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Autore: Alektos    24/07/2007    4 recensioni
Storia scritta per il Ficexchange.
Un punto di vista particolare, per un avvenimento del quinto libro.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie alla mia beta Rowena e a Kit.

Come detto nella presentazione la storia è stata scritta per il
Ficexchange di Kit.
Le richieste di Andrew, a cui ho dovuto sottostare sono:
Dalle 3 alle 5 cose che vorresti la fanfiction contenesse: Rubeus Hagrid, Dolores Umbridge, Rita Skeeter, Puzzalinfa
Dalle 3 alle 5 cose che non vorresti la fanfiction contenesse: neve, Madame Maxime, Harry&co come protagonisti
Rating: PG13



Verde acido


Perché non ho la facoltà di non sentire?
E non cercate di dirmi che potrei tapparmi le orecchie: il sarcasmo gratuito, specialmente quando sono arrabbiata, non è gradito, ne tanto meno tollerato.

So che alla fine di questa giornata avrò bisogno di Gary, me lo sento.

Ci hanno incastrato proprio bene. O meglio, hanno incastrato Rita e di conseguenza anche me. Solo che io, non ho la facoltà di decidere, io! In più, le mie povere membra di cheratina si stanno congelando; poteva anche pensare a me, per una volta, ed avvolgermi in una sciarpa. Poi si lamenta se mi inceppo.
Guardate qua come sono ridotta, io che discendo da una stirpe di nobili penne, da una casata D.O.C.
Non sono, come qualcuno di voi potrà pensare, una volgarissima piuma d’oca, ma una penna di Pernice.
Sì, avete capito bene, Pernice. Sono ad un paio di consonanti dalla stirpe più nobile in assoluto.

Solo le penne di Fenice possono vantare un migliore pedigree, ma ad eccezione dei musei, le smorfiosette sono introvabili. Fate i vostri calcoli e prostratevi.

Non so cosa sia peggio in questo momento: ascoltare il mio futuro prossimo, dalle bocche di questi malati di mente o, patire il freddo.

Ascoltare questi malati di mente, sicuramente.

Cioè, sono riusciti ad incastrare me e Rita in un’impresa deplorevole. Dobbiamo… devo scrivere la… la…

Scusate, non ci riesco, è troppo per me. Adesso prendo fiato e… la vera storia di Harry Potter!

E tutto perché la zitella si è fatta scoprire; la sua identità segreta di Animagus, dopo tanti anni, è andata letteralmente a put… beh diciamo solo che si è materializzata da qualche altra parte. Le penne nobili, usano solo linguaggio nobile. Certo che anche tu, cara la mia Rita, proprio da una mocciosa ti dovevi far beccare!? Sei riuscita a non farti scoprire da un intero Ministero per anni, poi arriva la prima pirla di turno e… bha, lasciamo perdere.

Tra poco Rita aprirà questa borsetta, piena di cose assolutamente inutili, tranne me ovviamente, e pretenderà che io esca, con il mio solito colorino verde acido smagliante, e che mi metta a lavorare tutta contenta, come se stessi scrivendo un libro per il premio Strega.
Ma vi devo spiegare tutto?

Secondo voi, premio Strega, è un concorso Babbano? No. Se si chiama Strega c’è un motivo, anzi, ce ne sono due: il primo, per illudere i Babbani, e a quanto vedo anche voi, e il secondo, che è quello originale, per il mondo magico.
Non mi avrai mai, Rita!

Ecco, ha appena aperto la borsa.

“Prendo la penna, è qui da qualche parte.” Vedo la sua mano che fruga disperatamente alla mia ricerca. Mi spiace, non riuscirai a trovarmi, oggi: fai finta che io sia rimasta a casa, davanti al camino, con un buon bicchiere di Whisky Incendiario e un morbido plaid in piuma d’oca.

Ah, schivata!
Acqua.

Acqua.

Fuochino.

“Vieni fuori, stupida penna.”
Ma anche no.

Azz, mi ha quasi presa. Quasi però. La sto fregando su tutta la line…

“Accio penna prendiappunti.”

Sono risucchiata da qualcosa, aiuto!

Eccomi fuori, ha usato la magia, che persona sleale. Pensandoci bene, sleale, per Rita è un complimento.

