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Autore: Malila2009    06/01/2013    0 recensioni
Kat's diary
12 Dicembre 2012
Erano passati ben 8 anni dal nostro primo incontro, prima e ultima volta che ci siamo incontrati, poi nulla. L'unica cosa che mi faceva ancora credere che quello che avevo vissuto non fosse una mera immaginazione era un foto un po' logorata dal tempo e dai troppi sguardi rivolti nel tempo. L'unica prova della tua esistenza...
Che fine hai fatto.......?
Hello VIPz, questa che è nata come una one-shot ma è diventata una short-fiction. Non voglio anticiparvi niente solo questo pezzettino. Spero che vi piaccia^_^
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Xmas Eve 4 Annnnyonggg...*saluta tutta triste* rieccomi dopo diversi giorni. Se vi chiedete del perchè del mio stato d'animo (no guarda, non interessa a nessuno) è perchè domani si ricomincia quella tortura che molti di voi chiamano scuola, ma io mi attengo più al termine tecnico, cioè PRIGIONE. Dedico quindi questo capitolo a tutti i miei compatrioti VIP e non. Facciamoci forza tutti quanti *si fa pat pat sulla schiena da sola*

Buona lettura dalla vostra Malila2009 ^_^



24 Gennaio, Seoul

-Yah! Ma perchè devo andarci io?- chiedo abbastanza frustata.
-Dai, Kat, fammi questo piccolo favore *sguardo da cucciola*- risponde Jenny- Io devo andare dal parrucchiere a farmi sistemare i capelli, farmi manicure e pedicure per il concerto di domani-
-Ma mi spieghi perchè devi andare al salone di bellezza come se stessi per andare alla ceremonia degli Oscar o al tuo matrimonio?- chiedo sbuffando- Tanto non ti noteranno nemmeno...- concludo poi con una dichiarazione più che innocente.
-Kat, guarda che questo sarà l'ultimo concerto del loro primo tour mondiale ed è di certo più importante degli Oscar, dei Grammy e anche del mio stesso matrimonio!- dice tutta convinta alzando il pugno destro e con una strana fiamma negli occhi. Okay, ora la mia amica comincia davvero a spaventarmi...Povero uomo che se la sposerà, dovrà sempre fare i conti con l'amore spropositato e incondizionato verso quei 5 ragazzi, mi dispiace quasi per lui.
-Va bene, va bene, come dici te- dico per concludere e defilarmi da quella situazione- dammi il coso così lo porto in negozio per fargli cambiare le batterie-
-Non è un "coso", è il loro lightstick ufficiale!- dice portendomi uno strana torcia con una corona gialla in cima- Abbia cura del mio bambino, te ne prego- mi dice con tono simile a quello di una mamma che lascia per la prima volta il filgio alla baby-sitter. Alzo un sopraciglio e la guardo un po' male, non sta bene...
-D'accordo- dico mentre metto il suo "bamibino" in borsa- Allora a dopo, ciao- saluto agitando la mano e chiudendo la porta dietro di me.

Qualche ora dopo...


