04/01/2013
3 recensioniAbbraccio della morte
Abbasso lo sguardo. Vedo il suo corpo, privo di vita, che viene portato via da me dalle acque del fiume. Sono ad un passo dalla morte. Il vento scompiglia i miei lunghi capelli. L'unico rumore che riesco a percepire, é quello prodotto dal battito del mio stesso cuore. La mia mente é vuota. Le lacrime scorrono sul mio viso, straziato dal dolore che mi sta lacerando il petto. Prendo l'orlo del vestito e mi decido di fare un passo in avanti. Sento chiamare il mio nome in lontananza. Precipito nel vuoto, sotto agli occhi atterriti dei testimoni del nostro amore e di coloro che hanno cercato di ostacolarlo, invano. Nemmeno la morte può separarci. Una mano cerca di afferrarmi. È troppo tardi. Non ho paura. Passo gli ultimi istanti della mia vita, sollevata al pensiero di poterlo abbracciare almeno per un'ultima volta. Mi schianto sulle pietre, accompagnata dal rumore delle ossa che si sgretolano. Mi piego in un angolo innaturale, pervasa da un dolore sconvolgente. L'acqua intorno si tinge del mio sangue. Tendo una mano verso il corpo inerme del mio amante, incapace di raggiungerlo. Mi trascino con le ultime forze e lo stringo tra le braccia. Cullo dolcemente il suo capo sul mio petto. Esalo il mio ultimo respiro. Ora possiamo finalmente stare insieme. Sono felice.
Cari lettori, questa poesia in prosa è basata su un sogno che ho fatto, che mi ha colpito particolarmente. L’ho scritta tutta d’un fiato ieri notte, cercando di ricordare ogni minimo particolare, e solo stamattina l’ho rielaborata, lasciando inalterata la storia. Vi basti sapere che si tratta della parte finale del sogno, che ruotava intorno alla corte del re Luigi XVI. L’eroina è costretta ad andare in sposa al fratellastro, ma instaura un rapporto speciale con un uomo, che frequenta anch’egli la corte. Non passa molto tempo che i due si innamorino l'uno dell'altra, e ciò li porterà entrambi ad una tragica fine.