Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Sacrilega Ma Non Troppo    25/07/2007    2 recensioni
Gent. Sig.rina Petronilla J. Bouqueter
la seguente missiva le viene spedita per informarla dell’iniziativa di gemellaggio messa in atto tra la
Scuola d’Arti Magiche di Friezerose (San Fancisco, USA) e la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (Londra, UK).
Di personaggi di fantasia ce ne sono, e anche più di uno, ma non è nata per essere un nido di Mary Sue. Solo un esperimento con alter-ego statunitensi dei Malandrini...il titolo è ben improvvisato.
Introduzione modificata per presenza di doppio tag br, vietato dal regolamento.
Charlie_2702, assistente amministratrice
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
[18 Agosto 1977, San Francisco (California - USA)]

15 Agosto
Scuola d’Arti Magiche di Friezerose


Gent. Sig.rina Petronilla J. Bouqueter
la seguente missiva le viene spedita per informarla dell’iniziativa di gemellaggio messa in atto tra la
Scuola d’Arti Magiche di Friezerose (San Fancisco, USA) e la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (Londra, UK).
Per l’anno scolastico venturo si è deciso di mettere in atto una collaborazione particolare tra le due scuole, nella speranza di attuare uno scambio culturale fruttuoso. Tale iniziativa, che coinvolgerà le ultime due classi (intese esse come sesto e settimo anno), comporterà per gli studenti di Friezerose un soggiorno di
mesi otto in qualità di ospiti nella suddetta scuola londinese. La invitiamo pertanto a presentarsi alla stazione di King’s Cross (Londra, UK) il giorno primo di settembre munita di autorizzazione scritta e firmata per mano di un genitore, o di chi ne fa le veci. Gli studenti privi di tale permesso trascorreranno il loro anno scolastico a Friezerose, senza deficienze per quel che riguarda la loro educazione ed il programma annuale. Viene allegato qui di seguito il consueto elenco informativo sul materiale necessario per affrontare l’anno scolastico. Per concludere le porgiamo i miei più sentiti saluti e le auguriamo buon proseguimento. A presto,

Astianat M. D. Ebenezer, preside


Petronilla J. Bouqueter inarca il sopracciglio destro tutte le volte che qualcosa non la convince del tutto. E ora, mentre rilegge la sua lettera per la quarta volta, quel sopracciglio se ne sta lì, arcuato e sollevato quasi a metà fronte, espressione emblematica dell‘incertezza.
Sua madre Margherita le urla per la seconda volta qualcosa dal piano di sotto e, per la seconda volta, Petronilla la ignora, continuando a fissare con aria piscifera il foglio di pergamena giallo paglierino. Certo è che una cosa come quella non se l’aspettava affatto. Le pare davvero un po’ assurdo, e non ha mai sentito parlare prima di scambi culturali – che poi non sono scambi – con altre scuole di magia. Hogwarts l’ha sentita nominare un paio di volte. Sembra che le scuole europee siano le più quotate del mondo in campo magico, il che la porta a pensare che la gente che ci studia dentro sia nient’altro che un cumulo di diligenti studenti con la puzza sotto il naso, probabilmente piuttosto reticenti nell’accogliere un’accozzaglia di maghi e streghe come quella che riempie Friezerose. L’angolo sinistro della bocca le si piega appena verso l’alto, in un mezzo sorrisetto divertito nell’immaginarsi ragazzi in scure divise inamidate che condividono il corridoio con gli sciancati californiani in pantaloni scoloriti e golfini slabbrati. Poi, di nuovo il sopracciglio destro che si flette. Petronilla J. Bouqueter tende frequentemente a perdere il senso della realtà: non è poi vero che a Friezerose siano tutti degli sciancati…
«Chissà cosa c’è sotto» è l’unico commento, a mezza voce, che Petronilla è in grado di partorire dopo quelle elucubrazioni prive di senso. Ripiega la lettera e la ripone con noncuranza nella sua busta azzurrina.
«Ti muovi Nill?!» sua sorella Carry si è affacciata sulla porta, squittendo come un criceto isterico «La mamma sono due ore che ti chiama!»
Il tempo per roteare gli occhi verso l’alto e per alzarsi dalla sedia che un terzo urlo di sua madre sollecita ulteriormente Petronilla a trascinare in salotto i suoi bagagli e ad appropinquarsi verso il camino.
«Niente Metropolvere, Pepe!» esclama Margherita con occhi grossi, quasi scandalizzata, quando la figlia si accinge a infilare la mano nella ciotolina di terracotta che contiene la polvere magica, sopra al camino. All’occhiata irritata e interrogativa di Petronilla, Carry non si fa sfuggire l’occasione per rimbeccarla.
«Un viaggio così lungo non si fa mai in Metropolvere»
«Giusto, bambina» conviene Margherita e – ignorando sia la smorfia di disapprovazione che quel nomignolo suscita nella più piccola delle sue figlie, sia il muso che quella grande riserva a sua sorella – indica con un gesto soave della mano il pettinino per capelli posato accanto alla scodella di ceramica «Passaporta, tesoro. Non volevo arrivassi tardi»

