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Autore: roxyed    07/01/2013    4 recensioni
Natale è passato. Natale è passato e lui non si é visto. Un altro Natale che fugge via, lontano dalla sua vista e presto anche dalla sua memoria, confondendosi con tutti gli altri Natali, in un vortice di luci intermittenti, canti stonati e parenti indiscreti.
[Older!Jamie x Jack | BenneFrost]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jack Frost, Jamie, Sophie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Defective Streetlight

 

Sprofondato nella poltrona preferita di suo padre, sulle gambe un libro di testo ricoperto di briciole di biscotti, James Bennett[*] osserva sua madre e sua sorella affaccendarsi intorno all'albero di Natale, intente a rimuovere coccarde e palline di varie dimensioni per riporle nelle scatole aperte ai loro piedi. La tv è accesa ma nessuno la guarda, Abby sonnecchia sul tappeto davanti al divano come se non avesse alcun problema al mondo, e il signor Bennett é uscito di casa già da un pezzo, sbattendo la porta come è suo solito fare da qualche mese a questa parte.
Jamie ha ormai preso l'abitudine di staccare la mente, portarla chilometri e chilometri lontano da quella casa come tante, isolarla in un mondo fantastico da lui stesso creato e seppellirla sotto strati e strati di frivolezze che lo aiutano a dimenticarsi dei problemi che effettivamente presenta la sua vita di tutti i giorni a Burgess, Pennsylvania, Stati Uniti d'America. Peccato che, quest'oggi, la malinconia sia troppa per poter essere sbattuta fuori dalla sua coscienza come un ospite indesiderato.
Natale è passato. Natale è passato e lui non si é visto. Un altro Natale che fugge via, lontano dalla sua vista e presto anche dalla sua memoria, confondendosi con tutti gli altri Natali, in un vortice di luci intermittenti, canti stonati e parenti indiscreti. Un altro Natale senza neve. Un altro Natale senza la sua risata.
Stanco, Jamie porta una mano al viso e si massaggia gli occhi chiusi. Sophie lo nota e sorride mestamente, leggendo nel fratello tutto ciò che sta malamente cercando di tenere per sè. "Jam" lo chiama, tra le mani il puntale traslucido dell'ex albero di Natale. Jamie rialza lo sguardo e ricambia il sorriso della tredicenne, che gli indica, alzando il mento sottile, una scatola di decorazioni aperta ai piedi della poltrona. "Ci aiuti a mettere via le ultime palline?" gli domanda, e Jamie non può far altro che alzarsi, depositando temporaneamente il libro sul tavolino traballante che suo padre ha vinto alla lotteria di Natale solo qualche giorno prima.
Pochi minuti più tardi, l'albero di Natale sintetico é pronto per il suo trionfale ritorno in garage. Jamie sospira, mentre Sophie ritorna in salotto, un cappello di pelo finto calcato sulla testa di capelli biondo oro. Sua madre si è andata a chiudere nello studio, e chissà quando ne riemergerà. "Preparo del té, ne vuoi?" domanda una voce che sa di zucchero filato. Jamie annuisce svogliatamente alla domanda di Sophie e la segue in cucina, dove la ragazza prende immediatamente ad affaccendarsi intorno ai fornelli e alle varie credenze di cui conosce ogni segreto. In breve, la stanza viene invasa dal piacevole e rassicurante aroma del té nero alla vaniglia, il preferito di Jamie, strappandogli un sorriso. "I biscotti alle mele dovrebbero essere pronti ormai..." mormora dunque Sophie, facendo l'occhiolino al fratello maggiore prima di correre ad aprire il forno, sprigionando un secondo, intenso profumo, che sa di inverno, casa e famiglia.
Ancora qualche minuto di attesa e i fratelli Bennett si siedono uno accanto all'altro sui gradini del patio, una tazza di té fumante tra le dita, i corpi infagottati in felpe di pile, nera e blu quella di Jamie, panna quella di Sophie. Un piatto di biscotti fragranti troneggia sulle gambe magre di Sophie, coperte da una gonna tartan e da un paio di pantacollant neri. "Grazie" sussurra Jamie, e con un piccolo sbuffo imbarazzato Sophie appoggia il capo sulla sua spalla, solleticandogli la pelle con il pelo finto del cappello. "Di niente" gli risponde dopo un po', le guance accese forse dal freddo della giornata. A questo punto, Jamie appoggia la tazzina ancora bollente sul pavimento del patio ed abbraccia la sorella con tenera determinazione, senza disturbarla, senza che lei debba neppure muoversi di un millimetro. "Buon Natale, Soph" sospira. "Buon Natale, Jam."

