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Autore: Eternal_Blizzard    07/01/2013    4 recensioni
Potrei anche capire e mettermi l’anima in pace se gli piacesse Aki – che comunque conosce da tempo e con cui ha molta più confidenza – o Touko – con cui ha molto feeling. Accetterei se gli piacesse un’altra, ma niente. Non ha assolutamente interesse per le ragazze. Doloroso, ma vero.
Al momento sono proprio inginocchiata davanti al mio antagonista, lo guardo torvo come se fosse la causa di ogni mio problema e lui, ovviamente, non fa una piega.
Ah, prima che si fraintenda… Non parlo di un ragazzo. Anche in quel caso, se Endou non amasse la ragazze “per quel motivo” farei più fatica, ma mi metterei comunque l’anima in pace, dopo un po’. Magari.
Il mio rivale in amore è il calcio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark/Mamoru, Nelly/Natsumi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei, lui e... l'altro

Haruna mi aveva sbeffeggiata al ritorno dal football frontier international perché mi ero salutata in modo particolarmente amichevole con Rococo e ci siamo anche scambiati qualche mail, alle volte.
“Attenta che non diventi il tuo amante, altrimenti Endou s’intristisce!”
Aveva detto così, dandomi gomitatine e ridacchiando mentre preparavamo qualche onigiri come non facevamo da tempo. Che poi, come poteva Endou intristirsi se mai avessi avuto una storia con Rococo non l’ho capito. Non eravamo nemmeno fidanzati e soprattutto lui non provava niente per me! …come non lo prova ora.
“Sarebbe triste avere una di quelle relazioni “lui, lei e l’altro”… anche se avrebbe un che d’intrigante!”
Aveva aggiunto. Per carità, voglio molto bene ad Haruna, ma… Potrebbe anche farsi gli affari suoi, su certe questioni! Lei lo chiama “animo da giornalista”, ma è imbarazzante parlare di queste cose, specie se, come nel mio caso, è paleseche non si provi interesse per l’altro.
Già.
Riprova, Natsumi, chi tenti d’ingannare?
D’accordo, forse potrei anche ammettere che un certo interesse per lui lo provi… ma… Aaaahhh, insomma, non come intende lei! Lui… Io… Non… Su! Il fatto è che lei da come per scontato che io e lui ci metteremo insieme, ma è a dir poco impossibile! Lui ha solo una cosa in testa e tiene molto più agli amici che a me. Il pensiero di un’eventuale ragazza non lo sfiora nemmeno e figuriamoci se io faccio il primo passo.no, è fuori discussione, morirei di vergogna e poi un rifiuto… Mi farebbe stare troppo male. Che poi se non mi dichiaro io per prima c’è anche un altro motivo: la nostra sarebbe davvero una relazione a tre, ma non del tipo che ha detto Haruna. No.
Sarebbe lei, lui e l’altro.
Sì, perché non sarebbe Endou ad avere un rivale in amore. No, sarei io.
Potrei anche capire e mettermi l’anima in pace se gli piacesse Aki – che comunque conosce da tempo e con cui ha molta più confidenza – o Touko – con cui ha molto feeling. Accetterei se gli piacesse un’altra, ma niente. Non ha assolutamente interesse per le ragazze. Doloroso, ma vero.
Al momento sono proprio inginocchiata davanti al mio antagonista, lo guardo torvo come se fosse la causa di ogni mio problema e lui, ovviamente, non fa una piega.
Ah, prima che si fraintenda… Non parlo di un ragazzo. Anche in quel caso, se Endou non amasse la ragazze “per quel motivo” farei più fatica, ma mi metterei comunque l’anima in pace, dopo un po’. Magari.
Il mio rivale in amore è il calcio.
Ebbene sì, io, l’orgogliosa Natsumi Raimon sto imbruttendo un pallone da calcio. Sono gelosa di un oggetto, l’ho ammesso.
Per carità, ognuno ha le sue passioni, è più che giusto, ma… Io lo vedo costantemente, come guarda il pallone che calciano i nostri compagni, come lo stringe anche quando non si trova in campo, come lo tratta delicatamente e con amore, come non se ne separerebbe mai, come pensa sempre e solo a lui.
Tutti gesti che vorrei rivolti verso di me.
So che è inverosimile, ma mi ritrovo stupidamente a sperare, spesso, che si accorga di me e smetta di vedermi solo come una manager del club. O un’amica. Però poi mi ritrovo a pensare che mentre io penso a lui, lui pensa a… l’altro.Il mio terzo incomodo. Lui.
“Però nutro la speranza di occupare il secondo posto, subito dopo il pallone”. Non posso dirmi neanche questo.
Riflettendoci a mente fredda, purtroppo, sento che è più legato ad Aki e che quindi se mai si innamorerà sarà di lei. Se c’è qualcuno che viene dopo il calcio, beh, quella non sono io…
La cosa divertente è che adesso sono tutti qui fuori pronti a giocare una partita. E io sto chiusa qui, come un’idiota a maledire mentalmente un oggetto come fosse una persona. E la cosa triste è che Endou non se ne accorgerà. O meglio, non vi darà importanza, penserà che ho altro da fare perché per lui non è importante che presenzi ad ogni singola partita, ne sono consapevole. Com’è altrettanto vero che non ha idea del fatto che se io stia qui a crucciarmi è per colpa sua.
Cavolo, è davvero uno stupido!
 
