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Autore: Silvar tales    07/01/2013    3 recensioni
Una raccolta di 7 flash-fic 500 parole/disomogenee dedicate al Marionettista.
♥ ~ Il Labirinto
♥ ~ La Libertà
♥ ~ Il Nereide
♥ ~ L'Immortale
♥ ~ Il Cimone
♥ ~ Il Mito
♥ ~ L'Impasto
[Questa raccolta di flashfic si è classificata terza a parimerito al "Seven Weeks 3 - Winter Edition" indetto da Shark Attack]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Akasuna no Sasori | Coppie: Sasori/Deidara
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il Labirinto

Con questa flashfic ho ottenuto [6] punti per un totale di [6] punti nella sfida
- Partecipante al contest "Seven Weeks 3 - Winter Edition" indetto da Shark Attack sul forum di efp -

turno: 1
personaggio base: Sasori
personaggio aggiunto: Sakura
prompt: Ghiaccio


Nick autrice: Silvar tales (Deidaradanna93)
Titolo: Il Labirinto
Introduzione: Quel volto apatico e levigato le riemerse dai ricordi.
Ricordò di averlo visto chiudere gli occhi sul mondo, ricordò di averlo visto imbrattato e rigato di sangue violaceo.
Sakura era uno dei pochi esseri viventi a serbare un ricordo vivido di Sasori, per cui era come se, in parte, Sasori vivesse dentro di lei. Dentro i labirinti della sua mente angosciosa.
Genere: introspettivo, horror.
Personaggi: Sasori, Sakura.
Contesto: Shippūden
Rating: arancione
Avvertimenti: flashfic.


Gocce di sudore appiccicoso le bagnavano le tempie, le cosce, le gambe tese ridotte a un unico nodo di nervi.
Alzò le mani liberandole dal fascio di coperte, annaspò cercando l'aria nel buio del suo letto, ma i palmi le cozzarono contro una superficie rigida e bollente. Una lastra fumante e appiccicaticcia, contro la quale appoggiò inavvertitamente le labbra viola e gonfie.
Le vie respiratorie le si chiusero, nel tentativo di trattenere l'aria dentro il lago dei suoi polmoni. Gli occhi verdi le si riempirono all'istante di lacrime, feriti da quell'improvviso respiro gelido.
Scalciò le coperte con le gambe, ottenendo il solo risultato di sbattere le ginocchia contro il basso soffitto opprimente di cui era prigioniera.
Una flebile luce bianca si accese oltre il pavimento ghiacciato, e i suoi occhi si specchiarono in un volto riflesso. Un volto simile al suo.
«Sakura».
E quel volto parlò con la voce innaturalmente metallica di un ragazzino.
Un'orribile sensazione di panico la invase, cercò invano di dimenarsi, di trovare una via d'uscita tastando i bordi del materasso con il piede nudo, con le mani, inarcò la schiena e il petto le si schiacciò contro la lastra di ghiaccio, mozzandogli il fiato.
Era chiusa in una tomba.
Il tappo che le ostruiva i polmoni saltò ed iniziò a respirare freneticamente, avida della più piccola perla di ossigeno.
Quel volto apatico e levigato le riemerse dai ricordi.
Ricordò di averlo visto chiudere gli occhi sul mondo, ricordò di averlo visto imbrattato e rigato di sangue violaceo.
Sakura era uno dei pochi esseri viventi a serbare un ricordo vivido di Sasori, per cui era come se, in parte, Sasori vivesse dentro di lei. Dentro i labirinti della sua mente angosciosa.
Cosa vuoi da me? mimò con le labbra. Non le rimaneva abbastanza ossigeno per parlare.
Dimenò le braccia davanti al viso per interrompere quel bruciante contatto visivo, per polverizzare quell'ombra bianca, per spegnere quel lumino mortifero e per risvegliarsi la mattina seguente, libera da quella bara di neve. Ti ho già ucciso, ti ho già dato la pace, ora vattene! Ritorna tra i morti!
Sasori piegò le labbra in un sorriso, baciando la superficie ghiacciata che lo separava dalla ragazza. Le sue lacrime si tramutarono all'istante in piccole stalattiti. Il suo sguardo velato era inquieto e folle, tanto da raggelare il sangue nelle vene.
Sakura rabbrividì, guardandolo con odio, tentando di esorcizzarlo dalla sua mente. Così, assieme al suo ricordo, sarebbero scomparsi gli incubi, il rimorso, i fantasmi, il ghiaccio.
«Ti sono grato per questo, ma non vuoi forse anche tu la pace? Perché non accetti che ti ricambi il favore?»
Sakura scosse forte la testa, mentre vedeva la luce bianca spegnersi dietro la retina.
Le stalattiti di ghiaccio crebbero oltre la lastra, le raggiunsero il collo, perforarono la pelle nivea recidendole la carotide e la trachea.
Non sentì dolore, non avvertì l'umido del sangue, ma morì con la speranza di risvegliarsi agli arbori del mattino seguente.
Come accadeva ogni notte del solstizio d'inverno di ogni anno.

~ ♥

Silvar Tales con “Il Labirinto”

☑ Originalità 
☑ Grammatica 
☑ IC Personaggio Base (attenta però che deve essere protagonista) 
☑ IC Personaggio Aggiunto 
☑ Uso del Prompt 
☑ Gradimento personale (deliziosamente inquietante) 
☐ Bonus/Malus

Totale: 6 punti 


   
 
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