parte delle ragazze del Teitan.
Si avvicinò al gruppo e lo chiamò urlando il suo nome, ma nulla: era inghiottito dalla folla di ragazze che lanciavano urletti non appena tentava di parlare.
-SHINICHI!- urlò Ran con tono esasperato, quando le ragazze si girarono verso di lei fulminandola con aria da oche giulive.
-E questa chi è?- domandò una con tono antipatico squadrandola dalla testa ai piedi: Ran forse non aveva un bell’aspetto, ordinato e sereno, ma non le importava.
-Shinichi!- ripetè ancora, ignorandole e alzandosi in punta di piedi per vederlo e, magari, riuscire a salvarlo.
-Credo sia quella ragazza… Ran Mouri: quella che gira sempre attorno a Kudo-
Una serie di frasi sdegnate, invidiose e cattive si alzarono dal gruppetto mentre Ran fulminava le ragazze infastidita.
“Mantieni la calma… mantieni la calma!” pensò mordendosi la lingua “Sono solo le solite oche che circondano Shinichi…”.
-E Kudo si accontenta di così poco? Guardatela: è persino bruttina!-
-Ci stai appiccicata tutto l’anno, ora lasciacelo un po’ a noi!- esclamò una particolarmente odiosa facendo perdere la pazienza a Ran, che le si avvicinò furiosa facendola indietreggiare.
-Senti, quello che faccio io sono affari miei, chiaro?! Per cui chiudi quella fogna e fatti un giro! Anzì, sai che ti dico? VA’ AL DIAVOLO!!-
La karateka scattò furiosa verso il cancello e vi si diresse a passo di marcia con il cuore che batteva martellante nel petto dalla rabbia, mentre tutte le ragazze, all’inizio sorprese dalla reazione inaspettata, la insultavano incitandola ad andarsene a casa perché troppo “vigliacca per affrontarle tutte”.
Ran sentì la voce di un ragazzo sovrastare quello starnazzare vergognoso e ne rimase un po’ sorpresa, ma non rallentò il suo passò.
-Perché non chiudete quel maledetto becco che vi ritrovate, eh?! Mi avete rotto le palle! Tutte! E non permettetevi mai più di rivolgervi a lei così, chiaro?-
Qualche secondo dopo, mentre Ran sbarrava gli occhi, una mano la afferrò per il polso costringendola a girarsi: la presa non faceva male, ma era comunque salda e decisa.
Mentre il gruppetto di ragazze sciamava deluso vociferando, Shinichi fissò Ran, dispiaciuto con gli occhi che brillavano e riflettevano i colori del falò in mezzo al cortile.
-Mi dispiace- le disse -Mi dispiace di non essere riuscito a venirti a cercare, ma dal caffè mi hanno dato il tormento per tutta la sera: non sono riuscito a scrollarmele di dosso nemmeno per un secondo. Credimi, ho cercato di liberarmi ma…-
Ran lo fissò pensando se credergli o no solo qualche secondo, poi sospirò abbassando lo sguardo sul falò alla sua destra: che differenza c’era se era o no la verità?
Tanto il teatro ormai l’aveva comunque messo apposto da sola…
-Ti…Ti va di ballare?- domandò Shinichi arrossendo ma riuscendo a nasconderlo grazie alla luce del falò.
Non ci pensò due volte: Ran appoggiò la testa al suo petto e si abbandonò totalmente alle sue braccia.
Chiuse gli occhi rilassandosi mentre ascoltava il cuore di lui battere all’impazzata con il suo.
Sembravano due tamburi, nati dallo stesso artigiano, che emettevano il medesimo suono.
Si lasciò cullare dal ragazzo, che ormai viola in viso, la cingeva delicatamente con le braccia attorno alla sua schiena.
Non c’era sensazione più bella per entrambi, non esisteva nessun altro in quel momento: per Ran c’era solo Shinichi e per Shinichi c’era solo Ran.
Un ragazzo del terzo anno, incaricato per fotografare durante la serata, passò di lì per caso e prese velocemente la macchina fotografica professionale che aveva al collo. Inquadrò i due, totalmente ignari, e immortalò quel momento magico:
due ragazzi del primo anno, abbracciati al chiaro di luna e del falò.