Diede un colpo di tallone alla palla senza alzarsi da terra, continuando a tenere lo sguardo cupo – e diventato pian piano lucido – sulla sfera che dopo aver sbattuto al muro della presidenza continuò a rotolare per diversi istanti fino a tornare a poca distanza da lei. Strinse gli occhi e si costrinse a rimanere ferma dov’era, impedendosi di alzarsi per correre alla finestra o, peggio, raggiungere gli altri al campetto e comportarsi come tutti i giorni. Non ce la faceva; ogni tanto poteva capitare. Tirò su con il naso, ancora imbronciata, e dopo pochi secondi sobbalzò sentendo la porta della stanza aprirsi di botto, all’improvviso. «Eccoti, finalmente! Ho guardato ovunque, ma non ti trovavo!» esclamò Endou con il suo solito sorriso a trentadue denti. Vederlo così, inaspettato, fece arrossire appena la ragazza rimasta a bocca semiaperta per lo stupore. Non se lo sarebbe mai aspettato: era andato a cercarla, forse si sbagliava e qualcosa gli importava! La giovane scosse appena la testa, voltandola imbarazzata e con fare superiore com’era solita. Passandosi una mano fra i capelli fece per rispondergli qualcosa, ma la sua voce fu preceduta da quella del ragazzo che le si fiondò di fronte ed afferrò il pallone. «Meno male, senza non avremmo potuto iniziare!» allargò il sorriso, per poi uscire in fretta dalla stanza con allegria. Natsumi era rimasta immobile, pietrificata. La bocca bloccata nella forma della prima sillaba che le era stato impedito di pronunciare, le dita incastrate tra i mossi capelli castani, la testa ancora piegata. Una perfetta posa plastica.
Non era possibile.
Era andato lì in fretta e furia solo per prendere il pallone? “Senza non avremmo potuto iniziare”. E certo, senza palla, giocare a calcio era un po’ difficile. Però… non l’aveva degnata nemmeno di uno sguardo. E quei suoi sorrisi erano rivolti davvero ad una cosa inanimata?! Inutile, aveva perso.
Lui preferiva l’altro a lei.
Sì, Endou era davvero uno stupido. E lei un’illusa per averci anche solo sperato. Anche se il senso di cercarlo in vicepresidenza non l’aveva colto; quello ce l’aveva portato lei, se dovevano prenderne uno bastava andare nella sede del club come si era sempre fatto. Che problemi aveva quel ragazzo? Indispettita raccolse le ginocchia al petto e vi poggiò il mento, lanciando uno sguardo alla porta che non aveva sentito chiudere mentre mentalmente sottolineava la maleducazione dell’altro, che l’aveva lasciata aperta come se fosse casa sua. Sgranò gli occhi quando vide che da quella spuntava fuori la testa del capitano della squadra, evidentemente perplesso. «Natsumi, va tutto bene? Perché sei rimasta qui?» domandò, mentre lei si alzava in tutta fretta.
«C-cosa?» riuscì solo a chiedere, delle mille domande che le erano venute in mente.
«Sono venuto a prenderti, stiamo per iniziare» informò il giovane, ovvio. «Sei una manager, se non ci siamo tutti, non giochiamo!» le sorrise, smorzando ogni altra eventuale illusione sul nascere. Era andato solo perché era una manager.
«Non è che devo esserci ad ogni partita. Se capita che ne salti una non crolla il mondo» rispose lei leggermente stizzita, ma Endou scosse la testa con veemenza.
«E invece devi, ci tengo!» affermò con convinzione e la giovane sentì il cuore accelerare per un attimo.
Ma no, si disse che non doveva farsi illusioni.
Con un sospiro rassegnato annuì, anche se poco convinta, facendogli cenno con il capo di andare mentre iniziava a seguirlo, in silenzio. Però, già che non fosse andato lì per il pallone era un passo avanti.
