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Autore: readingsmydrug    04/01/2013    8 recensioni
Questa One Shot è in realtà uno dei miei mille incubi, ho voluto trascriverlo e pubblicarlo cambiando nome ai personaggio ed enfatizzando un po' la storia, ma l'angoscia resta la stessa... Parla di una ragazza -Emily- e del suo ragazzo -Justin Bieber-; si ritrovano nel loro parco il giorno dell' anniversario incontrando però un imprevisto spiacevole... Spero vi piaccia :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nightmares can come true.



Il nostro primo anniversario... Non vedevo l’ora, davvero.
Dovevamo trovarci nel “nostro” parco. “Nostro” perché è quello dove ci siamo messi insieme, dove ci siamo dati il primo bacio, quello dove sotto la pioggia, ci siamo scambiati il nostro primo “ti amo”, dove mani tremanti sfioravano il corpo l’uno dell’altra con affettuose carezze, prima leggere e timide, poi decise e vogliose.
Strinsi la catenina argentata che tenevo nella tasca destra sulla quale avevo fatto incidere le nostre iniziali affiancate dalla data del nostro anniversario.
Le gambe mi tremavano un po’ per l’eccitazione. Cercavo di immaginarmi la faccia di Justin una volta trovato tra le mani il mio regalo per lui.
Respirai l’aria umida di quella giornata di Dicembre, alzai lo sguardo al cielo sospirando. I nuvoloni grigi non promettevano niente di buono, ma nulla avrebbe potuto togliermi il sorriso dalle labbra, stavo per vedere il mio amore! Non vedevo l’ora.
Varcai le porte del parco sorpassando la ringhiera blu verniciata da poco e iniziai a percorrere il sentiero in ghiaia facendo saltare ogni tanto qualche sassolino che andava a finire sull’erba verde e bagnata.
Mi guardai attorno: le ultime foglie stavano cominciando a cadere dagli alberi posandosi una volta sul prato, una volta sulle panchine gialle anch’esse appena verniciate disposte a intervalli regolari lungo il sentiero. Finalmente raggiunsi le due altalene e la costruzione in legno con lo scivolo giallo tutto rigato e rovinato dal continuo su e giù dei bambini.
Mi arrampicai sulla costruzione fino ad arrivare davanti allo scivolo e lì mi sedetti aspettando l’arrivo di Justin.
Estrassi il mio blackberry nero dalla tasca sinistra e controllai l’ora: le cinque. In perfetto orario.
Una figura alta e slanciata stava venendo nella mia direzione, con le mani infilate nelle tasche giubbotto nero e i jeans a vita bassa che mostravano i boxer nonostante indossasse una cintura. Quando fu abbastanza vicino riuscii a distinguere il colore del cappuccio e delle scarpe.
Scesi dallo scivolo e gli corsi incontro, lui tolse il cappuccio e aprì le braccia come per invitarmi a saltargli addosso... e così feci.
Mi fermai a fissare i suoi occhi marrone chiaro per un secondo prima di gettargli di nuovo le braccia al collo.
“Buon anniversario, amore” mi sussurrò lui nell’orecchio. Mi morsi un labbro e feci per rispondere quando vidi davanti a me una ragazza. Era ferma, immobile, che mi fissava con un sorrisetto strano. Mi ricordava qualcuno...
Che fosse una fan? Che lo avesse riconosciuto? Notai una scintilla quasi blu nei suoi occhi, rabbrividii. Decisi però di ignorarla. “Buon anniversario anche a te” risposi stampandogli un bacio sulle labbra.
Però accadde qualcosa di strano... Non sentii il tocco delle sue labbra calde e morbide sulle mie, al contrario ebbi la sensazione di baciare qualcosa di freddo, poi una scossa mi percorse tutto il corpo e mi costrinse ad allontanarmi di qualche passo da Justin.
Sbarrai gli occhi mentre vedevo il corpo del mio ragazzo venir scaraventato indietro e sbattere contro un lampione. La ragazza era sparita.
Gli corsi incontro con il cuore in gola. Che diavolo era successo?
“Justin!” Mi inginocchiai accanto a lui e gli presi la testa fra le mani, gli accarezzai una guancia con le dita cercando di non far uscire le lacrime che mi stavano bagnando gli occhi per colpa della paura.
