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Autore: Elwerien    25/07/2007    8 recensioni
Iniziò a piovere.
Improvvisamente, un fulmine spaccò in due il mondo.
Fu la volta del tuono.
Shikamaru non si vergognava di piangere.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia liberamente ispirata a questa immagine.

-Wake Up, Ino-


Shuriken scintillanti volavano dappertutto.
Kunai trafiggevano l’aria mirando a chiunque non fosse stato abbastanza veloce da scansarli.
Corpi duellavano, annientandosi, colpendo, gemendo.
Voci urlavano tecniche ninja, innalzandosi nell’aria dove morivano gettando le loro ultime flebili note.
Shikamaru stava combattendo contro una ninja dai lunghi capelli blu elettrico, vestita con un competo da battaglia completamente azzurro. Aveva grandi occhi scuri. Lo sguardo glaciale. Gettò un’occhiata veloce ai suoi compagni di squadra: Chouji, molto più grosso del solito grazie alla sua speciale Tecnica dell’Espansione, stava combattendo contro un giovane molto alto dai capelli rossi raccolti in una coda sulla nuca. Era vestito con una tunica verde smeraldo trattenuta in vita da una fascia, e sulla schiena spuntavano due strane ali d’aquila. Poco più in là, Ino stava avendo la meglio su un ragazzo vestito di una casacca lunga e nera, con corti capelli di un biondo sporco e gli occhi rossi. Combatteva usando una lancia di uno strano materiale trasparente.
Shikamaru tornò a concentrarsi sulla ninja di fronte a lui. Anche lei lo stava squadrando, come a valutarne la bravura. Il Chuunin di Konoha sentì la guancia bruciare dove lei l’aveva colpito, poco prima, ma si trattava solo di un graffio.
Gettò lo sguardo sul kunai che giaceva a terra, macchiato del suo stesso sangue. Era trasparente come la lancia usata dal ninja vestito di nero. Dal modo in cui scintillava al sole, Shikamaru avrebbe detto che si trattava di ghiaccio.
All’improvviso, il pugnale smise di scintillare e un’ombra calò sulla radura dove il team 10 stava combattendo. Lanciò una rapida occhiata al cielo: grosse nuvole grigie si spostavano come tenebrose sentinelle, e avevano appena spento il sole.
Pioverà, pensò.
Catturò con la coda dell’occhio un rapido movimento di fronte a sé: un kunai di ghiaccio lucente stava sferzando l’aria, mirando al suo petto. Si spostò velocemente; fu per un soffio che quello non gli trafisse il cuore.
-Sa giocare- mormorò, rimproverandosi per essersi distratto. Doveva stare più attento.
Sentì Ino mandare a segno due colpi, mentre Chouji, dissolta la Tecnica dell’Espansione, era impegnato in un corpo a corpo col suo avversario.
Rifletti, si disse.
Aveva già usato la Tecnica del Controllo dell’Ombra, e non poteva più sperare di riutilizzarla, perché gli rimaneva pochissimo chakra. Doveva farla finita in fretta, o sarebbe stato sconfitto. Estrasse dalla tasca sulla gamba due kunai a cui aveva già legato due carte esplosive, e col movimento più rapido del suo repertorio li lanciò.
Ci fu un’esplosione e Shikamaru non riuscì più a vedere niente a causa del fumo e della terra che il suo attacco aveva sollevato. Alzò istintivamente le braccia contro la testa per proteggere gli occhi. All’improvviso un’ombra indistinta apparve fra le polveri.
Shikamaru vide chiaramente, mentre la nube si diradava velocemente, la sua avversaria emergere dai fumi morenti dell’esplosione e gettarsi su di lui, fra le mani una lama fatta del ghiaccio più tagliente e crudele, pronta ad affondare nella sua carne…
Sentì Ino gridare qualcosa di indistinto, e vide con la coda dell’occhio Chouji alzare la testa dal corpo ormai inerte dell’avversario, ma non ci badò. Estrasse l’ultimo kunai che gli rimaneva e, proprio mentre la sua avversaria gettava inspiegabilmente via la sua arma, lo lanciò.
Lo lanciò con tutte le sue forze.
Vide la punta colpire il petto di lei, affondare nella sua carne. Il sangue, scuro e abbondante, usciva a fiotti dalla profonda ferita, lasciando nell’aria un sapore dolciastro che sapeva di morte.
La ragazza si accasciò a terra con un gemito.
Shikamaru lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi. Con questa aveva completato la missione.
Chouji e Ino avevano già battuto i loro avversari, non dovevano fare altro che tornare a Konoha, insieme, come sempre.
Eppure c’era qualcosa che non andava.
L’aria era pensante e il silenzio regnava. Né Chouji né Ino gli si avvicinarono, come d’abitudine alla fine di una missione. Si girò e vide Chouji che lo guardava con un’espressione orripilata sul viso, incapace di muoversi se non per tremare.
-Ma cos…?-
-Shikamaru…-
