04/01/2013
0 recensioniL'arma fatale
C’era una volta una principessa; era dolce,brava e gentile, ma i suoi genitori non erano mai contenti. La piccola si sentiva frustrata, provava e riprovava, ma non era mai abbastanza.
“Sei una principessa,sei un esempio per le altre persone quindi devi essere sempre educata..e sorridi un po’!”
L’unica cosa che desiderava era poter compiacere il re e la regina; fin’ora però non vi era riuscita e nel profondo del suo cuore iniziò a radicarsi un triste sentimento: odio verso coloro i quali dovevano prendersi cura di lei, odio verso i suoi genitori.
C’era un momento in ogni giornata che la dolce principessa temeva: il pranzo. Non era mai stata brava a seguire tutte le regole dettate dalla madre, finiva sempre per sbagliare. Lei si sforzava di non commettere errori, ma la paura delle conseguenze la portava in continuazione a cadere in fallo; ed ogni volta il padre era lì, pronto a punirla con la sua forchetta. Non era una semplice forchetta, si trattava di un oggetto prezioso e assai elaborato infatti pesava molto di più di una normale posata. Con forza il re colpiva la mano della piccola, la quale sopportava da sempre, ma dentro di sé voleva distruggere quell’oggetto che le procurava così tanto dolore. Delle volte finiva per essere punita più volte dietro fila: un bicchiere rovesciato, il pane girato dal verso sbagliato, i capelli che finivano nel piatto..e la lista continuava.
Una sera mentre tutto il palazzo dormiva, la piccola, che ormai aveva raggiunto l’età dell’adolescenza, si alzò e si diresse verso la sala cucina. Rovistò a lungo in cerca della forchetta del padre e quando la trovo iniziò a lavorarla per darle una forma appuntita. Non rovinò però le decorazioni,le quali erano vanto per il padre. Dopodiché si avvio verso le stanze reali e precisamente nella camera del re e della regina. Loro dormivano, ignari dei sentimenti oscuri che aleggiavano nel cuore della loro unica figlia. La principessa si avvicinò al padre e guardandolo in faccia,con la sua piccola arma, ne pugnalò il cuore. La stessa sorte toccò alla madre. Sorrise alla vista dei suoi genitori morti e rise di gusto pensando che era tutta opera sua. Ella sapeva però che non poteva più rimanere nel castello e così fuggì portando sempre come arma la sua piccola forchetta.
Angolo autrice:
Spero la piccola flashfic vi sia piaciuta, se volete lasciate anche una piccola recensione :)
Questa storia è nata un po' così, guardando la forchetta di mio padre..certo io non voglio ucciderlo ( xD )
Si può anche dire che è una protesta contro i genitori fin troppo esigenti..