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Autore: Alain Gravel    08/07/2003    0 recensioni
La storia di come l'amore di due ragazze speciali può cambiare un ragazzo come Shinji Ikari.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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The One I Love Is ...

Autore: Alan Gravel - sito
Tradotto dall'inglese da Simo84
I personaggi sono proprietà e copyright della Gainax
Disclaimer: questa storia comincia dopo il 14° episodio, e prosegue fino alla fine. Perciò se non avete visto l'intera serie e il film "The End of Evangelion", aspettatevi degli spoiler. Non vi avviserò più.

THE ONE I LOVE IS…
CAPITOLO 1: IL GIORNO DI SAN VALENTINO

Rimasi sorpreso nel trovare le mie due coinquiline già pronte per la colazione. Era strano. Toccava a me cucinare quel giorno. Ma sembrava che Asuka avesse optato per la marmellata al lampone spalmata su un paio di toast. In quanto a Misato… finché c'era birra nel frigorifero, lei era a posto. E il frigorifero era raramente a corto di birra. Pensavo che, visto che ne beveva così tanta di quella roba, potesse ormai riuscire a sopravvivere anche solo con essa.
"Non è giusto!"
Problema. Asuka era già di cattivo umore. Questo non era del tutto inaspettato. Avevo già assistito a una scena simile due settimane fa. E sapevo che l'avrei sempre rivista dopo due settimane.
Dunque, Asuka era di cattivo umore, e ciò significava che alla fine se la sarebbe presa con me per scaricare le sue frustrazioni. Comunque, ero fortunato: le cose sarebbero potute andare molto peggio. Perlomeno non era in quel periodo del mese! O almeno, questo era ciò che pensavo. Non potevo esserne assolutamente certo…
Silenziosamente, decisi di accettare il mio destino mentre preparavo la mia colazione. Semplici uova e qualche toast. Non ero sicuro di avere l'energia necessaria per qualcosa di più complicato. Per un attimo pensai di dire "Ciao!" alle mie due coinquiline, ma dall'espressione sulla faccia di Asuka decisi di restare in silenzio. Meglio rimanere in disparte il più a lungo possibile.
"La vita raramente è giusta, Asuka."
Beh, che sorpresa. Misato sembrava seria. Raro. Probabilmente sarebbe presto ritornata al suo comportamento irresponsabile-allegro-dispettoso. Il suo obiettivo era probabilmente di fare abbassare la guardia ad Asuka.
"Ma è domenica! Non solo, ma è anche il giorno di San Valentino!"
Asuka era senza dubbio scocciata. Non riuscii a fare a meno di rabbrividire al pensiero. Mentre a me personalmente non importava granché di una stupida vacanza, Asuka doveva farne una questione di Stato.
"So già che oggi sarà un inferno…" pensai silenziosamente. "Forse l'attacco di un Angelo mi salverà…"
Peccato che fossero gli Angeli i responsabili di questo casino.
"Asuka, conosci perfettamente la posizione del Comitato scolastico di Neo Tokyo-3. A causa degli attacchi degli Angeli, avete perso molti giorni di scuola. Perciò, una domenica ogni due settimane adesso è un giorno di scuola."
Sentii che Misato stava perdendo la pazienza. Asuka aveva già perso la discussione. Solo che ancora non lo sapeva.
"E' una rottura!"
"Forse. Ma in ogni caso ci andrai, a costo di farlo diventare un ordine."
"Ma non è giusto! Stupi-Shinji, dì qualcosa!"
Okay, sono rimasto nell'ombra abbastanza.
"Oggi non abbiamo test di sincronia, Misato-san?"
La classica tattica evasiva di Shinji Ikari. Se provi con tutte le tue forze a ignorare la realtà, questa magari scompare. Comunque, sapevo che probabilmente non avrebbe funzionato. Asuka era già furiosa e stava mormorando qualche insulto in tedesco, se non sbagliavo. Un'esplosione di primo grado era imminente. Ma la fortuna, sotto il nome di Misato Katsuragi, era dalla mia parte.
"No, Shinji-kun" Potevo vedere un largo sorriso sulla faccia del maggiore. Per un attimo mi chiesi se fosse un buono o un cattivo segno. "Stasera, faremo un PARTY!!!"
Questo attirò l'attenzione di Asuka. Un party… anche se io non ero particolarmente entusiasta all'idea di un ALTRO party, almeno lei si era considerevolmente calmata.
"Un party?"
Asuka diventò improvvisamente abbastanza eccitata. Questo non fece altro che rallegrare Misato ancora di più.
"Sì! Ci saranno Ritsuko, Maya, Shigeru, Makoto… potete chiedere anche ai vostri amici a scuola se vogliono venire. Non dimenticate di chiederlo anche a Rei…"
"Chi se ne frega di Rei! Che mi dici di Kaji? Verrà?"
Improvvisamente tutto il sangue sembrò prosciugarsi dalla faccia del maggiore. Non riuscii quasi a fare a meno di scoppiare a ridere.
"Beh, non so se…"
"Sì! Lo chiamo subito!" disse Asuka, ignorando completamente la risposta del maggiore.
"… può venire. Dannazione! Non ha ascoltato una parola di ciò che ho detto…"
Finii la mia colazione in silenzio. Vedendo che Misato non era evidentemente dell'umore giusto per mangiare altro, e che Asuka si era dimenticata della sua colazione, sparecchiai. Altrimenti, i piatti sarebbero rimasti lì.
Un party. Anche se era sempre piacevole incontrare le persone che consideravo mie amiche, non ero troppo eccitato al riguardo. I party erano troppo rumorosi e affollati per me.
Oh beh, era comunque meglio che avere alle costole un'Asuka furiosa.

