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Autore: fedenow    25/07/2007    7 recensioni
Missing-moment dell'ultima puntata: i pensieri che spingeranno Max a chiedere a Liz di sposarlo. (Ho recentemente rivisto la storia perchè non ne ero completamente soddisfatta)
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Max Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You, Liz Parker
Cosa ha spinto Max  a chiedere a Liz di sposarlo?
Può essere definito un missing-moment,  anche se è molto molto di più...
La canzone (semplicemente stupenda;) è "You" degli Switchfoot. Vi consiglio di procurarvela perchè ne vale veramente la pena.
Buona lettura!



YOU, LIZ PARKER


Max Evans era sdraiato sul suo letto, le mani incrociate dietro la testa.

La radio, sintonizzata a basso volume su una stazione a caso, trasmetteva un successo rock che mal si addiceva al suo stato d’animo in quel momento.

La stanza era immersa nella penombra, ma si potevano distinguere abbastanza facilmente i numerosissimi poster appesi alle pareti. Basket, football, qualche paesaggio…Se avevano avuto un senso per lui nel momento in cui li aveva appesi, ormai l’avevano perso del tutto. Non gli dicevano niente a guardarli, come sarebbe successo a un qualunque diciottenne, non significavano niente per lui…

D’altronde, lui non era un qualunque diciottenne.

Lui era Max Evans, alieno, re di un pianeta sconosciuto al genere umano, sopraffatto da incarichi e responsabilità mai desiderate, padre di un figlio che aveva abbandonato…

Il solo pensiero gli fece salire le lacrime agli occhi.
Si mise a sedere, impedendosi però di piangere, allungò il braccio verso il comodino e prese la foto che vi era appoggiata sopra.
Un bimbo lo fissava con fare interrogativo, quasi perplesso, placidamente disteso in un lettino azzurro.
Zen, suo figlio…

Era impossibile quantificare il dolore che provava ogni volta che lo pensava.

Si era ripromesso di dimenticarlo, per il suo bene e quello del bambino, ma nel momento stesso in cui aveva formulato questo proposito, aveva capito l’assurdità che stava affermando.
Non avrebbe mai potuto dimenticarlo, neanche per un secondo.
Non si possono dimenticare le persone che si amano, purtroppo o per fortuna. Mai.

Zen era nato per un suo errore enorme.
Era giovane, stanco di essere il massimo responsabile della vita dei suoi cari, e si era affidato alla persona sbagliata. C’era quella che gli sbatteva continuamente in faccia le difficoltà che avrebbe dovuto affrontare, mentre dall’altra parte c’era lei, Tess, che gli prometteva un futuro roseo e senza ostacoli insormontabili. In quel momento di debolezza e frustrazione, la scelta non era stata difficile. Semplicemente, sbagliata.

Ma lo sbaglio si concretizzò in qualcosa di meraviglioso: il bambino bellissimo ritratto nella foto.
E in breve tempo si era ritrovato ad amare quell’“errore” alla follia, rischiando la vita per salvarlo.
Ma una volta raggiunto il suo obiettivo, una volta trovato il bambino, il suo bambino, dopo mesi e mesi di pericoli, litigi e scontri…aveva dovuto allontanarsene subito.

A lui, a Max Evans –alieno diligente, re responsabile di genti sconosciute a lui stesso-, non era stato nemmeno concesso di essere il padre di suo figlio, di donargli tutto l’amore che sentiva di provare.

Strinse gli occhi in un moto di rabbia e frustrazione, impedendo nuovamente di uscire alle lacrime che da troppo tempo tratteneva.

Perché, perché proprio lui doveva essere il re? Perché non qualcun altro più esperto, più portato? Perché non qualcuno ambizioso?  In un impeto di egoismo pensò “Perché non Michael?”, che bramava il trono come poche altre cose?
Scosse la testa. Inutile mentire: non gli avrebbe mai permesso di addossarsi quel fardello mortale. Gli voleva troppo bene.
Michael aveva tentato di sottrargli lo scettro, ma Max-il-re-responsabile gli aveva salvato la vita, per l’ennesima volta. E la calma era tornata per tutti. Meno che per lui, ovviamente.

A tutto ciò, si aggiungeva il fatto che lui e i suoi amici erano ricercati da tutte le autorità del New Mexico, che non utilizzavano mezzi di persuasione civili, stando alle visioni di Liz…

Liz.

L’immagine della ragazza, la sua ragazza, gli si formò nella mente, mentre il pezzo rock volgeva alla sua conclusione, nonostante il cantante si ostinasse a gridare nel microfono…
Il solo pensiero di quell’angelo bruno fece svanire l’ira che era montata dentro di lui.

