04/01/2013
2 recensioniSpring Roll
La pallina gialla da tennis trovata in aereoporto a Stoccolma rimbalza sul soffitto. Il rumore dei rimbalzi è costante e, in un certo senso, anche rilassante. Ed è così che Louis rimane per quattro ore. Sdraiato inerme sul letto a lanciarla sopra la sua testa. E mentre tutti i ragazzi sono fuori a fare non si sa cosa, lui resta lì, a pensare e ripensare a come la sua vita sia cambiata incredibilmente nel giro di due anni.
Non c’è mai stato nella sua vita un cambiamento così rempentino e violento.
In due anni,costata quando la sveglia segna le sei di sera, è riuscito solo convincere sua madre a fargli scambiare camera con Lottie.
In due anni, riflette quando il Big Ben scocca la sette, è riuscito a convincersi di partecipare ad Xfactor.
Ed è assurdo come, in due anni, ora sia conosciuto da chiunque, ci siano poster e foto sue ovunque e bambine arrapate che venderebbo le proprie mutandine Calvin Klein per un autografo.
Ma a lui, non può che chiedersi quando il suo telefono trilla restando ignorato, tutto questo piace?
Insomma, cantare è sempre stato il suo sogno da quando, con le scarpe con il tacco di sua madre si metteva davanti allo specchio e, con tanto di orecchini e collana abbinati, cercava di intonare le note di “Natural Woman”, ma tutto quello che si sta costruendo intorno, a lui piace?
Qualcuno, si domanda, gli ha mai chiesto cosa ne pensa delle canzoni che canta? Dei servizi fotografici che si presta a fare? Dei vestiti che è costretto ad indossare? Dei copioni che deve imparare prima di rilasciare interviste per Dio sa quale rivista di gossip?
Qualcuno gli ha mai chiesto se è felice?
La pallina da tennis, lanciata con un po’ troppa foga, sbatte contro lo spigolo della cabina armadio e colpisce il lampadario di cristallo. Ed è solo allora che Louis si rende conto che ormai sono le nove e che, dannazione, ha fame. Ma è troppo stanco per uscire, quindi si limita a prendere i suo telefono per cercare di superare quel dannatissimo livello di Angry Birds, digitare il codice che Paul gli ha fatto cambiare, per la quarta volta in una settimana, dicendo “E’ solo per la tua sicurezza, Tomlinson, poche storie” e notare solo allora il messaggio, arrivato esattamente cinquantasette minuti prima, mandato da Harry. E Louis vorrebbe stare calmo, ma non può, perché il messaggio in questione è “ ordiniamo cinese e ceniamo da me? ;) xx”. Louis odia il cinese, lo odia. Non sopporta tutti quegli odori e quelle salse e poi non ha mai sopportato il fatto che mangiassero i cani. Eppure, mentre elabora tutti questi pensieri, si veste, esce ed arriva da Harry. E lui si impegna, ci prova e, finchè si tratta degli involtini primavera,ci riesce anche, a buttare giù qualche boccone, ma poi Harry gli passa un intruglio tutt’altro che invitante con pezzi di carne sul fondo. Ed è allora che Louis corre in bagno e vomita tutto. Vomita perché quei pezzettini di carne, non fa che pensare, devono essere di cane. Di sicuro. E Louis vomita fino allo stremo, per lo più coca cola e caramelle, fino a quando sente la mano di Harry, di cui non si era minimanete accorto prima, che si stacca dalla sua fronte e lo aiuta a tirarti su. E Louis si alza, si sciacqua la faccia, si lava i denti con il dito e poi raggiunge Harry sul divano che, intanto si è addormentato. Dorme, dorme in un modo che riesce ad essere dolce e intrigante allo stesso tempo. E subito dopo si picchia un colpo in testa con la mano ancora bagnata perché, diavolo, Harry è un suo amico e un amico non è intrigante ai tuoi occhi. Un amico non lo vedi bello da mozzare il fiato, un amico non ti tiene sveglio a pensare a lui, un amico non ti fa questo effeto. E tutto ciò è sbagliato perché lui ha Eleanor, e lui la ama. Insomma, stanno insieme no? Escono, parlano, ridono, scherzano, ogni tanto scopano anche. E’ questo che fanno due innamorati no? Ma non può concludere questi pensieri, vorebbe finire il suo monologo di autoconvincimento su quanto in realtà lui ami El, vorrebbe, ma non può. Non può perché mentre il suo cervello cerca una spiegazione logica a tutta quella situazione inbarazzante, lui si inginocchia di fianco al divano e appoggia le sue labbra su quelle di Harry. E non ci pensa nemmeno, a staccarsi. Non ci pensa nemmeno perché intanto Harry si è svegliato, senza aprire gli occhi. Si è accorto di averlo svegliato perché il suo respiro si è fatto più pesante e perché, con la lingua che sa ancora di gelato fritto, gli lecca il labrro inferiore, quasi a chiedere il permesso. Ed è qui che gli schemi di Louis crollano. E’ qui che tutti i pensieri ordinati ed incasellati nel suo cervello saltano fuori, con tanta forza da spaventarlo quasi. Louis li può distintamente sentire. Uno ad uno crollare. E quindi Louis apre la bocca e lascia che sia Harry a trovarlo, a baciarlo con foga. Si lascia trascinare sul divano, si lascia togliere il maglioncino color crema, la maglia di Burberry, rubata dall’armadio di Liam qualche giorno prima, la cintura, i pantaloni e lascia anche uscire dalla sua bocca una risata soffocata quando Harry “ Lou, sei un coglione. Potevi dirmelo che il cinese ti fa schifo”.
*Angolo dell'autrice*
Yeeeeeeeah. Okay, ci risiamo. Non so, stasera avevo voglia di scrivere, quindi senza avere un'idea ben precisa in mente ho iniziato a schiacciare tasti sulla tastiera ed è usctito ciò LOL.
Spero vi sia piaciuta e spero, come sempre, di essermi migliorata. Quindi se poteste lasciare una recensione piccola piccola anche solo per dirmi che devo ritirarmi e darmi all'ippica mi fareste un favore, andiaaaaaamo *inserire occhi da panda qui*
Ah, un'ultima cosa. Ho scrito questa ff con una stanchezza addosso che non potete capire, quindi non l'ho praticamente riletta. Nel caso in cui ci fossero errori, osceni o meno, fate notare e provvederò subito a sistemare.
Grazie mille <3
-Mait-