Dopo tanti mesi di silenzio torno a postare.
Mi è sinceramente dispiaciuto non pubblicare nulla ma non ero molto contenta della piega che stava predente il raccondo precedente, Il Cuore di Damon.
Esistevano due versioni di quella storia e quella che ho pubblicato era la mia preferita; ho letto gli ultimi due libri pubblicati dalla Smith e ho deciso di riscrivere il racconto.
Non nego di essere una fan del Team Donnie, peccato che sia nel libro che nel telefilm non esista una Donnie
Premetto che non so ancora cosa diventerà il racconto ma voglio scoprirlo insieme a voi.
Ci vediamo al prossimo capitolo!
XO.XO.
PROLOGO
Wellcome to Mystic Falls
Indicava l’insegna posta sul confine della
città.
Il mio peggior
incubo si è trasformato in realtà, alla fine.
Avevo pregato e supplicato papà di non tonare
in questa città maledetta, ma niente.
Non aveva voluto darmi ascolto. Gli avevo
persino, raccontato tutte le mie disavventure passate, sperando potesse fargli
cambiare idea. Invece…
Dopo tre anni, abbandonavo la bellissima e
caotica San Francisco per ritornare in un misero paesino sperduto della
Virginia.
Un “autogrill” per ogni creatura della
Dimensione Oscura.
<< Potrai mettere il muso anche per un
mese, ma io non cambio idea >> disse papà osservandomi dallo specchietto
retrovisore della fiammeggiate Audi Q7.
<< E’ ora di tornare a Mystic Falls
signorina, ti abbiamo dato la possibilità di rimediare ai tuoi errori ma hai
continuato a fare di testa tua, per cui smettila di fare la bambina >> disse
la nuova fidanzata di papà.
<< Notizie del giorno signor McCullough!
La piccola Bonnie, non c’è più da un po’ di tempo. Possibile che tu non te ne
sia mai accorto? >> risposi esasperata.
<< Vi prego, sono stufa di sentirvi… >> la nonna si strinse la mano al petto dolorante.
<< Papà!!! La
nonna ha un altro attacco di cuore! Presto! >>
Riuscimmo ad arrivare al pronto soccorso appena in tempo; dopo un
tempo infinito, giunse finalmente il dottore.
<< Signor Bennett, sua madre è stabile.
E’ stata una fortuna che foste già in macchina, altrimenti le sue condizioni
sarebbero state molto più critiche. Suggerisco, riposo totale, astensione da
stess e tensioni di qualunque natura >>
Perfetto!
Come se riuscissi a passare un po’ di tempo con i mio padre senza litigare…
<< …Dovrebbe riprendersi velocemente, se
vuole, potrei farla assistere da un’infermiera >>
<< No, dottore, voglio occuparmi personalmente di mia nonna >> << Scusi signorina, lei sarebbe? >> chiese il dottore
<< Bonnie, la nipote >> << Bonnie
McCullough? >>
Lo sguardo dell’anziano dottore era al quanto
esterrefatto.
La piccola Bonnie che ricordava era una timida
ragazza acqua sapone. La classica brava ragazza.
Mentre quella che aveva davanti agli occhi era
tutto l’opposto: una ragazza con un make
up dark lady e capelli color pece
rigorosamente piastrati.
Una vampira, sembravo, senza zanne e gli occhi
da brivido.
Lasciai papà con il dottore mentre andavo a
trovare la nonna.
La trovai ancora addormentata in quel misero
letto da una piazza e mezza.
Il volto, solitamente roseo e pieno era scarno
e pallido, i capelli brizzolati sembravano secchi e sfibrati.
Quella donna distesa nel letto, non era altri
che l’ombra della meravigliosa signora che mi aveva insegnato i segreti della
magia.
Le presi una mano e la appoggiai alla guancia.