Vediamo un po’ chi c’è qui. Rita e va beh. La Mezzosangue Granger, una strana cosa dai capelli biondi che, sicuramente, non fa parte della schiera dei Malfoy (lo si capisce subito dalla mancanza di classe) e per finire, il drogato. Sì, perché per immaginarsi certe cose, e il Signore Oscuro e il Dissennatore e gli incubi… uno deve sniffare polvere di fata un giorno sì e l’altro pure. Coroniamo il tutto con il luogo: i Tre Manici di Scopa, un localino malfamato che vi offrirà la miglior pessima compagnia della zona.

Compagnia pessima e locale malfamato. Che bello! Chi vuole unirsi a noi? Astenersi persone per bene, pulite e perditempo.

Ma chi me lo ha fatto fare? Se avessi i condotti lacrimali a quest’ora starei piangendo. Non per la tristezza, in quanto penna nobile e ricca, non posso essere triste, ma per la disperazione. Mi si affloscia la punta a pensare a tutto quello che abbiamo passato insieme. Eravamo una grande coppia.

Io e Rita scrivevamo per la Gazzetta del Profeta, un giornale molto importante, ovviamente.
Abbiamo frequentato i migliori salotti e adesso… piango! Siamo decadute. Comandate a bacchetta da tre mocciosi, in un locale che non vede acqua e sapone dal lontano 1396. Figuratevi che è stato inaugurato nel 1402.

Se paragonato al Ministero, dove io e Rita abbiamo passato tanto di quel tempo, questa è una bettola. Beh, forse, anche senza paragonarlo al Ministero.
Lì, ogni ufficio che si rispetti, è arredato con classe e ognuno in modo diverso. Un po’ caotico, forse, ma questa è una sua prerogativa.
Adoravo sedermi, (non prendetemi sul serio, si chiama personificazione!), sul bordo della fontana dei Magici Fratelli. Gli spruzzi d’acqua che mi solleticano, il riflesso della luce che mi fa brillare, ancora di più. Su quella fontana ho sempre mostrato il mio profilo migliore; senza contare gli incontri a dir poco interessanti che si fanno. Come il bellissimo Lucius.

Io stravedo per Malfoy!
No, non sto parlando del moccioso, ma del suo bellissimo, nonché affascinante padre.

Sono pazza di lui. E lui ricambia con ardore, ma questo è un segreto.
Ha una classe e una bellezza che lo rendono superiore a chiunque altro. Certo, lui ha ereditato queste sublimi qualità dai suo nobilissimi avi, inutile tentare d’imitarlo.

Mi ricordo come se fosse ieri, la prima intervista che gli abbiamo fatto. Oh, Parker! È stato così carino. Mi aveva persino presa in mano dicendo: “Proprio carina questa penna, Rita.”

Quello fu il nostro primo incontro e da allora lui non fa che pensare a me ed io a lui. Separati per il semplice fatto che il suo animo è imprigionato in un, seppur magnifico, corpo umano e io, ho la mia carriera da portare avanti.

È così gentile. Solo a pensarci divento tutta viola. Mamma quanto è bello!

Che volete farci se il rosso con il verde acido smagliante dà il viola. E poi il viola è più nobile. Sempre meglio del rosa, comunque.

Per carità, non ho nulla contro il rosa è che dopo aver conosciuto l’attuale inquisitore supremo… diciamo solo che, quel colore, per forza uno si mette ad odiarlo.

Lei, inquisitore supremo, un membro del Wizengamot, la donna più somigliante ad un rospo che io conosca, l’amante degli ibridi, nonché quella con meno gusto nel vestirsi sulla faccia della terra: Dolores Jane Umbridge.

Nel suo ufficio, molti anni fa, è stata una tortura. Sembrava lei l’intervistatrice e Rita l’intervistata. Mi ha solleticato la punta dicendo: “Carina, forse di un altro colore… fa così verde Puzzalinfa.”
Forse di un altro colore? Ma ti sei vista tu, mostro travestito da bon-bon! Tu allo charme di Lucius nemmeno vicina ci sei passata, eh? Puzzalinfa, a me? Se non ci fosse stata Rita, quel giorno, l’avrei trasformata veramente in un rospo.
Gne, gne, gne, non mi credete capace? Vi conviene non istigarmi.

“Un biscotto? Una tazza di tè?” Dolores ha ripetuto queste frasi per tutta la durata dell’intervista.

