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Autore: Little Fanny    04/01/2013    4 recensioni
Il Dottore spalancò la porta del TARDIS e un sorriso di stupore gli si dipinse sul volto.
“Rose!” Esclamò rivolgendosi alla compagna che usciva in quel momento dal guardaroba con una canotta e una gonna corta. “Cambio di programma! Neve!”
Rose sbuffò divertita.
“Ma come? Mi avevi promesso il pianeta Barcellona, sole, mare e una bella abbronzatura!” Si lamentò la ragazza, senza però infierire troppo visti gli occhi brillanti di gioia del Signore del Tempo.
“E va bene, mi vado a cambiare.” Concesse infine sorridendo. “Ma voglio una battaglia a palle di neve, o non se ne fa nulla!”
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: A winter adventure
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Rose Tyler, Tenth Doctor
Rating: G
Genere: comico
Conteggio parole: 2042
Avvertimenti: one-shot
Riassunto: Il Dottore e Rose alle prese con la neve.
Note: scritta per la Big Damn Table con il prompt 67. Neve, partecipa alla seconda missione del COW-T @maridichallenge, con il prompt Inverno per i Blood Devils, partecipa al mese del pinguino. 
Disclaimer: La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.


A winter adventure



Il Dottore spalancò la porta del TARDIS e un sorriso di stupore gli si dipinse sul volto. 
“Rose!” Esclamò rivolgendosi alla compagna che usciva in quel momento dal guardaroba con una canotta e una gonna corta. “Cambio di programma! Neve!” 
Rose sbuffò divertita. 
“Ma come? Mi avevi promesso il pianeta Barcellona, sole, mare e una bella abbronzatura!” Si lamentò la ragazza, senza però infierire troppo visti gli occhi brillanti di gioia del Signore del Tempo. 
“E va bene, mi vado a cambiare.” Concesse infine sorridendo. “Ma voglio una battaglia a palle di neve, o non se ne fa nulla!” 
“Promesso Rose.” Le garantì il Dottore. “Ma ti ricordo che io ho una laurea in lancio della neve e un master in tattiche di battaglie di neve, sicura di volermi sfidare?” 
“Oh, Dottore. Si vede che tu non sei cresciuto in un quartiere di soli ragazzini, io non mi prenderei sotto gamba se fossi in te.” Gli rivelò la ragazza, scomparendo di nuovo nell'enorme guardaroba. 
Il Dottore scrollò le spalle e tastò la neve con le mani, portandosi poi un dito alle labbra. 
“Uhm, frizzante ma ancora acerba.” Commentò soppesando la neve sulla punta della lingua.
“Eccomi!” Esclamò Rose, ricomparendo nella sala comandi, con indosso una giacca pesante chiusa da una lunga sciarpa rosa e con in testa un improbabile cappello con dei pinguini disegnati sopra. Il Dottore le sorrise e tirò scherzosamente la coda del cappellino, giocando col pom-pon che era attaccato alla punta. 
“Andiamo?” Le chiese con gli occhi brillanti dalla felicità. 
“Certo! Ma prima...” Rose si interruppe per afferrare il Dottore e stringergli al collo una lunga sciarpa colorata. “Ecco, ora sei pronto!” Esclamò la ragazza orgogliosa del proprio operato. 
Il Dottore tentò di allargare quella costrizione di stoffa, borbottando qualcosa sulla sua salute di ferro e sugli anticorpi indistruttibili dei Signori del Tempo. La ragazza sospirò esasperata, decidendo infine di stampargli un bacio a schiocco sulle labbra per farlo stare zitto. Si gustò compiaciuta la sua espressione stupita e il suo sguardo boccheggiante. 
“Neve, Dottore?” Gli domandò tentando di farlo riprendere dallo shock. Il Signore del Tempo si passò una mano tra i capelli e si leccò le labbra ancora leggermente umide. 
“Sì, giusto. Neve.” Ricapitolò tornando alla porta del TARDIS. La spalancò con un gesto che aveva un che di teatrale e davanti a lui si presentò uno spettacolo invernale che aveva un che di meraviglioso. 