 

La campanella della prima ora del primo giorno di scuola dopo le vacanze invernali coglie Jamie in bagno, occhi negli occhi con il suo io riflesso allo specchio. Diciotto anni e sentirsene addosso molti di più...Il getto d'acqua calda sulle mani induce il ragazzo in uno stato di pace che difficilmente vorrebbe spezzare. Fa freddo. Fa freddo da morire. Jamie non sa se tutti sentano quel freddo, o se si sia radicato soltanto dentro di lui, come il ricordo che, puntualmente, torna a riafforare sul mare della sua coscienza come una balena per respirare.

 

Un coniglio di pezza. Il suo preferito. Jamie sente il tonfo morbido che il pupazzo produce toccando il pavimento della sua camera. Jamie ha otto anni e ha paura. Ha perso in un attimo tutto ciò che lo teneva legato alla propria fanciullezza, ed ora sarà costretto a crescere, a smettere di credere in un mondo di personaggi di fantasia. Babbo Natale non esiste. Il Coniglio di Pasqua non esiste. La Fatina del Dentino non esiste. Sandman non esiste. Non esiste nulla di tutto ciò....
Il suo sconforto si schianta contro un coniglietto di ghiaccio che corre a mezz'aria nella sua stanza, facendogli spalancare gli occhi. Si schianta contro la figura perfetta di un adolescente bianco come la neve e freddo come il vento che spira di notte per le strade di Burgess. Un adolescente che ha il sole nel sorriso, e la luna e le stelle intrappolate negli occhi.
Jack Frost.
Jack Frost che non é mai stato visto, prima d'ora, da nessun altro essere umano...
Jack Frost che salta, e ride, e sorride, abbandonandosi ad una gioia che Jamie mai ha visto dipinta sul volto di una persona.
Jack Frost che lo saluta sul lago ghiacciato, inginocchiato davanti a lui. I suoi occhi. Le sue labbra che si muovono piano. La sensazione di gelo improvviso che attanaglia Jamie quando affonda il viso nella stoffa ruvida della sua felpa blu. E quella ancor più gelida che gli stringe lo stomaco in una morsa quando la slitta di Babbo Natale diviene sempre più piccola nel cielo, fino a scomparire.

 

Occhi marroni lo guardano interrogativi dallo specchio, mentre la seconda campanella gli esplode nelle orecchie. Non può più aspettare. Con un sospiro, Jamie si asciuga le mani con un fazzoletto di carta e lo butta nel cestino.


Jamie odia la scuola. La odia intensamente, non concedendole neppure il beneficio del dubbio. L'unica cosa positiva è probabilmente la pausa pranzo, quando si siede a mensa con Pippa, Cupcake, Monty, Claude e Caleb. Gli amici di sempre. Pippa, in particolare, non lo perde mai di vista. "Che palle ragazzi. Che palle" sta dicendo, i lunghi capelli mogano sciolti sulle spalle, le mani impegnate a torcere il collo di plastica di una bottiglietta vuota di té verde zuccherato, per Jamie una robaccia imbevibile. "L'hai detto" sbuffa Caleb, massaggiandosi il collo con la mano destra e sbuffando. Cupcake, al suo fianco, sta giocherellando con i maccheroni al formaggio rimasti nel piatto, l'aria annoiata; Monty é come al solito immerso nella lettura di un libro di cui Jamie ignorava del tutto l'esistenza e Claude sta sonnecchiando, abbandonato sul tavolo. "Le vacanze di Natale sono volate" continua a lamentarsi Pippa, e Jamie assiste impotente alla trasformazione della bottiglietta già citata in un ammasso di plastica accartocciata. Gli sembra quasi che le parole di Pippa stiano facendo la stessa cosa con il suo stomaco, perché lo sente contoncersi ed urlare la propria indignazione per il trattamento che sta subendo. "Vi sono andate bene le vacanze, almeno?" domanda poi Cupcake, i maccheroni ormai del tutto dimenticati. Claude non risponde -Jamie sospetta che stia dormendo per davvero- ma tutti gli altri, lui e Monty compresi, sbiascicano un sì poco convinto. "Sono stata in Spagna con mia cugina" ricorda loro Pippa, con una scrollata di spalle "impossibile non divertirsi: la movida è eccezionale! I miei chiamavano ogni due minuti, però. Una vera tortura..." Jamie si dice che i genitori di Pippa hanno fatto benissimo a preoccuparsi della figlia, visti i suoi precedenti, ma preferisce tenere per sè questo pensiero, sebbene il ricordo del Capodanno precedente gli ritorni alla mente con sconcertante nitidezza.


