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Autore: reigisaseirin    07/01/2013    4 recensioni
[Kurt/Sebastian, scritta per il Kurtbastian Secret Santa indetto sul gruppo I Call Him Mine]
A cosa serve avere anni da vivere se la ragione per cui vivi muore?
Kurt continuava a correre, cercando, sperando di raggiungere Sebastian in tempo.
Lo aveva quasi raggiunto, ma...
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prima di leggere questa ff, c’è bisogno di sapere alcune cose.
E’ basata sul film In Time (quello con Justin Timberlake, si x°D), in cui le persone avevano un orologio sulla pelle che contava quanto tempo di vita gli era rimasto. Con questo tempo ci pagano anche le cose, e lavorando guadagnano del tempo. Henry che cito all’inizio è un immortale (interpretato da Matt Bomer *Q*) che, stufo di vivere, si suicida, regalando tutto il suo tempo a Kurt (in questo caso).
Beh, ho detto tutto, ENJOY! (E Buon Natale Maddalena, scusa il ritardo!)

 

In time.

 

 

Kurt non poteva ancora crederci.
Non poteva ancora credere che Henry gli avesse dato tutto quel tempo.
Guardò il suo tempo scorrere sul suo braccio, i secondi scorrere lenti, come se stesse vivendo a rallentatore.
Cent’anni.
Henry gli aveva dato cent’anni.
Con cent’anni avrebbe potuto fare di tutto. Pagare i debiti, pagare l’affitto, aiutare il suo migliore amico con i debiti, portare finalmente il suo ragazzo a New Greenwich.
Sebastian.
Sebastian non aveva molto tempo.
Doveva arrivare a Dayton il prima possibile.
Cominciò a correre più veloce che poteva, sperando di raggiungere la città in tempo.
Non sapeva quante ore fossero rimaste al suo ragazzo, ma con tutto il tempo che era rimasto a lui sarebbe riuscito a salvarlo.
Solo se lo avesse trovato in tempo.



Sebastian salì sull’autobus che portava a Dayton, non vedendo l’ora di rivedere finalmente Kurt.
Aveva lavorato giorno e notte per saldare i debiti, ed era riuscito a ridurli notevolmente, anche se gli era rimasta solo un’ora e mezza.
“Sono due ore” disse il conducente, giusto in tempo prima che Sebastian mettesse il polso sull’estrattore di tempo.
“Cosa? Ma io non ho due ore” Guardò i minuti scorrere sul suo braccio, mentre l’agitazione cominciò ad assalirlo. Non aveva abbastanza tempo. Sarebbe morto prima di rivederlo.
Non poteva permettere che una cosa del genere accadesse.
“Se corre forse ce la fa in tempo!” esclamò questi, prima di chiudere le porte della vettura e partire.
Sebastian, non sapendo cosa fare, si mise a correre.
Non ce l’avrebbe mai fatta.
Aveva solo un’ora e mezza, e la distanza da percorrere era di due ore.
Ma doveva provare, non poteva aspettare di morire così, senza aver rivisto Kurt un’ultima volta.
 
 
 
Kurt guardava il tempo scorrere.
Non vedendo Sebastian scendere dall’autobus, però, cominciò a preoccuparsi.
Voleva dire solo una cosa: Sebastian stava per morire.
E lui non poteva permetterlo.
Non con tutto quel tempo a disposizione.
Cosa se ne sarebbe fatto di cent’anni se la sua ragione di vita fosse morta?
Cominciò a correre, sperando di raggiungerlo in tempo.



50 secondi. Era impossibile raggiungere Kurt con solo 50 secondi.
Stava per gettare la spugna, quando vide il suo ragazzo in lontananza.
Il suo cuore prese a battere più veloce dalla felicità, mentre accellerò il passo.
Doveva raggiungerlo, anche a costo di rimanere senza fiato. Forse non tutte le speranze erano perdute.
“Kurt!” urlò, mentre continuava a corre, controllando di tanto in tanto il tempo scorrere inesorabile sul suo braccio.
“Seb!” Kurt sorrise, correndo più velocemente.
Non poteva perdere neanche un secondo, perché ogni secondo faceva la differenza. Solo un secondo separava la vita dalla morte, e lui non avrebbe mai permesso al tempo di portargli via l’unica ragione per cui continuava a lottare ogni giorno.
Se sarebbe tenuto stretto ogni secondo della vita sua e di Sebastian, ad ogni costo.

10 secondi.
Kurt era ancora troppo lontano, e sentiva le forze mancargli.
Le sue gambe cominciavano a cedere, e non sentiva più l’aria nei polmoni.
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Era così vicino, bastava qualche altro piccolo sforzo…
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“Kurt, ti amo”
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Kurt si fermò nell’istante in cui Sebastian cadde fra le sue braccia.
Non c’era più nulla da fare. Il suo orologio segnava zero. Il tempo di Sebastian era finito.
Era morto. Sebastian era morto.
Kurt non voleva crederci, non poteva crederci.
Se solo non avesse perso tempo ad aspettarlo alla fermata dell’autobus, se solo avesse corso più veloce, se solo si fosse svegliato prima quella mattina.
Se non avesse sprecato secondi della sua giornata ora Sebastian sarebbe ancora lì con lui.
Cominciò a piangere, stringendo il corpo inerme del suo ragazzo fra le braccia.
Disperato, lo scosse, provò a donargli il suo tempo, ma nulla. Il cuore di Sebastian aveva definitivamente smesso di battere.
Il tempo era scaduto.

***

Kurt si alzò di scatto, gli occhi lucidi dal pianto e la fronte imperlata di sudore.
“Sebastian!” urlò, poggiando le mani sul letto, mentre respirava con affanno.
“Principessa, che succede? Ti pare questa l’ora di svegliarmi?” disse lui, stropicciandosi gli occhi e alzandosi a sedere.
Kurt allora lo abbracciò, stringendosi forte a lui, come se avesse paura che potesse sparire da un momento all’altro.
“Sei qui. Il tempo non è scaduto!” rispose semplicemente, calmandosi nel sentire le braccia di suo marito intorno a lui e le sue mani carezzargli la schiena nuda.
“Perché, dove altro dovrei essere?” Sebastian sembrò ragionare un attimo sull’ultima esclamazione di Kurt, prima di aggiungere “Lo sapevo che non avrei dovuto farti vedere quel film. Sei troppo paranoico, amore”
L’altro alzò gli occhi al cielo, sorridendo.
“Guarda che il mio è stato un sogno orribile. Vederti morire tra le mie braccia come la madre del protagonista è stato orribile”
“Io, invece, stavo sognando di fare una cosa a tre con Justin Timberlake, ma purtroppo (o per fortuna nel tuo caso) i sogni sono solo sogni” Sebastian sorrise, guardando suo marito amorevolmente.
Come faceva ad essere sempre così adorabile?
Con i capelli scombinati e le guance rosse per colpa del cuscino era una delle cose più tenere che avesse mai visto.
“E tu mi divideresti con Justin Timberlake? Perché io non sono sicuro di volerti condividere.”  Rispose Kurt, baciando l’altro dolcemente sulle labbra.
“Neanche con Matt Bomer?” chiese Sebastian, sorridendo.
“No”
“Alex Pettyfer?”
“Neanche. Tu sei solo mio” rispose, baciandolo nuovamente, prima di ristendersi  sotto le coperte, continuando ad abbracciare suo marito.
Si addormentarono poco dopo, con il sorriso sulle labbra.
Stare con Sebastian era la cosa che rendeva più felice Kurt, e non avrebbe mai trovato miglior modo di impiegare il suo tempo.
   
 
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