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Autore: veggente    08/01/2013    3 recensioni
Pace.
Ecco cosa regnava a Mystic Falls da un paio di giorni.
Lo Spirito della gelosia che aveva causato l’incendio al pensionato era stato esorcizzato; un’ altra avversità era stata superata.
Elena era riuscita a far riappacificare i fratelli Salvatore, dopo secoli di conflitto; l’amore tra Meredith ed Alaric, cresceva giorno dopo giorno. Bonnie ed i suoi amici potevano finalmente godersi un’ po’ di serenità prima di iniziare la vita universitaria. Ad un tratto però Bonnie abbandona Mystic Falls senza informare nessuno e a distanza di tre anni ritorna, completamente cambiata.
Sarà una Delena? o Una Donnie?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Damon Salvatore/Elena Gilbert
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Il Diario Della Strega - Prologo Ciao a tutte/i i lettrici.
Dopo tanti mesi di silenzio torno a postare.
Mi è sinceramente dispiaciuto non pubblicare nulla ma non ero molto contenta della piega che stava predente il raccondo precedente, Il Cuore di Damon.
Esistevano due versioni di quella storia e quella che ho pubblicato era la mia preferita; ho letto gli ultimi due libri
pubblicati dalla Smith e ho deciso di riscrivere il racconto.
Non nego di essere una fan del Team Donnie, peccato che sia nel libro che nel telefilm non esista una Donnie
Premetto che non so ancora cosa diventerà il racconto ma voglio scoprirlo insieme a voi.
Ci vediamo al prossimo capitolo!
XO.XO.



PROLOGO

Wellcome to Mystic Falls

Indicava l’insegna posta sul confine della città.

Il mio peggior incubo si è trasformato in realtà, alla fine.

Avevo pregato e supplicato papà di non tonare in questa città maledetta, ma niente.

Non aveva voluto darmi ascolto. Gli avevo persino, raccontato tutte le mie disavventure passate, sperando potesse fargli cambiare idea. Invece…

Dopo tre anni, abbandonavo la bellissima e caotica San Francisco per ritornare in un misero paesino sperduto della Virginia.

Un “autogrill” per ogni creatura della Dimensione Oscura.

<< Potrai mettere il muso anche per un mese, ma io non cambio idea >> disse papà osservandomi dallo specchietto retrovisore della fiammeggiate Audi Q7.

<< E’ ora di tornare a Mystic Falls signorina, ti abbiamo dato la possibilità di rimediare ai tuoi errori ma hai continuato a fare di testa tua, per cui smettila di fare la bambina >> disse la nuova fidanzata di papà.

<< Notizie del giorno signor McCullough! La piccola Bonnie, non c’è più da un po’ di tempo. Possibile che tu non te ne sia mai accorto? >> risposi esasperata.

<< Vi prego, sono stufa di sentirvi… >> la nonna si strinse la mano al petto dolorante. 

<< Papà!!! La nonna ha un altro attacco di cuore! Presto! >>

Riuscimmo ad arrivare  al pronto soccorso appena in tempo; dopo un tempo infinito, giunse finalmente il dottore.

<< Signor Bennett, sua madre è stabile. E’ stata una fortuna che foste già in macchina, altrimenti le sue condizioni sarebbero state molto più critiche. Suggerisco, riposo totale, astensione da stess e tensioni di qualunque natura >>

Perfetto! Come se riuscissi a passare un po’ di tempo con i mio padre senza litigare…

<< …Dovrebbe riprendersi velocemente, se vuole, potrei farla assistere da un’infermiera >>

<< No, dottore, voglio occuparmi personalmente di mia nonna >> << Scusi signorina, lei sarebbe? >> chiese il dottore

<< Bonnie, la nipote >> << Bonnie McCullough? >>

Lo sguardo dell’anziano dottore era al quanto esterrefatto.  

La piccola Bonnie che ricordava era una timida ragazza acqua sapone. La classica brava ragazza. 

Mentre quella che aveva davanti agli occhi era tutto l’opposto:  una ragazza con un make up dark lady  e capelli color pece rigorosamente piastrati.

Una vampira, sembravo, senza zanne e gli occhi da brivido.

Lasciai papà con il dottore mentre andavo a trovare la nonna.