Sono seduti sul prato umido in riva al lago, in cerchio, un falò acceso con esca e legna portata da casa scoppietta tra loro. Claude sta facendo sciogliere qualche marshmellow sul fuoco, Cupcake ne sta già sbocconcellando uno accuratamente spalmato tra due biscotti. Jamie siede accanto a Pippa, una bottiglia di spumante in mano e altre due, vuote, abbandonate tra l'erba. Jamie non ha toccato una goccia d'alcool, ma non si può certo dire lo stesso della sua migliore amica. La cosa, comunque, non pare preoccupare nessuno del gruppo, eccezion fatta per lui. Solo Cupcake, ogni tanto, si permette di lanciare qualche timida occhiata all'altra ragazza, per poi riabbassare velocemente lo sguardo non appena intercetta quello contrito di Jamie. Monty non c'é, é a casa con la febbre, e il ragazzo lo sta invidiando con tutte le sue forze. Claude se ne frega come al solito, ignorando gli inviti del fratello a bere di più, ad annegare nell'alcool...inviti che Pippa sta generosamente accogliendo. Caleb è cambiato. Qualcosa in lui è andato in mille pezzi quando i suoi genitori hanno divorziato, un qualcosa che l'ha trasformato nel profondo, rendendolo spericolato, scontroso e...stupido. Tutti se ne sono accorti. Nessuno ha detto niente, neppure Jamie. Pippa gli sta dando fin troppa corda, stasera. Jamie comincia a pensare che anche lei stia diventando qualcosa di totalmente diverso...Il falò si sta spegnendo, e l'aria sta tornando gelida, quando Pippa si alza e si toglie il lungo cappotto, ammiccando in direzione di Jamie come se stesse facendo uno striptease. Lei e Caleb stanno ridendo a crepapelle da almeno venti minuti. "Facciamo...un bagno nel lago!" lo invita, abbandonando anche felpa e maglia sul prato e restando soltanto in jeans e reggiseno, prima di tornare a ridere a pieni polmoni. Jamie non ne può più, ma si alza per fermare l'amica nel caso faccia qualche pazzia. Il lago é ovviamente ghiacciato, e fa troppo freddo perché possa rompersi sotto il peso di Pippa...ma non si sa mai. Per fortuna, la ragazza ha altri piani, per ora. La mano destra di Pippa corre al giubbotto pesante di Jamie e lo strattona, il suo viso si fa più vicino nella penombra ma è questione di un attimo prima che Caleb la abbracci da dietro costringendola a divincolarsi come una bestia in gabbia. "Lasciami...lasciami stare, Cal!" sbotta, il viso rosso e la treccia di capelli mogano, così perfetta all'inizio della serata, ormai quasi del tutto sciolta. Jamie fa un passo indietro, perché il viso dell'amica é sconvolto da una rabbia tale da apparire inumana. "voglio...voglio fare il bagno con Jamie!" urla, cercando ancora di sottrarsi alla presa di Caleb "e voglio fare sesso con lui! Lo voglio tanto..." aggiunge, a voce ancora più alta, se possibile. Gli occhi di Caleb si spalancano a questa rivelazione, la sua determinazione viene meno e Pippa riesce finalmente a riguadagnare la libertà. Pochi attimi e le sue braccia si stringono attorno al corpo di Jamie, il viso avvenente della ragazza viene rialzato e le sue labbra iniziano la frenetica ricerca di quelle di Jamie. Il suo alito sa di alcool e qualcosa di insopportabilmente dolce che mina il cervello del ragazzo come pochissimi altri odori potrebbero fare. Improvvisamente, Jamie si figura davanti a Jack. Lui ha otto anni, e Jack Frost gli sta davanti, sussurrandogli dolcemente che non se ne andrà. "Pippa..Pip...smettila..." mugugna Jamie, scostando il capo bruscamente, così che le labbra dell'amica finiscono per incontrare soltanto la sua guancia. Pippa sembra recepire il messaggio perché scoppia a piangere in modo quasi comico, allontanandosi da Jamie come se si fosse scottata. "Ancora lui?! Ancora Jack Frost? jamie, ancora quel Jack Frost?!" strilla, la voce più pungente della punta di uno spillo. Jamie perde un battito a quelle parole. Le gambe diventano instabili, molli come gelatina. Smette di respirare. Cupcake cerca di calmare Pippa abbracciandola, ma la ragazza si sottrae alla sua stretta e compie soltanto qualche passo ancora prima di piegarsi e vomitare sull'erba. Jamie non distoglie lo sguardo, neppure quando Pippa scoppia a piangere di nuovo pregando i suoi amici di portarla al pronto soccorso. Neppure quando comincia a barcollare, e poi perde i sensi. Neppure quando l'ambulanza arriva e la porta via.
Jamie incontra Caleb e Claude il giorno dopo, davanti all'ospedale. Pippa si sente meglio. Pippa, che non ha fatto altro che fare il suo nome, da quando si è ripresa. Jamie li saluta e torna a casa.