Dopo qualche minuto iniziò a sbattere le palpebre. “Justin! Oddio, per fortuna stai bene!” chiusi in faccia il telefono al 118 ancora prima che riuscisse a rispondere e feci per baciarlo ma poi mi ritrassi con il ricordo della scossa di poco prima temendo che succedesse di nuovo.
Lui mugugnò qualcosa appoggiandosi sui gomiti.
“È tutto apposto, andiamo! Ti offro una cioccolata.” dissi sfiorandogli la fronte con le labbra. Lui si allontanò bruscamente. “Chi sei?”
Risi nervosa. “Ma che dici? Coraggio alzati!” risposi porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Lui mi osservò bene, scrutando ogni mio centimetro con quegli occhi che ricordavano così tanto il colore del caramello “Scusa, ma io davvero non ho idea di chi tu sia...”  “Amore, ma come... Sono io: Emily!” Sembrava confuso “Non conosco nessuna Emily...” “Amore, se è uno scherzo non-” “La finisci di chiamarmi ‘amore’? Ho la ragazza, io!” “Sì... E sono io... Oggi facciamo un anno insieme e...” “Ma che dici?! Io sto con Alex!” “A-Alex?” “Sì e facciamo un anno insieme proprio oggi!” “Ma...” “D-devo andare” biascicò tirandosi su e appoggiandosi al palo della luce con le sopracciglia corrugate, come se avesse un gran mal di testa.
Rimasi a fissarlo. La confusione ebbe il sopravvento su di me. Perché continuava ad insistere dicendo di stare con la sua ex? Cos’era successo? Perché si era dimenticato di me?
Improvvisamente realizzai la gravità della situazione: lui si era dimenticato di me. Non era uno scherzo!
Una fitta terribile mi prese allo stomaco. Mi portai una mano alla pancia piegandomi leggermente in avanti.
Lo guardai negli occhi e dentro di lui c’era il vuoto. Un lago ghiacciato senza nessun sentimento per me, niente, nemmeno una briciola.
Alle mie spalle una voce femminile chiamò il suo nome e il suo sguardo si illuminò facendogli comparire un sorriso “Alex! Amore!”
Le corse incontro, la prese fra le braccia e le face fare un giro in aria. “È la ragazza di prima!” urlai indicandola “Justin, lei è-” “La mia ragazza.” Continuò lui baciandola. Lei però non chiuse gli occhi per ricambiare, rimase a guardarmi con quella strana scintilla negli occhi. Il dolore mi avvolse.
Lui stava baciando un’altra ragazza, il giorno del nostro anniversario... Davanti a me!
Un'altra voce richiamò la nostra attenzione, una che però conoscevo bene: quella del migliore amico di Justin: Scott.
“Scott!” gli corsi incontro e lo abbracciai forte “Tu lo sai chi sono vero?” “Emily, ma che ti prende? Cosa ci fa Justin abbracciato ad Alex?” scossi la testa scoppiando in lacrime, nascondendo la faccia nella sua giacca.
Scott si irrigidì di colpo, mi spostò delicatamente e si diresse verso la ragazza dai capelli corvini, la prese  per un braccio e ebbi l’impressione che non la stesse stringendo con delicatezza. “Dobbiamo parlare.” le sibilò tra i denti e si allontanarono.
Mi avvicinai a Justin, tremando.
“Non puoi avermi dimenticato...” sussurrai sperando in un suo ricordo. “Non ho mai avuto con te nessun ricordo da dimenticare.” Rispose lui con un lieve senso si colpa nella voce, o forse era solo compassione?
Lo presi decisa per mano e lo costrinsi ad arrampicarsi sulla costruzione in legno, lo feci sedere sullo spiazzo dove ci eravamo seduti la prima volta assieme, lui non oppose resistenza, ma non trasmetteva nessun tipo di emozione verso di me, gli spiegai come mettere le gambe e io mi appoggiai con la schiena sul suo petto “Stringimi.” lo supplicai cercando di mantenere un tono deciso anche se avevo le lacrime agli occhi... Lui obbedì.
“Niente?” chiesi titubante “...niente.” rispose cercando di non essere troppo freddo.
Mi voltai verso il suo volto stringendo le sue mani che mi circondavano senza trasmettermi amore, in un flashback rivissi il nostro primo bacio, eravamo proprio in quella posizione, lui però indossava un giubbotto nero senza maniche e un paio di occhiali da vista dalla montatura spessa e anch’essa nera...

