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Autore: willina    06/01/2013    1 recensioni
"È solo che… non c’è più, Harry, non c’è più! Ecco, ora vedo la tua espressione curiosa. Sto parlando di lui, Harry, di Lee."
* * *
"A pensarci bene, Lee ha passato la sua vita a aiutare gli altri senza mai perdere il sorriso.
Era divertente Lee, te lo ricordi? Sempre con la battuta pronta, sempre presente quando qualcuno aveva bisogno di ridere."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lee Jordan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ciao a tutti!
Ho scritto questa one-shot questo pomeriggio, in un momento di profonda tristezza e confusione. Non sto a raccontare il motivo, non mi sembra il caso, ma credo sia
abbastanza percepibile dalla storia.
È la prima cosa che mi decido a pubblicare, non so nemmeno il motivo sinceramente, forse spero che qualcuno riesca a darmi qualche spiegazione, dal momento che io non ne trovo.
Detto questo, ringrazio infinitamente Andrea, che condivide questo dolore con me e che c’è sempre quando ho bisogno.
Buona lettura a chi avrà il coraggio di avventurarsi qui dentro! =)
Ester
 
 
 

Ciao Harry…

  

“Più un cuore è vuoto e più pesa.”
(Augusta Amiel-Lapeyre, Pensieri selvaggi, 1909)
 

 

Ciao Harry!
 
Non aspettarti i soliti convenevoli di inizio-lettera, i vari “Come stai?” o “Che piacere sentirti!”, non li scriverò. Mi sembrano inutili dato che fra un paio d’ore ci vedremo.
Ho tante cose da dire, ma ho anche troppa confusione in testa per riuscire a esprimere quello che vorrei con chiarezza. Hai presente quella sensazione di cui parliamo spesso? Quella di aver bisogno di un Pensatoio? Ecco, già… Ma noi non siamo Silente, ne siamo sprovvisti, giusto?
Quindi per le occasioni, come questa, in cui abbiamo troppi pensieri e troppe poche parole per esprimerli dobbiamo industriarci in altro modo. Bella fregatura!
 
Per cui ti scrivo questa lettera. Alla fine credo che non te la spedirò nemmeno, ma non importa.
Indovini perché ti scrivo? Sì, la vedo la tua faccia esasperata, lo so che stai pensando “Ma come posso saperlo? Dimmelo, mi stai facendo preoccupare!”. Dolce Harry!
Vuoi la verità? Non lo so nemmeno io.
 
È solo che… non c’è più, Harry, non c’è più! Ecco, ora vedo la tua espressione curiosa. Sto parlando di lui, Harry, di Lee.
Ecco. È complicato… lo so che abbiamo avuto poche conversazioni lunghe e forse nessuna davvero significativa. E lo so che l’ho visto poche volte dopo Hogwarts. E lo so che di lui sapevo proprio solo le informazioni essenziali. E lo so che rispetto a Sirius, a Remus, a Fred e a tutti gli altri che conoscevo meglio, con cui avevo un rapporto più stretto, con cui ho vissuto molte esperienze importanti e con cui ho combattuto una guerra forse è assurdo che io ora, a distanza di mesi dalla sua morte, vada a pensare a lui invece che a loro.
 
Ma… era un punto fermo. Ecco, per esempio: la settimana scorsa c’era la festa in onore dei combattenti della guerra (se penso che sono già passati tre anni dalla sua fine…). Lui doveva esserci, c’è sempre stato. E invece non c’era!
Cos’è che mi turba della sua morte, più di quanto lo facciano le altre? Vorrei sapertelo dire.
 
Forse il fatto che in una guerra, purtroppo, la morte di qualcuno è inevitabile. Fa male, è difficile da accettare e, ancora di più, da superare. Però, come dire, lo sai in partenza che non riusciranno tutti a cavarsela. È come nei thriller: quando li leggi sai dall’inizio che qualcuno morirà, fa parte della storia.
Forse è anche questo: la guerra ti fa diventare più cinico. Ti “fodera”, in un certo senso. “Ti prepara” all’eventualità di perdere qualcuno.
Forse è anche il fatto di avere, in qualche modo, la “consolazione” di sapere che chi è morto, in una guerra, l’ha fatto combattendo per un mondo migliore. È morto per un motivo.
Forse sono tutte queste cose, o forse c’è un altro motivo ancora che al momento non comprendo.
 
Ma Lee… Lee era sopravvissuto alla guerra. Lee aveva superato la morte di uno dei suoi migliori amici. Lee stava andando avanti, stava vivendo la sua vita.
Non era preventivato che morisse. Non così presto, non in quel modo, quasi stupido in un certo senso.
Nessuno era preparato al fatto che quella pozione esplodesse.
E che consolazione può dare il fatto che fosse una pozione Antilupo per un amico? Anzi, semmai questo aumenta la rabbia: non è giusto che una persona così vitale, così solare, muoia per aver voluto aiutare qualcun altro!
 
A pensarci bene, Lee ha passato la sua vita a aiutare gli altri senza mai perdere il sorriso.
Era divertente Lee, te lo ricordi? Sempre con la battuta pronta, sempre presente quando qualcuno aveva bisogno di ridere.
E poi esisteva per gli amici. Pensa a quanto stava male quando Fred e George se ne sono andati da Hogwarts: non sembrava più lui, era come se gli avessero staccato una parte di cuore.
E quando è morto Fred? Era a pezzi, ma ha messo da parte il proprio dolore per sostenere sulle sue spalle quello di George.
 
È un vuoto che pesa, quello che ha lasciato Lee. È un’assenza quasi impercettibile, nel mucchio, ma si sente tanto. È quel pensiero che ogni giorno corre a lui, immancabilmente, per le cose più stupide.
 
Oggi c’è un bel tramonto, Harry, chissà se c’è lui di mezzo? Io credo di sì. Secondo me sono lui e Fred che si stanno divertendo coi colori! O forse stanno parlando a George, gli stanno suggerendo qualche nuovo scherzo Weasley e gli stanno dicendo “Vivi anche per noi, George, hai questo compito importante!”
 
Ho finito. Tutto sommato non credo che ti darò questa lettera, non ce n’è bisogno: i tuoi occhi mi stanno già dicendo tutto quello di cui ho bisogno in questo momento.
Grazie!
 
Hermione

   
 
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