 

Dopo la pausa pranzo, il cielo si fa più grigio. Jamie aspetta pazientemente che le lancette dell'orologio segnino l'ora in cui potrà finalmente lasciarsi la scuola alle spalle. Come sempre, la sua mente è altrove, lontana chilometri e chilometri, sul lago ghiacciato di Jack.
Mentre cammina verso la scuola media, la sua mente è ancora lì. In qualche modo, Jamie non riesce assolutamente a togliersi dalla mente l'espressione dipinta sul viso di Jack poco prima del loro addio, e la scintilla accesa nel suo sguardo di un azzurro incredibile. Dieci anni. Sono passati già dieci anni e Jamie non ha mai smesso di credere in lui e negli altri Guardiani. Anche Sophie, comunque, non ha alcuna intenzione di smettere di farlo.
Jamie sospira sonoramente, allacciando la zip del cappotto il più possibile e aumentando il passo. Una ragazza minuta dai capelli color dell'oro, imbacuccata in un lungo cappotto bianco con il pelo sul cappuccio, lo aspetta davanti al cancello della scuola media, attorniata da un gruppetto di ragazzi. Tutti maschi. Un piccolo ghigno divertito si dipinge sul volto di Jamie. Sophie lo vede e gli sorride di rimando, salutando in fretta i suoi molti spasimanti ed unendosi al fratello sulla via verso casa. "Vedo che stanno aumentando..." la punzecchia Jamie, calcando il cappello di finto pelo in testa alla sorella. Sophie scoppia a ridere e si volta per un attimo a guardare il suo ricco stuolo di ammiratori. "Già...e non me ne piace neppure uno." puntualizza, il tono lievemente deluso, prima di lanciare al fratello un'occhiata indagatrice. "E tu? Pippa ti sta sempre addosso?" Jamie sospira ed alza le spalle. "Prima o poi la smetterà" lo rassicura prontamente la sorella, tuffando le mani nelle tasche del cappotto. Jamie rimane in silenzio. Dopotutto, non ha nulla di intelligente da dire. Anche lui spera immensamente che Pippa si metta finalmente il cuore in pace...ma lei é così maledettamente testarda...
Sophie si ferma davanti alla vetrina di un negozio d'abbigliamento e lui fa lo stesso. Sono iniziati i saldi, dopottutto. Sophie non aspettava altro da una vita...
Un capo in particolare attira l'attenzione di Jamie: una felpa blu elettrico, senza zip e con il cappuccio. Una felpa che sarebbe identica alla sua, se fosse adornata di cristalli di ghiaccio...Jamie sente il tocco gentile della mano di Sophie sulla sua.
La stringe.