Liz e rabbia, Liz e ingiustizia, Liz e falsità, erano cose che non potevano assolutamente convivere, pensava, mentre un sorriso si formava sul suo viso. Un sorriso che trasmetteva affetto, tenerezza, amore, ma soprattutto un stima enorme che non aveva mai provato per nessun altro.

Lei, l’unica che l’aveva capito appieno sempre e sostenuto negli sbagli, nelle difficoltà.
Lei che aveva perdonato il suo comportamento spesso meschino e arrogante.
Lei che aveva coraggiosamente deciso di riprovare a costruire la sua felicità con il ragazzo che l’aveva fatta soffrire in modo allucinante.
Lei che fingeva di essersi gettata il passato alle spalle, per non soffrire e per non farlo soffrire.

Questi erano motivi più che sufficienti per amarla e stimarla.


Una voce sconosciuta lo distrasse dai suoi pensieri: una nuova canzone aveva cominciato a risuonare nella stanza, e le parole l’avevano da subito colpito…

There's always something
in the way                              
There's always something              
getting through          
But it's not me  
it's you

It’s You

Era vero.
Qualunque cosa pensasse, qualunque cosa facesse, lei era sempre presente. Trovava sempre il modo di fare capolino nei suoi pensieri, di dare un senso alle sue giornate, con il suo sorriso timido e dolce, il suo sguardo sincero e innamorato…

Non l'aveva mai lasciato solo. Non gli aveva mai imposto nulla.
Si era sempre limitata a dargli dei consigli, tendendogli la mano della salvezza, ma spesso lui, lui altezzoso, lui arrogante, li aveva rifiutati.

Ma anche in questo caso lei lo aveva perdonato, e salvato una volta ancora.

Sometimes ignorance                                    
rings true                                                       
But hope is not in                                           
what I know                                                  
It’s not in me                                                 
it's in you

It’s in You

It's all I know

Lei, lei era la sua speranza.
Da solo puoi trovare la forza di volontà, ma per la speranza devi avere qualcosa di più...Qualcuno di più. Qualcuno che con la sola sua presenza di permetta di guardare al futuro ignorando tutti i problemi che cercheranno di ostruirti la via, sentendoti felice per il solo fatto di essere al mondo.

E lui aveva avuto la straordinaria fortuna di trovare questo qualcuno nella cameriera del Crash Down Café.

Lei era il faro che gli indicava la strada quando ignorava cosa dovesse fare, quando non riusciva a distinguere sogno e realtà, bene e male, sincerità e ipocrisia.
L’àncora che, fortunatamente, l’aveva costretto a rimanere con i piedi ben saldi a terra, nei momenti in cui lui aveva tentato di fuggire dai problemi che gli si presentavano.

Avrebbe dato tutto per lei, per loro.
Anche la vita, se questo avesse permesso a Liz di veder sorgere il sole una volta di più.

Avrebbe fermato il mondo, impedito al tempo di scorrere, pur di fissarsi nella mente tutti i momenti passati insieme. Pur di ricordare il sorriso di Liz che si faceva strada sul suo volto dopo ogni bacio, ogni carezza, ogni parola.
Pur di poterle ripetere all'infinito che l'amava. Che la vita senza di lei non aveva alcun senso.

Non erano l'aria, l'acqua o il cibo che gli garantivano la vita.
Era il vivo ricordo di quegli abbracci, di quegli sguardi, di quella complicità.

Di quegli istanti in cui tutto, all'infuori di loro, cessava di esistere.
Il mondo appariva come un acquerello sfocato, mentre tutta la vita si concentrava nella ragazza che stringeva fra le braccia, che amava così disperatamente.

And I find peace                                           
When I'm confused                                       
And I find hope when                                   
I'm let down                                                  
Not in me                                                      
in you           
                                                
It’s in You         

E trovava pace quando era confuso, trovava speranza quando gli sembrava che tutto gli desse contro.
E tutto questo guardandola negli occhi.
Semplicemente guardandola, e vedendo la voglia di vivere che il suo sguardo trasmetteva, sentendo il suo cuore battere quando era vicina a lui, sentendo la sua buffa risata quando faceva qualcosa di ridicolo.
Vedendo i suoi occhi brillare di gioia per ogni momento che era loro concesso di vivere insieme.
Sapendo che il suo amore era completamente corrisposto.

Di nuovo si ritrovò a pensare che era solo grazie a lei che riusciva a vivere serenamente nonostante il dolore e la sofferenza a cui era perennemente sottoposto.   

