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Autore: Fecalina    05/01/2013    5 recensioni
Eppure lui l’aveva amato quel continente, l’aveva amato davvero.
Louis Grimaldi, accenni Blair/Chuck, Blair/Louis.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Louis

Addio America

Era una giornata tranquilla a palazzo e Louis era intento a firmare scartoffie mentre leggeva i vari giornali internazionali.

Un principe deve sapere tutto di ciò che accade nel mondo.

Gli ripeteva sua madre.

Così passava il giovedì mattina a leggere Le Monde, Il Messaggero, Glas Koncila, Die Zeit ed altri.

Non il Times però, mai il Times.

Lasciava quella spiacevole incombenza a qualcun altro, perché ormai lui aveva cancellato l’America –New York, l’Upper East Side, Blair Waldorf-  dal suo mappamondo.

Aveva smesso di sognarla da un pezzo, l’America, da quando gli aveva donato l’amore per poi strapparglielo via.

Eppure lui l’aveva amato quel continente, l’aveva amato davvero.

L’aveva amato quando era solo un bambino, di appena otto anni, e già era costretto ad andare in giro in giacca e cravatta, perché era pur sempre un principe.

L’aveva amato nei pomeriggi solitari, quando accendeva la televisione per guardare Lessie, qualche vecchio Western o per cantare con Judy, e l’aveva sognata, Dio, quanto l’aveva sognata, quando si affacciava alla finestra della soffitta –non dirlo alla mamma, Bea, lei non vuole- e si lasciava portare via dall’immaginazione.

Aveva sognato di poter rincorrere qualche scoiattolo nelle immense praterie del Kansas, aveva sognato di rotolarsi nell’erba del Vermont o di andare in giro per New York con un cono gelato in mano e un pallone nell’altra.

Ma aveva solo otto anni, era un bambino, non poteva andare dove voleva.

No Louis, andremo da soli, io e tuo padre, tu sei ancora troppo piccolo.

E lui, deluso, doveva annuire e tornare a sognare.

Ma i sogni stancano dopo un po’, e lui aveva smesso di affacciarsi a quella finestra –che aveva trovato chiusa a chiave una mattina di Luglio-.

Poi un'altra finestra l’aveva trovata, aveva un vestito a pois, un viso di porcellana e delle Vivier ai piedi.

Gli aveva ricordato come si sognava, l’aveva portato in America e l’aveva fatta diventare anche un po’ sua.

Ma poi gli aveva ricordato anche un’altra cosa, gli aveva ricordato come faceva male staccarsi dai sogni e lasciarli andare.

Aveva detto di nuovo Addio all’America.

Ogni tanto ci pensava ancora, la sognava, immaginava di correre di nuovo nelle praterie, aveva voglia prendere un aereo -NO, non puoi principe- di accendere la TV e guardare Lessie, e qualche volta aveva anche ceduto.

L’ultima volta era stata quando decise di leggere il NY Times –solo una pagina, giusto per vedere cosa combina Obama-, ma non era di Obama che si parlava.

NYC ha un nuovo principe: il piccolo Henry Bass.

Il giornale finì nella spazzatura.

Addio America.

Angolo Autrice.

Salve a tutti, so di non aver ancora aggiornato The Heart of Devil, ma stamattina mi sono svegliata con questo pensiero e dovevo scrivere.

So, come avrete capito si parla di Louis Grimaldi -o Gigi, come lo chiamavo io quando ancora mi stava simpatico- non so bene cosa sia: un tributo, una ripicca?! Fate voi e , se vi va, lasciate anche un recensioncina :) Baci, Fede <3

ps: è la prima volta che scrivo di qualcuno che siano Chuck e Blair, perciò se c'è qualcosa che non va fatemelo pure presente ;)


  
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