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Autore: Melian    06/01/2013    1 recensioni
Cosa potrebbe mai scrivere una giovane donna che sente crescere in sè il dono della Magia all'ArciStrega della Congrega delle Streghe perchè venga ammessa?
Quali sono i suoi sentimenti e pensieri più intimi?
Nulla è meglio, per scoprirlo, di una lettera scritta col cuore.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ESSENZA STREGATA




(La lettera si presenta come un foglio di pregiata pergamena piegata in quattro parti e infilata in una busta sigillata dalla ceralacca rossa. Spiegato il foglio, si rintraccia una scrittura femminile e armoniosa, un po’ calcata e decisa, ma ordinata e un po’ inclinata sulla destra)




Lieta sera, Signora della Stregoneria.

Spero possiate trovare un momento libero per poter leggere questa mia lettera. Dal mio canto, cerco di provvedere subito a darvi un motivo per cui arrivare all’ultima riga di questo scritto.

Mi chiamo Nerissa, ma probabilmente, a quante Streghe ho conosciuto, sono nota come Fiamma.
E’ sotto consiglio di queste Streghe (Lily ed Ajasha su tutte), che vergo queste righe. Senza di loro, senza le loro parole accorate, senza i loro sguardi e senza la loro passione che riesce a pizzicare le corde più profonde dell’animo, probabilmente brancolerei ancora nel buio dell’incertezza che mi ha avvolto in quest’ultimo periodo, una cosa che – ammetto – è stata per me piuttosto disdicevole, dato che ho sempre avuto obiettivi ben chiari, senza alcuna incertezza nel perseguirli.

Fino a qualche settimana fa, ho vissuto una vita piena e soddisfacente. Ero sicura di possedere tutto ciò che potessi mai desiderare, almeno fino a quando… beh, sapete com’è che succede, no? Succede che, alle volte, per quanto ci si possa illudere di avere tutto, di aver dato fondo ai propri talenti, di eccellere, v’è un evento, un’occasione, una sensazione che scuote le proprie convinzioni e spinge in una direzione che inizialmente non si sarebbe mai presa in considerazione.
Avevo una Famiglia alle spalle e la lasciai perché, senza che potessi ignorarlo, il Vento di Ghibli che mi ha sempre guidata, mi ha portata lontana, sospingendomi fino ai Cancelli Stregati.
Inizialmente, ero lì solo per salutare un amico, un vostro Apprendista. Poi il destino ha disseminato dinanzi a me diversi incontri con le vostre sorelle. Perché il fatto di incontrare sistematicamente delle Streghe dovesse avere un significato nascosto, invece che essere una semplice coincidenza? Non me lo spiegavo, non vi davo peso.
E avrei continuato a pensare che il mio gironzolare nei pressi dei vostri Giardini fosse casuale, un capriccio, una mera curiosità, ancora a lungo, se non avessi avvertito nelle profondità stesse del mio essere un richiamo che credevo perduto nei meandri dei ricordi della mia infanzia.
Sono cresciuta in una terra dove vengono celebrati quelli che la mia gente chiama “Misteri”, riservati a pochi eletti che, immergendosi totalmente nel potere che permea ogni cosa, sorgono come astri luminosi e pulsanti di magia. Fui educata a guardare oltre il velo apparente che ammanta il mondo, un velo che – agli occhi delle persone che posseggono il “dono” – cela torrenti luminosi di potere, un potere che si declina in ogni sasso, in ogni nuvola e ha una propria voce, un potere che – in talune persone – attecchisce fin da quando si è nel grembo materno e fiorisce se ben indirizzato ed allenato. Conobbi tutto ciò, ma non lo compresi o, forse, non volli comprenderlo e farlo mio a quel tempo. Ero solo una bambina e la consapevolezza di poter, forse, detenere un potere così grande mi spaventava.
Ma non sono più una bambina. Sono una donna, una donna che ha ritrovato la Magia e che l’ha vista, toccata, assaporata alla Festa dell’Aria e tramite le Streghe incontrate e, soprattutto, l’ha sentita pulsare come un secondo cuore dentro di sé.
Ho provato l’estasi, il brivido, la comunione totale con la Magia stessa mentre si celebrava il ritorno della primavera e quelli che prima erano solo dubbi, pulci nell’orecchio, sogni, speranze si sono concretizzati di colpo nel desiderio di scivolare nel fondo di me stessa e tirar fuori i talenti che ancora sono seppelliti, nascosti come pietre preziose e rare.
Sento la Magia pulsare, ma non ho la presunzione di poter essere del tutto certa che sia così: mi rimetto a voi per capire se è la verità o meno. Sono persino disposta a ritrovarmi dinanzi all’eventualità d’essermi ingannata, ma non potrei mai perdonarmi se chiudessi occhi, orecchie e cuore davanti a questa occasione, all’opportunità di essere ciò che, eventualmente, sono nata per essere.
Ma come posso essermi ingannata, se sento la magia scorrere il mio sangue bollente come lava e cantare? Mi mancava qualcosa e, accanto alle Streghe, mi sono sentita completa. Come posso ingannarmi, se è così forte ciò che avverto?
Ho sentito dire che essere una Strega costa sacrifici. Ebbene, non c’è nulla che io non sia disposta a fare per dimostrare che anch’io posso far parte del Cerchio di cui voi siete voce massima di diritto.

La mia richiesta, a questo punto, è chiara e allo stesso tempo umile, ArciStrega. Quello che vi chiedo è l’occasione di poter disseppellire quel dono che sento di detenere, di farlo sbocciare all’interno della Congrega, di provare che ne sono in possesso. Vi chiedo di ammettermi alla vostra presenza e al vostro giudizio.
Sapete, da bambina mi hanno insegnato anche che il potere innato va disciplinato e deve essere sottoposto a una volontà allenata e ferrea perché sia ben diretto e dia frutto, ma io sono anche convinta che – talvolta – è anche necessario lasciarsi andare, così che le maree del potere fluiscano liberamente e ci portino a casa.
Perché la Magia, ne sono convinta, va allenata con tenacia, ma è anche e soprattutto un fatto di cuore, di “pancia”. E io, di cuore, ne ho tanto e lo metto tutto nelle vostre mani, assieme a questa lettera.

Spero di essere riuscita a trasmettere il sentimento, la passione intensa che mi anima, il desiderio spasmodico di poter prendere ciò che potrebbe ben spettarmi. Spero di essere riuscita a calamitare la vostra attenzione fino a qui, all’ultimo rigo.
Spero che possiate accogliere la mia richiesta, l’appello della mia anima.



In fede,

Nerissa






_____________________
Note dell’autrice

Come si è potuto notare è una storia sottoforma epistolare. Ho voluto sperimentare questo nuovo modo di raccontare una vicenda, il desiderio di una giovane Neofita davanti alla Magia delle Streghe.
Spero abbiate gradito la lettura,


Melian
   
 
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