L’unica
cosa che voglio dire prima di lasciarvi alla
mia prima ff in questo fandom è che nessuno pubblicherebbe o leggerebbe questo se non
fosse per Makiri, la
mia beta e migliore amica, che mi ha spinta a sciverla. <3 E ora
buona lettura!
Present
Unicorni
per quella
bimba, un pallone da calcio per la sorella, dello zucchero filato
grande come
un grattacielo per quel bambino là, mille sfumature di
colori pastello per
quell’altro…
Oh!
Ma perché non mi
lasciano fare il mio lavoro?
Da
quando il ragazzo
d’argento è diventato uno di noi mi sembra che ci
sia sempre più chiasso in
giro.
Non
che mi dispiaccia,
nonostante la mia tempra possa dare l’idea del contrario.
Naturalmente
è
snervante, sì, essere interrotti
mentre
si offre ai bambini il più bel dono che ci sia, ma adoro
assistere ai discorsi
degli altri; in particolar modo adoro osservare Jack e Calmoniglio,
sono buffi
con il loro modo di stare insieme così curioso.
Litigano,
quasi si
azzuffano, ma una
cosa il mio occhio
vigile ha osservato: non possono fare a meno di non ignorarsi.
È
una forza più grande
di loro, talmente grande da far pensare che sia opera
dell’Uomo della Luna, che
è sempre così enigmatico con le sue scelte.
Per
questo voglio
aiutarli a capire cosa si scatena tra loro.
In
questo momento siamo
nella tana di Calmoniglio, il quale sta tentando di salvare qualche
ovetto
terrorizzato dai percorsi ghiacciati creati per l’occasione
da Jack.
Le
uova zampettano
indifese, scivolando e ruzzolando in giro, dando luogo al miglior
spettacolo di
sempre per il Signorino dell’Inverno.
Il
Pooka ha l’animo
profondamente turbato, e se la prende col fautore dello scherzo, che
nel
frattempo schiva con estremo piacere il boomerang lanciatogli contro
per
punizione .
Quando
il “giovane”
spirito mi si avvicina un po’ di più, libero un
po’ della mia magia, e lui cade
faccia a terra come un sacco di patate.
Calmoniglio
mi
ringrazia, ormai stanco di dover dar retta al ragazzo degli scherzi;
gli
sorrido amichevolmente, ma presto attenzione alle immagini evanescenti
che
stanno prendendo forma sopra il capo di Jack.
Prima
si vede del
ghiaccio, delle palle di neve che volano per colpire la polvere dorata
che ha
preso le sembianze di un coniglio; poi tutto svanisce, ma si ricompone
in un
piccolo uomo e due occhi fissi su di lui che lo guardano con amore.
Rivolgo
il mio sguardo
a Calmoniglio, che assistendo alla materializzazione dei sogni del
più giovane
ha riconosciuto i propri occhi: è senza parole.
Dentolina
parla per lui
senza nemmeno chiedere e domanda cosa possa significare.
Nord
da’ voce ai miei
pensieri: il piccolo guardiano non brama altro che
l’attenzione dello spirito
della Pasqua.
È
una situazione
singolare, e sento di aver sbloccato qualcosa.
Calmoniglio
non resiste
un attimo di più e con una scusa inventata sul momento si
congeda da noi in
fretta e furia.
Non
resta altro da fare
che tornare alle nostre occupazioni, perciò Nord scuote Jack
sgraziatamente per
destarlo. L’imbarazzo tra i presenti è palpabile,
ma il Guardiano della Meraviglia
osserva il ragazzo con un sorriso pieno di dolcezza che lo disorienta.
Chiede
spiegazione per
prima cosa dell’assenza del Guardiano delle Speranza, e non
ci stupiamo certo
di ciò. È chiaro il caos che abbraccia i suoi
pensieri, ma Dentolina è presa da
un moto di compassione, e, mettendo da parte la gelosia e
l’invidia delle
attenzioni che Jack ha per il coniglio, gli racconta
l’episodio.
È
passato un mese da
quel singolare episodio nella tana di Calmoniglio, e da allora non
l’ho più
visto, più precisamente
non in presenza
di Frost.
Penso
che ignorarsi
così palesemente sia tipico dei bambini, e che non si addica
ai Custodi dell’Infanzia.
È per questo che sto cercando il Guardiano del Divertimento.
