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Autore: Nihal91296    06/01/2013    1 recensioni
"Beh, che dire. Mi è stata richiesta una old!Klaine e così è stato. E' una storia semplice, senza tante pretese. Anche perché è la prima che pubblico.. Avviso che magari la storia potrebbe risultare dolce e malinconica (e magari provocare attacchi di isteria), ma ci tengo a precisare che è un effetto voluto (isteria esclusa).
C'è Kurt. C'è Blaine. C'è un famoso album fotografico. E c'è qualcuno che lo sfoglia. Come si dice, tutto il resto è noia.
***
“Oh, e questa?? Come fai ad averla?? Tu qui non c'eri, eri ancora alla Dalton..” Kurt guardò sorpreso una delle prime foto del Glee club. Quando nessuno ci credeva realmente e potevamo chiudere ogni giorno, per colpa della Silvester. Ricordava quella foto: l'aveva scattata il professor Schuester ad una delle loro prime prove, quando Quinn era ancora fidanzata con Finn e sia lui che Rachel andavano dietro a quest'ultimo. E il professore amava solo i Journey. Beh, pensandoci, il professore ha sempre amato solo i Journey..
***
Un'ultima cosa. Ringrazio nameless colour, per l'ispirazione (Ok, in realtà questa storia è pincipalmente merito suo, ma sorvoliamo..) e zuzallove per l'opportunità. Sto esordendo grazie a voi: quindi ragazze, grazie infinite!! "
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Fotoricordi. (Book of pictures)
Personaggi: Kurt, Blaine, Nuovo Personaggio
Genere: Romantico, malinconico
Prompt: Old!Klaine (o almeno doveva essere una cosa del genere >.<)
Rating: Verde
Avvertimenti: Beh, nessuno. Credo..
Note: Anche qui niente.. Tranne per il fatto che la storia è per Nali (nameless colour) e che ho una paura enorme di non aver capito quello che voleva.. Anche perché è la prima storia che pubblico e * hemm.. * sono giusto un po' emozionata..
Ok, facciamo un po' tanto.. Ma infondo è periodo di feste, no?? Sarete tutti più buoni, o sbaglio??
Ok ok, il resto (come ogni autrice che si rispetti fa) in fondo.
Perché se mi scuso lì perché la storia è orribile, voi non sarete influenzati dal mio giudizio.
Soprattutto tu, Nali.
E.. Beh, grazie per l'opportunità. Senza una linea guida (vedi il verbo “ritrarre” nella tua lettera) non sarei stata capace di scrivere nulla..
 
Fotoricordi
(Book of pictures)
 
Susan entrò in casa urlando.
"Kurt!! Kurt ci sei?? Kuuuuurttt!!!" La porta sbatté, ma nessuno sembrava intenzionato a risponderle.
"Blaineeee!! Blaine almeno tu ci sei??" Ancora niente. "Ma non c'è nessuno??" Provò ancora, incapace di darsi per vinta. Doveva esserci qualcuno, DOVEVA.
La stavano aspettando, no??
"Susan tesoro, non urlare: disturberai tutto il vicinato!!" l'ammonì suo padre con aria severa. Lei si girò a guardarlo, implorante.
"M-ma.." balbettò. "Non mi risponde nessuno.. Mi aveva detto il nonno che mi avrebbero aspettato qui.. E non ci sono.." Stava seriamente per mettersi a piangere: le avevano detto di venire alle quattro. Le avevano promesso che sarebbero stati tutti insieme.. Blaine le aveva anche detto che avrebbe fatto i biscotti solo per lei, i suoi buonissimi biscotti al miele a forma di stelle.
Quelli speciali, che faceva solo a Natale.
"Stai tranquilla amore. Se il nonno ha detto così, ci sarà. Lui mantiene sempre le promesse!" La rassicurò sua madre, trascinandola oltre l'ingresso.
"E ora, andiamo a vedere dove si sono cacciati, okay?" Le chiese poi, incoraggiandola a cercarli per tutta la casa.
 
                                               *                 *                 *      
                                              
 
I've got to go home
But, baby, you'll freeze out there
Say, lend me a coat
You know it's up to your knees out there
You've really been grand
I thrill when you touch my hand
But don't you see
How can you do this thing to me
 
 
“Blaine, sbaglio o qualcuno sta urlando??" Le cose erano due: o aveva le allucinazioni uditive, o qualcuno stava urlando.
E avere le allucinazioni avrebbe voluto dire che si, stava invecchiando. E lui non voleva invecchiare, non troppo, non a soli cinquantadue anni.
Quindi, qualcuno stava urlando.
Blaine smise di suonare "Baby It's Cold Outside" e guardò l'orologio: 16:30. Doveva essere Susan. Era leggermente in anticipo, ma si sa: era peggio di sua madre, doveva sempre essere la prima.
"Sarà Susan. Non vedo l'ora di suonarle questa canzone: sono convinto che piacerà anche a lei, come piace a me." Kurt sapeva che il suo giudizio era di parte, ma si conservò i commenti per dopo, certo che la sua nipotina l'avrebbe subissato di domande abbastanza. Si alzò dal divano e aprì la porta del soggiorno.
"Christie, sei tu??" urlò, guardando ancora Blaine, che lo raggiunse.
Improvvisamente, dall'arco delle scale sbucarono tre persone, due adulti e una bambina. "K-kurt??" balbettò quest'ultima, ancora con le lacrime agli occhi, facendo fatica a parlare tra i singhiozzi.
"Susy amore!! Cos'hai? Perché stai piangendo??" Kurt si avvicinò alla bambina e si piegò sulle caviglie in modo da arrivarle faccia a faccia.
"I-io.. H-ho chia..chiama..to! Ma.. Voi n-non ri..risponde..vate.. E.. Io non.. Non sapevo.. " la bambina piangeva ancora, mentre il nonno davanti a lei l'abbracciava stretta e le ripeteva "Shh.. Va tutto bene Susan, va tutto bene.."
 