“Se avesse la bocca, magari la tua penna vorrebbe un biscotto.” Cioè, scherzava con battute di questo tipo. E rideva pure! No, non sono un pappagallino-prendi-biscotti. Sono una penna! Bella, smagliante, affascinante, travolgente e coinvolgente, ma pur sempre una penna, quindi non dotata di apparato digerente. Conosco i miei limiti.

Una cosa però la devo ammettere, almeno la sua casa era arredata meglio di come lei fosse vestita.

Vi lascio immaginare l’abbigliamento.

Persino la professoressa McGranitt si veste meglio. Ha uno stile sobrio e molto classico, ma di gran gusto, a chi piace il genere, ovviamente. Peccato che lei sia sempre così fredda e distaccata. Però, a sentire Rita, i suoi biscottini alla vaniglia sono insuperabili.
Ecco, a furia di parlare di biscotti mi ritorna in mente quella tragica avventura.
Mi mette i brividi ricordare certe cose, e poi mi spettino tutta.

Ah, ma dopo quella volta, spero che Rita lo abbia capito che non mi deve più dimenticare a casa di altri. Forse a casa Malfoy sì, ma nella capanna di Hagrid, proprio no.
Ho visto cose che voi esseri in carne ed ossa, non potete nemmeno immaginare. Vi dico solo che, non sapendo cosa fossi, il Guardiacaccia, mi ha presa e mi ha piantato in uno di quei suoi marmorei biscotti, a fare da candelina. Sapete, era il compleanno del suo cane. Voleva persino accendermi la punta! Solo un intervento divino, forse Malfoy, mi ha salvato.
Morale: non riesco più a vedere i biscotti.
Sono dovuta stare due settimane in convalescenza, senza contare il tempo che ci hanno messo a sturarmi dalle gocce di cioccolato e quello perso dallo psicologo, per tentare di rimuovere quella brutta esperienza.

Adesso, appena vedo dei biscotti sto male, mi viene la nausea.

Ci è mancato poco che mi dovessero portare al San Mungo. Beh, non sarebbe stato poi così male, visto che avrei potuto incontrare uno dei miei idoli. L’unico, il solo, l’inimitabile Gilderoy Allock. Certo, ha meno charme di Lucius, ma anche lui ha un certo fascino, e soprattutto, è cotto di me.

Ebbene sì, il miglior scrittore di tutta l’Inghilterra, e a leggere quello che scrive, anche la persona più coraggiosa, si è infatuato delle sottoscritta.

Se lo avessi rivisto, in questi anni, mi sarei fatta fare un autografo: dove, non ve lo dirò mai.
Peccato sia impazzito, e tutto per colpa di quell’essere che ora io devo intervistare. La stessa persona che sto per difendere. Potter il pazzo.

Uh-oh, Rita sta aprendo il blocco per gli appunti.

Ma poi, quella è Rita? Non l’avevo notata, ma che si è messa addosso?

Oh my God! Non posso uscire con delle persone conciate così, la mia reputazione ne risentirà e la mia popolarità precipiterà al minimo storico!
Cara, tesoruccio della pennina tua, di tutte le schifezze che hai nell’armadio, proprio l’impermeabile grigio dovevi scegliere? Volevi forse fare pendant con la polvere del locale?

“Fuoco alle polveri, Rita.”

Lupus in fabula, io parlo di polvere e la ragazzina Babbana mi copia.

Ma la mezzosangue ci ha preso per degli esplosivi? Fuoco alle polveri… tzè.
E a chi tocca, secondo voi, il lavoro sporco?

A me. Bravi.

Dov’è il mio principe nero quando c’è da far fuori il Sopravissuto? Ecco, Rita inizia a chiedere, Potter a rispondere e io devo, e sottolineo con tanto di evidenziatore, devo scrivere. Qualunque cosa salti fuori da questa intervista, al fianco dell’articolo non deve assolutamente comparire il mio nome, o il mio curriculum ne risentirà pesantemente.

Se poi, per sbaglio, lo venissero a sapere i membri del mio clan, mi cancellerebbero subito dall’arazzo della Nobilissima casata della Pernice. Onta e disonore.

Lo dicevo io che a fine giornata avrei avuto bisogno di Gary. Dopo oggi, non posso aspettare il mese prossimo per vedere il mio psicologo di fiducia.




La frase: “Fuoco alle polveri, Rita.” È detta realmente da Hermione nel libro, non è mia.
  
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