La trovai ancora addormentata in quel misero letto da una piazza e mezza.

Il volto, solitamente roseo e pieno era scarno e pallido, i capelli brizzolati sembravano secchi e sfibrati.

Quella donna distesa nel letto, non era altri che l’ombra della meravigliosa signora che mi aveva insegnato i segreti della magia.

Le presi una mano e la appoggiai alla guancia.

<< Non essere triste piccola mia >> sussurrò con voce roca. << Sei fredda nonna >> << Non mi rimane molto tempo, questo lo sai già >>  << Potrei fare un incantesimo  o preparare una pozione…>> << Fermati bambina mia, devi lasciare che la natura faccia il suo corso. Ci sono già troppe creature sovrannaturali a questo mondo, non c’è bisogno di crearne altri >> << Non farei nulla del genere vorrei rallentare la tua senescenza >>

La nonna mi zittì alzando una mano e scosse la testa << Tesoro mio, la mia vita l’ho già vissuta e non rimpiango niente. Mentre  tu sei ancora giovane e…>> la nonna si interruppe; era visibilmente affaticata.

<< Ti lascio riposare nonna, ne hai bisogno... a domani >>

Le lasciai un bacio sulla fronte e me ne andai.

**************************************************************************************************************

Il mattino del giorno successivo, realizzai di essere ritornata a Mystic Falls.

Erano passati quasi tre anni dall’ultima volta che avevo avuto notizie dai miei ex compagni di sventura.

Dopo lo scontro con il demone della gelosia, avevo preso in considerazione l’idea di imparare a gestire i miei potevi. 

Iniziavo ad accettare la mia condizione di strega e la mia priorità era imparare a gestire la magia per riportare in vita Damon, il quale a causa della mia goffaggine, aveva perso la vita.

Il ragazzo che amavo si era fatto scudo con il suo corpo, per poi morire tra le braccia mie e quelle di Elena. Tornati a casa dalla Dimensione Oscura, avevo provato a richiamare la sua anima, invece, ero caduta in trappola; vittima dello Spirito della Gelosia.

Fortunatamente quella avventura finì per il meglio: Damon era resuscitato, ingannando nuovamente la morte. Meredith ed Alaric avevano rafforzato la loro relazione; Matt si accontentò di essere se stesso; Stefan e Damon fecero “pace” mentre la sottoscritta  iniziava a prendere lezioni di magia dalla signora Flowers.

Teophilia Flowers era molto brava come insegnante: oltre che essere molto paziente. 

Spesso mi incitava ad eseguire esercizi come quello di leggere più menti contemporaneamente o spostare oggetti con la forza del pensiero.

Fu durante un’esercitazione di telepatia che  accadde il fatto che mi portò a lasciare la città:

<< Concentrati sulle persone che si abitano alla villa. Dentro ci sono Damon, Stefan ed Elena. Quale senti? >>

<< Stefan credo …è in cucina >> << riesci a sentire i suoi pensieri? >> << Si >> << Bene, ora rimanendo concentrata, prova a sentire anche i pensieri di chi gli è vicino >>

<< Elena, sento i suoi e… >>  La mia mente si focalizzò. 

Damon è ritornato devo passare più tempo in sua compagnia.  E’ stato un miracolo, vederlo nella mia stanza, questa volta non è andato da Bonnie…Chissà che cosa ci trova in lei…una che quando c’è da combattere è solo buona a gridare e basta…

La mia migliore amica, pensava a questo dopo tutto quello che avevamo passato. Avevamo confessato i nostri sentimenti, le nostre emozioni appena due giorni prima e lei pensava a questo.

<< Bonnie non ti stai esercitando, sei stanca? Ti vuoi fermare? >> chiese l’anziana donna.

<< Ehm…Credo di poter andare avanti, mi dispiace, devo andare >>


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Ero alla guida della mia Austin Mini, (alias Red) quando una Ferrari nera, sbucata da chissà dove mi tagliò la strada.

<< Ma dico sei impazzito? Non mi hai fatto la fiancata per un soffio! >> urlai scendendo dalla macchina.

<< Stai attenta a come mi parli ragazzina, sono in circolazione da prima che i tuoi genitori nascessero. >>

Lo sportello della macchina si aprì e ne escì Damon Salvatore, in tutta la sua gloria e bellezza. Naturalmente nell’inconfondibile look total black e le Ray Ban sugli occhi.