Lo
trovo al primo
colpo, una tarda mattina d’autunno, quando ormai il mio
lavoro è quasi del
tutto finito in quella parte di mondo. Siamo nella sua cittadina
natale, e lui
sta armeggiando con un po’ di neve, ma la sua schiena mi
copre la visuale. Gli
giro intorno e riesco a riconoscere un pupazzo di neve che ha le
sembianze di
un piccolo coniglio, ma appena il giovane si accorge di me lo disfa
immediatamente, come fosse un bambino colto dal genitore mentre sta
rubando dei
biscotti dalla scatola.
Il
mio volto è pieno di
comprensione, lui lo nota e non tenta neanche di scappare, nonostante
si noti
che ci abbia pensato. Si siede con poca delicatezza su un tappeto di
neve
appena formatosi e sbuffa.
Mi
guarda tristemente,
e mi domanda cosa mai possa fare. Creo un punto interrogativo,
benché io sappia
a cosa si riferisca.
Jack
è in difficoltà,
ma alla fine dice a mezza voce il nome di Calmoniglio.
È
inevitabile un mio
sorriso divertito, e così creo una nuova immagine: lui che cammina verso il
Coniglio di Pasqua.
Il
giovane mi ride in
faccia, nega vigorosamente e fa per andarsene, ma io gli volo davanti,
lo blocco
e con aria severa gli ripropongo l’immagine.
Mi
parla come se fossi
impazzito, e mi chiede cosa mai dovrebbe fare una volta che si fosse
trovato di
fronte all’altro Spirito.
Sconsolato
decido che
mi rimane una sola carta da giocare: afferro Jack per un braccio e volo
via con
lui, con tutta la determinazione possibile, anche se devo ammettere che
trascinarlo via contro la sua volontà non è
così semplice.
Alla
fine però riesco
nel mio intento, e scarico il mio amico nella lontana tana di
Calmoniglio.
Quest’ultimo è intento a dipingere un uovo, ma ben
presto si accorge di noi. Fa
pure lui per scappare via per una di quelle sue gallerie, ma mi piazzo
davanti
a lui e gli indico senza tante storie Jack. Devo ammettere che mi
stupisce che
non sia volato via, ma a quanto pare anche lui vorrebbe risolvere
questa
situazione rimasta in sospeso.
Mi
faccio da parte, ma
non me ne vado via, sono troppo curioso di vedere come se la caveranno
ora.
Non
posso crederci che
non si dicano nemmeno una parola! Sono lì, uno davanti
all’altro e non si
parlano mentre sviano imbarazzati lo sguardo.
Mi
viene spontaneo
coprirmi con una mano la faccia e scuotere la testa. Riesco a
richiamare la
loro attenzione e mimo l’azione del parlare.
È
Jack a prendere l’iniziativa
e così gli domanda cosa avesse fatto per tutto il tempo che
non si sono visti;
l’altro gli risponde indicandogli le uova.
Alzo
gli occhi al cielo
e sprizzo rabbia sotto forma di bombe di polvere dorata per
l’esasperazione che
mi provocano. I due Spiriti si stupiscono nel vedermi così
emotivo, ed è
forse proprio questo che li sblocca.
Il
ragazzo si rivolge
allora all’altro guardiano e gli chiede di non evitarlo
più, perché a lui piace
giocare e stare insieme a lui perché… Calmoniglio
ha in mano un uovo e lo sta
porgendo a Jack.
Gli
prende una mano con
la sua zampa e gli dà quello che sembra essere un regalo. Lo
Spirito dell’Inverno
è chiaramente confuso, ma l’altro lo anticipa e
gli spiega che per un mese ha
fatto solo quell’uovo, ed è per lui. È
particolare, diverso da tutti gli altri,
di un celeste delicato che a tratti sfuma nel bianco con arabeschi in
argento
scintillante, che richiamano la forma del fiocco di neve. È
brillante, e
illumina lo sguardo di Frost.
Calmoniglio
lo guarda
aspettando una sua reazione, e io con lui.
È
sorprendente che il
coniglio abbia perso un mese intero per un solo uovo.
Jack
allora se lo mette
in tasca e con un po’ della sua magia ne crea una copia sotto
forma di ghiaccio
e la dona al Pooka. È inevitabile che questi gli faccia
notare che prima o poi
il suo regalo si sarebbe sciolto, ma il giovane gli promette che ci
sarebbe
sempre stato per non permetterlo mai.
Quello
che è successo
dopo non lo so, perché ho lasciato così i miei
due compagni, con in mano i loro
reciproci pegni d’affetto.