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Autore: Jooles    06/01/2013    4 recensioni
"Chi perde diventa amico dell'altro!", urlò Naruto elettrizzato.
"Così non c'è via d'uscita!", gettò di rimando Sasuke, seccato dall'idiozia di quel pivelletto.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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La calma regnava a Konoha. Il villaggio era immerso in un’aurea di pura tranquillità, l’aria era satura dei sorrisi degli abitanti e delle risa dei bambini. Ma lui no, non rideva. Non accennava al benché minimo sorriso, le sue labbra sottili rifiutavano la minima increspatura. Non come l’acqua che gli si parava dinanzi, soggetta al soffio del vento il quale agitava la superficie del lago.
Per natura, per contrasto, o per semplice ovvietà e logica, il fuoco non può  stare vicino all’acqua. Lui invece sì, quel Fuoco amava trascorrere le giornate lì, a fissare le increspature e le diverse sfumature di colore che il liquido assumeva a seconda del tempo.

Quel giorno era caldo, non pesante, che offusca la mente e appesantisce il corpo, ma piacevolmente temperato, che riscalda i capelli e arrossa le guance.
Il bambino dunque trascorreva ormai la maggior parte delle sue giornate seduto sulla sponda del lago. Non aveva niente di meglio da fare prima che iniziasse di nuovo l’anno di studi all’Accademia. Ma soprattutto, non aveva nessuno con cui trascorrere quegli ultimi e spensierati giorni d’estate. Anche se a dirla tutta, potevano essere spensierati per chiunque, meno che per Sasuke Uchiha. Tutti al villaggio conoscevano la sua storia, tutti noi conosciamo la tragedia degli Uchiha. Tutti evitavano il bambino dagli occhi scuri, come se fosse una fiamma ambulante, pronta a bruciare chiunque si trovasse nei suoi paraggi.
Eppure quel giorno a un altro bambino sembrò non importare che, avvicinandosi a quel suo coetaneo rovente d’odio, avrebbe potuto ustionarsi un giorno, non molto lontano. Ma lui non poteva conoscere il futuro, e noi invece sappiamo come andò a finire.











Come Naruto e Sasuke divennero amici. 
O quasi...


 

Quel mercoledì pomeriggio, al calare del sole, la Volpe si aggirava ancora per le strade del villaggio. Era dovuto fuggire ad un compaesano irato quando questo si era accorto che il marmocchio stava osservando ammirato il suo bancone di mele. Belle mele, grosse e succose, verdi e rosse, non una ammaccata o bacata. Ma la Volpe si sa, quando si avvicina viene sempre cacciata, per paura, superstizione e chi sa quale altra diavoleria simile. Eppure quel bambino mingherlino dallo stomaco senza fondo avrebbe pagato il prezzo imposto per avere una di quelle mele. Invece ora si ritrovava a passeggiare per l’argine con le tasche piene di monetine e sassolini che avrebbe lanciato ai piccioni più tardi, eppure con lo stomaco digiuno.
Cammina, cammina, scalcia qualche sasso e ancora cammina, finché non lo vide. Strizzò gli occhi per scorgere meglio in lontananza. Ma non si poteva sbagliare: capelli scuri, espressione triste che si riconosceva lontana da chilometri. Sasuke Uchiha, e pensando a quel nome gli venne rabbia, ma anche pietà e compassione. Non ci pensò due volte.
Iniziò a correre per la discesa che avrebbe portato alle sponde del lago, ma inciampò e rotolò, si ruzzolò, fece una capriola e poi qualcosa arrestò la sua corsa. Aveva sbattuto il sedere contro qualcosa di piccolo, non duro e ben ancorato al terreno da non poter essere spostato. Inoltre sentì che si muoveva a intervalli regolari. Quello era un respiro.
Naruto  si alzò di scatto, e comprese immediatamente dove aveva appena sbattuto il suo fondoschiena. Il bambino dagli occhi di fuoco. Sasuke si mise in piedi di scatto e lo fissò. Naruto ebbe un attimo di titubanza, ma tornò subito l’invadente di sempre.
“ Ehi, non devi trovarti in mezzo ai piedi se io decido di rotolare giù!”, lo additò il bimbo biondo.
“E tu non dovresti ruzzolare giù per le colline come un demente!”, lo rimproverò quello moro.
“Io rotolo dove mi pare, bleeeeh!”, disse Naruto schernendolo facendogli una linguaccia.
I due si fissarono, gli occhi pieni di sfida.