                                               *                 *                 *
 
“Susy, vuoi assaggiare i miei biscotti?? Sei la prima quest'anno, neanche Kurt li ha mangiati prima!!” Blaine si avvicinò alla piccola con un vassoio ricolmo di biscotti al miele.
“Sii, le stelle di Natale!!” Susan saltò giù dal divano e corse incontro al nonno.
Ne addentò uno e poi, dopo aver masticato e deglutito mooolto rumorosamente, disse: “Blaine, lo sai perché mi piacciono i tuoi biscotti??” Non aspettò neanche che suo nonno le rispondesse. Alzò la sua manina e iniziò a contare sulle dita i tutti i motivi “fondamentali” per cui chiunque dovesse amare quei biscotti.
“Mi piacciono
•                     Perché sono al miele e io a-do-ro il miele!
•                     Perché sono a forma di stella e io a-do-ro le stelle!
•                     Perché li fai solo a Natale e io a-do-ro il Natale!
•                     Perché ci metti la plassa e io a-do-ro la plassa!”
Disse, sbagliando la parola “glassa” e dicendo “a-do-ro” come se ne andasse della sua stessa vita, come se fosse un vestito bellissimo, come lo diceva Kurt.
Quest ultimo si alzò e le andò incontro, mangiando anche lui un biscotto.
“E invece sai perché IO a-do-ro i biscotti di Blaine??” Le chiese calcando sul pronome e pronunciando adoro come l'aveva fatto lei.
Susan, con la bocca piena, scosse la testa.
“Perché io a-do-ro Blaine!!” Disse con un sorriso, guardando però più il diretto interessato che la bambina.
 
                                               *                *                *
 
"Hey Susan, guarda questa!" Kurt le mostrò una foto di Blaine, coperto di granita. La bambina incollò gli occhi all'album e se ne uscì con un "Ha fatto il bagno nel pomodoro?" che fece scoppiare a ridere i due.
"Ma no piccola, nemmeno lui è così scemo.. Gli hanno solo dato il benvenuto nella mia scuola. Ti ricordi che lui si è trasferito dopo di me??" Disse il maggiore, ignorando l'occhiataccia lanciatagli dall'altro e concentrandosi sulla bambina.
Lei fece "si" con la testa.
Poi si girò verso Blaine e gli disse "Sei bello lo stesso, nonno.", con aria convinta. Lui la guardò emozionato.
"Vuoi sentire la storia di come ho conosciuto il nonno??" le chiese piano.
Susan lo guardò fisso, pensierosa: era ovvio che la volesse sentire, ma la mamma le aveva detto di non far intristire Kurt per non-posso-dirti-perché. E lei non voleva far dispiacere la mamma, così guardò il diretto interessato, chiedendo quasi il permesso con gli occhi.
"Che c'è Susan, non vuoi sapere in che modo ho conosciuto quest' usignolo?" le disse felice Kurt.
Si decise, "Ma certo. Me lo racconti tu?"
"Ohh, certo. Va bene. Allora.. Ricordi che io e il nonno facevamo parte del club di canto al liceo?? Beh si, io ero in una scuola e lui nell'altra, ma cantavamo entrambi. C'era una gara di canto: Io e zia Rachel la stavamo aspettando da tanto. Ricordi zia Rach, vero?? Lei era come la conosci tu adesso: una vera testa dura!! C'erano le provinciali, il che significava: pubblico, tanta gente e un possibile premio. Così il nostro professore aveva deciso di farci esercitare con una sfida maschi-contro-femmine. Io avrei dovuto occuparmi dei costumi.."
"Come quello di carta argentata che mi hai fatto vedere prima??" lo interruppe la piccola, cercando di capire.
"Ma non era di carta argenta-- Ok, dai. Lasciamo stare. Comunque si, non quel genere di costumi, ma una cosa del genere. I ragazzi però, non credendo che il mio gusto fa-vo-lo-so venisse apprezzato, hanno pensato bene di mandarmi a spiare la squadra avversaria alle provinciali: quella di Blaine."
"Ma nonno, la spia non si fa: è una brutta, bruttissima cosa!!" esclamò Susan, quasi indignata.
"Non preoccuparti, cucciola, tanto Kurt non era capace di fare la spia. L'ho scoperto appena l'ho visto. Cioè..Non indossava nemmeno la divisa. Non conosceva il glee club. E poi era troppo tenero e spaventato per far parte della Dalton."
"Ohh.. E che gli avete fatto??" Chiese Susan, preoccupata questa volta.
"Beh, voleva le prove, no? L'ho portato alle prove."
"M-ma.." provò a ribattere la bambina: da quando in quà si aiutano gli avversari a vincere?!
"Ma Susan, Blaine era già follemente innamorato di me. Mi ha preso per mano e con la classica scusa "conosco una scorciatoia" mi ha trascinato per mezza scuola." Spiegò Kurt.
"Davvero??" chiese lei, con gli occhi sognanti (da brava appassionata Disney), guardando l'altro ormai rosso in viso.
"H-hem.. Si.. Gli ho anche cantato una canzone. Ero un po' esibizionista all'epoca.. e volevo impressionarlo. Non sapevo sapesse cantare anche lui.."
"Che significa esipitionista??"
"Esibizionista, tesoro: significa che adorava mettersi in mostra, stare al centro dell'attenzione!"
"Certo, Io." ribatté Blaine guardandolo con l'aria di chi la sa lunga.
"Daiii, finite la storia, la storia!!!"
"Ok ok, dicevo: Blaine ha cantato per me ed è stato bravissimo."
"Ha cantato per te.. Che cosa romantica.."
"In realtà c'erano le prove del mio club e Kurt, come tutta la scuola, ha assistito." ribatté Blaine, sicuro di non ricordarsi una cosa per un'altra.
"Si, ma tu guardavi me. Hai guardato me per tutta l'esibizione, amore. E poi, mi ha anche invitato a prendere un cappuccino, con due suoi amici."
"Ohh, Wes e David.. Da quant'è che non li vedo??!" Lo interruppe, nuovamente, suo marito.
"Blaine!! Che diamine, sto raccontando!! Potresti anche far finta di non ricordarti tutti i particolari!!" lo riprese, prima di continuare come se nulla fosse la narrazione "Vabè, andammo al bar con i suoi due amici, Wes e David - Kurt calcò i due nomi guardando l'altro in cagnesco - e mi dissero di avermi scoperto. Sapevo che avrei fatto schifo come spia ed ero sicuro che mi avrebbero picchiato. Ero sicuro di tante cose, in realtà. Tipo del fatto che fosse una scuola di gay: è una regola fissa dai tempi di Abramo Lincoln, solo i gay possono vestirsi così bene!"
"Ma.. Non avevano la divisa??" Susan non capiva.
"Si si, ma avevano un fondos--" Blaine gli pestò un piede.
"Erano davvero, davvero, davvero tutti bellissimi!" Si corresse, lanciando uno sguardo mortificato al marito.
Blaine, per tutta risposta, gli accarezzò la nuca. "Eri bellissimo anche tu!" disse dolcemente.
"E poi, e poi??" Chiese lei, impaziente.
"E poi.. Beh, mi sono messo a piangere e gli ho praticamente raccontato tutta la mia tristissima vita, con tanto di recitazione drammatica. Per fortuna che aveva mandato via i suoi amici, altrimenti credo che mi sarei seppellito vivo."
“E menomale che non c'erano Jess e Nick..” bisbigliò Blaine, ricordando quanto i due avessero poi preso in simpatia Kurt e quanto adoravano metterli in imbarazzo.
Susan però era troppo presa per ascoltarlo. "Avevi una vita triste prima?" chiese all'altro che stava ancora raccontando.
"Prima di cosa?"
"Prima di incontrare il nonno!" Disse Susan come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
"Si" sussurrò Kurt. "Blaine è stata una delle prime cose veramente belle della mia vita." Lo disse guardandolo negli occhi, cercando di trasmettergli quanto ci credeva in quello che diceva, quanto gli fosse riconoscente, quanto gli dovesse.
Blaine lo guardò sorridendo: "Anche tu hai reso la mia vita felice" dicevano i suoi occhi.
 
