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Autore: Ann_Light    04/01/2013    5 recensioni
Anita.Louis.Italia. Tre nomi che apparentemente non hanno niente in comune, ma dopo questa storia saranno per sempre collegati.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Squillò il telefono. Era Virginia, la mia migliore amica: 'Ciao bella!'
'Ciao Vi, come mai chiami a quest’ora?'
'Ho sentito mia mamma che parlava con la tua e diceva che nella casa sfitta di fianco a te verrà a vivere una famiglia…'
'Sì, lo so…'
'Hanno un figlio della nostra età!'
'Cosa?!? Della nostra età?? FigliO??'
'Sì! Maschio!'
'E quando arriva??'
'Arriva?!? Ti informo che c’è anche la sua famiglia, ha quattro sorelle!'
'Ah, va bene…'
-Anitaaaaa-
'Vi, devo andare, mamma mi chiama'
'Va bene! Ci vediamo!'
-Arrivo!!- uscii in fretta dalla mia stanza e mi precipitai al piano di sotto. Prima che arrivassi mia mamma iniziò di nuovo a parlare: -Sono arrivati i nuovi vicini e stasera verranno a mangiare cena da noi.-
-Me lo dici adesso?? Mi devo preparare e sono già le quattro e trenta!-
-Allora cosa aspetti? Vai!-
-Corro!- Corsi su per le scale e mi spogliai velocemente. Entrai nella doccia con l’acqua calda che scorreva e mi inoltrai nei miei pensieri: *Come sarà questo ragazzo? Farà subito amicizia con gli altri o sarà amico mio?...*
Uscii dalla doccia dopo venti minuti. Come sempre mi guardai allo specchio: mi consideravo una ragazza piuttosto carina. Avevo i capelli biondi e mossi, gli occhi color nocciola e poche lentiggini sul viso. I miei denti erano dritti grazie all’apparecchio portato per anni. In compenso ero piuttosto bassa per avere quindici anni: ero alta solo un metro e cinquanta! Ero magra ma odiavo il colore troppo bianco della mia pelle... –Sei pronta?- mamma mi riscosse dai pensieri.
-Arrivo!- le urlai. Mi vestii velocemente con una maglietta e un paio di jeans corti. Mi pettinai e andai di sotto. Papà entrò in casa in quel momento, ci salutammo e poi andai in giardino ad apparecchiare la tavola. Verso le sette la porta dei vicini si aprì e uscirono in ordine la madre, il padre, le quattro sorelle e, per ultimo, il fratello maggiore. Lo guardai avvicinarsi incantata. Mi sembrava un angelo. Con quegli occhi azzurri e i capelli castani ma chiari. Aveva una camicia bianca e una paio di pantaloni alla caviglia sorretti da due bretelle blu. Quando arrivò davanti a me per poco non svenni dalla gioia. –Ciao, sono Louis- cercai di non balbettare e risposi: -Ciao, io sono Anita, piacere di conoscerti-
-Piacere mio bellezza- arrossii e gli feci segno di sedersi. Andavo già matta per il suo accento strano. La cena fu lunga e piena di racconti: loro arrivavano da Doncaster, una cittadina inglese. Si erano trasferiti in Italia a causa del lavoro di entrambi i genitori, i quali lavoravano insieme per non so più che ditta. Mio padre sembrava entusiasta di Louis e ci costrinse ad andare in camera mia a parlare. Chiacchierammo del più e del meno e scoprimmo di avere molte cose in comune. Entrambi credevamo nell’amore a prima vista, ma lui sembrava non aver capito i miei sentimenti. Perché lo amavo. L’avevo capito dal primo momento, da quando aveva varcato la soglia della sua nuova casa. Era il mio angelo, ma lui non lo sapeva.
La serata finì tranquillamente come era iniziata. Quando gli ospiti se ne furono andati mi cambiai e guardai fuori dalla finestra: i vetri della stanza nella casa dei nuovi vicini, di fronte alla mia, erano aperti. Senza accorgermene sperai che fosse la camera di Louis e in effetti lui aprì la porta e, senza accorgersi di me, si tolse le bretelle e poi, lentamente, si sbottonò la camicia. Sussultai e tirai piano le tende per poterlo vedere indisturbata. Si slacciò i pantaloni e se li tirò giù. Improvvisamente si girò verso di me e andò a chiudere la finestra. Rimasi immobile sperando che non mi vedesse. Rimase affacciato per un po’ come se dovesse dirmi qualcosa, ma poi scosse la testa e chiuse i vetri.
 
Ero insieme a Louis in riva al mare, l’acqua calma e tiepida, trasparente e in alcuni punti color acquamarina.
L’orizzonte era confuso l’azzurro intenso del cielo e quello più tenue del mare.
Nel cielo limpido e sereno splendeva un magnifico sole.
La sabbia morbida e bianca non era troppo calda per la nostra pelle.
Io e Louis avevamo le fedi al dito che splendevano al caldo sole di mezzogiorno e la candida sabbia rifletteva la luce.
Ci baciammo e il tempo si fermò.
 