Niente più che un sussurro, una voce in agonia. Shikamaru si voltò di nuovo e il suo sguardo cadde sulla ragazza che aveva appena colpito, la veste zuppa del suo stesso sangue, che lo guardava debolmente attraverso le palpebre semiabbassate.
-Shikamaru…-
Non riusciva a capire. Perché quella ragazza lo stava chiamando? E come faceva a sapere il suo nome? Perché Chouji fissava la scena bianco in volto? E ripensandoci, perché la giovane ninja aveva gettato via la sua arma, poco prima di scagliarla contro di lui?
-Shikamaru… sono io…-
Un barlume di comprensione si affacciò sulla sua mente, mentre ogni fibra del suo essere si rifiutava di crederci, di pensarci, di ammetterlo, perché era un’ipotesi assurda, perché quella ragazza stesa a terra, moribonda, in un lago di sangue, non poteva essere… non era…
-Sono io… Ino…-
… era agghiacciato, come se fosse stato trafitto da mille dei più freddi e taglienti kunai, il suo intero corpo che tremava, terrorizzato da quello che stava succedendo…
-N-no…-
Si inginocchiò accanto a lei, la sorresse mentre estraeva dal suo petto il pugnale che, ricordò con un brivido di orrore, lui stesso aveva lanciato con tanta forza, mentre cercava di donarle un appiglio a cui restare ancorata, per restare aggrappata alla Vita, per fuggire alla Morte dai neri artigli… -Resisti!- urlò, con una voce che non assomigliava affatto alla sua. –Non puoi andartene… non così… torna nel tuo corpo…- nella sua voce c’era il panico più puro, quello doveva essere un incubo, non poteva succedere davvero, non era reale… era impossibile, semplicemente assurdo… Deglutì. Ma allora, perché il sangue sembrava così vero? Perché sentiva il cuore battere forte come mai aveva fatto, come se volesse scoppiargli in petto?
-Resisti…- sussurrò, mentre la sua voce sfumava nella consapevolezza più crudele. -Non posso…- la voce di lei si faceva sempre più debole, e gli occhi sempre più vacui. Shikamaru sentiva il corpo rilassarsi sempre di più sotto la sua stretta. Sapeva che aveva i secondi contati…
… ma non voleva ammetterlo…
-Ino!- urlò, come se sentire il suo nome potesse in qualche modo impedirle di andarsene.
-Shikamaru… io ti…- s’interruppe bruscamente. Sembrò che volesse dire qualcosa, qualcosa di importante, gli scuri occhi puntati su di lui. Tentò di nuovo di parlare, ma la voce non le venne. E la Morte la ghermì.
Shikamaru rimase come paralizzato.
Appoggiò a terra il corpo lacerato della ragazza.
Ha chiuso gli occhi, pensò, perché è tornata nel suo corpo. Adesso andrò da lei, e starà bene… e poi rideremo insieme di questo sciocco equivoco… perché lei non può essere… lei è viva…si alzò in fretta e corse per i pochi metri che lo separavano da Ino, pensando con tutte le sue forze che sicuramente dopo che l’avesse raggiunta si sarebbe svegliata… perché solo quello importava, raggiungerla… e poi tutto si sarebbe sistemato e… e…
Ino giaceva a terra, nella stessa posizione aggraziata in cui cadeva ogni volta che usava la Tecnica del Capovolgimento Spirituale. Ma questa volta, lui non era stato lì a sorreggerla, come aveva sempre fatto. Questa volta era stata da sola, e il suo corpo si era accasciato pesantemente sulla nuda terra.
Sul suo petto c’era una profonda ferita.
-Ino…-
Si inginocchiò accanto a lei e la prese fra le braccia.
-Svegliati- attese.
-Svegliati- ma lei rimase immobile.
-Svegliati, Ino!- ruggì, ma per quanto fosse disperato, per quanto la sua voce tradisse il tremore che lo percorreva da capo a piedi, Ino non si svegliò.
Iniziò a piovere.
Erano le nuvole che aveva visto prima –quanto prima? Un minuto, un’ora? Un’esistenza intera?
Alzò lo sguardo al cielo. Il sole era completamente coperto, il cielo prima azzurro totalmente nero. Stringendosi al petto il corpo di Ino, realizzò di aver sempre amato il sole, nonostante avesse sempre concentrato lo sguardo sulle nuvole che lo decoravano. Mentre un fulmine spaccava in due il mondo, sentì che già l’azzurro del cielo gli mancava.
Fu la volta del tuono.
Shikamaru non si vergognava di piangere.

“Andiamo, Shikamaru”
“Non voglio lasciarla”.
Stringeva ancora Ino a sé.
“Non è giusto” disse.
Chouji non rispose.
“L’ho uccisa io” .
“È stato un incidente. Lei voleva aiutarti. È entrata nel corpo di quella ragazza perché ti stava per attaccare. Voleva salvarti”.
La risposta di Shikamaru gli morì in gola.
“Passerà” disse l’amico, anche se Shikamaru lo vedeva tremare.
“Non lo so, Chouji. Non lo so”.




Non desiderava altro che morire.
Davanti a lui, scintillava un kunai di ghiaccio.

***Fine***

   
 
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