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Autore: fulmineo    05/01/2013    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se, nell'ultima puntata, la madre del piccolo paziente di Marina non le avesse sparato? Sicuramente la mora dottoressa avrebbe vissuto la sua vita con l'amatissima Esther. Ambientata un anno dopo l'ultima puntata.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
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La felicità correva nell'aria da un paio di giorni, ormai, all'ospedale dove lavoravano da quasi tre anni la dottoressa Marina Ranieri Del Colle e la capo sala Esther Bruno che, dopo il primo anno passato a battibeccare e flirtare, erano riuscite a sposarsi ed ottenere un appuntamento alla banca del seme per avere un figlio... Ma quest'ultima cosa non servì, perchè il loro amore raffinato e perfetto diede da solo i suoi frutti.

Alcuni colleghi la definirono Provvidenza Divina, altri non seppero come spiegarselo ed altri ancora dissero, più semplicemente, che era stato il loro amore a generare il bambino che stava per venire al mondo dopo essere stato concepito e cresciuto nel ventre di Esther. Solo la dottoressa Cristiana Gandini si permise di dire che quel piccolo angioletto era il giusto premio per tutte le loro sofferenze.

Già. Prima c'era Aldo, l'infermiere che stava con Esther e che non voleva lasciarla tanto facilmente ma poi cedette alla castana, dopo si mise in mezzo il padre di Esther, che voleva farla trasferire lontano da Milano e da Marina... Ed infine, due mesi prima delle nozze, la madre di un piccolo paziente di Marina che, per vendicare il figlio morto in ospedale, tese un agguato alla dottoressa, sparandole due volte in pieno petto. E la riabilitazione fu lunga e dolorosa, dopo i quindici giorni che Marina si fece in coma.

"Allora, Esther, come ti senti...?" Chiese la dottoressa Laura Costa, sorridendo all'amica.

"Bene... Come una in procinto di partorire!"

"Sarai stressata ed affaticata ma il tuo umorismo non si stanca mai..."

"No! Devo tenermi in esercizio per il piccolo che... C-Che... Che credo voglia nascere adesso!" Disse la castana, iniziando a contorcersi dal dolore, sentendo l'impellente bisogno di spingere. Ed il sopraggiunto Ettore Coselli andò nel panico più totale.

"Ettore, corri in Cardiologia a chiamare Marina! Sta facendo il suo controllo periodico con Malosti e Santamaria! Io corro a cercare Cristiana ed un paio di infermieri che salgano in sala parto... Vai, sbrigati!"

La bionda ed il ragazzo uscirono dalla stanza, lasciando alla collega il compito di respirare costantemente, come faceva nei corsi pre-parto ed a casa insieme a Marina, che la teneva in costante esercizio.

E fu fortunata Laura, che si trovò Cristiana davanti, visto che per poco non ci andò a sbattere contro "Ehi, non si corre in reparto e lo sai benissimo!"

"Esther ha le doglie! Sta per partorire!"

"Cannizzaro, vieni con noi sbrigati!" Disse la donna, dirigendosi a passo svelto verso la stanza della collega, che iniziava ad urlare di dolore e, nello stesso istante, tornò anche Coselli insieme a Marina, parecchio affaticata.

"E-Esther, amore... S-Sono qui, andiamo..."

"Coselli, sei impazzito? L'hai fatta correre! Sai che non può!"

"V-Veramente è lei che ha iniziato a correre e... Ed io ho corso cercando di fermarla, ma è una podista nata!"

"Ha ragione, é... E' stata colpa mia!" Spiegò, mentre stringeva la mano destra di Esther fra le sue, percorrendo il corridoio per arrivare al montacarichi e salire così sino alla sala parto del quinto piano, ove entrarono solo Marina, ovviamente, Cristiana, Laura e Cannizzaro. Coselli non se la sentì perchè era certo di stare male.