Il sogno svanì e mi svegliai con la luce in faccia. Guardai l’orologio: segnava le undici. Mi stiracchiai e andai in bagno a lavarmi e prepararmi. Dopo essermi vestita scesi di sotto e mi preparai colazione. Era martedì e quindi mamma faceva il turno al mattino all’asilo del paese. Papà era a lavorare come sempre e quindi ero sola. Decisi di andare al parco a leggere. Il sole splendeva nel cielo azzurro come nel mio sogno. Mi diressi verso il giardinetto per i bambini, adoravo quelle creature. Trovai una panchina libera all’ombra di una betulla. Mi sedetti. Incrociai le gambe come al solito e iniziai a leggere. Il sottofondo gioioso delle urla felici dei piccoletti mi faceva sentire bene. Ancora meglio mi fece stare un’apparizione inaspettata: ormai ero lì da mezz’ora e mai mi sarei aspettata che Lou arrivasse e si sedesse vicino a me. Mi girai, pronta a parlare ad un bambino curioso, ma non appena misi a fuoco la visuale vidi che quel ragazzino era un po’ cresciuto per avere dieci anni.
Louis mi sorrise e io ricambiai. Iniziammo a parlare:-Da quanto sei qui?- la sua aria felice mi mise ancora più gioia
-Da più o meno mezz’ora. Tu invece sei appena arrivato?-
-Sì, e mi ha stupito trovarti qua a leggere-
-Come mai? Pensi che ci si possa immergere nella lettura solo in posti tranquilli e silenziosi?-
-Già…- mi sorrise di nuovo e arrossii
-Beh, vedi, io adoro i bambini e amo sentire le loro voci spensierate; mi fanno anche concentrare!-
-Addirittura?!? Sei proprio strana!-
-Io strana?-
-Certo! Ti piacciono i bambini, ti piace leggere e il rumore ti fa concentrare!-
-Bhe, allora tu sei strano perché parli con me!-
-Cosa c’è di strano nel parlare con te?-
-Vedi, nessun maschio mi parla o mi vuole vicino a sé... Io ho solo amiche femmine, e anche poche.-
-Una ragazza simpatica e carina come te è così sola?-
-Non ho molte amiche, ma quelle che ho sono fantastiche!-
-Posso conoscerle anche io?-
-Ma certo!- ero gelosa ma non potevo apparire stronza
-Allora stasera usciamo un po’ io, te e le tue amiche?-
-Va bene, sotto casa alle nove allora-
-Sarò puntuale, ma prima dobbiamo tornare a casa- guardai l’orologio
-Sono già le dodici! Devo preparare pranzo prima che mia mamma torni a casa, se no altro che uscire stasera!-
-Allora corriamo- mi prese per mano e iniziò a correre.
Arrivati davanti ai nostri giardini non potei trattenermi e tutto d’un fiato gli dissi: -Sono felice che tu sia venuto ad abitare vicino a me.-
-E io sono felice che i miei abbiano scelto proprio la casa accanto alla tua.- a malincuore lo salutai definitivamente
-Devo andare, a stasera Louis.-
-A dopo.-
Ci incamminammo entrambi verso i rispettivi portoni ed entrammo. In fretta e furia preparai tavola e subito dopo mandai un messaggio a Francesca, Margherita, Chiara e Arianna: ‘Stasera vieni sotto casa mia alle 9 ci sarà una sorpresa’. Infine telefonai a Virginia: 'Pronto?'
'Sono Anita! Ti devo dire una cosa!'
'Sono tutta orecchie, dai parla!'
'Stasera io e Louis usciamo insieme, ma vuole che porti le mie amiche per conoscerle. Quindi, stasera vieni con noi? Franci e Chià hanno già detto di sì, sto aspettando Ari e Marghe.'
'Non dovevi nemmeno chiedermelo! A che ora devo venire?'
'Alle nove sotto casa mia, sii puntuale, capito?'
'Sì sì, per chi mi prendi?'
'Per una che arriva quasi sempre in ritardo…'
'Non è colpa mia se abito in posti isolati!'
'Sono tutte scuse!> iniziai a ridere
'Sei proprio stronza sai?'
'Io?!? Ma che dici! Comunque, ciao Vi, è arrivata mia mamma, a stasera'
'Ciao bella!'
Prima che mia madre potesse dirmi qualcosa comparvi in cucina e la salutai.
-Fai qualcosa stasera?-
-Esco- e le spiegai tutta la storia.
Alla fine mi rispose che Louis era un bravo ragazzo e che dovevo tenermelo stretto ecc.
Mangiammo e venne il pomeriggio. Ero sempre più agitata e non riuscivo a stare ferma. Decisi di scegliere i vestiti per la sera. Rivoltai tutto l’armadio e finalmente trovai il mio vestito preferito: era blu scuro, con un cuore azzurro che rimaneva nella zona della pancia. Arrivava a metà coscia ed era aderente. Le spalline mancavano ma l’abito non cadeva. Era perfetto, non troppo elegante, non troppo serio. Tempo di pettinarmi e di decidere i trucchi, arrivò l’ora del rientro a casa di mio padre dal lavoro, e di cena. Dopo mangiato tornai in camera mia e mi preparai. Alle nove meno cinque uscii di casa. L’ora x era arrivata.





SPAZIO DELL'AUTRICE
Il capitolo è un po' corto ma spero che vi piaccia :)
Se volete contattarmi su twitter sono @HazzasCat :)
Lasciate tante recensioni anche negative, accetto di tutto.
A presto con il prossimo capitolo!! :)
  
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