LA
BEFANA
La
gonna blu notte della
vecchia sventolò e una delle toppe rosso sangue si
scucì, staccandosi e volando
via.
La
befana ridacchiò, un
dente le sporgeva dalle labbra raggrinzite e dalla bocca le
colò un rivolo di
bava.
Socchiuse
gli occhi, un
pezzo di crosta gialla le si staccò dalla guancia,
precipitando.
Il
naso le prudeva, il
porro sopra di esso tremò diventando da violaceo a nero,
esplose con un po’ di
pus biancastro che fece tremare i piccoli peli tutt’intorno.
La
strega sorrise,
ispessendo le rughe sul suo viso. Un pidocchio saltò dal
ciuffo nero finendole
nelle folte sopracciglia grigiastre. Lo scialle viola di lana, legato
sulla sua
testa come una bandana, si gonfiò.
La
befana strinse più
forte il manico della propria scopa con le dita callose.
Virò, spostandosi di
lato, e passò di fianco a un camino.
Il
vento le sferzava la
pelle raggrinzita e le faceva aderire al petto cadente il resto della
veste blu
notte.
La
luce della luna si
rifletté nei suoi occhi; la vecchia sollevò la
scopa passando sopra un
edificio.
Le
case nere su uno
sfondo scuro s’intravedevano per le piccole luci giallognole
che
s’intravedevano da dentro le case.
Il
sacco le sbatteva
contro la schiena.
Mosse
le dita dei piedi
staccando un altro pezzo della suola delle scarpe.