                                               *                 *               *
 
"E lui chi è??" Chiese Susan indicando col dito la foto di Dave Karofsky.
"Ohh.. Il motivo per cui il nonno è passato alla Dalton. Non capiva perché mi piacessero i maschietti e così il suo più grande passatempo era diventato rendermi la vita impossibile!" Kurt evitò i particolari, come il fatto che Dave l'aveva baciato o che si fosse quasi suicidato tempo dopo: sua nipote aveva pur sempre nove anni!!
"Ohh.. Quindi è cattivo?? Come Scar??" Si, Susan adorava proprio la Disney. Colpa di sua madre, le faceva vedere DVD su DVD.
"Ma no, non come Scar.. Lui era solo un po' insicuro.. Sai, alla fine piacevano i maschietti anche a lui!"
"Gli piacevi tu? O gli piaceva nonno Blaine?"
"No, Susan, gli piaceva Kurt. Non mi ha mai sopportato, ma posso capirlo: infondo Kurt lo voleva prima lui.."
"E anche tu lo volevi nonno?"
"Oh, eccome se lo volevo.." sospirò Blaine con una voce a metà tra il malizioso e il nostalgico.
Kurt avvampò "Ma io ho scelto tuo nonno Susy, quindi non preoccuparti!" disse, sperando di chiudere la questione.
Ma Blaine evidentemente non era dello stesso avviso: "Questo perché anche Kurt mi voleva. E mi voleva in molti, molti sensi.."
"In che senso??" Chiese Susan che aveva perso il filo del discorso qualche battuta prima, troppo concentrata a guardare la foto di Karofsky.
"Niente Sue, non ci pensare. Il nonno ha sempre voglia di scherzare!" disse Kurt e questa volta il discorso era chiuso sul serio.
 
                                               *                 *                 *
 
“E questa??”
“Ohh.. Questa l'abbiamo fatta ad uno dei nostri primi appuntamenti..”
“Ma Kurt, non era un vero appuntamento: non stavamo ancora insieme!”
“Shh” ribatté il maggiore portandosi un dito davanti alle labbra. “A me piacevi già allora”, aggiunse poi, sottovoce, facendo in modo che solo l'altro lo sentisse.
“E chi è questa ragazza?? Perché è così nera?? Si è tinta la faccia invece che i capelli??”
Blaine ridacchiò. “Ma come? La mamma ti ha spiegato tutto su me e Kurt e non ti ha ancora parlato delle persone di colore??”.
Kurt si fece serio: Mercedes era stata la sua migliore amica per tanti anni, non voleva che proprio sua nipote diventasse una razzista. “Non hai mai visto una persona di colore, Sue?” le chiese, più dolcemente che poté..
“Si.. Ma non così scuri.. Papà li chiama mulatti.. E dice che non hanno sbagliato tinta. Io penso di si: altrimenti perché avrebbero la pelle così scura?? Vero nonno Blaine??”
Kurt allora sorrise. Sua nipote era troppo dolce e carina per essere razzista. Era vero: non capiva perché ci fosse gente più scura di lei, ma non li disprezzava, anzi, voleva e cercava di capirli. Improvvisamente si sentì fiero di lei e di come lui e Blaine avessero cresciuto sua madre.
“Tuo padre non ti ha detto affatto una bugia.” Blaine prese la parola. “Non hanno sbagliato tinta. Sono nati così, perché anche i loro genitori erano così.”
“E anche i genitori dei loro genitori?”
“Ma certo! E anche i genitori dei genitori dei loro genitori!” Disse, assecondandola con un sorriso.
Kurt tornò a guardare Mercedes. Gli era mancata tantissimo in quegli anni. Era stata lei la prima a sapere di lui e Blaine, lei a dirgli di parlarne col Glee club e sempre lei a sorbirsi tutti i suoi deliri. Certo, c'era anche Rachel, ma lei era troppo presa da se stessa per ascoltarlo appieno. Mercedes, invece, c'era sempre stata. Kurt non avrebbe mai voluto perderla di vista, ma purtroppo il destino non è una cosa che si può prevedere, né tanto meno gestire.
“Le volevo tanto bene, sai?” disse all'improvviso a Susan. “E' anche grazie a lei se i nonni stanno insieme.”
“Davvero??”
“Ma certo.. Pensa che è rimasta, il giorno della foto, seduta con noi a sentirci parlare di riviste e orgoglio gay per quasi due ore. E poi.. Era l'unica che sapeva che avevo una foto di Blaine nell'armadietto.”
“Avevi una foto del nonno nell'armadietto??!”
“Avevi una mia foto nell'armadietto??!”
“Oh, davvero non te l'avevo detto??”
“Kurt, Kurt.. Stai perdendo colpi, eh amore??”
“Hey, io mi ricordo tutto. TUTTO, CHIARO???”
Blaine alzò le mani in segno di resa. “Ok ok.. Ti ricordi tutto, ho capito, ho afferrato il concetto..”
“Hercules!!” Esclamò all'improvviso Susan. I due si girarono a guardarla con gli occhi sgranati “Hercules?!”. “La frase che ha appena detto Blaine: è tratta da Hercules, la dice Ade!!” Esclamò la bambina, sempre più convinta.
I due si guardarono e, consapevoli di dover fare un bel discorsetto a Christie sulla loro nipotina e il suo morboso legame con la Disney, decisero tuttavia di bypassare l'argomento, per il momento.
“Andiamo avanti, dai.. Gira pagina..” Disse Kurt, sospirando.
 
