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Autore: GiuliaJoon    04/01/2013    5 recensioni
Stella, una ragazza di 20 anni, si ritrova a vivere con una delle band più famose della Corea, grazie al presidente della loro casa discografica.
Il compito di quei ragazzi è riuscire a far sì che quella ragazza ricominci a fidarsi delle persone, dopo l'incidente che ha avuto.
Uno di loro sarà il primo a scoprire la misteriosa storia dietro la paura che quella ragazza ha nei confronti dei maschi e le starà vicino.
Ci riusciranno quei cinque ragazzi, sfruttando anche il fatto che lei è sempre stata una loro fan?
Nascerà anche qualcosa di più, con uno di loro?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da trenta minuti che stavo leggendo quella rivista di moda, sola, in quell'enorme ufficio.
Mi aveva chiesto di aspettarlo lì, che sarebbe arrivato subito.
Era l'unica persona con cui parlavo, sempre che rispondere a monosillabi fosse parlare. 
Lui mi capiva bene, diceva che ero come una figlia per lui.
Ecco perché mi aveva portata in Corea con lui.
 
Mi ricordo ancora quel giorno, in cui si presentò a casa mia e parlò con i miei genitori, chiedendoli il permesso di portarmi con lui, per farmi cambiare aria.
I miei avevano sempre saputo che il mio sogno era quello di andare in Corea e partecipare ai concerti del kpop, questo era uno dei miei sogni, almeno fino a prima dell'incidente.
Dopo di quello, avevo rinunciato a tutto: alla danza, a partecipare a dei concerti, agli studi.
Avevo finito il liceo e volevo iscrivermi all'università, ma avevo abbandonato tutto e tutti.
Così loro avevano dato il loro consenso e dopo di ciò mi ero ritrovata su un'aereo diretto per Seoul, accompagnata da il presidente di una delle case discografiche più famose anche oltre oceano: Yang Hyun-seok. 
 
Stavo cominciando a stufarmi di aspettare sul quel divano, anche se comodissimo. 
La porta si aprì e alzai lo sguardo pronta a salutare il presidente, ma non entrò lui. 
Entrarono cinque persone. 
Cinque persone che conoscevo bene, che avevo sempre visto su i video e nelle foto su internet.
Cinque persone che avevo sempre desiderato vedere esibirsi su un palco e che mi avevano fatto ridere in alcuni programmi di varietà.
Cinque persone che cantavano alcune delle mie canzoni preferite, che ballavano... già, loro ballavano.
 
Spalancai leggermente gli occhi vedendomeli apparire davanti, ma mi ricomposi subito.
Loro si bloccarono sulla porta vedendo che nell'ufficio del loro direttore c'ero solo io, una ragazzina, che pur vestita bene, dimostrava comunque la sua età: 19 anni, quasi 20.
Rimasero un attimo perplessi, poi la testa verde si piegò per prima e mi sorrise.
-Ciao. Il presidente non è ancora arrivato?- mi chiese in inglese. 
Parlavo perfettamente coreano, visto che lo avevo studiato, ma decisi di non dirglielo,poiché non avevo intenzione di parlare con nessuno di loro.
Sapevo però che in quel Paese era molto importante l'educazione, sopratutto verso persone più grandi, quindi chinai leggermente il capo e feci segno di no. 
Ritornai a guardare e a sfogliare la mia noiosissima rivista.
Cominciarono a bisbigliare in coreano, pensando che io non li capissi. 
Erano sempre sull'entrata e io vicino alla scrivania, però quell'ufficio era così grande che le voci facevano eco, così sentii quello che si dicevano.
-Chi sarà quella ragazza? E perché è nell'ufficio del presidente?- chiese il maknae. 
-Non lo so, però lui ci ha chiesto di aspettarlo qui. Quindi mettiamoci a sedere.- rispose il leader.
 
I ragazzi si avvicinarono pericolosamente a me e si sedettero sul divano davanti a mio, così mi rilassai, visto che mi ero irrigidita.
GDragon cominciò a digitare qualcosa sul suo cellulare, TOP, Daesung e Taeyang parlavano del più e del meno, mentre Seungri mi fissava sorridendo.
Odiavo essere fissata, sopratutto da persone che non conoscevo, cioè, sì li conoscevo, sapevo che erano i Big Bang, ma li conoscevo come idol, persone che non potevi avere minimo a cinque metri di distanza. 
Chiusi la rivista e la posai sul tavolinetto davanti a me.
-Scusa, non mi sono presentato. Sono Seungri, un componente dei Big Bang. Ci conosci?- chiese in inglese, attirando l'attenzione anche degli altri, che guardarono prima lui e poi me.
Feci cenno di sì, ma rimasi in silenzio, ancora una volta.
-E tu? Come ti chiami?- chiese.
 
