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Autore: Delyassodicuori    04/01/2013    0 recensioni
7 anni sono passati dalla visita dei Volturi, i vampiri della legge. la vita a Forks sembra tranquilla, ma ben presto i mutaforma si accorgono che non è così. un nuovo e misterioso killer li sta perseguitando, uccidendo senza pietà. Ma chi sarà costui? e perché da la caccia ai lupi? Spetta a Leah, Jacob, Seth e tutti gli altri scoprire chi è il misterioso Killer, le sue intenzioni e che carte giocherà.
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater, Seth Clearwater, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Leah
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Inizia con una giornata tranquilla, finisce con un omicidio… 



I Volturi sparirono fra gli alberi. Rimanemmo solo noi lupi, i testimoni e i Cullen.
-E’ davvero finita?- chiese con un sussurro Bella a suo marito.
-Si. Si sono arresi- rispose Edward –Come tutti i prepotenti, dietro la spavalderia sono dei vigliacchi-.
-Sul serio, gente. Non ritorneranno- disse Alice, annuendo –Potete rilassarvi tutti, ora-.
Silenzio. Il cuore non la smetteva di battere forte. Che avessero ragione? Era davvero finita?
-Fortuna sfacciata- borbottò il vampiro dal nome di Stefan.
Si alzarono improvvisamente urla di gioia e ululati. Io rimasi zitta, togliendomi da Embry e Quil, che per poco non mi pestavano, per quanto si agitavano dalla gioia. Sgattaiolai tra le sanguisughe “buone”. Bella si era ripresa la piccola Renesmee dalla groppa enorme di Jacob. Mi avvicinai a lui, cercando di sembrare tranquilla.
“Vittoria!” pensai, sperando che potesse sentirmi. Jacob ci aveva fatto ritornare da Sam, ma visto che il pericolo era passato…
“Uh? Leah?!? Accidenti, ma che…” guai Jacob dallo stupore.
“Pensavi di esserti liberato di me?”
“Uh… ma… sei sicura…? Lo sai, io…”
“Non vuoi avere un tuo branco, lo so!” pensai, inclinando la testa e guardando il cielo “Ma io non mi do per vinta! Io voglio seguire il mio unico alfa, ovvero tu!”.
Jacob sbuffò. Sorrise. “Non ti arrendi, eh?”.
“Non conosco questa parola” risposi, alzando le spalle.
“E va bene, allora bentornata, Leah!” pensò lui, rivolgendomi uno dei suoi più larghi sorrisi.
Sorrisi a mia volta. Non sentivo più Sam e gli altri. C’eravamo solo io, Jacob e…
“Ehi, è ingiusto, voglio tornare anch’io!” pensò lamentandosi come un bambino Seth, raggiungendoci.
“Uffa, che palle!” pensò Jacob, sbuffando e alzando la testa.
“Pleaaaaaaaaaaaaaaaase!” lo supplicò il piccolo lupo color sabbia, facendogli gli occhi dolci. Jacob cercò di distogliere lo sguardo e pensò, sospirando per la pazienza che doveva portare: “Ok, cucciolotto, basta che non rompi”.
Seth saltò di gioia e scodinzolò, come un cagnolino.
“Jacooob, non serve che te lo chiediamo, vero?” fecero eco Embry e Quil. Cazz.. e meno male che dovevo unirmi solo io a lui. Ecco, appena hanno capito che non possono più vedermi nella testa, hanno deciso di fare come me! Che cavolo!
“Oh, sorellona, pensavi davvero di poterlo avere tutto per te?” scherzò Seth. Gli pestai una zampa e lui si allontanò, fingendo di essersi offeso.
“Cavolo, va bene, ma solo voi e dopo basta,, non voglio nessun altro!” quasi ringhiò Jacob, seccato. Abbassai il muso. “Sorry” pensai.
“Tranquilla, non è colpa tua…” pensò l’alfa, sbuffando, cercando di mantenere la calma.
“Eeeeh, Leah, cos’è? Ci stai provando?” scherzarono quei due imbecilli dei sui amici. Voltai la testa verso di loro e ringhiai, minacciosa. Loro indietreggiarono, sghignazzando.
Jacob pensò subito a quella che poteva essere la reazione di Sam. Brutto idiota, me li rubi di nuovo? Pensava con la probabile voce di Sam. Risi. Era la peggior imitazione che potesse fare. Sam da arrabbiato era peggio.
“Io non lo trovo divertente!” pensò Jacob.
“Lo so, scusa” pensai, sorridendogli per dimostrargli che andava tutto bene. Io, Seth, Quil e Embry avevamo parlato molto con Sam di questa cosa. Alla fine lui era d’accordo a lasciarci andare, a patto che non ritornassimo da lui supplicando e piangendo. Certo, come se lo potessimo fare. Babbeo.
Solo dopo un po' mi accorsi che tutti quanti ce ne stavamo andando dalla radura innevata.
“Terra chiama Leah!” mi svegliò Jacob.
“Ah, uh, si, arrivo!” pensai, raggiungendo gli altri. I volturi non ci avrebbero attaccato. Almeno non ora.. spero…
 
 
 
 
...SETTE ANNI DOPO...
 