 

Steso sul letto, Jamie osserva le luci della strada fuori dalla finestra. Con il buio, Burgess si accende magicamente dei colori delle luminarie che non sono ancora state smantellate e delle luci artificiali di ogni giorno. Un lampione quasi fulminato resiste con le ultime forze di cui dispone, accendendosi e spegnendosi a ripetizione. Jamie sente un grattare frenetico fuori dalla porta e si alza per aprirla ad Abby, che sale sul suo letto senza fare troppi complimenti, occupandogli il posto. "Grazie mille, eh" le dice Jamie acido, ma subito dopo provvede ad accarezzarla tra le orecchie. Un perfetto controsenso.
Con l'ennesimo sospiro della giornata, il ragazzo si appoggia allo stipite della finestra e guarda fuori. Il lampione continua la sua eroica battaglia contro l'usura. La sua eroica battaglia contro le tenebre della notte, come hanno fatto i Guardiani quando Pitch ha provato a cancellare meraviglia, speranza, ricordi e sogni dal cuore dei bambini di tutto il mondo. Una battaglia vinta soltanto grazie alla gioia, al divertimento...a ciò che Jack ha acceso in lui e nei suoi amici. Una battaglia ormai lontana anni luce. Come Jack.

"...ritornerà" bisbiglia Sophie, alle sue spalle, facendolo sobbalzare. Non l'ha neppure sentita arrivare...
Jamie stira le labbra in un sorriso incerto. "ha detto che l'avrebbe fatto" rincara la dose Sophie, ma il ragazzo scuote la testa. "No...ha detto che ci sarebbe sempre stato. Non che l'avrei rivisto..."
Una risatina da parte di Sophie, é tutto ciò che Jamie ottiene in risposta alla propria puntualizzazione. "Ne sei proprio innamorato, eh?" gli domanda, le braccia incrociate sulla maglia del pigiama rosa e un sorrisetto malizioso dipinto sul viso. Jamie abbandona la fronte contro il vetro e non risponde.
"Ritornerà" ripete Sophie con maggior convinzione, dopo qualche attimo di silenzio. "Lo farà per te, Jam."

 

Quella notte, Jamie si gira e rigira nel letto più volte. Le parole di Sophie, per quanto incoraggianti, non sono riuscite a cancellare dieci anni di attesa infruttuosa e disperata. Da molto tempo, Jamie non sogna più. Nella sua mente, soltanto saltuari sprazzi di ricordi, eventi realmente vissuti, come il suo primo incontro con i Guardiani e con Pitch. Nient'altro. E anche stanotte, Jamie è sospeso in uno di quei ricordi.
Jack che lo guarda, gli occhi colmi di meraviglia. Jack che mormora qualcosa a proposito del suo centro lasciandolo stranito. Jack che lo guarda con tutto l'orgoglio del mondo quando lui gli si para davanti sostenendo di volerlo proteggere...di poterlo fare. Jack...sempre e solo Jack...
"Jack!" urla una voce. "Jack! Jack!" ripete, e Jamie sa di conoscere quella voce, di averla già sentita da qualche parte..."Jack!" Rieccola. Poi la voce urla qualcosa di diverso. "Jam!" Ah sì...Jam. Jamie. Forse la voce ha sempre pronunciato il suo nome. "Jam, svegliati!"
Jamie spalanca gli occhi, il cuore a mille, trovandosi davanti un'agitatissima Sophie. Ma che diavolo...? "Jamie, la neve!" urla, correndo alla finestra e saltellando sul posto per l'entusiasmo. "Cosa? la neve?" ripete Jamie, la mente ancora intorpidita dal sonno, mettendosi seduto e stropicciandosi gli occhi. Solo quando la ragazzina ripete "la neve, Jam!" per la terza volta, Jamie si rende improvvisamente conto della rilevanza della cosa.
Alzandosi precipitosamente dal letto e fiondandosi alla finestra, Jamie riesce finalmente a vederla, a percepirla, a sentirne l'odore, persino. Il lampione pare aver temporaneamente vinto la sua battaglia, perché la sua luce é nuovamente stabile ed illumina i grossi fiocchi traslucidi accendendoli d'oro puro. Jamie si abbandona finalmente ad un vero sorriso, un sorriso che viene dal cuore. Neve.