Scuola. Un'altra noiosa giornata di scuola.
O almeno questo era ciò che mi aspettavo.
La classe quel mattino era abbastanza agitata. Sembrava che le ragazze stessero facendo abbastanza chiasso riguardo a questa storia di San Valentino. Rimasi veramente sorpreso di vedere Hikari dare i cioccolatini a Touji. Avevo intuito che provasse qualcosa per lui, ma non avrei mai immaginato che glielo avrebbe mai detto, men che meno che lo avrebbe fatto in pubblico.
Touji era così imbarazzato che la sua faccia mi ricordava un pomodoro. I commenti di Kensuke non aiutarono certo la povera "coppia". Speravo solo che Touji non si lasciasse sfuggire qualche commento stupido. Hikari era una ragazza gentile. Sarebbe stata un peccato se Touji avesse ferito i suoi sentimenti.
Chissà perché, Asuka sembrava arrabbiata. Continuava a lanciarmi delle occhiate inquietanti. Non sapendo che cosa le fosse preso, decisi che la cosa migliore sarebbe stata ignorarla per un po', almeno finché non si fosse calmata. Così appoggiai la testa sul banco e aspettai l'inizio di un'altra noiosa lezione sul Second Impact. Con un po' di fortuna, mi sarei addormentato.
All'improvviso tutti si zittirono. La curiosità ebbe la meglio su di me. Alzai la testa, e rimasi shockato da ciò che vidi.
Rei Ayanami, con in mano ciò che era evidentemente una scatola di cioccolatini di San Valentino, stava lentamente venendo verso di me.
No! Lei non farebbe… lei non potrebbe…
Rimasi letteralmente pietrificato.
La sua solita inespressività se n'era andata. Le mani e le labbra le stavano tremando. Riuscivo a vedere nei suoi occhi rossi… la paura. Ma c'era anche qualcos'altro. Non ne ero totalmente certo: una scintilla di vitalità, che non avevo mai visto in lei.
Ero come ipnotizzato.
Mi diede la scatola. Rimasi sorpreso nel vedere che anche le mie mani stavano tremando. Per un breve istante, le nostre dita si sfiorarono. E' stata una delle più grandi emozioni che io abbia mai provato.
"Questa è per te, Ikari-kun"
Non ne sono sicuro, ma penso di essere riuscito a dirle grazie.
Lei sorrise. Quel raro, così prezioso, e bellissimo sorriso.
Attorno a noi, qualche ragazzo scivolò dalla sedia. Altri svennero letteralmente. Non ci badai. Ero in paradiso.
Quando tornai in me, Rei stava tornando al suo banco. Sul suo volto era tornata la maschera neutrale e inespressiva. Solo la scatola di cioccolatini che avevo in mano mi convinse che non era stato tutto solo un sogno.
"Vai così Shinji! Il solito fortunato!"
Felice di non essere più al centro dell'attenzione, Touji adesso mi stava prendendo in giro riguardo a quello che era appena successo. La potente Macchina Pettegola Studentesca era già al lavoro, cercando di immaginare il 'cosa', 'perché', 'quando' e 'come' della mia 'relazione' con Ayanami. Con Rei ormai tornata al suo normale stato inespressivo, ero praticamente tempestato di domande dalle altre ragazze della classe. Era molto peggio delle attenzioni che avevo ricevuto qualche mese prima, quando tutti avevano scoperto che ero il pilota dell'Eva-01. Sapevo dal modo in cui le mie guance ardevano che stavo arrossendo terribilmente. Ad essere sinceri, avrei voluto strisciare sotto il banco e nascondermi.
Con mia grande sorpresa, nel sottofondo, sentii alcune ragazze dire quanto invidiavano Rei. Questa sì che era una sorpresa! Molto più degli sguardi omicidi che mi stavano lanciando alcuni ragazzi della classe. Anche se sapevo che la personalità di Rei, o meglio la sua mancanza di personalità, spaventava la gente, sapevo anche che c'erano ragazzi che letteralmente le sbavavano dietro. Dopo tutto, Rei era davvero attraente, in un modo misterioso. Ed ora, ero improvvisamente diventato il rivale numero uno di quei ragazzi. Grande…