«Ma le frasi che hai detto poco fa, erano rivolte a me, quindi?» domandò vaga la ragazza, guardando dritto davanti a sé. il ragazzo in fascia arancione inclinò la testa perplesso, guardandola.
«Certo, eri l’unica nella stanza» dichiarò. «Cosa credevi, scusa?» indagò poi, ma la fanciulla rispose un semplice “niente” mentre scuoteva la testa. Interdetto, il capitano lasciò passare un paio di secondi di silenzio, per poi tornare a guardare davanti con il sorriso nuovamente sulle labbra. «Sai, mancavate solo tu ed Aki e ci stavamo preoccupando. Ci chiedevamo tutti cosa steste facendo» informò e Natsumi sentì di aver perso un battito.
Aveva parlato al passato, quindi aveva cercato Aki prima di lei. Nascondendo l’amarezza del tono con un sorriso, cercò di non badare al pensiero appena fatto, decidendo di portare avanti la conversazione.
«Ah, ho capito. Aki dov’era?» chiese, solo per non lasciar morire il dialogo. Le venne istintivo cercare con gli occhi lo sguardo del ragazzo, che si era ancora una volta girato verso di lei, facendo spallucce.
«Non ne ho idea, ho chiesto ad Haruna se poteva andare lei a cercarla» rese noto con noncuranza.
«Scusami? Non sei andato tu a cercarla?» domandò stupita, spalancando gli occhi. Il ragazzo scosse la testa, non capendo il motivo di tale reazione.
«No. Io sono venuto a cercare te. Ero abbastanza sicuro di trovarti qui, quindi sono corso direttamente dal campo» l’informò, passandosi l’indice sotto il naso.
“Ho chiesto ad Haruna se poteva andare lei”. “Sono venuto a cercare te”.
Quelle due frasi iniziarono a frullarle in testa come due vortici, mentre Natsumi sentiva le guance colorirsi – anche se, per sua fortuna, non vistosamente. Quindi, non ogni speranza era vana? Qualche possibilità, magari in futuro, c’era? Si trattava di Endou, quindi… in fondo tutto era possibile, no?
Senza quasi rendersene conto iniziò a ridacchiare, sinceramente sollevata. Mamoru la guardò all’inizio confuso, ma poi le sorrise, stringendo il pallone. «Non ho capito cos’è successo, ma ti vedo allegra rispetto a prima, ne sono contento!» disse, ridacchiando a sua volta.
«Sei uno stupido» gli sorrise lei, coprendosi la bocca con una mano.
«Cosa?! Adesso che ho fatto?!» sussultò il castano, preso alla sprovvista. Calmando la risata, la giovane scosse la testa, incrociando le mani dietro la schiena e tornando a guardare di fronte a sé, con il sorriso.
«No, devo rettificare» sussurrò soddisfatta. «La stupida sono io».
 
 
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Salve, capatina al volo che poi vado a studiare.
‘llora. Finalmente pubblico la mia EnNatsu <3 *spruzza cuoricini da OTP da tutti i pori (?)
No ok seriamente, vecchia, ma sono lenta a postare. *ha altre 15 fic scritte da postare, ma è lenta
In realtà pensavo venisse pi corta. E più su Natsumi-Pallone-Endou. Boh.
Non ho molto da dire… solo, spero sia venuta bene siccome – strano ma vero – ne sono soddisfatta. E poi tengo particolarmente sia alla coppia che a Natsumi, quindi… Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate >< Su questa sono particolarmente… coinvolta (?). Non credo servano, ma se volete delucidazioni, basta chiedere (?)
Grazie a tutti coloro che hanno letto/recensito/messo tra le preferite/ricordate le mie ultime fic. Stasera risponderò a tutti!
A presto,
Ryka
 
PS. Io per ogni mia storia metto il tag “generale” perché non riesco a capire come vengono le mie fic, quindi… se avete consigli o indicazioni per i tag da mettere, mi fareste un piacere >//< *fugge in patagonia
  
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