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Autore: Francy950    04/01/2013    2 recensioni
Intendo precisare che la storia che ho scritto è una libera interpretazione del libro, riprendendo alcune persone e alcuni momenti del libro, aggiungendo una storia romantica e qualche parte inventata.
Se avrò tempo continuerò la storia nella sezione "storie originali".
In generale la storia segue la trama e i temi de "Il signore delle mosche", senza morti o le parti che mi sono meno piaciute.
Ovviamente non intendo assolutamente cambiare la trama del libro per migliorarlo, perché non sono abbastanza "brava" da modificare il lavoro di un grande autore, ma do la mia libera interpretazione per renderla una storia più piacevole ai miei gusti.
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Non-con, Spoiler!, Tematiche delicate
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La prima notte sull'isola era passata con il rumore dei pianti dei bambini_ buia e fredda, rendeva tutto irreale e spaventoso. La terra civilizzata era lontana e ignara di quei poveri ragazzi dispersi chissà dove nell'oceano.
All'alba Radhi sentì l'assoluto bisogno di avere qualcosa che si avvicinasse alla civilizzazione e radunò un'assemblea. Suonò forte la conchiglia e tutti si alzarono e si radunarono intorno alla loro leader, che dava loro un senso di sicurezza e di civiltà. Jack rimase lontano, ancora ferito di non essere stato eletto capo; inoltre sentiva di odiare un po' quella ragazza dall'aria così sicura e tranquilla. Odiava la sua autorità, odiava il fatto che il giorno prima gli aveva trasmesso un senso di fiducia, odiava anche il fatto che quella notte l'aveva pensata. L'aveva pensata nuda e vestita solo di quel sorriso così accattivante e aveva sentito il bisogno di masturbarsi su quell'immagine. L'odiava tanto perché aveva l'impressione che cominciava a piacergli, non tanto fisicamente, perché da quel punto di vista Radhi sarebbe piaciuta a chiunque: le sue origini, probabilmente miste, indiane e italiane, le avevano donato un fisico invidiabile, atletico, ma anche addolcito dalle curve un po' prosperose dei fianchi e del seno, ricoperti da una pelle dorata e perennemente abbronzata; probabilmente le piaceva anche caratterialmente.
- Ho convocato quest'assemblea per fare un resoconto delle nostre scoperte: Ieri, io, Jack e Sara abbiamo accertato che questo posto e un'isola, ed è veramente bellissima. Ralph ha fatto l'appello e siamo in 28. Gli esploratori hanno trovato una piscinetta di acqua potabile con tanto di cascata dall'altra parte della montagna, quindi tutti ci trasferiremo lì in modo da avere sempre acqua buona a disposizione. I raccoglitori hanno portato frutta e verdura buona per fare una bella colazione e anche la legna. I cacciatori hanno visto diversi animali da cacciare, tra cui maiali e pecore, da cui potremo prendere anche il latte e la lana. Adesso faremo una colazione abbondante, perché dobbiamo camminare abbastanza, e raccogliere pietre da appuntire e noci di cocco come borracce.

A discorso terminato tutti fecero come la ragazza diceva e si avviarono alla piscinetta naturale. Si fecero il bagno, desiderosi di pulirsi dalla sabbia e dall'acqua di mare, che corrodeva la pelle: I più piccoli si spogliarono nudi, mentre i grandi con l'intimo. Tutti riempirono le borracce e prepararono la legna per il fuoco, poi si resero conto di non sapere come accenderlo, finché a Ralph non venne un colpo di genio: prese gli occhiali di Mario, che protestò un po', ma poi lo lasciò fare. Ralph indirizzò i raggi del sole verso il legno secco, che prese presto fuoco.
Tutti erano felici e cominciarono a cantare. Inoltre il fuoco mandava su una cortina di fumo molto alta e Radhi indicandola disse: - Questo sarà il nostro segnale. Grazie al fumo le navi ci potranno avvistare anche da molto lontano, quindi è necessario che qualcuno tenga sempre in fuoco acceso: faremo dei turni.

Tutti erano d'accordo e felici alla prospettiva che qualcuno li potesse vedere e i piccoli si misero a ballare in cerchio, alcuni ancora nudi com'erano. Poi si accorsero che il fuoco cominciava a diventare troppo forte e i grandi lo spensero appena in tempo, prima che cominciasse a bruciare tutta la foresta.
- Forse è meglio trovare un punto migliore per accendere il fuoco, magari più verso la cima della montagna! - disse Denni. Tutti furono d'accordo.