 

Non è da tutti avere la forza di credere nei miracoli, e Jamie Bennett lo sa. Avvolto nel cappotto e con una sciarpa ben stretta al collo, il ragazzo percorre la strada che lo porterà a scuola, ancora una volta. Jack é tornato, lo testimonia la neve tutt'intorno a lui, sui marciapiedi, sui tetti delle case, sui tettucci delle automobili parcheggiate lungo la via. Per l'emozione, Jamie non é più riuscito a chiudere occhio. Lui e Sophie sono rimasti nella sua stanza a chiacchierare fino all'alba, in attesa di Jack. Ma Jack non si é fatto vedere. Anche questa mattina, Sophie si è detta assolutamente fiduciosa del fatto che Jack farà la sua comparsa entro la fine della settimana. Jamie vuole crederci. A tutti i costi.
Stando ben attento a dove mette i piedi, il ragazzo percorre l'ultimo tratto di strada e si ritrova davanti all'edificio scolastico. Una folla di ragazzi dal primo all'ultimo anno è impegnata in un'epica battaglia a palle di neve. Il sorriso sui loro volti sta ad indicare soltanto una cosa, confermata dal flusso di studenti che sta già ritornando sui propri passi: chiuso per neve. Jamie ricaccia indietro le lacrime che gli salgono agli occhi, preda di una commozione assurda e totalizzante. Lui è tornato per davvero...

Con la coda dell'occhio, il ragazzo nota un guizzo blu tra la folla...ma si tratta soltanto di Pippa, avvolta in un nuovo giubbotto color del mare. "Sarai contento" gli sibila ad un orecchio, prima di raggiungere Cupcake davanti all'entrata. Jamie si sente stringere il cuore come é successo un anno fa al lago, la sera di Capodanno. Ancora Jack Frost, Jamie?! Ancora?!
Senza andare a salutare Cupcake, e facendo finta di non vedere Monty, che sta avanzando convinto in sua direzione, Jamie si dilegua tra la folla.


Quando arriva a casa, Jamie trova Sophie ad aspettarlo sul patio, negli occhi una luce talmente inequivocabile che il suo cuore si mette a fare le capriole ancor prima di sapere la verità. Il suo sospetto si trasforma in convinzione quando la sorella gli sorride apertamente, saltandogli letteralmente addosso per abbracciarlo forte. "Hai visto Jack" bisbiglia Jamie, e la sua non é certo una domanda. "Ho visto Jack" conferma Sophie, tenendolo ancora stretto. Jamie prega che le gambe riescano ancora a sostenere il peso del suo corpo. Quando si stacca da Sophie, il ragazzo le afferra delicatamente le spalle e cerca di fare ordine nella propria mente. Sophie continua a sorridere. "Tornerà questa sera" lo informa, precedendo di fatto la sua domanda. "Doveva correre al Polo per un'urgenza, ma ha detto che verrà a trovarti questa sera sul tardi." Jamie giura di riuscire a sentire ogni minima goccia di sangue scorrergli nelle vene. Sopraffatto da un'emozione troppo grande, il ragazzo si lascia scivolare sui gradini del patio e si siede per recuperare il fiato. Assurdo, gli sembra di aver appena corso la maratona. Controllando la respirazione, rialza gli occhi marroni a ricercare quelli verdi della sorella.
"E' bellissimo" sospira lei "davvero...davvero bellissimo" Jamie sorride.

 