Non risposi. Non riuscivo a rispondere, pur sapendo che si trattava di un gesto di grande maleducazione.
Mi vennero le lacrime agli occhi, perché odiavo sentirmi in colpa per la mia maleducazione e odiavo che il presidente mi avesse lasciata in quella situazione da sola, anche se aveva promesso che non mi avrebbe abbandonato.
 
-Scusa, ho detto qualcosa di sbagliato? Io non volevo...- disse Seungri, che si era allarmato dalla comparsa delle lacrime.
-Bravo, l'hai spaventata!- disse TOP in coreano.
Taeyang, che era il più vicino a me si sporse per mettermi una mano sulla spalla, ma io scattai subito in piedi e mi schiacciai contro il muro.
Avevo gli occhi sbarrati e il respiro accelerato.
Cinque paia di occhi mi guardavano sbalorditi.
-Scusa, io non volevo...- cominciò a dire Young Bae, ma fu interrotto dalla porta che si apriva.
 
Si alzarono in piedi e si inchinarono in segno di saluto davanti al presidente, mentre la mia faccia si trasformava da spaventata a rabbiosa. 
Hyun-seok si cominciò a guardare intorno e appena mi vide strabuzzò un attimo gli occhi.
-Che cosa è successo?- chiese (ovviamente in coreano).
Ji Yong fece per rispondere, spostando lo sguardo da me a lui, ma io fui più svelta e in perfetto coreano risposi:
-Mi hai lasciata sola con persone che non conosco, ecco cosa è successo!- 
I Big Bang rimasero sbalorditi della mia audacia nei confronti della persona che loro consideravano la più importante, ma a me non importava. Ero troppo arrabbiata e spaventata.
Lui annuì piano e poi sorrise ai ragazzi.
-Un momento, allora tu parli! E parli anche coreano!- disse Ri indicandomi.
 
Il presidente rise.
-Scusate, avrei dovuto avvertirvi della sua presenza prima di mandarvi qui. Lei è Stella e sì, parla coreano. Se le avete posto qualche domanda e non vi ha risposto, non prendetevela, lei non parl...-
-Basta! Smettila di parlare dei fatti miei.- sì, ero decisamente arrabbiata.
Lui aggrottò la fronte, poi fece cenno a tutti di sedersi.
-Comunque, perché ci ha chiamato qui?- chiese GD.
Yang Hyun-seok guardo prima me e poi loro.
-Vi ho convocato, perché da stasera in poi, questa ragazza abiterà con voi.-
Rimanemmo tutti a bocca aperta.
Non sapevo da quale parte del suo cervello fosse spuntata quell' idea, ma io non avrei accettato questo compromesso.
-Scordatelo!- scattai in piedi -Io non vado abitare con loro! Non li conosco e non posso...-
-Tu ci andrai! E se non farai come ti dico, ti rispedisco in Italia, dove tutti quanti cercheranno di farti parlare con la forza e farti riprendere la tua vecchia vita! Mi sbaglio, o non vuoi averci più niente a che fare?- chiese il presidente.
 
Mi irrigidii e feci cenno di sì.
Aveva ragione. 
Ero stata contenta di partire, almeno non avrei più avuto la mia famiglia ad assillarmi per ricominciare li studi e la danza.
Ma non volevo abitare con quei cinque ragazzi, avevo troppo paura dopo...
Il presidente sospirò.
-Vai a prenderti da bere, io devo parlare con loro in privato-
Annuii ed uscii dalla porta, stavo per scoppiare in una crisi di nervi.
 
(***)
 
Uscita la ragazza, il presidente si rilassò un attimo.
Guardò uno a uno i componenti della band, che lo stavano guardando come se fosse impazzito.
Il primo  a prendere parola fu il leader:
-Cosa è questa storia che quella ragazzina verrà a vivere con noi?-
-Già. Poi perché con noi non parla, mentre con lei alza anche la voce? Prima stava per avere un infarto quando Young Bae la quasi toccata per rassicurarla!- fece eco TOP.
-Vedete, quella ragazza è come una figlia per me. L'ho conosciuta per caso quando sono andato in Italia in vacanza. Volevo portarla già in Corea per partecipare a dei provini per entrare nei gruppi di ballo della nostra compagnia, poiché l'ho vista ballare ed è magnifica. Solo che ha avuto... diciamo un incidente.-
 
