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Autore: KeepSmiling    04/01/2013    4 recensioni
Versate in una ciotola una buona dose di programma televisivo, aggiungeteci quattro amici strampalati, mescolate bene il tutto e otterrete un ragazzo completamente fuori di senno che inizierà a blaterare cose assurde, e che nel giro di qualche mese si dimenticherà della vostra amicizia storica.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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«E ora vi lascio con il singolo della band del momento, che ha rubato il cuore a migliaia di ragazzine e che ha scalato le classifiche di tutto il mondo. Live while we’re young dei one direction!»
Spensi immediatamente la radio della mia mini cooper superaccessoriata-di cui andavo molto fiera-e mi lasciai spettinare i capelli aurei dal vento tiepido di inizio agosto. Sentivo il mio volto contratto in un'espressione alquanto disgustata, forse amareggiata. Erano passati due anni da quando il mio migliore amico si dimenticò completamente della mia esistenza. "Senza di te sarei perso", mi ripeteva; "Sarai la mia migliore amica per sempre", mi giurava. Ma a quanto pare gli era bastato davvero poco per farmi fuori dalla sua vita. Insomma, versate in una ciotola una buona dose di programma televisivo, aggiungeteci quattro amici strampalati, mescolate bene il tutto e otterrete un ragazzo completamente fuori di senno che inizierà a blaterare cose assurde, e che nel giro di qualche mese si dimenticherà della vostra amicizia storica, cominciata praticamente ancora prima di nascere, grazie alle vostre mamme che si conoscevano dai tempi del liceo. Mi ero ripromessa di superare tutto questo, ma era alquanto arduo riuscirci con il suo faccione sui manifesti pubblicitari sparsi ovunque nel mondo, e con le canzoni della sua stupida nuova band, che passavano continuamente alla radio, etichettate con il nome di "super hit scala classifiche", e che ahimè, mi rimanevano bloccate nel cervello e molto spesso, inconsciamente, le canticchiavo. E poi, diciamoci la verità, avevo nostre foto sparse ancora in giro per casa: non sarei mai riuscita a liberarmene.
Mi riscossi dai miei pensieri solo quando mi accorsi di aver superato di qualche isolato casa mia. Imprecai tra i denti, feci inversione a 'u' e in poco tempo mi ritrovai a percorrere il vialetto della mia casa lilla -merito della mia eccentrica quanto fuori di testa coinquilina nonché migliore amica- e parcheggiare con tanto di "accidenti a lui e al suo stupido capriccio" sussurrato tra i denti, prima di scendere dalla macchina e raggiungere la porta d'ingresso. Solo allora mi accorsi della vena di egoismo nella frase appena pronunciata, ma mi giustificai subito ripensando al suo comportamento del cavolo.  Aprii la porta e «Sono tornata!» urlai, per farmi sentire e accettarmi che ci fosse qualcuno in casa. Mi avviai in bagno: avevo bisogno di una doccia. Più mi avvicinavo e più un sgradevole odore di limone e camomilla invadeva le mie narici. Spalancai la porta ed eccola lì, la mia coinquilina che armeggiava con una bottiglietta di un liquido dall'odore ripugnante, mentre teneva la spazzola tra i denti, i capelli castano chiaro umidi, e l'asciugacapelli tra le gambe. La guardai con aria sbigottita e quando si accorse di me, mi rivolse i suoi occhi color nocciola degni di un cerbiatto, e mi salutò con parole sbiascicate. Non potei fare a meno di pronunciare un sonoro "eh?" sfilandogli dalla bocca quell'aggeggio. «Bentornata, stellina!» disse, schioccandomi un bacio sulla guancia. «Ronnie, si può sapere cosa diavolo è questa puzza?!» chiesi, abbastanza disgustata «Niente, una semplice lozione schiarente del tutto naturale. Voglio diventare bionda!» rispose estasiata la pazza, ma senza riuscire a costringere il mio corpo ad entusiasmarsi più di tanto, le risposi un semplice «In bocca al lupo» dirigendomi verso la mia camera. Mentre mi incamminavo nella nostra casa variopinta, -sembrava di essere in un asilo: una parete arancione, una bordeux, l'altra giallo canarino- la voce di Ronnie mi destò «Jackie ma la spesa?!»
