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Autore: Water_wolf    06/01/2013    8 recensioni
E se la Terra finisse davvero? E se noi fossimo tutti spacciati? E se fossimo noi gli artefici della nostra fine?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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questa storia è nata quasi per caso è non sono ancora sicura se continuarla o meno.... comunque questo è il prologo che spiega come è finita la Terra (spero si sia capito) e come la vivono le varie persone. Di solito io scrivo fantasy quindi sono un po' fuori dal mio elemento XD spero recensirete e mi aspetto sia positive sia negative. Anzi voglio tante critiche così posso migliorarmi, sono stufa della gente che mi dice brava brava, volgio qualcuno che mi stimoli a fare del mio meglio! bando alla ciance, spero vi piaccia e buona lettura! :)

 

PROLOGO
Parigi, Francia ore 18.00 anno 2030

Le campane suonavano imbizzarrite e gli operai si accalcavano sulle vie d’uscita; al diavolo la procedura. –Signore! E’ ora di abbandonare la centrale!- gridò un operai entrando affannosamente nella cabina de superiore. –Cole! Mi lasci in pace e vada a salvarsi la pelle, lei che è giovane.- urlò di rimando lui, cercando di sovrastare il frastuono che si era creato fuori.

-Ma…, signor capitano…. Non può rimanere qui… la centrale scoppierà e voi verrete…- balbettò Cole.

Il capitano rise sguainato –Conosco così bene questa mia vecchia baracca che so con certezza che anche se vi metteste in fuga in anticipo di ore morireste ugualmente.- fece una pausa e si passò una mano sulla barba ispida –Cole, lei è un buon operaio e un buon marito ma non posso mentirle. Quando il nucleo perderà questa sua momentanea stabilità non ci sarà modo di salvarsi.-.

Cole fissò il suo amato e stimato superiore e annuì serioso –Nessuno aveva dubbi su questo ma molti sperano nel miracolo, signore.-.

-Io rimango qui.-

-E io con lei. Così quando Dio ci prenderà con se saremo in due.- disse Cole sorridendo. Il capitano lo squadrò da capo a piedi e gli diede una pacca sulla spalla poderosa –Ho sempre amato il tuo ottimismo.-.

 

Los Angeles, USA ore 10.00 anno 2030

Maria guardava l’ennesimo telegiornale in tv. Possibile che mandassero ancora servizi sapendo che tra poco sarebbero tutti morti? Non sarebbe stato meglio accettarlo e vivere quelle poche ore che gli rimanevano in compagnia della propria famiglia? La mente umana era così stupida. Un difetto di fabbrica e poco dopo tutte le centrali nucleari del mondo sono andate in stallo. "Ci siamo rovinati da soli" pensò Maria con rammarico. Spense con un moto d’ira la televisione si diresse verso la camera dove John la stava aspettando. Il bambino guardò sua madre e mugugnò –Io non voglio morire, mamma. Non voglio rimanere solo.-. Maria sorrise e disse dolcemente mentre carezzava i capelli biondi del figlio –Noi staremo sempre insieme John. Non avere paura.-. Il piccolo parve rassicurarsi e poco dopo sussurrò –Tu credi che incontreremo papà nel cielo?-

-Sì, John. Saremo di nuovo una famiglia vera, io, papà e tu piccolo monello- disse Maria e si accoccolò nel lettino del figlio.

Onolulu, Hawaii mattina presto anno 2030

Gabe stava seduto sulla sabbia fredda ad osservare l’oceano. La tavola fiammeggiante sdraiata poco più in là, un gabbiano intento a spulciare una lisca di pesce. Il ragazzo sentì dei passi e si voltò: la ragazza che amava si era alzata e lo aveva raggiunto sulla banchisa in vestaglia.

-Che cosa ci fai qui Gabriel?- domandò.

-Ti amo Rachel.- disse amorevolmente. Lo sguardo della ragazza si addolcì e s’inginocchio vicino al suo amato. Gli prese il volto tra le mani rosee e gli accarezzò la barba scura. –Stai aspettando che la morte venga a prenderti?- chiese Rachel senza aspettarsi una risposta. Era anche per quello che amava Gabriel, per la sua filosofia di vita. –Alcuni prima di morire vogliono dire le cose più importanti, altri fare azioni pazzesche, io… io voglio imprimere nella memoria due immagini, il mare cristallino dell’isola e tu, Rachel.- sussurrò Gabe. La ragazza fissò i suoi occhi bruni in quelli azzurri del compagno e lo baciò. –Io invece voglio vivere questo momento regalando i miei ultimi baci.- disse flebilmente. Gabe strinse l’amata a se unì le sue labbra alle sue. Bacio dopo bacio, la passione aumentava, la lingua di lui accarezzava quella di lei e i due non si amarono mai come in quel momento.

 

Si era pensato potesse durare all’infinito.

La vita umana sulla Terra, si intende.

Invece, per uno stupido errore ci siamo uccisi da soli.

Abbiamo voluto fare gli eroi ma abbiamo perso.

Questa volta però non ci rialzeremo più. Non volgeremo più il capo al cielo.

Perché uno scoppio nucleare di questa portata raderà al suolo il nostro pianeta.

Nulla sopravviverrà.

Poi il ciclo della vita continuerà il suo circolo.

 

Annuario NASA, aprile 2030


 


 

  
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