Lei era l'unica che lo aveva sorretto quando la sua reputazione, la sua stima, la sua credibilità vacillavano.
Lei non aveva mai creduto a quello che le veniva raccontato, a quello che gli occhi suggerivano.

Lei si era sempre fidata dei sui sentimenti, anche se ciò le aveva causato sofferenze indescrivibili.

Ma Max aveva da tempo giurato che ciò non sarebbe più successo.

I hope to lose myself                                    
For good                                                       
I hope to find it in the end                            
Not in me                                                     
In you        
                                                  
In You    

C’erano momenti in cui avrebbe voluto chiudere gli occhi per non vedere tutta la sofferenza che causava, fingere che tutto andasse bene. Avrebbe voluto perdersi in un mondo immaginario senza problemi e preoccupazioni, smettere di essere il ragazzo e il re perfetto che era sempre stato. Sbagliare solo per il gusto di assaporarne la sensazione.
E in alcuni momenti ce l’aveva anche fatta, ma di nuovo lei l’aveva salvato, senza che nessuno glielo chiedesse, senza pretendere nulla in cambio.
Solo di essere amata.

Il posto di Max non era fra falsità e immaginazione, su Antar; il suo posto era qui, sulla Terra, accanto a tutte le persone che amava e che lo amavano in modo sincero. Soprattutto, accanto a lei, il suo angelo protettore.

Liz non gli aveva mai garantito un percorso facile da compiere insieme. Anzi, solitamente tendeva a enfatizzare tutte le difficoltà che avrebbero dovuto affrontare.
 Ma alla fine tutti e due avevano fortunatamente deciso di arrendersi a quella forza indescrivibile che è l’amore, arrendendosi alle richieste che i loro giovani cuori da tempo facevano.

Quella, era sicuro, era stata la scelta più giusta nella sua vita piena di sbagli.

It's all I know                                              
It's all I know                                             
It's all I know                                              
in you                                                  
in you                                                    
it’s in You 
                                                                                 
It's all I know                                          
It's all I know                                              
It's all I know                                              
It's all I know             

E questo era tutto ciò che sapeva: che l’amava. Che l'amava come non aveva mai amato. Che non l’avrebbe mai lasciata. Che non l’avrebbe fatta soffrire mai più.

Lui, Max Evans, aveva sempre chinato il capo di fronte alle restrizioni che gli venivano imposte in quanto Re, ma su un punto era stato ed era irremovibile: nessuno, umano o meno, sarebbe riuscito a dividere una seconda volta lui e la ragazza che amava.

Il loro destino era quello di stare insieme per sempre.
E questo non glielo aveva detto nessuna apparizione, non l’aveva trovato scritto in nessun libro alieno.
Questo era quello che gli diceva il suo cuore.

Forse, l’unica cosa di fronte a cui, davvero, bisogna chinare il capo.

E questo era tutto ciò che sapeva, tutto ciò che sapeva, tutto ciò che sapeva, tutto ciò che sapeva…mentre la canzone debolmente sfumava.


E finalmente, pianse.
Si concesse questo lusso ignorando deliberatamente la sua condizione di Ragazzo Alieno Indistruttibile.

E pensò a Liz anche mentre piangeva. A lei che gli avrebbe sicuramente detto di tenere duro e di ricordarsi dei suoi doveri.

Ma questa volta Max Evans decise di non ubbidirle. Di fare quello che sentiva essere giusto, fregandosene degli alieni o dei libri che sembravano aver già deciso il suo futuro, posizionandolo su un trono d'oro e d'odio, con responsabilità che andavano oltre le sue facoltà umane e non.

E pianse. Un pianto liberatorio, un pianto di gioia, un pianto di pura felicità.

E presto fra le lacrime si fece strada un sorriso, sempre più mercato e incontrollabile.
Perché ora lui, Max Evans, aveva finalmente capito quale era la sua strada.

Quella che, di lì a poco, l’avrebbe portato a chiedere alla sua Liz di vivere insieme il resto delle loro vite.
Uniti per sempre, fino alla fine. Per quanto vicina potesse essere, per quanto dura sarebbe stata.

E questo era tutto ciò che sapeva, tutto ciò che sapeva, tutto ciò che sapeva, tutto ciò che sapeva…
Tutto ciò che, in fondo, contava davvero.


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Questa è la prima ff che scrivo su un telefilm, quindi, a maggior ragione, fatemi sapere in tanti cosa ne pensate!!!!!!
Come avete trovato questo Max?
Recensiterecensiterecensite!!!!!
fedenow

   
 
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