Ma lo specializzando andò a chiamare tutti i colleghi ed in pochi minuti i dottori Malosti, Palumbo, Santamaria, il primario Danieli, i paramedici Leoni e Pellegrini e persino l'addetta all'accettazione Teresa Rossi si riunirono innanzi alla sala parto numero sei.

Ed erano così persi nei loro pensieri o in dialoghi un poco confusi che non sentirono subito il pianto che, dopo ben tre ore, rieccheggiò nella sala ed ognuno fece i salti di gioia nel vero senso della parola... Ma la loro felicità aumentò un'oretta più tardi, quando una commossa Marina uscì dalla sala parto con indosso camice e cuffietta verdi e mascherina abbassata subito al livello del collo, con un bellissimo bimbo fra le braccia, avvolto nella sua tutina color crema.

"M-Mio Dio, è bellissimo!" Disse Eva Leoni "Quanto pesa?"

"Tre chili ed ottocentocinquanta grammi di pura salute! Sta benissimo...!"

"Congratulazioni!" Iniziò Palumbo, stringendo la mano alla collega e baciandola sulla guancia, seguito a ruota da tutti gli altri. E bellissimo fu l'abbraccio finale tra Marina e Cristiana, che gioiva per l'amica, avendo perso suo figlio per una malattia e la bella dottoressa Ranieri Del Colle la nominò madrina e zia ad honorem del piccolo.

"Come lo chiamerete?" Chiesero quasi contemporaneamente Malosti e Danieli.

"Ilario! Io ed Esther ne parlavamo proprio ieri sera...!"

"E' un nome bellissimo!"

Pochi minuti dopo Laura e Cannizzaro portarono Esther, stanchissima e mezza addormentata, di sotto nella sua stanza e la giovane riuscì comunque a ricevere le congratulazioni dei colleghi, i suoi migliori amici. Poi, sfinita, si addormentò.

E quando riaprì gli occhi, ormai a sera tarda, la prima cosa che vide fu Marina che, seduta accanto a lei, le teneva la mano e le accarezzava i capelli con una dolce lentezza, meditata in ogni tenerezza che le riservava e subito si sorrisero.

"Ehi...! Ciao..."

"Ciao...! Hai... Hai visto il bambino? E' tutto a posto?"

"Si, amore mio! Sta benissimo, pesa tre chili e ottocentocinquanta grammi... E' splendido! Ti somiglia..."

"Sarà bello come me ed intelligente come te..."

"Forse...! Cristiana dovrebbe portartelo fra poco, perchè era venuta prima e l'ha lasciato a me... L'ho coccolato un po' e poi lei ha voluto portarlo a fare un giro per il reparto!"

"Infatti eccomi qua! Siamo andati fino alla finestra qui vicino, vero Ilario...? Dio, è troppo bello!"

Esther si commosse quando lo vide e quando l'ebbe tra le braccia le lacrime rigarono le sue gote e, dopo aver liberato il seno sinistro per allattarlo per la prima volta, i suoi occhi si specchiarono in quelli di Marina e Cristiana capì che doveva andarsene... Ma non prima di aver detto loro un'ultima cosa.

"Posso rubarvi ancora mezzo secondo...? Specialmente a te, Marina!"

"Dicci...! Siamo tutt'orecchi!"

"Mettetene in cantiere un altro!" Disse la donna, prima di lasciare la sala facendo l'occhiolino ad entrambe, mentre MArina guardò un secondo il soffitto, mordendosi contemporaneamente il labbro al solo pensiero. Se la fatica non doveva farla lei, perchè no?

"Non pensarci nemmeno...! Sai che male?"

"Ci penso eccome, ma allora non dovremo fare nemmeno più l'amore... Quando l'abbiamo fatto poi sei rimasta incinta!"

"Tante volte sai essere davvero una ricattatrice coi fiocchi! Ma ti amo anche per questo!"

"Anch'io ti amo!" Ribadì la mora, strizzando sensualmente l'occhio alla compagna, prima di rubarle un bacio molto intenso e pieno d'amore. Amore che sarebbe durato per sempre, a prescindere dal numero dei loro futuri eredi.

  
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