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Autore: emme30    05/01/2013    13 recensioni
Forse era un sogno.
Uno dei suoi sogni ricorrenti in cui otteneva finalmente tutto quello che desiderava, ovvero Blaine. Era sempre e solo Blaine, da più di dodici mesi ormai.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Kurt

 

 

Forse era un sogno.

Uno dei suoi sogni ricorrenti in cui otteneva finalmente tutto quello che desiderava, ovvero Blaine. Era sempre e solo Blaine, da più di dodici mesi ormai.

Sebastian ansimò forte, leccando il paio di labbra che si erano stampate sulle sue, rosse, morse e bagnate.

Quindi, un sogno. Un sogno in cui Blaine accettava di uscire con lui, passavano una bellissima serata in quel ristorante italiano che gli piaceva tanto, si facevano il piedino sotto il tavolo e poi si scambiavano una serie di baci molto lascivi sul sedile posteriore della sua auto.

Baci, baci, baci e ancora baci, fino a quando quelle labbra non erano più sufficienti e avevano iniziato a sentire un fuoco bruciare sotto pelle.

E poi erano finiti a fare sesso sui sedili di pelle in un posto appartato, senza la possibilità di venire scoperti, nella penombra della macchina e avvolti in sospiri pesanti e caldi, caldi come il sole d'estate, caldi e intimi come la candela che aveva illuminato il tavolo della cena.

Però c'era qualcosa che non quadrava.

Nei suoi sogni, quelli in cui finalmente, finalmente, Blaine cadeva tra le sue braccia, i suoi occhi erano continuamente fissi nei suoi mentre si muovevano in modo scomposto sui sedili appiccicaticci per via del sudore causato da quell'esercizio. E le iridi di Blaine splendevano nel buio dell'abitacolo, quasi di luce propria, quasi come le stelle che non si vedevano nel cielo.

Ma in quel momento gli occhi di Blaine erano chiusi, serrati, la testa tirata all'indietro e i denti stretti, come a soffocare i versi che Sebastian sentiva sfuggirgli dalle labbra.

E poi la pelle di Blaine era calda, ruvida sotto i polpastrelli, troppo reale perchè potesse essere solo il frutto del suo inconscio. I rumori non erano attutiti dallo sguardo di Blaine fisso nel suo; gli stavano trapanando le orecchie, quasi rimbombavano in quel piccolo spazio angusto e per nulla romantico, o almeno accettabile, che Sebastian immaginava sempre.

Blaine era mezzo svestito, non lo guardava e non era assolutamente come se lo era sempre immaginato in una situazione simile.

Non era un sogno, era tutto vero.

Blaine,” Sebastian lo chiamò, portandogli una mano tra i capelli e avvicinando il viso al suo, sfiorandogli un labbro e mordendolo un poco. “Blaine,” disse di nuovo contro le sue labbra, un sussurro mentre lo stringeva a sé, accarezzandogli la schiena da sotto la camicia.

Aveva aspettato così tanto quel momento e forse aveva corso troppo, forse avevano bruciato le tappe, forse non avrebbe dovuto andare così veloce, come un treno in corsa.

Ma con Blaine era così, Blaine lo faceva correre, gli faceva desiderare così tanto, persino essere più buono, più gentile, meno se stesso.

Con Blaine andava bene essere una macchina che sfrecciava in autostrada a centocinquanta chilometri all'ora, perchè Blaine ne valeva la pena, Blaine-

Oh Dio... Kurt...”

Capolinea.

   
 
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