                                               *                 *                 *
 
“Ma quanto è carino!!!” Susan urlò, per l'ennesima volta quella giornata. 
La foto che aveva davanti ritraeva Pavarotti, il povero uccellino che Kurt aveva ricevuto quando era entrato negli usignoli, mentre mangiava tranquillo nella sua gabbia.
“Ohh.. Pavarotti!! Quando gliel'hai fatta questa foto??”
“Ma amore, non l'ho fatta io. L'hai fatta tu, subito dopo che gli usignoli te l'hanno consegnato. Stai davvero perdendo la memoria, eh??”
“Ma non è vero!!” esclamò Kurt con voce indignata.
“Baaaastaaa!! Nessuno sta perdendo la memoria, okay?!” All'ennesimo urlo di Susan, i due si zittirono all'istante.
“S-susan??” mormorò Kurt, vergognandosi che sua nipote avesse appena assistito ad una sua crisi di mezz'età (come adorava chiamarle Blaine).
“Basta litigare, io voglio sapere del pettirosso!!” Affermò convinta la bambina.
“Va bene, va bene..” acconsentì Kurt per non farla arrabbiare ancora.
“Quando mi sono trasferito alla Dalton pensavo che fosse come al McKinley, un po' di quella famosa “tolleranza alla violenza-zero”, ma non tanto diverso. Cioè, magari lì non ci sarebbe stata una “Rachel” bravissima, che però volevano tutti ammazz-- Beh, mi sono iscritto subito al Glee club. Era un covo di star, lì: erano delle celebrità. Così mi sono azzardato a proporre un pezzo ma, come avrei dovuto presupporre, nessuno mi ha ascoltato. Così, non sapendo neanche loro cosa farmi fare, mi hanno assegnato quell'uccellino, la mascotte, di cui prendermi cura. Si chiamava Pavarotti. Era un uccellino d'epoca.. Cioè, la sua razza era da tradizione.. Ed era così carino!!”
“Si, se non ricordo male, te lo consegnai proprio io.. E dopo tu facesti una battuta orribile..”
“Dai, era carina.. Una cosa sugli uccelli, se non sbaglio.. Tipo che volevo portarlo ovunque..”
“No.. Era una battuta sui gatti. E fidati, era davvero brutta..”
“Ok, era bruttissima, continuiamo..” Susan stroncò la possibile discussione, guardando storto entrambi.
“Dio Sue, diventerai come Rachel..” Sussurrò Kurt, sottovoce. “Comunque, dicevo: Mi avevano dato quell'uccellino bellissimo.. E poi, lui – e indicò Blaine- mi ha consigliato di fare un provino. Eravamo in tre, ma solo io non sono passato. Ero troppo poco abituato allo spirito di squadra, sai? “
“Perché, nell'altra scuola non cantavate tutti insieme??” chiede la bambina, veramente interessata.
“Hem..Si. Cioè, teoricamente il nostro era un gruppo di canto corale.. Ma erano poche le canzoni che cantavamo tutti insieme, da coro. Per la maggiore, cantava Rachel e con lei spesso duettava Finn. Oppure cantava Mercedes e a volte io duettavo con lei. Quando cantavamo noi altri però, cantavamo quasi sempre da solisti. Anche se, pensandoci, da solista credo di averne cantato solo una decina.” disse, pensieroso.. “Forse anche meno..” aggiunse.
 