Era tutto bianco: il prato su cui erano atterrati, le montagne alte in lontananza. Gli alberi erano carichi di neve e i rami erano complicati intrecci di ghiaccio. Su una collinetta poco distante un gruppo di bambini e pinguini giocavano assieme con gli slittini. 
“È davvero meraviglioso!” Sussurrò Rose, ammirando quel mondo innevato da sopra la spalla del Dottore. “Dove siamo?” 
“Il pianeta dell'inverno, tradotto nella tua lingua. È rinomato per le sue località sciistiche, adatte a tutti gusti e per ogni tasca. Qui non ci sono problemi di neve, è sempre inverno.” Disse il Dottore, lanciandosi poi in una spiegazione dettagliata sulla particolare atmosfera di quel pianeta e altre sue caratteristiche. Rose dopo un po' lo interruppe, posandogli un dito sulle labbra. 
“E questo che comprensorio sciistico è?” 
Il Signore del Tempo si grattò il lobo dell'orecchio pensieroso. 
“Non lo so!” Ammise infine con un ampio sorriso; “ma siamo qui per scoprirlo.” 
Mise piede fuori dal TARDIS con passo di marcia e finì sprofondato nella neve fino alla punta dei capelli. 
“Dottore? Tutto bene?” Domandò Rose preoccupata sporgendosi nella buca che il Signore del Tempo aveva creato.
“Ti stai per caso rigenerando?” Gli chiese ancora con tono scherzoso, ma lievemente preoccupato, non avendo ricevuta risposta. 
“Ouch! Uh? No, Rose. Sono tutto intero.” Le urlò il Dottore dal fondo della buca. 
“Come faccio a tirarti fuori da lì?” 
“Oh... Uhm... Vai in piscina, dietro lo scaffale di libri in biblioteca dovresti trovare una corda.” 
“Ok, corda.” Ripeté Rose, avviandosi verso il corridoio principale. 
“Ma hai detto piscina o biblioteca?” Chiese la ragazza perplessa, tornando indietro. 
“Ho detto piscina e biblioteca, Rose.” 
“Ma?” 
“Rose, ricordati che stai parlando del TARDIS.” 
“Giusto, hai ragione.” Convenne la ragazza afferrando il punto. “Allora corda in biblioteca.” Esclamò alzandosi di nuovo in piedi. Fece due passi e poi tornò indietro. 
“Toglimi una curiosità: come fai a giocare a Cluedo?” 
“Cosa?” Ribatté il Dottore perplesso. 
“No, niente. Lascia perdere. Vado a prendere la corda. Poi la attacco alla console?” 
“No, dovresti attaccarla a un argano, così basta puntare il cacciavite e potrò uscire da questa buca.”
“Agli ordini capo!” Esclamò la ragazza scherzosamente. 
“Non dirmelo,” mugolò il Signore del Tempo dal fondo della buca; “mi hai fatto il saluto militare…”
“Dai… in fondo è divertente, se ci pensi bene.”
Il Dottore non rispose e si limitò a scuotere la testa esasperato, movimento che provocò la caduta della montagnetta di neve che si era formata sopra ai suoi capelli. 
Rose tornò poco dopo, lanciando all’interno della buca un capo della corda. 
“Dov’è il cacciavite?”
“Nella tasca del mio cappotto.”
“Il cappotto che hai addosso?” si informò Rose, sporgendosi per scrutare meglio la montagnola sepolta dalla neve che era il suo Signore del Tempo preferito. 
“Non essere sciocca!” le rispose il Dottore, sbuffando leggermente. “Con tutta questa neve mi si sarebbe rovinato. È il mio cappotto preferito. Ha le tasche più grandi all’interno e-” 
Il Signore del Tempo si interruppe, memore delle raccomandazioni della compagna riguardo al suo problema delpartire per la tangente. 
“L’ho lasciato su uno dei coralli della sala della console, tasca interna in alto a sinistra. E Rose?” la richiamò velocemente indietro, avendo già sentito i passi della ragazza allontanarsi. “Attenta a non toccare il fuso.”
“Il fuso?”