Non ci posso credere che ho dovuto cercare in ben tre negozi per trovare le batterie di questo coso, neanche fosse una cosa venuta dallo spazio o dal fututo! Se non fosse stato per il fatto che la mia amica ci dormiva insieme e lo accendeva agitandolo per aria ogni volta che il tv davano uno dei loro video o un programma in cui erano presenti, non avrebbe avuto bisogno di cambiare le batterie. Ora capivo perchè i suoi genitori mi avevano chiesto di tenerla d'occhio. Fosse stato per lei i primi giorno della nostra vacanza ci saremmo accampate fuori dalla sede della loro agenzia ad aspettare che qulacuno del gruppo entrasse o uscisse. Io mi ero totalmente opposta a una cosa del genere e l'avevo invece convinto a visitare un po' la città, insomma fare la turista normale. Questa città era così magica e bella, trovavo tutto così sorprendente, anche le piccole cose che per loro sono normale per me sono straordinarie. L'unica pecca era forse il freddo invernale, venire a gennaio non era proprio il periodo perfetto per una che soffriva di freddo cronico. Mentre la mia amica andava in giro con calze e pantaloncini, io dovevo uscire super imbottita tanto da sembrare l'omino Michellen. Ora che ci pensavo, in questo momento ci stava davvero bene un bel cappuccino caldo con tanta schiuma, tanto per sentire di nuovo le mani, ormai pezzi di ghiaccio attaccate alle mie braccia. Entrai in una bella caffetteria e ordinai il mio bel cappuccino al cameriere in un perfetto coreano, ero davvero contenta di poter mettere in mostra quello che avevo imparato a scuola negli ultimi 5 anni di duro lavoro. Il camerire tornò con il mio ordine e appoggio la tazza  con molta delicatezza, io lo ringrazia e gli sorrisi. Lui sembrò agitarsi per un istante e diventò completamente rosso, allontanandosi subito. Devevo ammaettere che non era affatto male, anzi era proprio carino. Da quando eravamo arrivate a Seoul ero rimasta davvero affascinata dai ragazzi orientali, non che fossero poi così diversi da quelli occidentali ma qualcosa nei loro sguardi m'intrigava...non sapevo ben definire cosa o, per meglio dire, sapevo cosa era ma non volevo ammetterlo. Almeno non ad alta voce. Presi il mio diario dalla borsa e cominciai a scrivere. Da dopo le feste, questo piccolo oggetto era diventato il mio più caro confidente, tutto ciò che non avevo il coraggio di dire a nessuno o a me stessa, lo scrivevo. M faceva bene sfogarmi, almeno in questo modo.

24 gennaio
In ogni viso, ogni sguardo che incrocio cerco il tuo. In ogni voce o sussurro cerco il tuo. Chi lo sa, magari ci siamo già visti,magari ora sto bevendo nello stesso posto in cui anche tu sei già venuto, ti sei seduto e hai scerzato con i tuoi amici o siamo seduti nella stessa caffetteria, a qualche tavolo di distanza ma non ci siamo riconosciuti perchè siamo cambiati troppo. 
Mi chiedo ormai da un po' di tempo come sei diventato con gli anni: hai lo stesso sguardo? La stessa voce? Hai lo stesso sogno di un tempo o lo hai già dimenticato tra i ricordi dell'adolescenza?
Ho visto le persone intorno a me cambiare una volta diventati adulti e magari anche tu hai riposto il tuo sogno nel cassetto dimenticandotene. In fondo è passato così tanto tempo che non mi stupirei che tu ti fossi scordato anche di me Seung-hyun...