...Ci staccammo dal bacio e io gli sorrisi mordendomi un labbro, lui ricambiò il mio sorriso. “Mi piaci” mi bisbigliò in un orecchio...

Tornai a guardarlo negli occhi, il suo sguardo era freddo, gli occhiali non c’erano più, il giubbotto aveva le maniche e il mio viso era coperto di lacrime, di quel sorriso imbarazzato non c’era neanche l’ombra.
Le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere.
“Devo tornare da Alex.” disse spostandomi delicatamente e alzandosi. Anche con una ‘sconosciuta’ restava educato e cordiale. Mi morsi il labbro inferiore fino a sentire il sapore del mio sangue in tutta la bocca. Strizzai gli occhi per far uscire le lacrime che mi annebbiavano la vista e scattai in piedi. “Aspetta!” lo implorai con la voce spezzata.
Lui si girò a guardarmi, il viso pieno di compassione. “Non ti conosco...” sussurrò con voce triste.
Corsi ad abbracciarlo e stringendo in un pugno il suo giubbotto.
“Non puoi aver dimenticato tutto! Tu ami me, non Alex!”
“Io amo Alex!”

“NO! Tu ami me!” urlai disperata. Lui afferrò saldamente le mie spalle allontanandomi dal suo corpo.
“Mi dispiace” bisbigliò facendo per girarsi. Gli strinsi una manica del giubbotto e a testa bassa, tra i singhiozzi riuscii a parlare.
“Non puoi aver dimenticato i nostri baci... Il nostro primo incontro... è stato qui, su questa costruzione. Ricordati! Mi accarezzavi sempre una guancia, quella sinistra, mi guardavi sorridente e mi sussurravi un ‘ti amo’ imbarazzato” gli presi la mano e la portai sulla mia guancia sinistra, ma lui la spostò di scatto. Ripresi con il mio discorso “mi imploravi per ore di imitare il verso di un gattino e di fare finte fusa perché dicevi che ti facevano sciogliere” feci qualche singhiozzo, poi continuai “mi prendevi la mano facendo intrecciare le nostre dita e con il pollice ne accarezzavi il dorso, mi chiamavi cucciola e non la smettevi di ripetermi che ero bellissima, che ero fantastica, che non potevi stare senza di me e io fingevo che questi commenti mi dessero fastidio, ma in realtà li adoravo...” lui fece per dire qualcosa ma lo interruppi mentre le lacrime si univano alla pioggia che ormai cadeva a secchi su di noi “...e tutti quei messaggi dolcissimi che mi mandavi la sera prima di andare a dormire e la mattina appena aprivi gli occhi... Quando mi raccontavi di quanto fantastico fosse il tuo nuovo gioco per la wii qualunque esso sia e io ti ascoltavo fingendo interesse assecondando i tuoi scleri per la grafica e la storyline e...” questa volta riuscì a intromettersi nel mio discorso “Perché stai descrivendo la mia vita con Alex?” sbarrai gli occhi. “Come?” “Tutti questi ricordi che fai affiorare... Sono cose che solo io e Alex conosciamo, tu come fai a saperle?” mi chiese indietreggiando lentamente. “Perché è con me che li hai vissuti, non con quella lì!” urlai in un pianto isterico.
Caddi in ginocchio coprendomi il viso con la faccia.
Sentii la sua mano sulla mia spalla. “Vuoi che ti riporti a casa?” “Voglio che tu torni da me, voglio che tu mi baci, che tu mi sussurri che mi ami e voglio che ci scambiamo i regali per il nostro primo anniversario...”
“Ma... Io...” estrassi con mano tremante dalla tasca destra la catenella in argento e gliela porsi ancora tra i singhiozzi “Leggi l’incisione” dissi piano, lui prese delicatamente la catenella dalla mia mano e la rigirò parecchie volte con un’espressione confusa “Quale incisione?” presi la catenella dalle sue dita e controllai il braccialetto. “No... Com’è possibile?” chiesi urlando per la frustrazione. L’incisione era sparita.
“Quando sei venuto qui ti ricordavi di me, mi hai abbracciata, mi hai augurato buon anniversario! Me lo ricordo!” “Ti sbagli...” rispose lui cercando di non ferirmi troppo nei sentimenti “No! Controlla nella tua tasca, devi avermi comprato un regalo!” lui sospirò e controllò nelle tasche.
“Allora?” “C’è una scatoletta...” rispose estraendo la scatolina blu scuro dal giubbotto. “Posso aprirla?” lui annuì “Ma poi fammi tornare da Alex.” non risposi, presi la scatola fra le mani e la aprii, dentro c’era un cuscinetto in velluto rosso e incastrato in una fessura c’era un bellissimo anello in platino con un diamante stupendo incastonato al suo interno. Rimasi senza parole. “Oh, Justin è bellissimo!” dissi gettandogli le braccia al collo “Ma non è per te...” mi irrigidii. Per chi altri poteva essere?
Presi l’anello tra le mani e vidi l’espressione preoccupata sul viso del mio ragazzo. C’era un incisione all’interno...
“J&...” con il pollice asciugai la goccia di pioggia che nascondeva l’altra lettera e sentii il mio cuore sgretolarsi, diventare polvere e disfarsi piano, piano fino a cadere a terra, la lettera incisa accanto alla J era una bellissima A scritta in un corsivo molto elegante.
“No...” “Devo andare...” disse lui riprendendosi con molta delicatezza l’anello “Sicura che non vuoi un passaggio a casa?” Lo fissai negli occhi. I miei bruciavano terribilmente. Probabilmente qualcun altro sarebbe scappato alla vista di una ragazza abbastanza bruttina e non in forma che urla e piange come un’isterica sotto la pioggia con tutto il mascara colato e i capelli bagnati e appiccicati sulla faccia.
Mi morsi di nuovo il labbro, volevo strapparmelo, magari avrei sentito meno male al cuore pensando alla bocca squartata... Ma rinunciai all’impresa. Risposi alla domanda di Justin in un modo che non si sarebbe aspettato “Ti prego... dimmi che mi ami...” “Mentirei. Io amo Alex e niente lo cambierà mai. Mi dispiace... Vai a casa...” mi consigliò in modo dolce dopo avermi dato una pacca sulla spalla.
Caddi una seconda volta in ginocchio abbandonandomi alle lacrime, producendo singhiozzi a non finire.
Probabilmente ad un certo punto arrivò anche Scott a consolarmi e a riportarmi a casa, non ricordo quel momento con esattezza.
Ricordo solo il rumore del mio cuore disfarsi, esattamente lo stesso rumore che fa la sabbia di una clessidra quando scende. Ricordo il ghigno malvagio di Alex e la scintilla blu nei suoi occhi mentre mi stava portando via la ragione della mia vita, mentre me lo strappava dalle mani per sempre. Non lo avrei rivisto mai più.