Soddisfatto sorrise, poi raggiunse la sua ragazza mostrandole il tesoro appena trovato. Lei sorrise e gli baciò delicatamente una guancia congratulandosi per l’ottimo lavoro svolto.
Ran non avrebbe mai saputo dire quanto tempo fosse passato, quanto avesse abbracciato Shinichi stando con la testa appoggiata al suo petto, quando lui la richiamò alla realtà.
-Hey- sussurrò separandosi un po’, giusto quanto serviva per abbassare gli occhi sui suoi -Che ne dici di andare a casa, ora? Sei sfinita…- disse dolcemente mentre lei, ancora ad occhi chiusi annuì accocolandosi di più al suo petto.
Shinichi arrossì e si fece prendere dal panico: si stava addormentando!
“Ok” pensò separandosi piano da lei. Addocchiò un compagno di classe e gli fece cenno di raggiungerlo senza muoversi troppo per non svegliare Ran, che sembrava totalmente caduta tra le braccia di Morfeo.
Notobuki, l’amico, si avvicinò e lui gli sussurrò:
-Aiutami a prenderla sulle spalle per favore-
-Però, che cavaliere!- ridacchiò furbetto lui facendogli l’occhiolino mentre Shinichi arrossiva.
-Se non la pianti al prossimo allenamento di calcio me la paghi cara- lo minacciò ottenendo quello che voleva: Noto era ben consapevole che Kudo era di gran lunga superiore a lui.
In un confronto diretto non avrebbe decisamente retto.
-Ok ok- sbuffò decidendo di aiutarlo.
Piano piano i ragazzi riuscirono a issare Ran sulle spalle di Shinichi, che ringraziò l’amico e poi si incamminò verso l’agenzia investigativa.
Già prevedeva la reazione di Kogoro con paura.
“Brutto maniaco, perché porti in spalla la mia dolce bambina adorata?! Ti taglio le mani la prossima volta che osi toccarla!”
Decisamente, non era un bel ringraziamento da parte dell’oji-san.
-Shinichi- mormorò Ran durante il tragitto aggrappandosi meglio al suo collo come se temesse di cadere.
-Shhh- sussurrò lui sorridendole e rivolgendole un’occhiata con la coda dell’occhio -Ti tengo forte, non avere paura, piccola-
Ran abbozzò un mezzo sorriso, facendo capire al ragazzo che forse non stava del tutto dormendo.
Shinichi divenne viola, sentì il cuore ricominciare battere come un tamburo e fissò lo sguardo a terra, camminando a passo più spedito.
“Dannazione, credevo che dormisse!” pensò mordendosi la lingua pentito di averla chiamata con un vezzeggiativo così dolce.
Di solito usava: baro, baka, stordita, fifona, frignona, piagnona…
Proprio ora però aveva usato piccola
“Riuscirò a farlo passare come sinonino di rompiscatole se mai me lo chiedesse, vero?” si chiese mentre tutta la sua razionalità andava letteralmente a farsi benedire.
No.
Era la coscienza che parlava questa volta.
Shinichi sbuffò e continuò a camminare fino a ritrovarsi sulla via dell’agenzia.
“Dannazione a te coscienza, perché non taci e ti fai un pacchetto di fatti tuoi?!”
Semplice, perchè nemmeno un Tonno come te dovrebbe mai  pensare di poter far passare la parola piccolaper rompiscatole Shinichi Kudo.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo con le guance scarlatte.
Ma in fondo, a chi poteva dare la colpa se era totalmente innamorato perso della ragazza che aveva sulle spalle?
 




Mangakagirl’s Corner:
Minna Konnichiwa!
Ed ecco una delle OS che vi avevo promesso, gente! ;)
Allora, per farvi capire, ho deciso di scrivere del famoso Festival del primo anno che Ran cita quando deve recitare come principessa nella recita del secondo anno.
L’episodio dove ne parla è il numero 204 o 205, non ricordo bene, il manga è il numero 26.
La faccendo dei tankabon  però è inventata da me…
Comunque, che ve ne pare? :D
Non è OOC, vero?
Se vi sembra di aver già sentito la faccenda dei Tankabon, è perchè in "I never forgot you"
avevo citato questo avvenimento :) 
Spero che mi facciate sapere ^^
Aspetto le vostre recensioni!
A presto,
mangakagirl! 
  
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