Chiudo il mio diario e lo appoggio a un lato per bever un sorso del mio cappuccino fumante quando all'improvviso le luci del locale si spengono. Noto che è tutto buio, anche in strada tutte le luci sono spente. Cerco di girarmi verso il bancone e scorgere qualcuno, ma è inutile con quel buio, poi sento qualcuno parlare.
-Signori, siamo davvero spiacenti, ma a quanto pare c'è un piccolo blackout e tutto il quartiere è rimasto senza luce. Ci scusiamo tanto per l'inconveniente-
No, ma che'?! Ma stiamo scherzando??? Non potrebbe andare peggio...
-Un ultima cosa ancora, ci scusiamo anche per un ulteriore disturbo: le nostre porte sono automatiche. Quindi non potrete uscire dal negozio per il momento. Cercheremo in tutti i modi di trovare una soluzione per farvi uscire al più presto, ma ancora non possimao dirvi quando questo sarà possibile. Per scusarci dell'inconveniente, i clienti che sono chiusi dentro non dovranno pagare i loro ordini-
No, ma allora ditelo che ho la sfiga pazzesca! Be', l'unica consolazione è ilmio cappuccino gratis. Al saperlo avrei ordinato anche qualche dolcetto però... Ancora sbuffando per la situazione sento qualcuno vicno rivolgersi a me - Mi scusi, il posto è libero?-
-Ehmm...si, si è libero- domando ancora un po' sorpresa. In quel buoi totale come ha fatto a vedere qualcosa senza nemmeno usare la luce del cellulare...
-E' davvero una bella scocciatura, vero?- dice l'uomo dalla voce profonda e roca che fa quasi paura. Con questa oscurità non riesco a vederlo, ma dal suo tono di voce m'immagino un omone grande e grosso.
-E-eh già- cerco di dire allo sconosciuto con voce un po' incerta.
-Sa, la devo ringraziare- dice ad un certo punto sorseggiando qualcosa.
-C-come prego?-
-Si be', ecco, a dire la verità devo ringraziare la sua borsa- risponde lui.
-Perchè la mia borsa-
-Perchè mi ha giudato fino al suo tavolo con questo buio, come se fosse una stella cometa. Ed per giunta gialla come quella- dice poi con tono scherzoso.
-Ma cosa sta dicendo, la mia borsa è ver- mi blocco girandomi per prendere la mia borsa a terra e spalancando gli occhi perchè è effettivamente gialla! Ma che'?! Cerco di aprirla per capire da dove provenga quella strana luce...e ta dan! Ecco svelato il mistero: quel coso si era acceso a mia insaputa. Faccio per tirarlo fuori e ad un certo punto sento qualcuno sputare qualcosa e tossire sonoramente davanti a me.
-Sta bene signore?- domando piuttosto preoccupata.
-L-Lei è una VIP?- sento ad un certo punto con tono alquanto sorpreso e come dire...anche spaventato.
-No, signore non sono famosa- rispondo e non so perchè comincio a sentire gli occhi di tutti puntati contro e so anche che la colpa di tutto è di quel aggeggio che sembra sia l'unica fonte di luce del negozio. Meglio se lo spengo...ma come cavolo si fa?! Cerco di pigiare, girare, soffiare(?) sul coso ma niente. Intanto sento dalla'ltra parte del tavolo l'uomo che sta...si ma sta ridendo. Sta direndo della sottoscritta, ma come osa!
-Non intendevo dire che è famosa. Volevo solo chiederle se lei era una fan. Sa, il lightstick che ha in mano è quello dei BIGBANG. Visto che lei lo aveva in borsa pensavo fosse una fan-
-Ah...no, questo coso è di una mia amica. E' lei la fan- cerco di dire tentando di spegnere la torcia gialla in mano- Lei per caso sa come si spegnere questo aggeggio?- chiedo abbastanza speranzosa.
-Si, me lo dia- mi risponde. Mentre io gli porgo il lightstick ci sfioriamo leggermente le dita e senzo come un brivido che scende lungo la sciena e il mio cuore perde un battitto. Le sue grandi mani sono davvero calde e morbide, niente a che vedere con i ghiaccioli che ho io. Sento anche lui un po' rigido, forse per il contatto con le mie e così gli lascio prendere l' oggetto.
-Ecco fatto- sento dire dopo nella stanza è tornato tutto buoi e la sensazione degli sguardi addosso sparita- Tenga- dice poi porgendomi sicuramente l'oggetto sotto il naso
-Grazie mille- dico mentre l'afferro alla cieca e lo metto dentro la borsa.
-Allora lei non è una fan?- chiede ancora mentre sorgeggia qualcosa.
-No, io non lo sono, non so nemmeno chi siano- dico sorgeggiando anch'io la mia tazza con una cautela stratosferica per non versarmi tutto addosso, quando per per la seconda volta sento qualcuno strozzarsi.
-Si sente bene signore?- domando abbastanza allarmata. C'è qualcosa che non va con questo tizio.
