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Autore: JeffMG    05/01/2013    0 recensioni
Fede
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                              Fede.


Thomas fece scivolare il rosario tra le dita, per poi farlo finire a terra dove si buttò in ginocchio con ancora le mani congiunte in segno di preghiera.
Attese qualcosa nel silenzio, come se qualcuno alle sue spalle dovesse colpirlo e lui dovesse aspettarsi il dolore pulsare alla nuca.
Come quella volta che suo padre lo picchiò e gli disse che valeva meno di zero e come si sa, niente si dimentica. Tutto finisce nei magazzini dell'inconscio e niente può svuotarlo.

Guardò fuori, degli alberi scheletrici apparivano dalla notte,
ricordandogli che ormai da cinque ore pregava per qualcosa che non desiderava.
La luna era affascinante, sdraiata sul manto scuro del cielo e il vento soffiava contro la finestra, ricordandogli l'odore della legna bruciata e del caldo di un camino ormai lontano. 

Poggiò le dita sulla condensa della finestra e ci disegnò una croce,
cercava la fede ovunque anche se essa in lui vacillava senza speranza.
Si appoggiò al vetro e ci impresse la forma del suo volto,
immaginandosi un sudario, per poi scivolare senza contegno a terra.
Si sentiva libero di fare ciò che voleva quando era solo,
per questo adorava la solitudine e quel tepore caldo che essa portava.
Si concesse un peccato accendendosi una sigaretta per poi guardare
il fumo che usciva fuori dalla bocca.

Finse di sorridere ma poi una lacrima gli scese sulla guancia quando
nella testa sentì le urla di bambini.
Si ricordò di quando al crepuscolo correva con i suoi fratelli e l'aria pungente dell'inverno gli si attaccava al volto sudato.
Di quando le corde per saltare gli si intrecciavano ai piedi o quando faceva spiccare il volo ai palloni e torturava le bambole di sua sorella.
Sentiva ancora quelle urla e il vuoto gli cresceva dentro come una pianta rampicante.
Ora rimaneva solo lui e la sua fede. 

Si sentiva sempre più vecchio, anche se aveva solo venticinque anni.
Sentiva il peso del tempo sulle spalle e ciò che aveva vissuto
era stato così intenso da sembrargli un secolo.
Avrebbe giurato di sapere raccontare le peggio peripezie mentre invece avrebbe solo accennato alla solitudine e l'avrebbe raccontato a quel muro ampio che gli stava avanti,
con una grande croce al centro.

Si ricordava ancora il volto di un primo amore, forse si andava annebbiando nella memoria o forse voleva solo scordarlo.
Si ricordò il suo primo peccato, quello commesso con Eva mentre lui era il suo Adamo e le sfiorava la pelle nella penombra di una piccola stanza d'albergo.
La loro storia era stata così corta da non avere neanche un finale.
Eppure Thomas ricordava ogni singolo istante passato con lei,
ogni singola carezza ed ogni singolo sbaglio ma non ricordava il suo nome
o il vestito che portava quella sera, forse rosso o azzurro.
Quella notte le sfiorò la pelle morbida e la strinse a lui, in modo da non farla fuggire.
Gli ricordava un uccello, una volta che ne hai catturato uno non puoi far altro che legargli le ali e pregare che stia con te per sempre, che non si liberi per volare lontano da te.

Sentiva il peccato scorrergli tra le vene, lui figlio di Dio osava peccare.
Le percorreva con le mani tutto il corpo e sperava che quel momento fosse eterno,
ma finì in così pochi istanti che già lo sostituiva il ricordo.
Si gettò sul letto abbandonando la visone di un amore appassito
e fissò a lungo il soffito in cerca di una risposta. 

La risposta al suo isolamento dal resto del mondo,
dal resto degli uomini che lo opprimevano e dalla vita che gli chiedeva troppo.
Gli restavano solo preghiere e rosari ed era tutto ciò che potesse desiderare dal mondo. 
  
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