Devo ammettere di averla scritta tutta d’un fiato.
È un’ ipotetica lettera di Ed indirizzata al
padre, carica ovviamente di odio e di disprezzo.
Spero che vi piaccia.
Recensite!!!
Lettera di un figlio al padre.
Un angelo stava per tornare in cielo.
Dio lo reclamava, poiché quello era il suo angelo in
assoluto più bello.
Incarnava in sé la purezza, la gentilezza e altre mille
lodevoli doti. Era perfetta.
Lei se ne stava andando e tu non c’eri.
La nostra dea stava per lasciare noi, i suoi due più devoti
seguaci, che, ingenui ed ancora innocenti, non potevamo che stare a
guardarla.
Il suo viso perfetto sorrideva. Non lasciava trapelare la profonda
sofferenza, dovuta tanto alla malattia, quanto alla perdita
dell’uomo amato. Sorrideva per noi, per non farci capire, ma,
nonostante la giovane età, non eravamo stupidi: sapevamo che
se ne sarebbe andata presto.
Quando mi ritrovavo da solo, piangevo dalla rabbia.
Ero totalmente impotente.
Non potevo guarire il mio, il nostro angelo. Non avrei mai potuto fare
in modo che vivesse per sempre.
Quella volta avrei dovuto capire che certe cose non si potevano
cambiare, ma ero solo un bambino, che stava per essere privato della
sua dolce mamma. Se solo io ed Al avessimo avuto allora qualcuno, una
guida, un genitore, che ce l’ avesse spiegato, forse le cose
sarebbero andate in modo diverso.
Ma eravamo soli! Tu eri lontano e lo eri stato per tutta la nostra
breve vita.
Abbiamo dovuto comprendere questa dura lezione da soli, pagando
l’errore con i nostri corpi.
Sei stato un genitore orribile! Una persona orribile!
E io ti odio! Ti odierò per sempre!
Ci hai abbandonato!
Hai abbandonato il più bell’ angelo del cielo e i
frutti del vostro amore.
Come hai potuto?
Non comprendo le tue ragioni e non vorrò mai farlo
perché ti odio troppo.
Da me, sangue del tuo sangue, non potrai ottenere mai perdono, ma solo
rancore.
Una cosa mi stupisce: Al continua a chiamarti
“papà”.
Lui è troppo simile alla mamma. Sempre pronto ad aiutare,
perdonare, a tal punto da trovare la speranza nella cruda
realtà.
Lui ti considera un papà, ma entrambi (anche se in fondo al
nostro cuore) comprendiamo di non averlo mai realmente avuto.