                                               *                 *                 *
 
“Oh, e questa?? Come fai ad averla?? Tu qui non c'eri, eri ancora alla Dalton..”  Kurt guardò sorpreso una delle prime foto del Glee club. Quando nessuno ci credeva realmente e potevamo chiudere ogni giorno, per colpa della Silvester. Ricordava quella foto: l'aveva scattata il professor Schuester ad una delle loro prime prove, quando Quinn era ancora fidanzata con Finn e sia lui che Rachel andavano dietro a quest'ultimo. E il professore amava solo i Journey. Beh, pensandoci, il professore ha sempre amato solo i Journey..
“Si, me la sono fatta dare da Finn. Sembrava molto felice di sbarazzarsene.. Non dev'essere stato un bel periodo..” Blaine interruppe i suoi pensieri dal “Ci dev'essere un pezzo dei Journey che non abbiamo ancora cantato!!” del professore Schuester.
“Che gli era successo Kurt?” Chiese Susan curiosa, sicuro che lui sapesse risponderle. Si, aveva sicuramente preso da sua madre: doveva sapere SEMPRE ogni cosa.
“Oh.. All'epoca lo zio Finn era fidanzato con Quinn, questa ragazza bionda con la coda. Era una di quelle storie da film smielati che piacciono tanto a tua madre: il quarterback e la capo-cheerleader, sembravano la coppia perfetta!! In realtà lei tradiva Finn con Puck, quello in fondo con la cresta, che tuo padre chiamerebbe mulatto. Era il migliore amico di Finn, credo lo sia tutt'ora, ma alla fine ci ha fatto un figlio con Quinn, che poi hanno affidato alla madre biologica di Rachel, anch'essa saltata fuori in quel periodo..”
“Hem.. Credo di non averci capito molto nonno..”
“Ok, hai ragione.. Troppa confusione.. Diciamo che la bionda ha fatto un figlio con quello con la cresta da gallo, dicendo a tutti che era di Finn.”
“E perché lo ha fatto??” Susan ci stava capendo sempre meno. 'Insomma', si diceva, 'Se a lei piaceva tanto il gallo e avevano fatto un bambino, perché dire che era dello zio??'
“Ohh.. Lo capirai da sola tra qualche anno.. La cosa importante è che è successo e che quando si è saputo tutto, Finn ci è rimasto malissimo.. Poi, però, ha perdonato entrambi e si è innamorato di zia Rachel.” Finì di spiegare Kurt.. Susan era pur sempre una bambina! Intelligente e matura, questo si, ma rimaneva una bambina!
“E tu, nonno? Tu con chi eri fidanzato?” Ecco, Susan aveva DECISAMENTE preso da sua madre.
“Io non ero fidanzato, piccola. Aspettavo il nonno..”
Blaine gli sorrise dolcemente e gli strinse un po' di più la mano, presa tempo addietro.
“Ma.. Non ti piaceva proprio nessuno prima di incontrare il nonno?? Nessuno, nessuno, nessuno??”
Kurt la guardò, indeciso se dire la verità o meno. Soprattutto davanti a Blaine, che ancora non ne sapeva niente. Alla fine si disse che 'erano passati tanti anni, Blaine non ci sarebbe rimasto male..' Infondo, loro non si conoscevano ancora, no?
“Hem.. In realtà anche al nonno piaceva lo zio Finn..”
Susan spalancò la bocca, seguita a ruota da Blaine che però ci aggiunse anche un bel paio di occhi sgranati. Cos'è che aveva pensato?? Che non era poi un'idea così cattiva?? Ceeerto, come no.. 'Perché l'ho detto?' si maledì mentalmente.
“Finn?? Ti piaceva Finn?? Lo stesso Finn che conosco io??” Blaine più che arrabbiato però, sembrava non crederci. “Quello che credeva che un panino avesse poteri magici e che ha regalato a Rachel per Natale una scimmia?!?” disse, rincarando la dose.
“Si Blaine, quel Finn. Quello che ci ha dedicato un imbarazzante nomignolo, con tanto di canzone dolcissima, al matrimonio dei nostri genitori. Lo stesso Finn che mi ha aiutato ad entrare nella squadra di Football, facendo ballare i giocatori in campo solo perché credeva in me. Quel Finn, Blaine.”
Okay, c'era rimasto male. Suo fratello non sarà stato una cima, né per intelligenza, né per intuito, ma era suo fratello, gli voleva un bene dell'anima e non sopportava che la gente – Blaine soprattutto – lo sminuisse.
“Scusa..” sussurrò Blaine, sguardo basso, mortificato. Ogni traccia di ilarità, svanita dal suo volto. Kurt gli prese il viso con le mani, costringendolo ad alzarlo e guardarlo negli occhi. Pur volendo, non riusciva ad avercela con Blaine per più di 30 secondi: gli sorrise, anche e soprattutto con gli occhi, e gli riprese la mano, che aveva lasciato durante il discorso di prima.
“E gli altri, chi sono?” S'intromise Susan.
“Allora.. Questa qui con la frangetta vestita malissimo è zia Rachel, questa vicino a lei, invece, è Mercedes. Questo qui con gli occhiali sulla sedia a rotelle è Artie, era il nostro regista, per ogni musical: era davvero un grande e – Kurt le fece l'occhiolino – pur essendo sulla sedia a rotelle, ballava meglio dello zio Finn!! La ragazza vicino a lui è Tina, a quel tempo stavano insieme. Lei è sempre stata un po' solitaria.. Okay, solitaria non è proprio la parola giusta. Si spacciava per “vampira gotico-vittoriana” -il preside della scuola la credeva davvero un vampiro-, ma in realtà era dolcissima.. E poi, cosa da non sottovalutare, era l'unica capace di cucire un abito decentemente. Poi, in ordine, abbiamo Puck, che in realtà si chiama Noah, ma nessuno lo chiamava mai così, lo zio Finn e Quinn. E vicino a lei ci sono le altre due cheerleader: Brittany e Santana. Brittany, la bionda, era un po' svampita, ma tutto sommato divertente e tendenzialmente buona.. credeva che io fossi un unicorno, pensa un po'.. Voleva anche aiutarmi a diventare rappresentante.. Poi le cose sono degenerate, ma non pensiamoci.. La mora, invece, Santana, era diabolica, ma non cattiva. Si era rivelata una grande amica: fu lei a darmi una mano quando Blaine era stato semi-accecato e.. beh, era veramente forte!! Ok, magari avrà premeditato giusto un due/tre piani per ammazzare Rach, ma a volte la zia l'avrei ammazzata anch'io.. Sai, lei e Brittany stavano insieme.. o almeno, si erano messe insieme lo stesso anno in cui stavamo insieme io e il nonno.. E questo qui, invece, è Mike, l'unico maschio che sapeva ballare davvero.. E anche bene!!”
Susan però non lo ascoltava più: un altro particolare della foto aveva attirato la sua attenzione, mentre il nonno gli indicava le cheerleader.
“Nonno Kurt” domandò allora, “perché sono vestite e pettinate uguali?? Hanno tutte la coda di cavallo: stanno proprio male.. E perché hanno una divisa rossa?? Andava si moda?? Non le volevate far entrare senza??”
Scoppiarono a ridere tutti e due, pensando che infondo Susan avesse proprio ragione.
"No Susy: è la divisa delle Cheerios quella che vedi. E prevedeva anche la coda, sai? La coach Silvester odiava chi non era perfettamente in ordine.. Cioè, lei odiava principalmente chiunque non fosse lei, ma questi sono dettagli.. Al Glee, comunque, tutti potevano sfoggiare l'acconciatura e l'abbigliamento che preferivano.." spiegò Kurt pazientemente.. "Purtroppo.." aggiunse poi sottovoce, pensando a come si vestivano Tina o Rachel..
"Anche questo qui, con la cresta da gallo??" Kurt non ebbe neanche bisogno di guardare la foto per capire che si riferiva a Puck e scoppiò a ridere di nuovo.
"Si, anche quella con la cresta, piccola. E ti dirò la verità: Noah Puckerman era fierissimo della sua cresta!"
Susan fece una faccia disgustata, che fece ridere ancora di più i suoi nonni e, borbottando qualcosa come "Io?? La cresta?? Per carità..", notò un particolare invisibile.
No, non Brad il pianista, che veniva trattato come un pezzo di arredamento ma che saltava fuori quando qualcuno voleva cantare, che però quando Kurt aveva preso il diploma aveva lasciato il McKinley. E neanche Tina, che a differenza di Brad era rimasta, ma veniva ignorata ugualmente.
"E questo??" disse la bambina indicando un gatto.
E no, non un gatto qualsiasi, ma il gatto.
Lord Tubblington.
Era in braccio a Brittany e nessuno sembrava essersi accorto di lui - due minuti dopo, ricordava Kurt, sarebbe saltato a terra, spaventando a morte tutti, soprattutto Tina.
"Oh, lui era il povero gatto di Brittany.. Poverino, era colui che la sopportava giorno e notte, avrebbero dovuto fargli una statua, dargli una medaglia al valore. Si chiamava Lord qualcosa.." Kurt ricordava bene quel gatto, soprattutto ricordava quello che Brittany gli faceva passare..
"Lord Tubblington", disse Blaine sicuro. "Si chiamava Lord Tubblington."
Kurt lo guardò storto e girò pagina, stroncando ogni possibile conversazione, conscio di quale sarebbe stato l'argomento.
 