Il display del suo cellulare segna le undici e mezza, e Jamie è impaziente. Sdraiato sul letto con un libro di testo tra le mani, il ragazzo se la vede con la matematica. Senza alcun'ombra di dubbio, la maledetta sta vincendo 10 a 1, e, dopotutto, non potrebbe essere altrimenti. Jamie ha la mente satura di Jack. Jack, Jack e ancora Jack. Le mani tremanti, abbandona il libro sul petto ed allunga la destra per afferrare la tazza di té tiepido appoggiata sul comodino. Non che quel té gli serva veramente: Jamie non riuscirebbe ad addormentarsi neppure se dovesse farlo a tutti i costi, ora come ora. Non è certo la teina a far lavorare il suo cervello a velocità doppia, e non é la teina a far battere in modo anomalo il suo cuore. Sorbiti gli ultimi sorsi della bevanda, ed abbandonata nuovamente la tazza sul comodino, Jamie ritorna a guardare il libro con indicibile sforzo. Non è mai stato granché bravo in matematica... L'aria fredda proveniente dalla finestra socchiusa gli solletica il naso e la fronte, accarezzandogli i capelli e facendolo starnutire. Jamie abbandona la testa nel cuscino morbido e rimane a guardare le formule scritte sul libro di testo senza neppure provare a dar loro un senso. Un nuovo starnuto lo scuote, facendolo tremare da capo a piedi. Perché Jack non si muove ad arrivare?...Jamie si abbraccia da solo, cercando di scaldarsi le braccia, congelate, nonostante il ragazzo indossi ben due maglioni uno sopra l'altro.
Controvoglia, si costringe ad alzarsi per agguantare qualche coperta pesante dall'armadio. Un intenso odore di pino misto a naftalina gli invade le narici, mentre fruga tra varie coperte più o meno pesanti, alla ricerca di quella di pile che gli ha regalato sua nonna l'anno prima.
"Freddo?" domanda una voce, all'improvviso, molto vicina, troppo vicina, facendogli saltare il cuore in gola. Jamie sbatte la testa contro il soffitto dell'armadio, e barcolla all'indietro, mentre il dolore si dirama dal capo al collo alle spalle, lasciandolo senza fiato. "Ma porc...!" sbotta alla cieca, ritrovando fortunatamente sotto di sé la morbidezza del materasso, ma le sue imprecazioni vengono coperte da una risata piena ed inconfondibile.
Spostando freneticamente lo sguardo verso la finestra, Jamie incontra invece la figura di Jack a metà strada: l'eterno adolescente se ne sta appoggiato con una spalla all'anta del maledetto armadio, le braccia incrociate, un sorrisetto impertinente tipico di lui dipinto sul viso. Non é mutato di una virgola in nessun particolare...gli occhi grandi, di un colore impossibile; il volto sottile, perfetto nei lineamenti; i corti capelli color della neve, scompigliati e ribelli; la pelle altrettanto, innaturalmente bianca; il fisico slanciato ed asciutto. Il bastone ricurvo che Jamie ricordava in ogni minimo nodo e sfumatura è appoggiato alla parete accanto alla finestra.
"Jack..." mormora Jamie, alzandosi dal letto, gli occhi spalancati dallo stupore. Sapeva perfettamente che il Guardiano avrebbe mantenuto la promessa fatta a Sophie ma...ora come ora, gli sembra impossibile averlo ancora davanti a sè, dopo dieci, lunghissimi anni. "Jamie" lo saluta lui, con un cenno del capo e un nuovo sorriso. La sua voce é così paradossalmente calda...Jamie non perde neppure tempo a ricambiare il saluto: due passi soltanto, e sta già stringendo a sè il corpo magro ed incredibilmente freddo dell'altro.
Jack è più basso di lui di almeno cinque centimetri. La cosa lo rende incredibilmente felice. Perchè lui non é più un bambino, e questo non é un ricordo. Questa é la realtà.
Jamie sente le braccia di Jack chiudersi attorno a lui con esasperante lentezza. "Mi sei...mancato, Jamie" bisbiglia timidamente lo Spirito, e la sua voce tradisce una certa sorpresa, come se se ne stesse rendendo conto soltanto adesso che tiene il ragazzo stretto a sè. Un'emozione incontenibile si accende in Jamie a queste parole, un'emozione che raddoppia di colpo la sua già alterata frequenza cardiaca, sconvolgendo la sua spina dorsale con brividi di piacere intenso e facendogli seriamente temere di poter cadere a terra da un momento all'altro, perché non sente più le gambe.
"Jack..." mormora Jamie, dopo quelle che gli sembrano ore, staccandosi dal Guardiano per guardarlo negli occhi, le mani ancora appoggiate sulle sue spalle, il ghiaccio tra le dita. Lo sguardo di Jack è un vortice che intrappola Jamie in un solo battito di ciglia, mozzandogli il fiato ancora una volta, come è successo dieci anni fa al lago. Il suo viso, così vicino, é una provocazione troppo grande. Davvero troppo grande. E Jamie, ancora una volta, non è più un bambino.
Il ragazzo non fa neppure in tempo a rendersi conto di ciò che sta per fare, che ha già colmato la distanza che lo separa dalle labbra di Jack, che sono morbide e sanno di neve, e sono le labbra più perfette che Jamie abbia mai baciato, e leccato, e mordicchiato...