<< Se non hai ancora preso la patente perché te ne vai in giro con quel catorcio? >>

Ma sentitelo il re della strada e delle quattro ruote…

<< Non è colpa mia se non sai leggere la segnaletica contemporanea. La patente dei Flintstones non vale più nel ventunesimo secolo, aggiornati nonno! >> risposi.

Improvvisamente nell’area circostante,  si iniziò a percepire una forte tensione carica energia negativa. 

Damon, lentamente, si sfilò gli occhiali dal viso, scoprendo un volto corrugato e deformato dalla rabbia. 

I suoi occhi neri sembravano ancor più profondi di quanto ricordassi. Più lo guardavo più  venivo risucchiata in quel abisso color pece; sarei rimasta a guardarlo per ore se solo ne avessi la possibilità.

<< Nonno a chi? >> chiese con un tono freddo; sobbalzai sistemandomi nervosamente gli occhiali scuri.

Accidenti…speriamo che non  mi abbia riconosciuta.

Pensai, sperando di riuscire a mascherare il mio volto.

<< Amore, lasciala stare siamo in ritardo, dobbiamo andare >> disse una ragazza seduta sul lato del passeggero della Ferrari >>

<< Ringrazia il tuo angelo custode piccola, ti è andata di lusso >> 

Risalì in macchina e partì lasciando dietro di se un gran polverone.

Eh…si dopo tre anni certe cose non cambiano.

Ero arrivata a Mystic Falls da circa una settimana e parte il quasi incidente con Damon, non avevo incontrato nessuno della vecchia compagnia. Ero riuscita a passare inosservata.

Non potevo dire la stessa cosa della mia famiglia. Grazie alla recente promozione, papà aveva acquistato una splendida villa non molto lontana dalla villa (alias Pensione ) dei Salvatore. 

Le voci sul ritorno dei McCullough erano incominciate a diffondersi e presto ricevetti delle visite.

<< Bonnie, sono Lisa posso entrare? >> chiese la fidanzata di papà. 

<< Eccomi, che sta succedendo ? >> chiesi uscendo dalla camera.  << Una vicina ci ha gentilmente portato un cesto di benvenuto, puoi intrattenerla mentre finisco di fare alcune cose? Grazie >> 

Lisa non mi diede neppure il tempo di rispondere che era già spartita dalla mia vista.

Per fortuna che sono io quella in grado fare magie.

Scesi al piano inferiore sfoggiando un falso sorriso di cortesia, pronta ad affrontare la prima di una lunga serie di vicine invadenti e pettegole.

<< Signora Flowers? >> esclamai non appena la vidi.

<< Bonnie sei proprio tu? Cielo, ragazza mia sei proprio cambiata >>

<< Ho solo cambiato look >> risposi arrossendo << Non penso che siano solo i capelli. Non ti avrei mai riconosciuta se ti avessi incontrata per strada. >> disse prendendomi il volto tra le mani << Guardati sei bellissima… e continui ad arrossire… ne sono felice perché il rossore ti rende più bella >>.

Abbracciai l’anziana donna che aveva vissuto con noi numerose avventure. 

Appena riprendemmo il controllo delle nostre emozioni, servì una tazza di tè e la signora Flowers mi aggiornò suoi fatti recenti.

Dopo la mia partenza Caroline e Tyler si erano aggiunti al gruppo e aiutavano a tenere al sicuro la città. A causa di una grave ferita infettale in combattimento, Caroline era stata trasformata da  Stefan, il quale,  aveva iniziato a bere sangue umano.

Meredith ed Alaric si erano fidanzati ufficialmente e stavano pensando alle nozze, mentre Elena da un po’ di tempo stava insieme a Damon.

Dopo la mia partenza, Elena trascorse gran parte del suo tempo con il maggiore dei Salvatore. per “recuperare il tempo perduto”. Nella sua testolina, tutto era cristallino e aveva fatto la sua scelta: Damon.

<< Non ci posso credere, alla fine, quei due stanno insieme >> dissi sorseggiando il tè caldo.  