                                               *                 *                 *
 
“Ma io non me ne voglio andare!” Susan aveva alzato un pochino la voce. Ma giusto un pochino, proprio per farsi sentire.
“Mi dispiace Susy, ma ha ragione: è tardi, non puoi stare qui!”
“Ma io non do fastidio!! Eddai, eddai!! Nonno Blaine, diglielo tu che non vi do fastidio!!” Susan era proprio testarda, quando voleva, ma questa volta non l'avrebbe spuntata. Aveva chiamato in causa il nonno, convinta che lui l'appoggiasse, che fosse dalla sua parte. Non sapeva quanto si sbagliava. Non che Blaine non la volesse lì, assolutamente: Sue era la sua unica nipotina, le voleva un bene dell'anima!! Ma era l'antivigilia e lui aveva tantissime cose da fare, stare un po' con Kurt prima di tutto. Tutta quell'aria Natalizia lo faceva sentire un adolescente e nonostante l'altro si impuntasse, sostenendo di essere sempre giovane, lui il peso di quei cinquant'anni e passa li sentiva sulle sue spalle.
“Susy, tuo padre ha ragione. Non dai mai fastidio, lo sai, ma i nonni avrebbero bisogno di stare un po' da soli, okay?”
“M-ma..” Susan balbettò, sentendosi tradita.
“Vieni in cucina con me, dai: Così ti prendi un paio di biscotti!” Aggiunse poi, facendole l'occhiolino, preannunciandole che non la voleva lontano dagli altri per parlarle dei suoi adorabili biscotti al miele.
Susan, un po' più speranzosa entrò in cucina. “Non mi vuoi più bene, nonno??” chiese poi, sapendo su cosa fare leva con lui.
Blaine si voltò a guardarla: sapeva che probabilmente la bambina stava scherzando, ma lui era fatto così, non riusciva a non pensare che potesse credere sul serio una cosa del genere. Lui non era Kurt. Kurt la smascherava sempre, sapeva quando mentiva e quando no. Lui, invece, credeva sempre di dimostrare poco, di non essere all'altezza, di non sapersi esprimere.
“Cucciola mia, lo sai che non è affatto così. Io ti voglio tanto bene e anche nonno Kurt te ne vuole. Ma vedi.. Nonno Kurt ultimamente ha bisogno di sentirsi giovane e tu sei ancora troppo piccola per capire queste cose..”
Susan lo fermò. “Non dire anche tu che sono troppo piccola. L'ha detto anche mamma. Prima mi dice di non far arrabbiare il nonno e quando le chiedo perché, mi risponde che non può dirmelo, perché sono piccola. Io sono grande!! Sono anche fidanzata!”
Blaine la guardò con tanto d'occhi. “Christie ti ha detto questo?? Perché quella ragazza non mi avvisa mai di nulla..” Poi, come se avesse appena realizzato le sue parole, aggiunse divertito. “Ah, sei fidanzata??” Quell'informazione l'avrebbe aiutato. Oh sì, se l'avrebbe aiutato.
“Si, mi sono fidanzata con un bambino simpatico che sta in classe mia.”
“Ohh, sono contento.. E com'è che si chiama, questo bambino??”
“Si chiama Stefan, è il mio compagno di banco.”
“Che bello.. E perché vi siete fidanzati??”
“Perché è simpatico. E poi così possiamo tenerci per mano in fila e parlare senza litigare con le altre bambine che vogliono stare con lui. E poi così, mangiamo seeeeeeempre insieme.”
“Ecco.. Quindi restate sempre insieme, giusto??” Al cenno di assenso della bambina, aggiunse: “E allora perché io non posso stare insieme a Kurt?”
“Ma tu e il nonno state sempre insieme, anche se ci sto io. Io non voglio le altre bambine perché mi sono antipatiche. Io non ti sono antipatica, vero nonno??”
“No, piccola. Ma a volte, quando due persone si vogliono bene, vogliono stare un po' da soli. Soprattutto quando sono grandi e soffrono di crisi di mezza età come tuo nonno..” Disse Blaine, pazientemente.
“Crisi di mezza età?? E' una malattia?? E' grave??”
“Ma no, non è una malattia. Significa solo che il nonno è un po' invecchiato e questa cosa proprio non gli va giù..”
“Ohh.. Evvabene, me ne vado. Ma a Natale posso dormire qui??”
“Certo amore. A Natale faremo dormire qui anche mamma e papà..”
Susan, soddisfatta dalla risposta di Blaine, marciò in salotto. Indossò il cappottino rosso e affermò a gran voce di doversene andare,  stupendo tutti i presenti che si voltarono subito a guardare Blaine. Lui le fece un occhiolino e le consegnò due pacchetti di biscotti, uno col suo nome e uno con su scritto “Per Stefan”.
Prima diandarsene, Susan si avvicinò a salutare Kurt e nell'abbracciarlo, gli sussurrò: “Ti voglio tantissimissimo bene nonno, anche se stai invecchiando!” e gli schioccò un grosso bacio sulla guancia.
 