[1 Settembre 1977, Londra (UK)]
«Lunastorta!»
«Remus J. Lupin!»
Come non riconoscerli. Le iridi color zenzero – di puro color zenzero – di Lunastorta incrociano lo sguardo di Hilda Greer – settimo anno Corvonero – prima posarsi sugli occhi nocciola di James Potter.
«Ramoso!» Remus allarga un ampio sorriso, e, nello spostare lo sguardo alla sinistra dell’amico, incontra la bocca ghignante di Sirius Black – i cui occhi, bruni e ridenti, lo guardano da una manciata di centimetri più in alto «Felpato!»
L’immancabile abbraccio collettivo e la manata di Black sulla schiena quasi non gli fanno perdere l’equilibrio.
«Come stai?» chiede entusiasta James, non appena si sono sciolti.
«Tutto ok…»
«Non hai idea di quanto mi faccia felice rivederti» esclama Sirius, guardando James di sottecchi «Un’estate da solo con questo qua è qualcosa che non augurerei neppure al peggiore dei miei nemici»
«Bell’amico che sei, Felpato!» Potter gli da corda, inarcando un sopracciglio «Io ti do vitto e alloggio per tre mesi, e tu vai a lamentarti da Lunastorta. Con fare civettuolo, per giunta…» Lupin ride, rincuorato dal fatto che finalmente siano lì, entrambi, insieme a lui. Perchè, da quando Sirius ha lasciato casa sua per stabilirsi definitivamente dai Potter, qualcosa di fastidioso Remus l’ha sentito. Non gelosia vera e propria, ma qualcosa di più simile a un senso di esclusione.
«Allora, le vacanze?» Sirius ha affiancato James, e lo aiuta a spingere il carrello ospite di una doppia razione di bagagli - due in uno, per risparmiare: cosa, poi, non si sa.
«Bene, bene» dice Remus con tranquillità, lanciando poi un’occhiata in tralice verso entrambi «anche se io agosto non me lo sono fatto al mare, come qualcun altro…»
Sirius sorride gongolante, alzando un braccio con fare calcato, in modo da osservare la tintarella color orzo.
«Si vede molto?» si atteggia in una finta casualità per sottolineare un finto compiacimento.
«Vai a radicchi, Felpato!» esclama ridendo James, tirandogli un pugno amichevole sulla spalla – che già da due anni arriva all’altezza del suo mento.
«Jamie-jamie, non devi essere invidoso se il tuo super-amico si abbronza e tu no…avrai certamente altre qualità!»
«Per ora quasi del tutto ignote, ma magari, col tempo…» fa forza Lupin con aria falsamente distratta. «Però per volare sa volare» lo squittìo inconfondibile di Codaliscia basta a stampare un sorriso soddisfatto sul viso di James. «E con Peter ci siamo tutti!» esclama voltandosi verso Minus, prodigandosi in altre manate e segni d’amichevole affetto «E tu, Codaliscia, sei un faro nella notte» continua con stucchevole aria teatrale «La mia ancora di salvezza in un mare pieno di squali con code da cani»
«Ehi!» Sirius e Remus si ribellano all’unisono, con la stessa espressione fintamente corrucciata.
«Da quando s’è insinuato in casa mia» continua James ignorandoli, parlando sottovoce con fare losco a Peter, gli occhi rivolti in direzione di Sirius «sono diventato quasi un dog-sitter…»

