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Autore: Andrea_efp    04/01/2013    0 recensioni
L'analisi della psicologia di una ragazza pressata dal sistema mondiale odierno e la scoperta dell'animo di una persona pressata dai problemi. Spero possiate entrare a dare un'occhiata
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ti sei mai chiesta perché la tua vita è cosi tormentata? Hai mai pensato che tutta questa sventura sia voluta da qualcuno? Tu non puoi essere libera Aristea, non finchè camminerai su questa terra …”
Le ultime parole di mia madre prima di morire furono queste. Ricordo quel giorno come se fosse ieri: una fredda giornata invernale,la notte presidiava l’imminente sventura e l’unico rumore che si udiva era quello del vento che fendeva le foglie del viale ormai deserto. Poi c’eravamo noi: io e Paul, due ragazzi la cui vita era stata da sempre dura . Su quel letto nostra madre giaceva inerte, sguardo spento, il tipico atteggiamento di chi stava per esalare l’anima. La guardavamo, io tenevo la mano a Paul,lui a me. Insieme la vedevamo spegnersi. Il medico era stato chiaro, non c’era più nulla da fare per lei. La malattia l’aveva ridotta in questo stato in meno di una settimana e i farmaci non avevano fatto effetto. Voleva  passare il tempo rimasto fuori da quell’ospedale ed era stata accontentata. Odiava quell’edificio, diceva di sentirsi in prigione, del resto era sempre stata uno spirito libero,sentirsi segregata in quel luogo era una tortura per lei. Guardai fuori dalla finestra. Com’è tetra la sera, sembra "perfetta"per la situazione.”  Ripensai alla mia infanzia  e alla sua vita: mio padre,quel bastardo,la mollò quando mi aveva in grembo e di lui non si era saputo più nulla, solo notizie vaghe. A quanto pare si era rifatto una sua esistenza,ma era andata male con la nuova compagna,ben gli sta del resto non l’ho mai conosciuto. Sono cresciuta sola senza una figura paterna e Paul lo stesso,ma non posso lamentarmi dei ricordi che conservo. Già,ricordi,quelle immagini di tanto tempo fa erano diventate il mio conforto da anni. Da un periodo ormai le cose ci andavano male, mamma era diventata alcolista perché non riusciva più a mantenerci. Chiedeva in continuazione soldi a suo fratello per nutrirci,ma puntualmente li spendeva in bottiglie. Tornava la sera tardi, ubriaca e malconcia, probabilmente faceva spesso a botte nei locali. Rientrava farfugliando cose su quanto il mondo facesse schifo e su come lei era ridotta,la sentivamo arrivare quando lei era ancora lontana. Con il tempo finirono per allontanarla tutti,nessuno escluso. Persino i miei nonni cercarono di ottenere il nostro affido definendo la loro stessa figlia non idonea a fare da madre. Dovemmo spendere tutti i nostri soldi per vincere la causa,ma riuscì a tenerci con se. Sicuramente tutto questo stress l'aveva fatta ammalare ed era ormai cosi debole che non riusciva neanche a reagire. Ed ora eccola li sdraiata,era giunto il tempo: sul suo volto si dipinse la sofferenza prima della serenità e andò via, ci lasciò. Non volli piangere, piangere era da poppanti e io ,a tredici anni, mi sentivo abbastanza grande da non doverlo fare. Mio fratello invece scoppiò in lacrime,le aveva  sempre voluto bene e perderla ora era davvero dura per lui. Mi accesi una sigaretta,mi dicevano sempre di non fumare,ma io me ne fregavo,la mia vita faceva così schifo che fumare sul balcone era l’unica cosa che mi era rimasta. "Aristea!Che fai! La mamma non… " “Paul la mamma non c’è più adesso.”Dissi interrompendo mio fratello.’"Sei un mostro Aristea ecco che cosa sei!” corse via. Non aveva senso fermarlo,non mi avrebbe ascoltato. Finii la mia sigaretta in silenzio, scrutando quella splendida vista della città di Roma che tanto mi aveva fatto compagnia  in passato. Tornai in me, mi ero persa nei ricordi,ora sono impiegata, lavoro in uno studio,non mi lamento. Vivo con Paul dai nonni da otto anni ormai,ebbene si ho ventuno anni ora come ora. Guardai l’ora: segnava le  8:00 dovevo entrare,varcai la porta dell’edificio cominciando quello che era un giorno come un altro per quella persona che della vita ormai se ne fregava da tempo.
Sono Aristea e questa è la mia storia.
Questa era una piccola introduzione ad una storia che spero vi possa piacere e colpire. Ho deciso di trattare la condizione di una ragazza disagiata la cui vita non è mai stata semplice perché lo trovo un tema piuttosto profondo per cui vale la pena spendere il mio tempo.  Spero che possiate commentare e dirmi se vi è piaciuta l’introduzione tanto da invogliarmi a continuare, posso dirvi che analizzare la psicologia di questo personaggio sarà sempre più interessante,almeno spero. Grazie della lettura, spero ancora una volta che possiate commentare per farmi sapere cosa ne pensate dello stile di scrittura,della storia e perché no,per farmi complimenti o critiche costruttive,sono entrambe molto apprezzate.
Andrea

  
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