                                               *                 *                 *
 
“Blaine!! Perché hai messo una SUA foto nel NOSTRO album??”
Kurt guardò scandalizzato la foto di un avvenente Sebastian Smythe.
“Potrei vomitare”, pensò, ricordandosi che era una delle frasi adorate da sua figlia Christie, che circa 25 anni prima la ripeteva quasi tutti i giorni, affermando che fosse la frase di riconoscimento di Severus Piton, insegnante di Harry Potter. Christie si era affezionata tantissimo a quella saga: da piccola, era stato suo nonno, Burt, a portarla in libreria e regalarle il primo libro. Burt, poi, era morto di lì a poco, colpa di un attacco cardiaco, anche se lei da piccola era solita dire fosse stato un Avada Kedavra. “E' facile confondersi.”, spiegava.
“Fa parte anche lui della nostra storia, no??” la voce di Blaine gli arrivò dalla cucina, un po' ovattata.
“Sebastian?? Ma se era uno stron-- Ok, dai, lasciamo stare. L'ultima volta che l'ho visto, avevo trent'anni: adesso sono felicissimo di doverlo vedere soltanto in foto!!”
“Ma dai, non essere cattivo.” Blaine lo raggiunse sul divano, dove Kurt stava ancora sfogliando l'album fotografico con cui lui girava al liceo. 
“Non sono cattivo, sono sincero. Non sai quanto l'ho odiato. Ma.. Questa??” Kurt fissò una foto, non volendo credere ciò che vedeva. L' immagine era abbastanza scura, ma riusciva benissimo a distinguere l'ombra di un ragazzo giovane, forse appena maggiorenne, che dormiva su un fianco. Indossava solo una leggera canotta grigia e il lenzuolo arrivava a stento a coprirgli i pantaloni che non indossava. Ma la cosa che più lo paralizzò, fu accorgersi che quel ragazzo che dormiva mezzo nudo era proprio lui.
“Te l'ho fatta di nascosto dopo la nostra prima volta. Eri troppo carino..”
“Che c'è?? Eri troppo timido per chiedermi una foto?? Eppure io avevo una tua foto nell'armadietto..”
“Oh, non mi avresti mai detto di si. Anche perché se avessi avuto il coraggio di chiederti una foto, te l'avrei chiesta nudo.” rispose Blaine, fingendosi disinteressato.
“Ohh, te ne sarebbe servito tanto, di coraggio, perché ti avrei chiesto di farla con me.” gli rispose Kurt, guardando con un pizzico di malizia e soddisfazione il compagno diventare rosso.
 