 
-Niente, nah, cesso, che roba è? Bleah, no, non fa per me…. Uffa….!- sbottai, battendo un pugno sulla scrivania. Alzai il pugno dal tavolo. Si era formata una leggere crepa. Sospirai. Non potevo rompere oggetti, con la forza che mi ritrovavo! Per di più, la scrivania, il computer con cui stavo maneggiando, il letto, lo specchio, l’armadio, insomma, tutta la stanza non era mia! Almeno non per me.
Mamma e Charlie si erano sposati cinque anni fa. All’inizio non ero molto d’accordo, perché avevo il timore che Charlie volesse sostituire mio padre, Harry, ma dopo 6 mesi avevo finalmente capito che Charlie non era quel tipo di persona. Così da Clearwater siamo diventati Swan (Bleah!), ma io non ho mai accettato quel cognome. Io mi sono tenuta Clearwater. Clearwater ci sono nata e ci morrò! Dopo il loro matrimonio ci siamo trasferiti tutti e tre a casa di Charlie e a me hanno dato la stanza che un tempo apparteneva a Bella. E si vede che era la sua. C’era ancora in suo odore umano, solo che stava svanendo quando ero entrata in quella stanza la prima volta.
Ora l’odore era completamente scomparso. Immaginai Jacob che cercava di recuperarlo, in qualche modo, per ricordare la sua Bells… la sua Bells.. Bleah! Più pensavo a queste cose, e più sentivo la voglia di vomitare tutto!
Bella non mi era mai piaciuta. Aveva fatto star male Jacob e anche se ci stava male, non ha fatto niente, e ripeto, niente, per impedire che soffrisse. La odio ancora oggi.
Sbuffai, e tornai a concentrarmi sul sito. Dovevo assolutamente cercarmi un ragazzo, questo era sicuro. Cavolo, più di sette anni da single! Va bene che sono una lupa e che magari non ne ho il tempo… ma speravo solo di poter incontrare qualcuno… e di ricordarmi come ci si sentiva ad essere innamorati…
Scossi la testa, cercando disperatamente un ragazzo. Niente. Nessuno di loro mi incuriosiva. Sbattei il mouse contro il tavolo. Tremò e la mia mano che reggeva ancora il mouse perforò il tavolo.
-Merda!- sbottai, ritirando la mano.
Un odore di bosco, muschio e benzina (quanto adoravo quell’odore) mi invase le narici. Mi alzai dalla sedia, osservando la strada dalla finestra. Jacob stava arrivando, con una faccia poco allegra.
“Ahia, guai con Nessie” pensai, risedendomi, aspettando il suo arrivo.
Suonò alla porta. Qualcuno la aprì.
-Ehi, Jacob, come va?- chiese Seth al piano di sotto allegro come sempre.
-Ciao Seth- fece Jacob. Sentì i suoi passi entrare e la porta chiudersi.
-C’è tua sorella, vero?- chiese il lupo. Immaginai lui che stava annusando l’aria per avere la conferma.
-Si, al piano di sopra, in camera sua- rispose Seth. Grugnì. Camera mia. Tze!
Jacob si spostò e i suoi passi si fecero più vicini, mentre saliva le scale. Si fermò alla porta. Sospirò e bussò.
-Entra pure, la psicologa Leah è pronta!- dissi, mentre lui apriva la porta. Ero abituata ad aspettarmi una faccia nostalgica, alla vista della stanza che apparteneva alla sua Bells… deglutì, scacciando via il pensiero.
Mi ero poi ricreduta al fatto che Jacob non la assumesse affatto. I miracoli dell’imprinting…
-Ciao, tutto bene?- chiese, con una faccia triste, come uno in agonia… cazzo, peggio di Jasper!
-Fifty-fifty, tu?- chiesi, con un filo di voce, mentre lui si stendeva sul letto in perpendicolare.
-Insomma, la sanguisuga sensitiva mi ha cacciato via di casa ancora una volta- disse, fissando il soffitto. Mi alzai dalla sedia, mandando a cagare i miei probabili ragazzi futuri, mi sedetti sul letto e mi sdraiai a fianco di Jacob, nel senso opposto.
-Mhm- feci, incitandolo a continuare.
Jacob sbuffò, ancora (non prometteva bene per niente) e disse:-Nessie alla fine si è fidanzata con Nahuel. Che palle. Ho provato a far credere a tutti che ero geloso, ma….-
-Non ci sei riuscito- dissi, anticipandolo.
-Appunto- confermò –perché Edward mi ha scoperto. Quando mi ha cacciato via, ha detto che dovevo smetterla di fingere di essere innamorato di lei. Secondo lui sono solo preoccupato…-
