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Autore: Rico da Fe    08/01/2013    9 recensioni
Finora abbiamo sempre avuto a che fare con le solite nazioni, i soliti pairing, et cetera...
Ma ogni nazione è costituita da regioni, ciascuna con caratteristiche diverse come cultura, dialetto, territorio, piatti tipici, tradizioni...
E quindi, perchè non dedicare loro un angolino?
Ecco quindi una bella serie ideata apposta per voi, con protagoniste non solo le regioni italiane, principali protagoniste nelle quali potrete identificarvi, ma anche regioni da altre parti del mondo e d'Europa!!!
P. S. Sono gradite recensioni... ^L^' kol...
Genere: Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Marche, affacciato al parapetto del terrazzo, osservava il paesaggio calmo e verdeggiante delle colline distese davanti a lui.
Il vento soffiava tiepido e leggero accarezzando delicatamente i capelli della regione.
"Che pace, eh?"
La voce dolce di Umbria lo raggiunse alle spalle, seguita dalle mani sottili di lei che si posarono, leggere come farfalle, sul braccio del marchigiano.
"Sì, hai ragione..." mormorò lui "... È tutto così tranquill..."
"A TAVOLAAAAA!!! È PRONTOOOOOO!!!"
"Parli di pace..." mugugnò Umbria seccata, staccandosi dal braccio del fratello.
"... E arriva Lazio!" terminò Marche, sorridendo e scuotendo la testa.
Il latino come al solito non si smentiva. Mai.
I due raggiunsero la tavola apparecchiata sulla terrazza più alta del castello, da cui si poteva scorgere il magnifico panorama tutto colline e boschi smeraldini, punteggiato qua e là da qualche pieve o qualche casolare sperduto in cotto.
"Ecco i due pelandroni d'Italia!" li accolse Lazio, ridacchiando tra sé.
I due lo ignorarono e si sedettero a tavola.
"Bene!" proclamò Lazio, alzandosi in piedi e gonfiando il petto "Il vostro ultramegafantastico fratellone vi ha preparato la sua specialità: BUCATINI ALL'AMATRICIANA!!! Applauditemi! Ammiratemi! Baciatemi!"
"Scordatelo!"
Toscana, seduta tra Marche e Lazio, posò il libro che stava leggendo (a tavola) e guardò storto il latino.
"Tsk... Vabbè, mangiamo!" replicò Lazio imbronciato.
Le quattro regioni, sedute a tavola, si guardarono per un po'.
"Ehm... Chi fa i piatti?" domandò timidamente Umbria.
"Tse! Non guardate me: io ho cucinato!" ribatté Lazio incrociando le braccia sul petto.
"Io non mi abbasso a simili incombenze!" proclamò Toscana, incrociando anche lei le braccia.
Umbria e Marche si guardarono rassegnati.
"Facciamo a testa o croce?" propose il marchigiano, preparando già la moneta.
"Pfui! Testa o croce..."
Tutti si voltarono sorpresi verso il bizzarro tizio appena spuntato all'ingresso.
"Romagna!" lo salutò Lazio "Come mai da queste parti? Non pranzi con tua sorella?"
"Sorbole! Se non ci fossi io..." disse il romagnolo in questione, avvicinandosi al tavolo e iniziando a distribuire le porzioni.
"Ehm... Umbria, vai a prendere piatto, posate e tovagliolo a Romagna..." sospirò Marche.
L'umbra obbedì, e poco dopo tornò con il coperto per il romagnolo.
"Ehi! Perché non avevate apparecchiato anche per me?" chiese offeso il giovane, consegnando i piatti a Toscana e Lazio, che si guardarono e scossero la testa.
"Ma Lazio te l'ha appena chiesto..." fece notare Marche, paziente come al solito.
"Sorbole... È vero!"
Romagna si grattò la fronte.
"Beh... Mia sorella mangia con quelli di sopra... Del Nord intendo... E io mi sentivo solo, perciò sono venuto a trovarvi! Contenti?"
"Sicuro..." rispose Lazio, agguantando una manciata di bucatini con la forchetta e ficcandosela voracemente in bocca.