Jack spalanca gli occhi per lo stupore quando Jamie interrompe il bacio per tornare a guardarlo, un sorriso timido ad increspargli le labbra. Ha l'aria di volersela dare a gambe da un momento all'altro, ma non lo fa. Jack resta. Incoraggiato dalla cosa, Jamie lascia scivolare le mani lungo le braccia di Jack, fino ad incontrare le sue. "Jamie...io..." mormora Jack, ma il ragazzo scuote il capo fermamente. "Non dire nulla" sussurra, prima di posare un altro, lungo bacio sulle labbra di Jack. Ancora una volta, lo Spirito sembra troppo sconvolto dalla situazione per rispondere alle attenzioni dell'amico, perciò si limita a subire il bacio senza muovere un solo muscolo.
"Scusa..ma me lo devi, Jack" mormora Jamie sulle sue labbra, un rantolo che agita visibilmente il Guardiano sin nel profondo. "Dieci anni. Sei stato via per dieci anni..." continua Jamie, e questa volta Jack sembra convincersi, perché stira le labbra in un piccolo sorriso che sa di scuse che non avrebbe mai voluto fare, abbassando lo sguardo alle labbra che l'hanno baciato sino ad ora. "Mi merito questa punizione...hai ragione, amico" conviene, e sebbene cerchi di apparire spavaldo come sempre, la sua voce trema un po'.
Jamie si abbandona ad un sospiro di sollievo e sorride più apertamente a questo punto, prima di spostare la destra tra i capelli di Jack, accarezzandogli la testa prima di coinvolgerlo in un nuovo, appassionato bacio, che ha il sapore amaro di dieci anni di attesa, e il sapore dolce di un sogno che si realizza.

 

Il mattino dopo, Jamie si sveglia nel proprio letto, nudo, il corpo intirizzito dal freddo. Con un sorrisetto sorpreso, si rende conto di star ancora stringendo Jack tra le braccia. Jack che è ancora addormentato, il viso rivolto verso di lui: le spalle minute si abbassano e si alzano a ritmo regolare, e Jamie non può fare a meno di notare l'espressione soddisfatta e rilassata disegnata sul volto del ragazzo che ama.
Con tutta la gentilezza di cui dispone, Jamie deposita un piccolo bacio sulle labbra dell'altro, e, tenendo la testa ancora sprofondata nel cuscino, assiste allo spettacolo degli occhi di Jack che tornano ad aprirsi, sconvolgendolo con la loro tonalità ancora una volta. "Buon giorno, bellissimo" mormora a due centimetri dal suo viso. Jack sorride e risponde tardivamente al bacio appena ricevuto. "Non sei male neppure tu." scherza, prima di spostarsi quel tanto che gli consente di appoggiare la guancia sul petto dell'altro.
"Sei freddo come il ghiaccio" ridacchia Jamie, rabbrividendo al nuovo, più intimo contatto. E nonostante ciò, non si astiene dall'accarezzare teneramente il braccio di Jack.
Un silenzio che sa di pace e perfezione li avvolge, mentre il sole bacia i capelli del Guardiano accendendoli di un candore ancora più irreale.
"Non hai mai smesso di credere in noi. In me." bisbiglia Jack, chiudendo gli occhi ancora una volta, abbandonandosi al calore delle braccia del suo ragazzo.
Jamie sorride, prima di baciare dolcemente Jack sulla testa. "E non lo farò mai" afferma, sicuro.
Fuori dalla finestra, il vecchio lampione difettoso può finalmente riposare.









 


Non so come sia uscita...questa cosa. Io shippo JackRabbit con tutte le mie forze, come ben sapete...ma ho voluto provarci comunque. 
[*]James Bennett non è il nome ufficiale completo di Jamie, ma dato che sta girando per il fandom, ho deciso di adottarlo anche io. Così, perchè mi andava.
Spero che qualcuno di voi sia riuscito ad arrivare a leggere questi commenti e lasci una qualche recensione, corta o lunga non importa.
E lo so, lo so che devo ancora aggiornare le altre fic *piange*.
Roxy

  
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