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Autore: Sybil Blues    06/01/2013    4 recensioni
L'arrivo di Susan a Wisteria Lane poteva capitare senza almeno un piccolo, trascurabile, allegro incidente?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina, Susan Mayer si era svegliata particolarmente di buonumore. Ancora poche ore, e avrebbe lasciato per sempre quello squallido, grigio, orribile appartamento da scapolo di Karl.
Karl era suo marito. Si erano sposati da un anno. Un meraviglioso, fiabesco anno, avrebbe detto la sua consorte. La prima cosa che Susan faceva quando apriva gli occhi era pensare alla loro dolce bambina, Julie, e a lui. Si voltò verso la parte sinistra del letto, beandosi della vista della sua schiena ampia e possente che si alzava ritmicamente.
Susan sorrise, resistendo all'impulso di svegliarlo con un bacio, e andò in punta di piedi nella camera attigua. Al centro di una piccola stanza completamente dipinta da lei stessa, troneggiava una culla bianca, un tripudio di pizzi e trine. Susan si chinò e accarezzò dolcemente la piccola guancia rosea della bambina bionda, ancora cullata dalle tenere braccia di Morfeo. Poi andò a farsi un caffè, evitando di guardare alla finestra per non vedere il paesaggio sporco e cupo che odiava.


 
« Karl, si può sapere quanto manca? Julie piange, vuole scendere»
« E tu che ne sai che vuole scendere, amore? Magari ha solo fame e vuole una poppata» ribattè bonariamente Karl, lo sguardo fisso sulla strada. Che si rivelò essere di nuovo sbagliata. Se si trovavano in macchina da quattro ore era tutta colpa sua, che in una botta d'orgoglio e virilità aveva licenziato con una lauta mancia il tizio della ditta di trasloco addetto alla guida, prendendo il suo posto al volante.
Susan sbuffò, impaziente.
« Come hai detto che si chiama il posto, Susie?» La domanda gli valse un'occhiata minacciosa da parte della moglie, alla quale rispose con un sorriso strafottente. « Lo sai che sei più bella, quando sei arrabbiata. Attenta a non provocarmi troppo che poi...»
« Eccolo! Wisteria Lane, 10 km! Siamo nella direzione giusta» esclamò all'improvviso Susan e poi voltandosi verso il sedile posteriore: « Hai sentito, piccolina? Papà non è un totale incapace. Nonono» Faceva segno di no con il dito, mentre Julie bofonchiava contenta: « Na na »

Alle 16.00 in punto, la famigliola ammirava soddisfatta la sua nuova villetta gialla con giardino. La targa 4353 biancheggiava a lato della porta di legno. Per inaugurare il vialetto d'ingresso, Susan baciò Karl con un tale trasporto che lasciava supporre che aveva dimenticato le quattro ore trascorse all'interno del camion, con il sole battente sul finestrino.
« E' bellissima, Susie!» esclamò l'uomo, guardandola negli occhi. « E guarda, ci sono anche le violette! » Susan rimase qualche istante a rimirare, soddisfatta, il marito chino ad assaporare il profumo dei fiori del loro giardino. Il loro giardino. Dio, che bellezza!
« Maaa-ma» fece Julie, prigioniera del passeggino, con un'aria decisamente scontenta. La poppata, certo. Era l'ora della pappa.
« Vado sul retro a prendere le chiavi!» La avvertì Karl, sparendo dietro la casa.
« Ora la mamma ti dà la pappa» disse Susan. Con un po' di fatica e fortuna, riuscì a far slittare il portellone del camion e vi salì. Si guardò un po' intorno e finalmente riuscì a individuare la scatola che cercava. "ProntoMamma" recitava l'etichetta. Ma prima che riuscisse a tirare fuori qualsiasi cosa, il portellone si chiuse alle sue spalle, a tradimento.
"Oddio" pensò Susan, completamente al buio. "E adesso?" Cercò inutilmente un'inesistente maniglia interna.
Sentiva i mugolii di Julie. « Julieeeee!» urlò « La mamma sta arrivando!» Ma dopo dieci minuti di armeggiamenti, Susan era ancora lì dentro. "Dove diamine è finito, Karl?!"
Si rivolse all'unica persona che poteva sentirla: sua figlia.
« Julie, tesoro, devi cercare aiuto. La mamma è rimasta chiusa dentro!»
« Naaaa na!»
« No, no, Julie, cerca di ascoltarmi. O non avrai la pappa» Qualche istante di silenzio. « Certo che avrai la pappa, amore. La mamma non ti priverebbe mai della pappa, capito, tesorino? Appena uscirà di qui...»
Fu allora che il portellone si spalancò e Susan si trovò davanti un sorriso gentile e degli occhi piccoli e brillanti. Aveva appena conosciuto Mary Alice Young.
« Serve aiuto?» le chiese, porgendole una mano per aiutarla a scendere.
 


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