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Autore: laverde    08/01/2013    1 recensioni
I giorni passano, le storie nascono e muoiono, le persone corrono... In mezzo a questo incessante susseguirsi di eventi, ve n'è stato uno come un battito d'ali. Un volo interrotto. Un ragazzo che inizia a guardare il suo amico con occhi diversi, e decide però di passare oltre.
Un piccolo "missing moment", in tutti i sensi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sam Evans
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Friends will be Friends

As a matter of fact
You're getting used to life
without him in your way
It's so easy now
'cos you got friends you can trust

 

 

 

La cosa assolutamente assurda, e spaventosa, è che era passata quasi una settimana e lui ancora non riusciva a superare quel momento, quello in cui, cercando di dissuadere Blaine dal voler ritornare alla sua vecchia scuola insieme a tutti quei damerini diabolici così strambi, si era ritrovato in una conversazione molto più emozionale di quanto si aspettasse.

Ricordava con inquietante perizia di dettagli la luce che brillava dagli occhi di Blaine mentre quello parlava, la piega della sua bocca, la flessione delle sue sopracciglia e, soprattutto, la sua voce mentre pronunciava quelle frasi. Un tono sofferente, spezzato, con cui era certo mai nessuna ragazza aveva parlato di lui. Nessuno provava sentimenti del genere verso Sam, che era bello e sciocco e il miglior amico di tutti e null'altro.

Invece Kurt era in grado di provocare tanto dolore e nostalgia, e senso di colpa, in una persona, e Sam non capì come ma si trovò a provare invidia per lui, che non rispondeva alle chiamate di Blaine, ai suoi messaggi, e che quindi era un grande stronzo e non meritava il dolore del suo amico.

I pensieri di Sam, negli ultimi giorni, erano sempre su questo tono: frenetici, confusionali, accatastati. Non riusciva a catalogarli e soprattutto non ne aveva il coraggio, perché erano troppo strani. Perché tutta questa tensione, questo trasporto verso un amico? Perché era andato lì per consolarlo e si era ritrovato alla fine con un batticuore pazzesco che riaffiorava ogni volta che pensava a quel momento?

Un'altra cosa che lo preoccupava era il fatto che, per via dell'essere finito alla deriva a concentrarsi verso il modo in cui Blaine si esprimeva, aveva smesso di prestare attenzione a COSA esprimeva, a cosa diavolo gli stava dicendo. Cioè, il suo amico si stava confidando con lui, si stava sfogando su un argomento che lo tormentava, e lui cosa faceva? Si perdeva a fissare gli angoli della sua bocca. Non poteva crederci, era peggio di una ragazzina in subbuglio ormonale. E il fatto di essersi definito in questo modo, “ragazzina” e “in subbuglio ormonale”, contribuiva a terrorizzarlo.

 

Nonostante questo, o forse proprio per questo, Sam aveva una gran voglia di vederlo, ogni giorno.

Tutte le volte che iniziava la giornata percorrendo i corridoi del loro liceo e facendo mente locale su quale fosse la prima lezione della mattina, il suo sguardo inconsapevolmente scandagliava i corridoi alla sua ricerca.

E tutte le volte in cui lo individuava tra gli altri compagni di scuola, perdeva un battito sorprendendosi ad esserne innaturalmente contento. Contento e confuso al tempo stesso.

“Ti senti bene, Sam?” chiese all'improvviso Blaine, che chissà da quanto tempo stava al suo fianco e conversava (o meglio, monologava) con lui. Sam lo mise a fuoco.

“Non lo so, sono un po' stanco. Sarà che è venerdì, è stata una settimana lunga.”

“Veramente, è mercoledì.”

“Sul serio?”. Dio, ma è la tua missione quella di convincere gli altri che sei stupido?

Blaine gli scoccò uno sguardo comprensivo e vagamente impietosito mentre gli batteva una mano sull'avambraccio. “A proposito di venerdì, hai impegni?”

Sam avvampò. “Impegni? Io? In che senso?”

“Impegni del tipo, programmi. Hai da fare venerdì sera? Al teatro di Westerville ci sarà una compagnia amatoriale che mette in scena Hairspray...”

“Ehi!” il biondò alzò un sopracciglio, “Da quando hai ripreso ad uscire il fine settimana?”

Blaine alzò timidamente le spalle. “Da questo venerdì. Sai, Hairspray è... imperdibile. So che i musical non sono la tua passione, ma...”

“Amico, scherzi, Hairspray è fantastico, cioè... quella scena con i parrucchieri...” biascicava Sam, in un involontario exploit comico che Blaine interpretò come un tentativo di farlo ridere.