"Sorbole... Devi avere davvero fame..." notò Romagna alzando un sopracciglio.
Quando furono tutti seduti a tavola ed ebbero tutti il loro piatto davanti, Marche domandò:
"Allora... Come è andata la settimana?"
"A me... Chomp... Beniffimo... Gnam... Ho guafdato... Munch... La paftita..." biascicò Lazio a bocca piena, offrendo loro un magnifico panorama sulla poltiglia di bucatini e sugo che c'era dentro.
"Grande... All'altezza del tuo (ridotto) ingegno..." commentò Toscana sarcastica.
"E tu... Gnam... Che cofa... Chomp... Hai fatto? Munch..." ruminò il latino di rimando.
"Ho scritto un nuovo libro e dipinto qualche quadro..." ribatté la toscana con aria di superiorità.
"Sorbole... Ehi, se sai dipingere, mi aiuti a ritinteggiare casa?" chiese Romagna versandosi una generosa dose di Chianti Ruffino e scolandola in due sorsate.
Toscana si limitò ad alzare un sopracciglio e a scuotere la testa.
"Ehm... Bene... E tu, Romagna, che hai fatto?" chiese Marche, augurandosi con tutto il cuore che la sub regione romagnola non dicesse...
"Ho proposto al mio capo di cambiare il colore della mia bandiera in ROSSO!!! Quest'anno è di moda, me l'ha detto Lombardia!"
"Davvero?" chiese Umbria, distratta.
"Davvero!"
"E... Il tuo capo che ha detto?" chiese Lazio, curioso.
"Sorbole... Non mi ha dato retta!"
'Meno male...' pensarono i presenti, sollevati.
"E cosa ne pensa Emilia?" chiese Toscana, pulendosi educatamente le labbra prima di bere il suo prestigioso vino.
"Boh... Non gliel'ho chiesto... Ma dovrebbe essere d'accordo..." borbottò il romagnolo, aggrottando le sopracciglia.
Lui e la sorella non si erano mai frequentati più di tanto, prima di condividere il territorio...
"E tu, Marche, che hai combinato?" domandò Lazio al marchigiano, ingoiando l'ultima forchettata di pasta.
"Beh... Io... Sono stato un po' in giro... E sono andato a pescare con Abruzzo!" rispose Marche, contento.
"Io, invece, ho portato da mangiare ai cani randagi..." disse Umbria, precedendo la domanda imminente.
"Interessante... Dimenticavo che sei una naturalista convinta!" disse Toscana sorridendo all'umbra, che ricambiò con un sorriso e un delicato rossore sulle gote.
"Sorbole... Ragazzi, domani c'è la cena dell'Unità!!!" esordì improvvisamente Romagna, saltando di palo in frasca (come al solito).
"Non me lo ricordare..." disse lamentosamente Lazio.
L'indomani avrebbe avuto un sacco di lavoro da fare (e lui ODIAVA lavorare)... E un sacco di gente a casa!!!
"Che bello... Domani vediamo Abruzzo!" disse il marchigiano a Romagna, che annuì contento.
"E speriamo di non assistere all'ennesima scazzottata tra Lombardia e Sicilia..." sospirò Toscana, vedendosi già davanti la scena.
"Beh... Se Lombardia fa il bravo..." disse Umbria pensierosa.
"E poi, dai, ci saranno i bambini! Non penso si prenderanno a cazzotti davanti a Valle d'Aosta e Sudtirolo!" intervenne Lazio, sentendosi escluso (odiava anche essere messo in disparte!).
Lui si lambiccava sull'enorme quantità di lavoro che avrebbe avuto da fare, e quelli si preoccupavano dei due rissaioli d'Italia... Che insensibili!
Umbria, sentendo una nuova, lieve carezza del vento, chiuse gli occhi.
Lo ascoltò, concentrandosi sul dolce mormorio, sullo stormire delle fronde dei frassini sotto di loro e il fruscio dell'erba che ricopriva le colline.
Il vento sapeva sempre tutto.
L'umbra aggrottò le sopracciglia ascoltandolo mentre le sussurrava il suo sapere...
E quello che le disse non le piacque per niente.
 
  
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