“Facciamo così: ci tuffiamo in acqua, chi fa gli schizzi più alti vince!” gridò eccitato la Volpe.
“E che cosa vince, stupido?”, chiese irritato l’altro.
“Si deve chiedere scusa all’altro!”. I suoi occhi brillavano, ma non perché si trovasse in uno stato d’animo in cui gli occhi dovessero brillare, no; i suoi occhi balenavano di luce, sempre. Lui era così e Sasuke non poté che provare irritazione e invidia.
“Ci sto,” disse il Fuoco, noncurante di star sfidando l’acqua.
“Baaaaka, sono il mago dei tuffi io!”, disse la Volpe, che si spogliò in fretta e furia, rimanendo solo in mutande. Prese la rincorsa, si slanciò contro lo specchio d’acqua, ma proprio un attimo prima di prendere lo slancio per tuffarsi il suo piede destro si incagliò in una trave di legno, inciampò e finì in acqua di faccia.
Sasuke voleva irritarsi eppure non ce la fece. Cosa gli stava succedendo? Quel rompiscatole lo aveva divertito? Represse subito il sorriso che gli si era formato sul volto.
Aspetta un attimo.
Sorriso.
Sasuke Uchiha aveva sorriso dopo mesi. Non che fosse il più evidente e sorridente dei sorrisi nella storia dei sorrisi; era stato appena accennato, ma era un inizio.
Tornò quello di sempre quando Naruto emerse dall’acqua zuppo e rintontito dall’impatto con la solida superficie. Non voleva mostrarsi debole di fronte a un rimbecillito tale.
“Questa… n-non… valeva,” disse senza fiato Naruto.
“Stupido,” convenne infine Sasuke.
“Ehi, devo riprovare!” e senza nemmeno aspettare il consenso dell’altro, corse ancora una volta verso il lago.

Splash. Il tuffo innalzò una notevole quantità d’acqua che schizzò le gambe di Sasuke.
Naruto riemerse guardando il rivale trionfante.
“Prova a battermi!”, disse incrociando le braccia e sorridendo in segno di superiorità.
Sasuke si avvicinò all’acqua e la contemplò. Si svestì, ripiegò gli abiti e li sistemò ordinatamente uno sopra l’altro, diede un colpetto di tosse. Ultimo sguardo alla superficie e si buttò. Fece un salto molto alto e al suo apice si rigirò di schiena, provocando un suono sordo all’impatto con l’acqua.
Come quando due particelle di ugual segno si respingono al loro avvicinamento, così successe per Sasuke e l’acqua. Il Fuoco lanciandosi aveva creato come un buco sulla superficie perfettamente levigata del lago, provocano uno schizzo altissimo che ricadde sul capo del malcapitato Naruto.
Sasuke uscì dall’acqua con l’espressione che tradiva un minimo compiacimento per aver battuto il suo avversario.
“Beh, sembra che qualcuno qui debba delle scuse…”, lo incalzò l’Uchiha.
“Baaaka, davvero pensavi che mi sarei scusato? Sei proprio scemo, prrr!
Sasuke lo squadrò. “Mi hai fatto bagnare per niente! Sei un idiota!”.
Naruto guardò quel bambino. Si credeva chi sa chi, era vero. Ma si vedeva lontano un miglio che avesse il disperato bisogno di un amico. Nessun altro lo aveva capito, ma lui sì. Chiaro e tondo.
“Però tu non sai della scommessa segreta!”, sogghignò la Volpe.
“E quale sarebbe?”.
“Chi perde deve diventare amico di quello che vince!”, disse Naruto tutto d’un fiato.

“Ma che diavolo dici! Così non c’è ricompensa per chi vince!”, sostenne Sasuke, il quale convenne che si trattasse di una cosa abbastanza ovvia.
“Credi che mi faccia piacere diventare amico di uno scorbutico come te? Ma ho perso, non posso mica ricevere caramelle e ramen per questo! Mi tocca!”.
Sasuke ammirò i suoi occhi. Emanavano talmente tanta speranza che avrebbe potuta prestargliene un po’ e a lui non sarebbe comunque diminuita.
Poi il bambino dagli occhi fiduciosi fece una cosa inaspettata. Prese la mano del piccolo con gli occhi tristi e infuocati, che in quei pochi minuti trascorsi con la Volpe forse un pochino avevano placato il loro ardore, e corse verso l’acqua. L’Uchiha fu colto alla sprovvista e non si rese conto che qualche passo dopo e un salto più in là, si ritrovò in acqua con il bambino.
Naruto lo guardò e scoppiò il una risata, deridendo il nuovo amico che aveva i capelli bagnati spiaccicati sulla fronte. Sasuke non volle dargli soddisfazione ma si sentì leggero, come non lo era ormai da mesi.
 
E fu in questo modo che la Volpe riuscì a domare il Fuoco, avvicinandosi e riuscendo a non scottarsi. 

Almeno fino ad allora...

















Note

Mi sono divertita da morire a scrivere questa one-shot: nonostante io abbia iniziato ad amare Naruto e Sasuke come coppia, li vedo prima di tutto come migliori amici. 
E niente, sono di poche parole oggi, perciò spero di lasciare a voi la parola (segnalatemi errori e orrori, ve ne prego!).

Un saluto carissimi,
Jooles

  
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