Addio America
Era una giornata tranquilla a palazzo e Louis
era intento a firmare scartoffie mentre leggeva i vari giornali internazionali.
Un principe deve sapere tutto di ciò che accade nel mondo.
Gli ripeteva sua madre.
Così passava il giovedì mattina a leggere
Le Monde, Il Messaggero, Glas Koncila, Die Zeit ed altri.
Non il Times però, mai
il Times.
Lasciava quella spiacevole
incombenza a qualcun altro, perché ormai lui aveva cancellato l’America –New York, l’Upper East Side, Blair Waldorf-
dal suo mappamondo.
Aveva smesso di
sognarla da un pezzo, l’America, da quando gli aveva donato l’amore per poi
strapparglielo via.
Eppure lui l’aveva
amato quel continente, l’aveva amato davvero.
L’aveva amato quando
era solo un bambino, di appena otto anni, e già era costretto ad andare in giro
in giacca e cravatta, perché era pur sempre un principe.
L’aveva amato nei
pomeriggi solitari, quando accendeva la televisione per guardare Lessie,
qualche vecchio Western o per cantare con Judy, e l’aveva sognata, Dio, quanto
l’aveva sognata, quando si affacciava alla finestra della soffitta –non dirlo alla mamma, Bea, lei non vuole-
e si lasciava portare via dall’immaginazione.
Aveva sognato di poter
rincorrere qualche scoiattolo nelle immense praterie del Kansas, aveva sognato
di rotolarsi nell’erba del Vermont o di andare in giro per New York con un cono
gelato in mano e un pallone nell’altra.
Ma aveva solo otto
anni, era un bambino, non poteva andare dove voleva.
No Louis, andremo da soli, io e tuo padre, tu
sei ancora troppo piccolo.
E lui, deluso, doveva
annuire e tornare a sognare.
Ma i sogni stancano
dopo un po’, e lui aveva smesso di affacciarsi a quella finestra –che aveva trovato chiusa a chiave una mattina
di Luglio-.
Poi un'altra finestra l’aveva
trovata, aveva un vestito a pois, un viso di porcellana e delle Vivier ai piedi.
Gli aveva ricordato
come si sognava, l’aveva portato in America e l’aveva fatta diventare anche un
po’ sua.
Ma poi gli aveva
ricordato anche un’altra cosa, gli aveva ricordato come faceva male staccarsi
dai sogni e lasciarli andare.
Aveva detto di nuovo Addio all’America.
Ogni tanto ci pensava
ancora, la sognava, immaginava di correre di nuovo nelle praterie, aveva voglia
prendere un aereo -NO, non puoi principe-
di accendere la TV e guardare Lessie,
e qualche volta aveva anche ceduto.
L’ultima volta era
stata quando decise di leggere il NY Times –solo una pagina, giusto per vedere
cosa combina Obama-, ma non era di Obama che si parlava.
NYC ha un nuovo principe: il piccolo Henry Bass.
Il giornale finì nella
spazzatura.
Addio America.
Angolo Autrice.
Salve a tutti, so di non aver ancora aggiornato The Heart of Devil, ma stamattina mi sono svegliata con questo pensiero e dovevo scrivere.
So, come avrete capito si parla di Louis Grimaldi -o Gigi, come lo chiamavo io quando ancora mi stava simpatico- non so bene cosa sia: un tributo, una ripicca?! Fate voi e , se vi va, lasciate anche un recensioncina :) Baci, Fede <3
ps: è la prima volta che scrivo di qualcuno che siano Chuck e Blair, perciò se c'è qualcosa che non va fatemelo pure presente ;)