I giorni passavano inesorabilmente e nessuno sapeva più la data precisa. Lentamente i ragazzi cominciavano ad abituarsi a stare lì: a svegliarsi nella sabbia, a stare tra le piante, a mangiare frutta. Amavano tutti le assemblee, perché trasferivano un forte senso di civiltà e di organizzazione. I bambini avevano imparato dove fare i loro bisogni e a volte a trovare il cibo buono da soli. I più grandi erano diventati esperti nel costruire rifugi (anche se spesso cadevano) e ad accendere piccoli fuochi dove capitava, per riscaldarsi soprattutto. Erano riusciti ad appropriarsi e allevare un piccolo gregge di pecore, da cui prendevano la lana, grazie alle pietre appuntite che si costruivano da soli. La carne di quelle pecore non era molto buona, perché era dura e vecchia, ma ci si accontentava. Alcuni erano riusciti a farsi dei "vestiti", legandoli con le liane e con i pezzi di cocco. Le proteine riuscivano a prenderle anche dal latte, in mancanza di altro.

Durante un assemblea, in cui si parlava del modo per procurarsi del sapone (Mirko aveva il padre che era un ricercatore chimico e gli aveva insegnato che poteva farsi il sapone con la cenere e il grasso animale), uno dei bambini, quello con la macchia sulla faccia, volle parlare: - Cosa volete fare della bestia?
- Quale bestia?
- Ieri notte, quando mi sono svegliato per fare pipì ho visto una cosa che si muoveva nella foresta. Era grande e si gonfiava e poi mi voleva acchiappare!
- Oh, povero piccolo, avrai fatto un brutto sogno! E' tutto apposto. Non c'è nessuna bestia. - Lo rassicurava Ralph.
- No no! Io ero sveglio e l'ho visto. Io ho paura.
- Non bisogna avere paura di nulla. Qualunque bestia, se ci sia, io e la mia tribù lo uccideremo. - Intervenne Jack da lontano.
Ormai lui e i cacciatori non partecipavano neanche quasi più alle riunioni, ma stavano là vicino ad ascoltare.
- Intanto, non siete una tribù ma il nostro gruppo di cacciatori. Poi non c'è nessuna bestia piccolo non preoccuparti.. poi tu non riesci neanche a uccidere un maiale, figurati una bestia! - alle parole di Radhi tutti risero, e Jack diventò rosso di rabbia e di vergogna. Avrebbe voluto strozzarla, ma nel suo coraggio c'era qualcosa che lo attirava ancora di più.
- Sta zitta! Bambini io e i cacciatori, non solo uccidere un maiale per sta sera, ma andremo anche a caccia della bestia.
A queste parole tutti tacquero, rimasero incantanti dalla sicurezza di Jack e applaudirono. Poi Radhi andando via passò vicino Jack e avvicinò il suo viso a pochi centimetri da quello del ragazzo e disse: - Non provare più a dirmi "sta zitta". Vedi di mantenere la promessa o sta sera tutti rideranno di te.
Si girò e proseguì dritta, senza lasciare a Jack il tempo neanche di pensare.
Il rosso era talmente furioso che gli venne un'incredibile voglia di picchiare qualcuno, ma si limitò a dare un pugno all'albero vicino, quando tutti se ne andarono. Leccò il poco sangue che gli era uscito da una nocca, poi, con quello si sporcò la faccia. Improvvisamente, gli venne un lampo di genio: pensò alle divise mimetiche e capì che per cacciare meglio doveva nascondersi. Si dipinse la faccia con la creta e il fango fino a rendersi irriconoscibile. Si guardò nell'oceano: quello che vedeva gli piaceva e decise di far dipingere così tutte le facce dei suoi cacciatori.
- Ragazzi, adesso entreremo in quella foresta e non ne usciremo finchè non avremo preso un maiale. Ne va del nostro onore. E' chiaro?
Jack aveva convocato i cacciatori e gli parlava da sopra una roccia, con la lancia in mano e la faccia dipinta come un selvaggio.
- Sì signore. - risposero i ragazzi.
- Non ho sentito.
- Sì signore. - gridarono più forte.
- Bene, si va a caccia.

  
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