<< La cosa non piace molto a Caroline e Tyler e per questo i rgazzi non fanno altro che bisticciare >> disse l’anziana donna  << Elena continua a sostenere Damon. Afferma che lui è sempre stato presente nei momenti di bisogno; che quello che prova non è sbagliato >>  << E Stefan come ha reagito? >> << Ha lasciato la pensione, trasferendosi in una casa non molto lontano da qui. >>.

<< Mi faccia capire, Stefan ha lasciato  Elena senza battere ciglio? >> << No...Ha detto, non vuole che la storia si ripeti, quindi ha girato l’Europa per un po’ ed ora è tornato.  Caroline ed io siamo andanti a trovarlo ma non ha niente del vecchio Stefan.  E’ … quasi intrattabile. Stanno accadendo cose strane in quella casa ma nessuno  è riuscito a superare il cancello ed entrare >>.

Quando la mia ospiti se ne andò, non riuscì a non pensare a Stefan. Un ragazzo dal cuore d’oro che non meritava di soffrire in quel modo, ne tanto meno non per mano di una persona come Elena.

Scesa sera, salì sulla mia adorata Red e cercai l’abitazione di Stefan. Non fu semplice trovarla perché era avvolta da una insolita fitta nebbia.

L'edificio era immenso come mi era stato riferito.

 Davanti all’imponete abitazione si innalzava un grande cancello che si aprì non appena fu illuminato dai fari dell’auto. Lasciata la vettura davanti all’entrata principale, feci un profondo respiro:

Coraggio Bonnie, è solo Stefan che male ti può fare? Disse Streghetta la mia voce interiore.

Non feci in tempo a posare il dito sul campanello che il portone si aprì.

<< Tu devi essere quella nuova, benvenuta a Candy Shop. >> disse facendomi entrare.

Come quella nuova? Ci deve essere uno sbaglio.

L’atrio era semi buia, l’unica fonte di luce era qualche candela accesa; 

<< Io sono Kate. Per qualsiasi cosa devi rivolgerti esclusivamente a me. >> mi informò.  

Dietro di lei scorsi alcune ragazze in intimo.

Ma che diamine, questo posto sembra molto più da Damon che da Stefan.

<< Qui puoi trovare la cucina, qui i bagni e per le nuove arrivate le stanze sono queste. >> disse indicando alcune porte  << Il padrone ci vuole in forma, quindi è severamente vietato saltare i pasti. Non importa se hai fame o meno bisogna sempre mangiare tutto quello che si ha nel piatto. Ora lavati e indossa la tua mise. Dovrai presentarti al padrone. >>

<< Aspetta, io sono una…>> << Non importa se una professionista o meno, queste sono le regole e bisogna rispettarle e se non hai altro da aggiungere vatti a cambiare >>

Se solo la smettesse di parlare a raffica! Potrei spiegare il disguido.

Ma se viene a sapere che sei un’amica di Stefan ci sbatterebbe fuori come ha detto la signora Flowers.

Mi ricordò Streghetta. Devi  fare buon viso a cattivo gioco.

Devi? Chiesi alla mia voce interiore. Non eravamo una squadra?

Si, ma al momento non hai bisogno di me…a più tardi…

Dopo essermi nuovamente lavata, indossai un baby doll verde, completamente trasparente. Non copriva neppure l’indispensabile. 

In tempi di crisi pure l’intimo ha subito notevoli tagli, disse Streghetta,  la mia vocina interiore.

E come se non bastasse dovevo indossare dei tacchi vertiginosi.

Dai Bonnie è come quando uscivamo con Jeremy,  solo che stavolta siamo meno vestite.

Mi ricordò Streghetta.

<< Non hai ancora finito? Il padrone non è un tipo paziente >>  

Kate entrò nella stanza a passo spedito puntandomi come un’aquila che punta al pranzo.

<< Staresti meglio riccia sai? >> disse scompigliando i capelli. Le lanciai un’occhiataccia  dallo specchio, eppure  continuava a tormentarmi la chioma. 

<<  Forse, sarà per la prossima, ora non abbiamo tempo. Seguimi e ricorda, quando arrivi davanti al padrone, tieni rigorosamente la testa china e non fiatare fino a quando non sarai interpellata. Domande? >>

Si, non hai niente con cui coprimi?

  
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