<< Non essere triste piccola mia
>> sussurrò con voce roca. << Sei fredda nonna >> <<
Non mi rimane molto tempo, questo lo sai già >> << Potrei fare un incantesimo o preparare una pozione…>> << Fermati
bambina mia, devi lasciare che la natura faccia il suo corso. Ci sono già
troppe creature sovrannaturali a questo mondo, non c’è bisogno di crearne altri
>> << Non farei nulla del genere vorrei rallentare la tua senescenza
>>
La nonna mi zittì alzando una mano e scosse la
testa << Tesoro mio, la mia vita l’ho già vissuta e non rimpiango niente.
Mentre tu sei ancora giovane e…>>
la nonna si interruppe; era visibilmente affaticata.
<< Ti lascio riposare nonna, ne hai bisogno... a domani
>>
Le lasciai un bacio sulla fronte e me ne
andai.
**************************************************************************************************************
Il mattino del giorno successivo, realizzai di
essere ritornata a Mystic Falls.
Erano passati quasi tre anni dall’ultima volta
che avevo avuto notizie dai miei ex compagni di sventura.
Dopo lo scontro con il demone della gelosia, avevo preso in considerazione l’idea di imparare a gestire i miei potevi.
Iniziavo ad accettare la mia condizione di strega e la mia priorità era
imparare a gestire la magia per riportare in vita Damon, il quale a causa della
mia goffaggine, aveva perso la vita.
Il ragazzo che amavo si era fatto scudo con il
suo corpo, per poi morire tra le braccia mie e quelle di Elena. Tornati a casa
dalla Dimensione Oscura, avevo provato a richiamare la sua anima, invece, ero
caduta in trappola; vittima dello Spirito della Gelosia.
Fortunatamente quella avventura finì per il
meglio: Damon era resuscitato, ingannando nuovamente la morte. Meredith ed Alaric avevano rafforzato
la loro relazione; Matt si accontentò di essere se stesso; Stefan e
Damon fecero “pace” mentre la sottoscritta iniziava a prendere lezioni di magia dalla signora
Flowers.
Teophilia Flowers era molto brava come
insegnante: oltre che essere molto paziente.
Spesso mi incitava ad eseguire esercizi come quello di
leggere più menti contemporaneamente o spostare oggetti con la forza del
pensiero.
Fu durante un’esercitazione di telepatia
che accadde il fatto che mi portò a
lasciare la città:
<<
Concentrati sulle persone che si abitano alla villa. Dentro ci sono Damon,
Stefan ed Elena.
<<
Stefan credo …è in cucina >> << riesci a sentire i suoi pensieri?
>> << Si >> << Bene, ora rimanendo concentrata, prova a
sentire anche i pensieri di chi gli è vicino >>
<<
Elena, sento i suoi e… >> La mia
mente si focalizzò.
Damon è
ritornato devo passare più tempo in sua compagnia. E’ stato un miracolo, vederlo nella mia
stanza, questa volta non è andato da Bonnie…Chissà che cosa ci trova in lei…una
che quando c’è da combattere è solo buona a gridare e basta…
La mia
migliore amica, pensava a questo dopo tutto quello che avevamo passato. Avevamo
confessato i nostri sentimenti, le nostre emozioni appena due giorni prima e
lei pensava a questo.
<<
Bonnie non ti stai esercitando, sei stanca? Ti vuoi fermare? >> chiese
l’anziana donna.
<< Ehm…Credo di poter andare avanti, mi dispiace, devo andare >>
*************************************************************************************************************
Ero alla guida della mia Austin Mini, (alias
Red) quando una Ferrari nera, sbucata da chissà dove mi tagliò la strada.
<< Ma dico sei impazzito? Non mi hai fatto
la fiancata per un soffio! >> urlai scendendo dalla macchina.
<< Stai attenta a come mi parli
ragazzina, sono in circolazione da prima che i tuoi genitori nascessero.
>>
Lo sportello della macchina si aprì e ne escì
Damon Salvatore, in tutta la sua gloria e bellezza. Naturalmente nell’inconfondibile look
total black e le Ray Ban sugli occhi.
<< Se non hai ancora preso la patente
perché te ne vai in giro con quel catorcio? >>
Ma
sentitelo il re della strada e delle quattro ruote…
<< Non è colpa mia se non sai leggere la
segnaletica contemporanea. La patente dei Flintstones non vale più nel
ventunesimo secolo, aggiornati nonno! >> risposi.