«Quanta gente c’è, quest’anno?» il carrello di Patty Grant sbanda appena, andando a sbattere contro quello di Lily Evans, con cui sta facendo la strada «Scusami»
«Figurati» fa l’altra comprensiva «Camminare in mezzo a tutte queste persone con dei carrelli di queste dimensioni non è esattamente la cosa più agevole del mondo»
«Non capisco davvero…è il primo anno che mi capita di vedere tanti ragazzi ad aspettare il treno» «Oddio, Patty» il tono di Lily muta improvvisamente in un sussurro inquieto, quasi spaventato. L’amica alza gli occhi, allarmata e interrogativa.
«Cosa?»
«Potter»
«Eh?» un sopracciglio inarcato da parte di Patty.
«Potter! Laggiù…con quei tre suoi amici…»
«Oh!» Patty allunga il collo, mettendosi in punta di piedi per riuscire a vedere oltre la folla «C’è anche Black?»
«Patty!» un ammonimento irritato della rossa.
«Cosa!? Ma dai, Lily…» Patty sospira, seguendo l’amica in una virata repentina verso altri lidi, con l‘intenzione a mettere più gente possibile tra loro e James Potter «Non potrai evitarlo per sempre, siamo nella stessa casata!»
«Per sempre no» replica Lily con determinazione «Ma finchè posso farlo…» Il cling di due oggetti metallici – di dimensioni rispettabili e dotati di ruote – che collidono precede il brusco ondeggiare del carrello di Patty, che minaccia di rovesciarsi. La gabbietta di metallo di Goffredo, il gatto di Patty, ruzzola giù, facendo un rumore dell’altro mondo. Il gatto soffia, si gonfia come un pesce palla, e lo sportello della gabbia si apre. «Per Morgana, scusa!» il forte accento americano si arrotola in modo strano a quel tono mortificato con qui vengono pronunciate le parole. Chi sta dietro al carrello tamponatore si piega a chinino, cercando di raccogliere ciò che è caduto, ma Goffredo è più veloce, e se ne esce dalla gabbia come una folgore, mettendosi a correre in mezzo alla gente, terrorizzato.
«Porco Salazar!» Patty si porta una mano sulla bocca, gli occhi grossi come uova.
«Patty!» Lily l’ammonisce accigliata.
La ragazza accucciata per terra salta in piedi come un pupazzo a molla, un’espressione agitata in viso.
«Te…te lo riprendo» balbetta in ansia e, prima di avere una qualsiasi risposta, si mette a correre dietro la bestiola, scansando alla bene e meglio chi la ostacola – facendosi strada a gomitate.