-Preoccupato?- chiesi. Non mi ero stupita della prima parte della frase. Sapevamo tutti che Jacob non riusciva ad innamorarsi di Renesmee. Ci aveva provato, ma il suo cuore non era d’accordo. Per un intero mese non faceva altro che lamentarsi, chiedendosi che problema avesse il suo imprinting. Naturalmente, nessuno aveva risposto, perché nessuno sapeva cosa fosse successo. Aveva subito l’imprinting con lei, ma la vedeva solo come una nipote. La cosa era mooolto preoccupante. Ma almeno non soffriva a causa di Bella. Solo… soffriva lievemente per questa confusione.
-Si- fece lui, distogliendomi dai miei pensieri –E in effetti lo sono… non lo conosco bene questo Nahuel, come faccio ad essere sicuro che andrà tutto bene?-
-Non ti fidi di lui, nonostante siano passati due anni da quando Nessie gli va dietro?- chiesi, alzando un sopracciglio –Sei peggio di un padre iperprotettivo, tu! Ti devono chiamare Daddy-Jake!-
-Spiritosa- disse, accennando però un sorriso –Ma lui non è il problema più grande… il vero problema è Renesmee! Insomma…- ( e con quella si alzò a sedere, sbraitando) –Possibile che vuole fare tutto così in fretta????-
-Eeeh, in fretta fretta non direi- dissi, facendo cadere la testa dal bordo del letto, vedendo tutto al rovescio. I miei capelli, neri e corti, scivolarono verso il suolo, quasi toccandolo.
-L’hai detto tu, no?- feci, voltando la testa –Due anni! Non sono abbastanza per te, Daddy-Jake?-
Jacob sbuffò. –Odio quando hai ragione- disse, sorridendomi. Mi alzai dal letto e raggiunsi la scrivania, cercando di concentrarmi sulla “caccia al ragazzo”.
Sentì Jacob alzarsi e strisciare con i piedi verso di me. Si abbassò a guardare il monitor.
-Stai scherzando?- chiese, con una faccia tra il confuso e l’incredulo.
-Sono affari che non ti riguardano!- dissi, nascondendo la mia ansia. Odiavo quando qualcuno si intrometteva negli affari miei.
-Cavolo, neanche avessi quarant’anni! Sei davvero così disperata?- chiese, guardandomi, come se fossi malata.
-Si, lo ammetto, sono disperata fino a questo punto!- ammisi, lasciandomi cadere nella sedia. Guardai il soffitto e dissi:-I ragazzi di La Push… o sono impegnati… o non fanno per me.. non ce n’è nemmeno uno carino!-.
Jacob si sedette a terra, incrociando le gambe. Girai la testa, fissandolo, mentre mi dava le spalle. Aveva la testa bassa e le braccia incrociate.
-E i lupi, allora?- chiese, curioso. Notai però uno strano tono nella sua voce, come se quello che faccio non gli piacesse minimamente.
Sospirai e appoggiai la guancia sulla scrivania. Osservai il buco che avevo creato con la mia forza sovrumana.
-Non voglio innamorarmi di un lupo- dissi –Gli altri leggerebbero i nostri pensieri… e poi….-
-E poi?- chiese, voltando la testa, fissandomi.
-Se dovessimo separarci…- dissi, senza concludere la frase, sapendo che a Jacob non sarebbe servito solo questo. Lui capiva. Era l’unico a capire.
-Ah- disse solo, rimanendo in silenzio. Dopo un quarto d’ora si alzò da terra e mi porse la mano. Alzai un sopracciglio.
-Andiamo in giro a prenderci un gelato- disse, sorridente come sempre.
-Un gelato?- chiesi, alzando la testa.
-Anche un lecca lecca se vuoi- disse –Basta che andiamo in giro a dimenticare i nostri problemi. Facciamo un giro, tu ed io! Non la lupa e il lupo, ma Leah e Jacob. Che ne dici?-
Lo fissai per un minuto buono. Solo io e lui… come due normalissimi ragazzi…
-Cos’è? Un appuntamento?- chiesi, perplessa, scherzando allo stesso tempo.
-Chiamalo come ti pare- disse lui, alzando le spalle, sempre sorridente. Non so per quale ragione, ma ogni suo sorriso sapeva mettermi di buon umore… adoravo vederlo sorridere. Non potevo chiedere di meglio quando lo vedevo felice.
-Ok, e gelato sia, ma paghi tu!- dissi, appoggiando la mano sulla sua e alzandomi.
-Sono a corto di spicci!- ammise, imbarazzato, svuotando le tasche dei jeans.