Improvvisamente nell’area circostante, si iniziò a percepire una forte tensione carica energia negativa.
Damon, lentamente, si sfilò gli occhiali dal viso, scoprendo un volto corrugato e deformato dalla rabbia.
I suoi occhi neri
sembravano ancor più profondi di quanto ricordassi.
<< Nonno a chi? >> chiese con un
tono freddo; sobbalzai sistemandomi nervosamente gli occhiali scuri.
Accidenti…speriamo
che non mi abbia riconosciuta.
Pensai, sperando di riuscire a mascherare il
mio volto.
<< Amore, lasciala stare siamo in
ritardo, dobbiamo andare >> disse una ragazza seduta sul lato del
passeggero della Ferrari >>
<< Ringrazia il tuo angelo custode piccola, ti è andata di lusso >>
Risalì in macchina e partì lasciando
dietro di se un gran polverone.
Eh…si dopo tre anni certe cose non cambiano.
Ero arrivata a Mystic Falls da circa una
settimana e parte il quasi incidente con Damon, non avevo incontrato nessuno
della vecchia compagnia. Ero riuscita a passare inosservata.
Non potevo dire la stessa cosa della mia
famiglia. Grazie alla recente promozione, papà aveva acquistato una splendida
villa non molto lontana dalla villa (alias Pensione ) dei Salvatore.
Le voci sul ritorno dei McCullough erano
incominciate a diffondersi e presto ricevetti delle visite.
<< Bonnie, sono Lisa posso entrare?
>> chiese la fidanzata di papà.
<< Eccomi, che sta succedendo ? >>
chiesi uscendo dalla camera. << Una
vicina ci ha gentilmente portato un cesto di benvenuto, puoi intrattenerla
mentre finisco di fare alcune cose? Grazie >>
Lisa non mi diede neppure il tempo di
rispondere che era già spartita dalla mia vista.
Per
fortuna che sono io quella in grado fare magie.
Scesi al piano inferiore sfoggiando un
falso sorriso di cortesia, pronta ad affrontare la prima di una lunga serie di
vicine invadenti e pettegole.
<< Signora Flowers? >> esclamai non
appena la vidi.
<< Bonnie sei proprio tu? Cielo, ragazza
mia sei proprio cambiata >>
<< Ho solo cambiato look >>
risposi arrossendo << Non penso che siano solo i capelli. Non ti avrei
mai riconosciuta se ti avessi incontrata per strada. >> disse prendendomi
il volto tra le mani << Guardati sei bellissima…
e continui ad arrossire… ne sono felice perché il rossore ti rende più bella >>.
Abbracciai l’anziana donna che aveva vissuto
con noi numerose avventure.
Appena riprendemmo il controllo delle nostre
emozioni, servì una tazza di tè e la signora Flowers mi aggiornò suoi fatti
recenti.
Dopo la mia partenza Caroline e Tyler si erano
aggiunti al gruppo e aiutavano a tenere al sicuro la città. A causa di una
grave ferita infettale in combattimento, Caroline era stata trasformata da Stefan, il quale, aveva iniziato a bere sangue umano.
Meredith ed Alaric si erano fidanzati
ufficialmente e stavano pensando alle nozze, mentre Elena da un po’ di tempo
stava insieme a Damon.
Dopo la mia partenza, Elena trascorse gran
parte del suo tempo con il maggiore dei Salvatore. per “recuperare il tempo
perduto”. Nella sua testolina, tutto era cristallino e aveva fatto la sua
scelta: Damon.
<< Non ci posso credere, alla fine, quei
due stanno insieme >> dissi sorseggiando il tè caldo.
<< La cosa non piace molto a Caroline e
Tyler e per questo i rgazzi non fanno altro che bisticciare >> disse
l’anziana donna << Elena continua
a sostenere Damon. Afferma che lui è sempre stato presente nei momenti di bisogno; che quello che prova non
è sbagliato >> << E Stefan
come ha reagito? >> << Ha lasciato la pensione, trasferendosi in
una casa non molto lontano da qui. >>.