Mi schiaffeggiai la fronte. Giusto, la spesa.
«L'ho lasciata in macchina, vado a prenderla.» urlai di rimando, per farmi sentire.
Mi voltai di scatto e urtai una parte del mobilio del salotto, da cui cadde un portafoto, lo raccolsi. E' stato il suo ultimo regalo di compleanno. Una cornice fucsia ricoperta da brillantini argentati che conteneva una nostra foto; mi ricordo come se fosse ieri quando la scattammo: avevamo 15 anni ed eravamo diretti al ballo della scuola. Avevo appena ricevuto un due di picche da Alex Jones, ragazzo per cui avevo una cotta sproporzionata, e lui si offrì di accompagnarmi. Eravamo nel soggiorno della casa dei miei genitori, ricordo dell'insistenza di sua madre per farci una foto e ricordo inoltre della sua incapacità di scattare una foto, così Harry, dopo avermi circondato la vita col suo braccio, tentò di spiegare alla madre come dovesse scattare, e lei ci riuscì, immortalando il figlio nel bel mezzo della spiegazione, con la bocca aperta. Quella serata ne facemmo molte altre di foto, sicuramente migliori, ma Harry sapeva benissimo quanto adorassi quella, per le nostre espressioni spontanee, e nonostante si lamentasse ogni volta che gli capitava sott'occhio, me la regalò per il mio diciassettesimo compleanno, l'ultimo che abbiamo festeggiato insieme.
Una lacrima falcò il mio viso, gettai a terra quel pozzo di ricordi.
«Jackie?» mi si avvicinò la mia amica e quando si accorse del mio viso bagnato dalle lacrime, mi abbracciò «Oddio Jackie, non succedeva da tanto, ormai»
Eh sì, perché i primi mesi senza di lui e le sue chiamate, erano stati tragici: ogni notte singhiozzavo tanto da far mancare l'aria ai miei polmoni, i miei occhi erano perennemente gonfi e falcati da profonde occhiaie.
«La verità è che io faccio finta di odiarlo, me lo impongo. La verità è che mi manca, mi manca il mio migliore amico un pò sfigato, con la sua pancetta sexy che mi divertivo a pizzicare mentre lui mi solleticava i fianchi, i suoi occhiali da nerd e i suoi capelli corti, diventati poi morbidi e boccolosi, dove ci affondavo le mani quando lo abbracciavo.» Ripresi fiato e mi calmai, raccolsi il portafoto e «La verità è che mi manchi, Harold Edward Styles.» conclusi, riferendomi alla sua figura ritratta in foto, portandomi poi al petto la fonte di ricordi luccicante.

KeepSmiling.
Aloha everyone!
Ho un fanfiction in corso
-che non so come continuare-
e pubblico una OS, woohoo! Lol
No, mi premeva tanto pubblicarla,
non è niente di che, 
niente storie sdolcinate,
niente lieto fine,
solo così, uno sfogo personale.
Devo dire che mi è servito molto.
E devo ringraziare anche Laura,
-il mio faro, senza di lei sarei persa-
la quale ha contribuito all'ispirazione
di questa OS, non volontariamente.
Ho mescolato un pò le esperienze
personali di entrambe e poof,
è uscita.. questa cosa. Lol.
Chiedo scusa per il banner
obbrobioso ma è il primo
che faccio con le mie manine,
e bho, giuro che migliorerò TwT
Bbbene, detto questo, io scappo.
Adieu à tout le monde! 

Approfitto per fare pubblicità
alla mia ff in corso. 

   
 
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