-Che tipo di incidente?- interruppe il maknae.
-Questo, ve lo racconterà lei quando sarà pronta. Comunque, dopo ciò non è stata più la stessa. Ha abbandonato la danza, ha lasciato gli studi, non parla più con nessuno. Pensate, era una fan sfegatata del kpop, ma ora ascolta solo le canzoni, tralasciando tutto il resto. Ho voluto per farle iniziare una nuova vita, ma sopratutto voglio che riprenda a ballare. Per questo ho voluto farla vivere con voi.-
Cinque facce lo guardarono come se non capissero cosa avrebbero potuto fare loro per quella ragazzina.
Il presidente continuò: - Lei non parla con tutti, solo con chi si fida. E vale anche per il fatto di essere toccata, sopratutto dai maschi. Voi dovrete conquistare la sua fiducia, fare in modo che ritorni a ballare e a fidarsi delle persone. Come vi ho già detto, il perché lei si comporti così dovrete scoprirlo da soli. Se riuscirete in questo compito, vi permetterò di andare in vacanza per qualche settimana.-
Seungri si alzò di scatto con un sorriso a trentadue denti.
-Perfetto, accettiamo! Vero hyeong?-
-Una vacanza non sarebbe male. Per me va bene.- rispose Daesung.
Anche tutti gli altri accettarono. 
 
Mentre stavano per uscire, il presidenti li bloccò per un'ultima volta.
-Ah, dimenticavo. Vi potrà sembrare una ragazzina, anche da come si comporterà per un po', ma non lo è. Oltre ad essere solo pochi anni più piccola di Seung Hyun,  è anche un tipo... diciamo che non le piace che le persone le mettano i piedi in testa. Quindi... io se fossi in voi starei attento. E' pur sempre una ragazza carina e sa come sfruttare le sue qualità. Ma penso che questo, lo imparerete a vostre spese...Potete andare.-
Detto questo, congedò la band.
 
(***)
 
Avevo appena varcato la soglia di quella casa.
Sapevo che loro non c'erano, ma avevo già una voglia matta di scappare.
Il presidente stava sorridendo e cominciò a mostrarmi la casa.
Al pian terreno c'era la sala con un mega schermo e tre divani, la cucina enorme e la sala da pranzo. Sotto le scale che portavano a piani superiori c'era un bagno e la lavanderia/ripostiglio. Al primo piano c'erano quattro camere da letto: due con un bagno personale, le stanze di TOP e Taeyang,  e due con un bagno adiacente. Al secondo piano c'erano altre due camere da letto, ognuna con un bagno personale. Una era del leader e l'altra sarebbe stata la mia.

Perfetto, speravo di essere lontana da tutti loro almeno in camera. 
 
Il presidente mi lasciò a casa da sola, così mi sarei potuta sistemare.
Avevo sperato che sarei stata lasciata in pace, invece le sue parole mi bombardavano la testa:
Non starai con le mani in mano. Li aiuterai a tenere in ordine la casa e li accompagnerai qualche volta agli studi televisivi per darli una mano. Diciamo, tipo assistente...
E io che speravo che li avrei dovuti incontrare occasionalmente per casa.
Quello che il presidente non sapeva, era che avevo ascoltato parte della loro conversazione in ufficio.
Come poteva pensare che mi sarei potuta fidare?
Nei mesi passati avevo costruito un muro in modo da tenere le persone lontane e di certo non lo avrei abbattuto per loro.
E, cosa più importante, non sarei tornata a ballare.
Mai più.
Sentii la porta d'ingresso aprirsi e delle voci parlare allegramente.
Sospirai.
Non ero pronta ad affrontare quei cinque ragazzi.
Ero una loro fan, anche se avevo smesso da un po' di seguirli.
Decisi di starmene chiusa in camera, tanto non mi sarebbero venuti a disturbare. 
 
Sentii scricchiolare la porta e mi voltai di scatto.
Quel cane, che avevo visto silo in foto, stava venendo verso di me con la lingua di fuori.
Avevo sempre amato gli animali, così non gli resistetti.
Mi misi seduta in terra e cominciai ad accarezzarlo, mentre lui mi leccava la mano.
-Ma quanto sei bello! Vero che sei bello? Ma sì  che lo sei!- cominciai a dirli con voce da stupida.
-Cosa li stai dicendo?- una voce dolce, proveniente dalla porta, interruppe il mio comunicare col cane.
Dalla gioia di avere quel cane tra le braccia, non mi ero accorta di parlare in italiano.
Ed ora il suo padrone, mi stava guardando dalla porta con un sorriso incerto e la fronte corrugata.
 
E ti pareva che facevo una figuraccia proprio con lui?!
  
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