<< Mi faccia capire, Stefan ha lasciato Elena senza battere ciglio? >> << No...Ha detto,
non vuole che la storia si ripeti, quindi ha girato l’Europa per un po’ ed ora
è tornato. Caroline ed io siamo andanti
a trovarlo ma non ha niente del vecchio Stefan. E’ … quasi intrattabile. Stanno accadendo cose strane in quella casa
ma nessuno è riuscito a superare il
cancello ed entrare >>.
Quando la mia ospiti se ne andò, non riuscì a
non pensare a Stefan. Un ragazzo dal cuore d’oro che non meritava di soffrire in quel modo, ne
tanto meno non per mano di una persona come Elena.
Scesa sera, salì sulla mia adorata Red e cercai l’abitazione di
Stefan. Non fu semplice trovarla perché era avvolta da una insolita fitta
nebbia.
L'edificio era immenso come mi era stato
riferito.
Davanti
all’imponete abitazione si innalzava un grande cancello che si aprì non appena
fu illuminato dai fari dell’auto. Lasciata la vettura davanti all’entrata principale, feci un profondo respiro:
Coraggio
Bonnie, è solo Stefan che male ti può fare? Disse Streghetta
la mia voce interiore.
Non feci in tempo a posare il dito sul campanello che il portone si aprì.
<< Tu devi essere quella nuova,
benvenuta a Candy Shop. >> disse facendomi entrare.
Come
quella nuova? Ci deve essere uno sbaglio.
L’atrio era semi buia, l’unica fonte di luce
era qualche candela accesa;
<< Io sono Kate. Per qualsiasi cosa devi
rivolgerti esclusivamente a me. >> mi informò.
Dietro di lei scorsi alcune ragazze in intimo.
Ma che
diamine, questo posto sembra molto più da Damon che da Stefan.
<< Qui puoi trovare la cucina, qui i
bagni e per le nuove arrivate le stanze sono queste. >> disse indicando
alcune porte << Il padrone ci vuole in forma, quindi è
severamente vietato saltare i pasti. Non importa se hai fame o meno bisogna
sempre mangiare tutto quello che si ha nel piatto. Ora lavati e indossa la tua mise. Dovrai
presentarti al padrone. >>
<< Aspetta, io sono una…>>
<< Non importa se una professionista o meno, queste sono le regole e
bisogna rispettarle e se non hai altro da aggiungere vatti a cambiare >>
Se solo
la smettesse di parlare a raffica! Potrei spiegare il disguido.
Ma se
viene a sapere che sei un’amica di Stefan ci sbatterebbe fuori come ha detto la
signora Flowers.
Mi ricordò Streghetta. Devi fare buon viso a cattivo
gioco.
Devi? Chiesi alla mia voce interiore. Non
eravamo una squadra?
Si, ma
al momento non hai bisogno di me…a più tardi…
Dopo essermi nuovamente lavata, indossai un
baby doll verde, completamente trasparente. Non copriva neppure l’indispensabile.
In tempi
di crisi pure l’intimo ha subito notevoli tagli, disse
Streghetta, la mia vocina interiore.
E come se non bastasse dovevo indossare dei
tacchi vertiginosi.
Dai
Bonnie è come quando uscivamo con Jeremy,
solo che stavolta siamo meno vestite.
Mi ricordò Streghetta.
<< Non hai ancora finito? Il padrone non è un tipo paziente >>
Kate entrò nella stanza a passo spedito puntandomi
come un’aquila che punta al pranzo.
<< Staresti meglio riccia sai? >> disse scompigliando i capelli. Le lanciai un’occhiataccia dallo specchio, eppure continuava a tormentarmi la chioma.
<< Forse, sarà per la prossima,
ora non abbiamo tempo. Seguimi e ricorda, quando arrivi davanti al padrone,
tieni rigorosamente la testa china e non fiatare fino a quando non sarai interpellata. Domande? >>
Si, non
hai niente con cui coprimi?