                                               *                 *                 *
 
Kurt arrivò all'ultima foto troppo presto: si stava divertendo un sacco a vedere le loro foto idiote di quand'erano giovani più piccoli. L'ultima immagine era strana, perfino per essere stata scattata da Blaine. Era bianca, completamente bianca, come se qualcuno avesse voluto provare la macchina fotografica. Non c'era un punto, una macchia, uno schizzo, una parola: nulla.
“Cosa dovrebbe essere questa?” chiese a Blaine, chiedendogli informazioni.
“Ohh.. Questa l'ho scattata quando ti ho tradito. Rappresentava ciò che ho provato.”
“Ma Blaine, qui non c'è niente. E' bianco, solo bianco.”
“Infatti, non provavo niente. Nel mio cuore non c'era più niente. Ero vuoto, completamente vuoto, senza di te.”
“Blaine..” sussurrò Kurt.
“Stavo meglio perfino quando sei stato tu a tradire me..”
“Hey!” Kurt lo interruppe. “Io non ti ho mai tradito!!”
“Ma si, quel Chandler lì, che ti riempiva di messaggi tipo “Puoi cantarmi nella segreteria? Vorrei mettere la tua voce come suoneria.”. Ci sono stato malissimo, in quel periodo, ma almeno provavo qualcosa. Ero arrabbiato nero, avrei voluto usare quel “coso” come sacco da boxe e sfogare tutto il risentimento che avevo. Sapevo che non ci avevi fatto niente: mi amavi, anche un cieco se ne sarebbe accorto, ma mi incazzai lo stesso. Invece quando fui io a tradire te, quando arrivai ad andare a letto con un altro ragazzo e diedi la colpa a te, ci rimasi malissimo. Ero incazzato con me stesso, ma non era solo questo.. Tu non sapevi ancora nulla, non ci eravamo ancora ufficialmente lasciati, ma io oramai mi ero annullato. Piangevo e basta..” disse Blaine triste, come se avesse appena accorto che quel dolore era ancora sepolto dentro di lui.
“Blaine, dai basta. Questa storia ti fa soffrire. E fa soffrire anche me, quindi non parliamone più, okay? Vorrei chiederti solo un'ultima cosa però, posso?” Esitò: non voleva che stesse male, ma era curioso per natura..
“Certo amore.” E da come pronunciò quell' 'amore', Kurt capì che poteva parlargli, perché il suo amore era forte, saldo e estremamente rassicurante.
“Perché hai fermato quest'album a 17 anni? Cioè.. Stiamo insieme da 40 anni: perché ti sei fermato a quando ho finito il liceo? E poi, perché col tuo tradimento e non.. che so.. Con la prima volta che abbiamo fatto l'amore?? Non capisco..”
Blaine gli prese le mani nelle sue e si decise a raccontargli tutto, dopo 40 anni. Parlò piano, lentamente, bloccato dall'emozione.
Ci eravamo lasciati, ricordi? Cioè, no. Tu mi avevi lasciato perché io ero andato a letto con un altro. La nostra storia era finita e anche la mia vita sembrava volerlo fare: non volevo andare avanti senza di te, non potevo. Ero il fantasma di me stesso: non cantavo più, non volevo fare più niente senza di te. Certo, i ragazzi mi erano vicini, ma questo non cambiava le cose: volevo fossi tu – Blaine gli puntò l'indice al petto – volevo solo, solamente TE. Non vedevo più nessuno, oramai: stavo tutto il giorno a guardare quest'album e chiamarti, la notte, semplicemente, piangevo. Poi ho smesso. Non potevo andare avanti così, non potevo andare avanti senza di te. Allora mi sono detto di smetterla con i ricordi e cercare di farti capire quanto profondamente fossi innamorato di te. Ho preso quest'album e l'ho chiuso in soffitta. Era quello il suo posto: tra le cianfrusaglie di mia madre, rinchiuse nel baule della nonna. Era una sorta di “rito propiziatorio”: 'se lo riconquisto', mi sono detto, 'non avrò bisogno di queste foto per ricordare. Potrei guardare semplicemente lui.' Perché Kurt, se tu mi avessi realmente ripreso con te, non ti avrei lasiato andare mai più. Ecco cosa ho giurato a me stesso quando sono corso da te, quando ti ho pregato in ginocchio di perdonarmi, piangendo e pregando. Pensandoci – rise sottovoce – ti sarò sembrato un idiota. Ero convinto che sarebbe stato tutto inutile; insomma Kurt, tu sei così.. perfetto. E io così.. ordinario. E avevo tradito la tua fiducia: io ti avevo tradito Kurt. Io, quello che professava amore eterno, ero capitolato per un po' di distanza.Io, quello ordinario, senza niente di speciale, ti avevo tradito.”
Fece una breve pausa, quasi volesse riaggrappare i sentimenti che aveva provato. Poi, ignorando lo sguardo di disapprovazione di Kurt – 'Blaine era speciale, cavolo. Dopo 40 anni insieme ancora non lo aveva capito??' -, riprese a parlare. “Mi sono sentitoun verme, mi sono odiato per non sai quanto tempo. Non ti meritavo più, non meritavo il tuo perdono e, soprattutto, non meritavo il tuo amore.”
“Blaine..”
“No, aspetta. Fammi finire. Non meritavo il tuo amore, lo sai anche tu. Ma Kurt.. Avevo diciassette anni, ero un imaturo egoista. Non ti meritavo, ma non riuscivo proprio a lasciarti andare. Che vuoi farci.. Ero giovane, ti amavo e senza di te non potevo stare.”
Kurt, che oramai aveva gli occhi lucidi a causa di quel discorso, non si preoccupò nemmeno di asciugarli. Invece, guardò un po' male Blaine, come a dire “Perché, adesso come stanno le cose?”
Blaine capì e rise. Poi lo guardò negli occhi e gli sussurrò, con voce stranamente ferma: “Adesso sono invecchiato. Lo siamo entrambi. E non fare quella faccia: io sono felice di essere invecchiato con te: non avrei potuto desiderare altro dalla vita. Quel giorno ero giovane, ti amavo e senza di te non potevo stare. Ora sono invecchiato, di qualche annetto almeno, ma ti amo ancora e se tu te ne andassi dalla mia vita, questa perderebbe senso, proprio come se avessi ancora diciassett'anni.”
Kurt pianse di gioia e lo abbracciò forte. “Ti amo anch'io. E anche la mia vita senza di te non avrebbe senso”, dicevano le sue braccia. Lui, sussurrando piano, diede loro voce: “Ti amo anch'io Blaine. Tantissimo. Non potrei mai andarmene, mai.”
Rimasero lì, stretti, per un lasso di tempo che poteva essere di cinque minuti o di cinque ore, chi poteva dirlo.
Rimasero lì, stretti, perché il loro posto era tra le braccia dell'altro, perché la loro vita aveva senso solo lì.
Rimasero lìperché si amavano, perché si erano amati in passato e perché entrambi sapevano che avrebbero continuato a farlo in futuro.
Fu Kurt a spezzare il silenzio che si era posato su di loro, senza tuttavia sciogliere l'abbraccio.
“Io però non sono invecchiato. E' solo la mia memoria a fare cilecca, qualche volta. Ma sono assati 40 anni, sono..giustificato.” sussurrò, le labbra sul collo dell'altro, il fiato che gli solleticava la nuca.
“Hum” Blaine assentì. “Qualora non ricordassi qualcosa, vieni da me. Sarò più che felice di essere io la tua memoria”, gli sussurrò sulle labbra, per poi baciarlo.
Loro erano invecchiati, i loro sentimenti no.
 
 
“Oh, Kurt... Mi sono dimenticato di far sentire 'Baby, It's cold outside' a Susan!!” Esclamò Blaine, improvvisamente.
“Non preoccuparti” lo rassicurò suo marito. “La prossima volta te lo ricorderò io, vecchietto smemorato!”
 

Angolo dell'autrice (ovvero di quella ragazzina che sta correndo, mentre cerca di schivare i pomodori):
Come penso si sarà notato (se c'è qualcuno che ha letto le note iniziali) questa è la mia prima storia, quindi non siate troppo cattivi. Io, personalmente, non la trovo così male. Cioè, è ovvio che non la trovo orribile (altrimenti non l'avrei mai dedicata a qualcuno), ma non credo sia scritta proprio male-male.
Anche perché, l'idea iniziale era di ambientare tutto dal prof Schuester. Poi, non prendetela male, mi sono detta che sarebbe dovuto essere un tantino morto, e quindi sono stata costretta a scartare l'idea..
Cooooomunque, sono felice per chiunque sia arrivato fin qui, perché vuol dire che a qualcuno piace ciò che scrivo, nonostante siano anni che mi dicono di lasciar perdere perché non ne sono capace. Ringrazio ogni singola persona che leggerà: non sapete quanto sono felice in questo momento.
Lasciatemi un commento se vi va. Ma gentilmente, per commenti come “datti all'ippica”, aspettate l'inizio della scuola: ho un'amico che cavalca, potrei accettare il vostro suggerimento! ;)
Un bacione a tutti.

Nihal.
  
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