Gli Imperfetti
#Bullstrode
Millicent
"Non ti sei mai pentita di quello che hai fatto? Non ti sei mai chiesta se era giusto o sbagliato?"
"Non ho mai avuto la capacità di provare pentimento o dispiacere, signor Ministro"
Non era mai stata particolarmente considerata durante i suoi anni a Hogwarts.
Derisa dagli studenti delle altre case per il suo corpo massiccio e poco aggraziato, ignorata dai suoi compagni perché poco socievole.
Sempre silenziosa, si aggirava per la scuola come un fantasma rassegnato alla solitudine.
Ogni tanto si ritrovava per caso nella sala comune della casa, insieme agli altri, quasi partecipe delle loro vite, delle loro emozioni.
Viveva di riflesso l'angoscia di Malfoy, la tristezza di Parkinson, la folle felicità di Zabini, la rabbia sottile di Nott. S'immergeva in quelle emozioni sconosciute, cercando di capirle, di renderle sue.
Tentava disperatamente di far tremare, di gioia o di dolore, quel muscolo che giaceva all'interno del suo petto.
Eppure nulla.
Nessuno sforzo portava risultati.
Tutto era muto e immobile.
Lo era stato quando aveva seppellito suo padre, un freddo Natale di qualche anno fa.
Lo era stato quando venne convocata davanti al Signore Oscuro.
L'unica cosa che ricordava era il lento scorrere del sangue mentre il marchio bruciava sulla sua pelle. La piccola pozza di sangue che s'allargava sotto i piedi del suo Signore.
Suo padre sarebbe stata fiero di lei.
Le avrebbe sorriso, ma lei avrebbe risposto con una delle sue smorfie, pallidi tentativi di provare contentezza.
Millicent Bullstrode avrebbe fatto l'unica cosa che era in grado di fare: ubbidire.