-No *tossisce*, sto bene *tossisce*. E' solo che mi hai davvero sorpreso. Sai, quel gruppo è davvero famoso in Asia e tutti, anche chi non è loro fan, li conosce. Quest'anno hanno fatto anche un tour mondiale e hanno fatto davvero furore in ogni paese visitato e questi li ha davvero consolidati come uno dei gruppi kpop più famosi- dice con un po' troppo enfasi.
-Ah...-cerco di dire  mentre sorseggio il mio cappuccino- Allora anche lei è un fan?-
-No...cioè, diciamo che...- dice balbettando. Forse no ngli odvevo chiedere una cosa del genere, forse si vergogna di essere loro fan essendo un uomo adulto.
-Non si preoccupi, nè si vergogni. Non è mica un reato se gli piace una boyband anche alla sua età. La musica è una passione che non ha età- dico cercando di rassicurarlo. Lui rimane muto qualche secondo e poi comincia a sghignazzare. Ma perchè fa così??? Non ho mica detto qualcosa di così buffo...
-Hai, ragione. Credo di essere loro fan, forse uno tra i primi e più sfegatati in assoluto...-
-Be' non credo che lei possa superare la mia amica in questa categoria. Lei ha fatto davvero di tutto, comprato ogni singolo album, gadget, tutte le cianfrusaglie al mondo con il loro logo. E' andata già a un loro concerto durante il loro tour mondiale, ma ha deciso di venire anche qui in Korea per l'ultima data del tour- dico io vantandomi del fanatismo della mia amica.
-Ma davvero??? Wow, accidenti. Ma allora tu non sei coreana?-
-No, a dire il vero sono qui in qualità di turista e accompagnatrice della mia amica-
-Però parli davvero bene il coreano-
-Grazie. Ho studiato lingue orientali a scuola e questo è il risultato di 5 anni di duri sforzi: una perfetta e fluida conversazione con un coreano-
-Eh, già. Ma vedo che sei stata ripagata dei tuoi sforzi-
-Eh si- dico accennando un sorriso che lui non può vedere.
-Ma allora siete venute per conoscere la meravigliosa Seoul. Spero davvero che vi stia piacendo-
-Assolutamente si!- dico con forse un po' troppa foga per lui ad un certo punto comincia a ridere- Be' si, per visitare Seoul e per il concerto della mia amica- dico tranquillizzando e abbassando la mia euforia.
-Allora vieni anche tu al concerto?- chiede abbastanza curioso dal tono di voce.
-In effetti dovrei, ho anche già il biglietto per il concerto, ma penso di non ci andrò...-
-E perchè mai? Se hai l'opportunità dovresti sfruttarla. Anche se non sei loro fan potresti comunque goderti un po' lo spettacolo. Non sono affatto male. Hai mai sentito una loro canzone? Hai detto che non li conosci nemmeno-
-No, a dire la verità mai. Non che abbia niente contro di loro o la loro musica. Ma è il concerto di per sè che non mi piace-
-E perchè mai?-
-Be' ecco...il ricordo di un loro concerto mi ricorda un avvenimento molto spiacevole e anche doloro- dico con tono pacato cercando di non pensare troppo a quel giorno. Pensare mi faceva rattristare ancora e diciamocelo, piangere davanti ad uno sconosciuto non è proprio la cosa migliore...
-Capisco. Sai, a me invece ad un loro concerto è capitata una delle cose più belle nella vita-
-Spero sia stata davvero bella-
-Si, non immagini quanto, anche se è duarata davvero poca la felicità- dice con tono un po' triste per trattarsi di una cosa bella- Ma comunque, se vuoi sapere la mia opinione, anche se è quella di uno sconosciuto dovresti andarci. Dovresti affrontare il brutto ricordo e cambiarlo con uno bello-
-Forse dovrei...- dico sorseggiando un po' il mio cappuccino quando ad un certo punto sento le porte del negozio aprirsi. Anche i lampioni per strada stanno accendendosi pian pianino. La gente in caffetteria comincia ad uscire. Ma in negozio non è ancora tornata la luce.
Sento la mia borsa squillare. E' Jenny:

Dove cavolo sei finita con il mio bambino?! Sono tornata in hotel da mezz'ora ma di te nessuna traccia. Torna >.<

Jens


Accidenti, ma che ore si erano fatte??? Siamo rimasti chiusi un bel po'.
-Cosa c'è? Il tuo ragazzo ti chiede dove sei, con chi sei e cosa stai facendo?- domanda lui in tono scherzoso.
-No, peggio, la mia amica sta domandando per il suo "bambino" che s'illumina di giallo-
-Ahaha, allora è meglio che corri-
-Si, è meglio. E' stato un piacere parlare con lei. Arrivederci-
-Anche per me. Sai, ci sarò anch'io al concerto, magari ci vediamo là-
-Forse...chi lo sa- rispondo prendendo le mie cose.
-A presto allora. Ci conto-
-A presto- dico allontanadomi e uscendo dal negozio con un sorriso abbastanza compiaciuto nascosto tra i kilometri di sciarpa intorno al collo.  

  
  
  
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