Sbuffai. Presi un po’ di soldi e uscimmo, all’aria fresca dell’autunno. Ottobre era arrivato con un acquazzone incredibile. Quel giorno aveva fatto pausa. Ma non c’era il sole. Come al solito, a Forks regnavano le nubi grigie e grosse.
Andammo alla gelateria e aspettammo dietro a due persone, una donna dai capelli biondo-cenere e un uomo moro. I due si tenevano per mano e l’uomo, ogni tanto, baciava sulla guancia della donna, facendola avvampare. Notai che entrambi portavano le fedi.
Spostai lo sguardo altrove, fissando le cornici che rappresentavano i vari tipi di gelato.
Dietro di noi c’erano tre ragazze, del liceo, che sghignazzavano come oche alla vista di Jacob.
Trattenni un grugnito. Jacob si voltò a novanta gradi verso di loro e sorrise. Le tre cominciarono a fare versi sdolcinati (da oche, appunto), e ci mancava poco che svenissero.
Diedi una gomitata a Jacob, facendolo voltare verso la cassa. Era arrivato il nostro turno.
Il lupo ordinò un gelato al cioccolato, amarena e panna, mentre io presi cioccolato, fior di latte e fragola. Uscimmo dal negozio, con le tre oche che starnazzavano, gustandoci i nostri gelati.
-Potevi evitare la gomitata!- si lamentò Jacob –Se colpivi più in su mi beccavi la costola!-
-Scusa tanto, ruba cuori!- dissi, leccando la parte della fragola.
-Gelosa?- chiese, con un tono sdolcinato e ammaliato. Mi fermai di colpo. Jacob mi fissava negli occhi. Era molto più vicino di quanto pensassi. Quei suoi occhi color cioccolato, quello sguardo dolce e divertito allo stesso tempo….
Scossi la testa, con il cuore a mille e le guance rosse.
-Pezzo di scemo, ma neanche per sogno!- dissi, senza sapere quale altra scusa inventarmi.
Accidenti, Leah, ma che cavolo fai?
Jacob mi prese la mano che reggeva il cono, se lo portò alla bocca e si leccò il fior di latte.
-Maledetto, mangiati il tuo gelato!- dissi, prendendo il suo cono. Morsi il cioccolato e restituì il gelato al suo legittimo proprietario.
-Non sei simpatica, mi hai rubato gran parte del cioccolato!- disse, fissando il suo cono.
-Ben ti stà!- ammisi, leccando soddisfatta il mio. Senza accorgermene, Jacob spostò la mano sotto il mio gelato e gli diede un colpo non molto forte, ma sufficiente da spiaccicarmi le creme gelate in faccia. Il cono cadde a terra. Con un mano cercai di togliermi il gelato dalla faccia.
Jacob rideva, come un deficiente. Presi con forza il suo e lo spiaccicai sui suoi capelli. Smise di ridere e io gli feci una linguaccia, più il segnaccio. Scoppiammo entrambi a ridere, poi tornammo alla gelateria, chiedendo se ci fosse un bagno.
Andai in quello delle signore e mi sciacquai la faccia. Quando tornai Jacob mi stava aspettando, con i capelli fradici. Uscimmo, camminando per le strade di Forks, quando arrivammo davanti ad un negozio di televisori.
<> annunciava la tele <<è stato appena ritrovato il cadavere di un ragazzo sui diciotto anni, nei pressi della foresta di Forks. I poliziotti stanno setacciando la zona, convinti che sia stato un serial killer ad uccidere il ragazzo. La polizia, poi, ha scoperto l’identità del malcapitato…>>.
Mi fermai di botto, fissando il telegiornale. Mostravano la foto di un ragazzo dalla pelle di bronzo, gli occhi e i capelli scuri e corti. Bloccai Jacob, tenendolo per il braccio.
-Che c’è…?- stava per chiedere, ma si bloccò, fissando il ragazzo.
<>.
-O. Mio. Dio.- sibilò Jacob, con gli occhi fuori dalle orbite.
Tony, il lupo che si era unito al branco di Sam tre giorni fa, era morto….





Angolo autrice
caspita, questa è la terza ff che scrivo. E chi l'avrebbe mai detto? questa storia me la sono inventata proprio oggi, yep! tipo, stavo vededo Mirai Nikki e Bum! ho uno spunto! illuminazione! si è accesa la lampadina! XD va be, questa, come le altre, è molto Team Lecob Blackwater. Si, li shippo! *^* e non me ne vergogno :P
Beh, che dire, spero che vi piaccia, e alla prossima!
 
   
 
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