L'amico cercò di controllare uno scoppio di risa. “Direi che devi ASSOLUTAMENTE colmare la tua imperdonabile lacuna e venire con me a vedere lo spettacolo.”

“Non mi opporrò.” sorrise Sam, alzando le mani in finto segno di resa. Il sorriso che Blaine gli restituì fu tale che sentì un improvviso formicolio alle orecchie.

Si domandava se per caso Blaine se ne fosse accorto, e sperò proprio di no.

 

Per il resto della giornata Sam si chiese seriamente se non fosse il caso di girare un po' alla larga da Blaine, almeno fino a che questa strana febbre non gli sarebbe passata. Non c'era altra spiegazione, i sintomi erano innegabili: batticuore, rossori immotivati, forse aveva avuto anche qualche giramento di testa, non ne era sicuro.

Ma decisamente non erano sintomi febbrili la voglia innaturale di prendere a pugni le cose che si stava facendo largo in lui negli ultimi minuti, o la fastidiosamente massiccia presenza di immagini residue nella sua mente che riconducevano ad un unico soggetto. Odiava questa sensazione e quasi desiderava essere totalmente stupido, in modo da non essere chiamato ad interrogarsi su ciò che gli stava capitando.

Perché quello che stava capitando non poteva più essere ignorato: ciò che fino a poco tempo prima e con precedenti esperienze classificava serenamente come “sintomi da cotta”, ora si stavano manifestando nei confronti del suo “nuovo migliore amico gay” e la cosa lo sconcertava. Cioè, nulla contro i gay (abbiamo appena detto del suo nuovo migliore amico, migliore amico appunto) ma mai si sarebbe aspettato di scoprire certe cose dentro di sé. Era convinto che il... salto del guado... o conversione ad altra parrocchia, o qualunque fosse lo slang del caso, si manifestasse in seguito ad un esperienza particolarmente significativa, oppure nel conoscere una persona speciale.

Lui Blaine lo conosceva ormai da più di un anno, l'aveva sempre trovato un ragazzo a posto, anche se praticamente orbitava quasi esclusivamente attorno a Kurt rendendo un po' difficile stringere un reale legame. Ora Kurt si era drammaticamente tolto di scena e Sam si era addossato il ruolo dell'eroico amico che raccoglie i cocci del cuore spezzato dell'Usignolo. Era la prima occasione che aveva di conoscerlo davvero, ed aveva scoperto una persona profondamente interessante e simpatica.

Da allora, comunque, momenti di dialogo e vicinanza ne avevano avuti diversi, ma mai in nessun caso si era sentito come quell'ultima volta. Aveva davanti un Blaine che aveva abbandonato quella strana teatralità dei primi tempi post-rottura per entrare in una teatralità nuova, più toccante perché reale. Blaine era un ragazzo teatrale, si, ma lo era nel profondo del suo essere. Mentre parlava dei suoi sentimenti aveva trasmesso la loro forza, rendendoli penetranti come spade, e Sam non era riuscito ad evitare il colpo. Ne era ormai soggiogato, e se ne rendeva conto, seppur vagamente.

Dettagli a cui mai aveva dato peso si stavano magicamente imprimendo nella sua memoria, come se ci fossero sempre stati. Non si era mai reso conto del colore dei suoi occhi, eppure lo conosceva benissimo. La lieve arcuatura delle sue gambe, la forma del suo mento, il timbro della sua voce mentre canta: tutte queste cose le conosceva a memoria, e non lo sapeva.

In ogni caso, la cosa certa era che doveva elaborare tutto ciò e catalogarlo in quel reparto della sua mente dedicato alle stranezze che non portano da nessuna parte. Blaine aveva bisogno di un amico, e non di un'inquietante scimmione confuso e balbettante che arrossisce ogni due per tre.

Il caso, per quanto riguardava Sam, era chiuso.

 

 








^^
Questo file giaceva da settimane in un meandro oscuro del mio computer, denominato "senza nome" tanto per farvi capire la cautela con cui mi ci addentravo. Stavo strutturando tutto per iniziare una long-fic quando mi piomba sulle retine la visione della nuova coppia Bram (un nome un programma) e mi passa ogni entusiasmo.
Oggi non so come e non so perchè mi ha preso lo sghiribizzo di pubblicare il primo capitolo, convertito sistematicamente in one-shot. Tanto per non sprecare un momento creativo :)
Grazie a chi ha letto.

Laverde

  
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