Isobel I. Wright non è esattamente una campionessa di atletica. In tutta la sua vita ha frequentato solamente un corso di nuoto della durata di diciotto mesi, e di anni ne aveva dieci. Trovarsi a correre dietro ad un gatto ancor prima di salire sul treno per Hogwarts, oltretutto, non era nei suoi piani, e una stazione piena com’è piena King’s Cross questa mattina non agevola certamente la situazione.
Goffredo è un gattino di tre mesi, e sguscia tra la folla come un leprotto. Le sue ridotte dimensioni hanno contribuito a mettere inquietudine addosso ad Isobel: un gattino così piccolo in mezzo a così tanta gente potrebbe non avere aspettative di vita troppo ottimiste.
«Permesso, scusate…permesso» balbetta spintonando la gente che la lascia passare guardandola perplessa.
«Ma quella è Izzy!» una voce familiare attira per un attimo la sua attenzione, ma l’immagine che le si focalizza davanti nella mente – un gattino di tre mesi spiaccicato sul pavimento di King’s Cross a mo’ di stuoia – la fa desistere dal distrarsi.
Poi, ad un tratto, il gatto si ferma, ostacolato da una montagna di bagagli accatastati uno sull’altro proprio accanto al treno, ma Isobel è talmente lanciata in avanti che va a finire dritta dritta contro i bauli di legno, dando una spanciata considerevole e rimbalzando indietro di un passo subito dopo.
Il chiacchiericcio che arriva da dietro la muraglia di bagagli si arresta di colpo e, quando la ragazza alza la testa, riacquistando un minimo di equilibrio, si ritrova a fissare quattro paia di occhi di quattro diverse tonalità di terre.
«S…scusate» un filo di voce strozzato le esce dalle labbra, mentre sente le guance accendersi, per la corsa e per l’imbarazzo in ugual misura.
«…tutto ok?» domanda incerto uno dei quattro, quello con gli occhi color zenzero «hai…bisogno di una mano?»
«No, e-ecco, io…» il suo tenere la testa bassa le permette di identificare la sagoma batuffolosa e cinerina di Goffredo, che zampetta avanti e indietro cercando un anfratto in quella muraglia di bauli. Isobel si piega repentina e prende in braccio il gatto, che miagola e si agita tra le sue braccia, cercando di sfuggirle. «Do…dovevo solo riprendere questo» un sorriso imbarazzatissimo, prima di girarsi e farsi inghiottire dalla folla il più in fretta possibile. Non abbastanza in fretta, però, per evitare di sentire le risatine divertite dei quattro ragazzi che si è lasciata dietro.

«Ma figurati se era Izzy» esordisce Desdemona McNamara, rivolgendo un’espressione scettica a Rhonda Cooney.
«Sì che era lei!» Rhonda sembra essere fermamente convinta di quello che dice.
«Izzy non corre» fa notare Petronilla con tono piatto, totalmente disinteressato, seduta sul suo baule con in mano il libro di Erbologia «E per i M.A.G.O. ci fanno studiare questa roba…»
«Ma già pensi ai M.A.G.O. Pepe?» fa Desdemona, sedendosi accanto a lei sul baule «Comunque sia, Izzy o non Izzy, se era lei vedrai che torna in dietro»
Rhonda sospira, facendo una mezza piroetta flemmatica, in modo da dare le spalle alle amiche.
«Fatemi posto» dice quasi rassegnata, guardandosi un po’ in giro e accasciandosi sull’angolo ligneo che le altre due le lasciano libero «Che situazione assurda»
«Perché?» chiede Desdemona, lanciando in aria una pallina da giocoliere di polistirolo e pelle «Credevo che venire in Europa fosse il tuo sogno»
«Sì, ma non a Londra! Un gemellaggio con la Francia non poteva esistere?»
«Questa tua passione per l’Europa mi è incomprensibile» brontola Petronilla con tono annoiato, senza alzare gli occhi dal libro che sta sfogliando «Si tratta pur sempre di stare otto mesi chiusi dentro a una scuola, ad ammazzarsi di studio, per di più, visto il diploma imminente…»
«La fai sembrare quasi una gita in bicicletta in pianura, con quel tuo tono di sufficienza» mormora Desdemona con poco sprint, riacchiappando la pallina per lanciarla poi una seconda volta.
L’Espresso per Hogwarts fischia, lanciando nell’aria un batuffolo di fumo bianco e lattiginoso, e tutte e tre si voltano in direzione della locomotiva.
«Beh» Rhonda si alza in piedi come si è seduta, con un’improvvisa ventata di ottimismo nel sorriso e nella voce «Si direbbe che è ora di salire»
A confermare la sua tesi, i ragazzi spersi in tutta la stazione cominciano a dirigersi come un gregge verso il treno.
Desdemona sospira.
«Va bèh…Izzy la troveremo sopra…»
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sacrilega Ma Non Troppo