Il disco inizia a girare sul piatto ondeggiante, e un fruscìo familiare e antico si espande nella stanza semibuia e illuminata solo da un lumino da cimitero.La ragazza, seduta su un vecchio tappeto sfrangiato e sbiadito con la schiena appoggiata al letto disfatto ha gli occhi chiusi, i lunghi capelli scuri che le sfiorano il collo e le spalle e la testa ripiegata all'indietro.La sigaretta sul posacenere si sta lentamente consumando da sola e il fumo, unito a quello di un incenso che brucia sul comodino, non le da fastidio.E' sola, isolata dal mondo e dall'universo intero; si abbandona a un brivido piacevole di freddo che le scuote le membra e le provoca la pelle d'oca lungo le braccia nude; è dicembre, e lei se ne frega del freddo, perchè pur di portare quella t-shirt congelerebbe con un sorriso strafottente stampato in faccia.Si vede da fuori, si vede così, persa e sospesa nel vuoto, con gli occhi chiusi e i capelli sciolti e scomposti, con la frangetta sfatta, come piacevano a Lui , quello che le ha regalato la t-shirt.Fissa dal di fuori quella sua t-shirt che reca sul davanti le stesse onde isteriche della copertina del disco che gira sul piatto nero, ritorna in se' e si abbandona alle carezze sonore di quella voce tormentata, sofferente e straziante.
"...THIS IS THE ROOM, THE START OF IT ALLTHROUGH CHILDHOOD, THROUGH YOUTH, I REMEMBER IT ALLOH, I'VE SEEN THE NIGHTS FILLED WITH BLOODSPORT AND PAINAND THE BODIES OBTAINED, THE BODIES OBTAINED, THE BODIES OBTAINED."*
Il pensiero che finora ha vagato a caso per la stanza polverosa e umida si concentra su quello che lei non vorrebbe, e la colpisce con un fendente che se fosse vero le sarebbe letale; il pensiero di Lui, Luiche adesso non c'è più, e se n'è andato dal mondo con un pezzo di corda attorno al collo.
Le provoca ogni volta atroci sofferenze, questo pensiero bastardo, la fa urlare a bocca chiusa, chiedersi mille perchè, a cui comunque ogni volta trova la stessa cazzo di risposta: perchè è giusto così, e ha sempre saputo che prima o poi sarebbe successo, sin dalla prima volta in cui si sono incrociati con lo sguardo, frugandosi immediatamente dentro.
E lei lo ha amato sin da subito, lo amava come si amano le albe e i pomeriggi piovosi e umidi di novembre,e l'odore del generale Inverno, e lo ama ancora, con la stessa atrocità con cui i fulmini squarciano il cielo e le tempeste fanno ribaltare le navi dei sciagurati marinai e le bombe scoppiano portandosi via vite, ricordi, coscienze e proteste, di cui i potenti se ne sbattono.
Non piange, lei, non si lascia sopraffare dai sentimenti, gli stessi che Lui si è portato nella tomba. Tiene gli occhi chiusi, respira piano e si abbandona, tranquilla, o forse solo rassegnata, tra le braccia di quella nenia lancinante, fregandosene se è dicembre e ha solo una maglietta nera sbiadita e lisa e sta gelando, fregandosene se il disco, ormai, è finito da un pezzo.