“Arcolaio.” Specificò il Dottore, troncando però il discorso. “Storia lunga, te la racconterò un giorno, ma non è che mi ricordo poi molto.”
La ragazza annuì e alzò gli occhi al cielo, poi, ricordandosi di non poter essere vista, gli urlò che aveva capito. 
“E già che ci sei puoi anche tirarmi fuori. Setta il cacciavite sonico mezzo grado a destra e poi premi il terzo pulsante.” Le ordinò velocemente, mentre si imbragava alla bell’e meglio. 
Rose fece quanto le era stato detto e in men che non si dica il Dottore si trovò fuori dalla maledetta buca, con i vestiti fradici e i capelli pieni di cristalli di ghiaccio. 
“Non è forse meglio se ti cambi?” gli domandò Rose, vedendo il Signore del Tempo che si spazzolava via la neve, senza minimamente accennare a fare ritorno all’interno del TARDIS. 
Il Dottore minimizzò il tutto con un cenno della mano e decantò ancora una volta i magnifici anticorpi di cui era dotato. 
Rose si trattenne dal fare qualsiasi commento e indicò entusiasta i pinguini che giocavano con i bambini poco distanti dal TARDIS. 
“Andiamo da loro?” gli chiese, tirandolo per una manica del suo ordinario cappotto. 
“Ma certo!” esclamò il Dottore, altrettanto euforico. “Dammi solo il tempo di ricalibrare il cacciavite sonico così la gravità del pianeta non ci fare finire ancora un due, tre metri sotto terra.”
“E poi cosa farai, mi sonicizzi?” domandò la ragazza scherzando. 
Il Dottore annuì compiaciuto dall’intelligenza della propria compagna, non accorgendosi dell’attimo di panico che aveva attraversato Rose da capo a piedi. 
“Non è che mi ritrovo in tanti pezzettini, vero?” chiese, lievemente preoccupata. 
Il Signore del Tempo le lanciò un’occhiata sorpresa. 
“Sei una donna di poca fede: ti ho sempre riportato a casa da tua madre tutta intera!” esclamò il Dottore piccato.
“Anche un puzzle, una volta completato è tutto intero!” ribatté la ragazza prontamente, incrociando le braccia al petto. 
Il Signore del Tempo sbuffò contrariato, puntandole di nascosto il cacciavite addosso e azionandolo nel modo più silenzioso possibile. 
“Dottore!” urlò Rose scandalizzata, udendo l’inconfondibile rumore del dispositivo sonico mentre sentiva il suo corpo sollevarsi dal pavimento del TARDIS.
“Cosa?” rispose il Dottore con un tono di voce innocente mentre azionava il cacciavite anche contro se stesso.
“Tu… tu!” balbettò la ragazza, indicandolo oltraggiata. “Tu mi hai sonicizzata!”
Il Signore del Tempo annuì con la testa, ondeggiando sui talloni con le mani infossate nelle tasche del cappotto. 
“Certo.” Confermò con uno schiocco di lingua. “E ora puoi camminare sulla neve senza rischiare di sprofondare.” Disse mettendo un piede di prova fuori dal TARDIS. Tastò con la punta della scarpa il terreno, sentendolo finalmente solido sotto di sè. 
“Visto?” esclamò balzando a piè pari sulla neve, senza che la sua suola sprofondasse più di pochi centimetri. 
“Davvero spettacolare.” Commentò Rose. “Mai pensato di eseguire prima una della infinite analisi?”
“Ma Rose!” esclamò il Dottore, passandole un braccio sulle spalle e attirandola verso di sé con fare cospiratorio. “Dimmi dove starebbe il divertimento nel viaggiare, se non si corre qualche rischio.”
La ragazza annuì concorde e si appoggiò su di lui, mentre i suoi occhi vagavano sul panorama innevato. 
“Chi arriva ultimo è uno Slitheen nano!” urlò Rose, divincolandosi dal suo abbraccio e lanciandosi di corsa verso la collina dove bambini e pinguini continuavano a giocare indisturbati. 