Shalalalalalalà!
Salve a tutti, questa è la prima os che pubblico, direi che fa abbastanza cagare, sì c_c
Diciamo che l'ho scritta sopratutto per me stessa, questa storia infatti l'ho sognata questa notte, ovviamente i protagonisti erano diversi ed erano parte della mia vita, però penso che i sentimenti siano li stessi anche se ho enfatizzato un po' alcune parti.
Spero di aver descritto con abbastanza cura i luoghi e le emozioni, volevo farvi entrare nella situazione, io mi sono svegliata tra i singhiozzi e poi non ho più dormito.
Finisce male perchè non ho voluto tornare a dormire per continuare il sogno e cambiarlo in buono o più che altro non ci sono riuscita.. Pensavo di scrivere più di una os sui miei incubi, per sfogarmi un po' e non tenermeli dentro... Che ne pensate? c:
Già che ci sono vorrei darvi il link della ff che sto scrivendo al momento, la sto postando sul profilo EFP della mia migliore amica perchè la scriviamo insieme e magari vi va di dargli un'occhiata, l'abbiamo quasi finita, quindi non dovrete aspettare e cruciarvi aspettando il prossimo capitolo :33 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1134969&i=1
Ora vi lascio, però prima vi chiedo una minuscola recensione per farmi sapere cosa ne pensate di questa merdina qui sopra ç_ç
Okay, direi che posso andare ora uu


#peace
  
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