Il Dottore scattò con qualche secondo di ritardo, ma grazie all’allenamento dovuto agli infiniti guai in cui si era cacciato nei 900 anni e rotti precedenti, riuscì a batterla con un leggero margine di vantaggio. 
“Fregata!” la salutò, quando la ragazza arrivò a destinazione boccheggiante. 
“Su, forza. Riprendi un po’ di fiato.” Le consigliò il Dottore, mostrandole la tecnica giusta per far tornare la respirazione a un livello normale. Peccato però che non avesse considerato il fatto che la ragazza, differentemente da lui, non era dotata di un sistema respiratorio da Signore del Tempo, così Rose trovò ben presto a corto di fiato. Di nuovo. 
“Lascia stare, Dottore. Me la cavo benissimo da sola.” Rantolò infine la ragazza, posandosi una mano sul petto che si alza ed abbassava veloce. “Dimmi invece dove siamo.”
“E questo come potrebbe esserti utile?” le domandò il Signore del Tempo, stranito. 
“In nessun modo.”
“E allora perché lo vuoi sapere?”
“Così poi avrai tantissime cose da raccontarmi e prima o poi anche tu finirai senza fiato e potrò consigliarti iocome recuperare il respiro!”
“Ok, ok. Vado.” Si arrese il Dottore, alzando le mani in alto. 
Andò dritto verso il primo bambino che aveva il volto paonazzo per la discesa appena conclusa, ma quello lo indirizzò verso un pinguino. Il Signore del Tempo scrollò le spalle, nient’affatto abbattuto, e, spolverando le sue vecchie conoscenze di pinguinese, riuscì a intavolare una discussione abbastanza interessante. Quando fu soddisfatto della risposta tornò dalla compagna che lo osservava per nulla stranita dall’eccentricità della situazione. 
“Quando si viaggia per un po’ con un Signore del Tempo non ci si stupisce più di nulla.” Disse la ragazza, rispondendo alla sua muta domanda. “Allora, dove siamo di bello?”
“Siamo a Indigo’s Land. La valle dei pinguini. Sono praticamente i baby-sitter invernali, mentre i genitori si lanciano per le Discese della Valle Innevata Senza Fine o fanno piroette sul Lago Ghiacciato Casca Lesto.” Spiegò conciso. 
“Chiaro.”
“E quindi noi siamo stati eletti come loro baby-sitter.”
“Stai scherzando, vero?” domandò Rose, terrorizzata a morte. 
“Rose, ti sono mai sembrato uno che scherza?” le chiese inquisitore. 
“Eh… uh… beh…”
“Seriamente.”
“No… beh… mai.” Sospirò infine la ragazza. 
“Quindi cosa facciamo?”
“Quello che abbiamo sempre fatto!” ribatté veloce il Signore del Tempo con un sorriso furbo sul volto. 
Rose osservò preoccupata il Dottore accucciarsi per terra e formare con la neve una palla quasi perfetta. 
“Battaglia di neve!” urlò lui giubilante, lanciando il primo proiettile verso la compagna. 

E così iniziò la battaglia di neve più grande e innevata che fu mai registrata a Indigo’s Land, con pinguini, bambini e due improbabili adulti impegnati in uno scontro ricco di colpi di scena. 
Solo quando il sole calò dietro l’orizzonte, fu decretato che No, l’uso del cacciavite sonico era vietato dal regolamento, Sì, distrarre l’avversario con ogni mezzo possibile era valido, e i genitori andarono a recuperare i propri figli fradici di neve, la battaglia ebbe fine. 
Rose, come euforica vincitrice, e il Dottore, lo squalificato raffreddato, fecero ritorno al TARDIS reggendosi a mala pena sulle gambe e con un sorriso spensierato sul volto. 
“Allora, cosa mi dici dell’inverno?” chiese il Signore del Tempo, tra uno starnuto e l’altro. 
Rose sorrise, porgendogli premurosamente un fazzoletto con cui soffiarsi il naso. 
“Beh… in estate non ti saresti beccato un raffreddore, anche se, conoscendoti, ti saresti abbrustolito per bene il naso… ma devo dire che l’inverno con te è assolutamente fantastico!”
   
 
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