Ancora una volta prima che le lezioni iniziassero la classe si fece mortalmente silenziosa. Potevo percepire che c'era qualcosa che PROPRIO non andava.
"IKARI SHINJI!"
Oh Dio! Asuka!
Non sembrava furiosa. No. Sembrava molto più che furiosa. Era terrificante. Molto più di quei dannati Angeli.
Rimasi pietrificato. Un'altra volta.
La paura è un sentimento molto interessante. Riesco ad evitare il tentacolo di un mostro alto quanto un gigantesco edificio mentre piloto un robot ugualmente grande e riesco ugualmente ad essere schiaffeggiato da una ragazza. E dannazione se faceva male! Ero davvero contento almeno di non essere stato preso a pugni. Giuro, quella ragazza poteva dare lezioni a Touji.
Con la coda dell'occhio, riuscii a vedere che Rei si era alzata. Il suo volto era una maschera di rabbia uguale a quella che potevo vedere sul volto di Asuka.
"Ayanami!"
Rimasi sorpreso dal mio stesso tono di voce. Nessuna esitazione. Nessuna traccia della mia solita timidezza. Era molto più simile a…un ordine. Molto simile al tono di voce di mio padre. Questo pensiero era… fastidioso.
Rei non si mosse. Riconoscendo il mio silenzioso ordine, annuì, mi sorrise, poi lanciò ad Asuka un'occhiata furiosa.
Il problema con Rei era risolto, rivolsi la mia attenzione alla ragazza dai capelli rossi. Sembrava ancora alterata, ma… aveva le lacrime agli occhi. Mi ritrovai incapace di arrabbiarmi con lei.
Asuka aveva sempre reazioni estreme. Non era strano. Ad essere sinceri, faceva parte del suo fascino. Ma lacrime. L'avevo vista piangere soltanto una volta. La notte prima dello scontro con il Settimo Angelo. Ed era stata solo una singola lacrima nel sonno. Vederla così… quasi fragile. Senza la sua solita arroganza. Non riuscivo quasi a crederci.
"Perché?" le chiesi lentamente.
Di nuovo, mi lanciò uno sguardo pieno di odio. Mi preparai ad essere colpito un'altra volta.
"Stupido Shinji!!!!"
Poi… scappò via dalla classe, andando quasi addosso al vecchio professore.
"Che ha quella ragazza?" chiese Touji.
Venne zittito da una arrabbiatissima Hikari.
"Suzuhara!"
Touji diventò immediatamente tranquillo. Molto, molto tranquillo. Però aveva posto una domanda interessante. Che cosa le era preso?
Poteva forse essere…
No…
Non poteva essere gelosa. Vero?
No. Mai.
Ma… allora perché le lacrime.
Forse aveva qualcosa negli occhi. Sì, era così. Qualcosa, magari solo qualche granello di polvere.
Sicuramente non ero così stupido da credere che…
Poco dopo, tutto sembrò tornare normale. Hikari svolse il suo solito dovere, "Alzarsi", "Inchino", "Seduti". Un altro giorno di scuola finalmente cominciò.
Non appena il professore iniziò la sua lezione sul Second Impact, crollai sul mio banco. Mi sentivo completamente prosciugato. Avere a che fare con l'altalena di umori di Asuka era già di per sé un problema. Oggi, peggio che mai. Quelle lacrime… e in cima a tutto questo, dovevo confrontarmi con una Rei sovraccarica di emozioni. Era semplicemente troppo. I miei pensieri erano confusi. Mi stancai di cercare di non evadere dalla realtà e scivolai nel sonno.
Nessuno se ne sarebbe accorto, e anche se lo avessero fatto, non m'importava.

"IKARI-KUN! Come hai potuto fare questo ad Asuka?"
Mi svegliai, il mio corpo era scosso da una furiosa capoclasse. Aprii gli occhi, completamente disorientato, i miei sensi confusi. Venni prontamente soccorso da Touji.
"Non scuoterlo così forte! Il ragazzo deve ancora salvare il mondo, in fondo."
Sì… andava meglio. Adesso che la mia testa non stava più andando avanti e indietro, era più facile cercare di capire cosa stesse succedendo. Apparentemente, ero a scuola. Il che era normale visto che era il posto dove prima mi ero addormentato. E poiché gli unici studenti rimasti in classe erano Hikari e Touji, quest'ultimo molto probabilmente per salvarmi da Hikari, immaginai che fosse ora di pranzo. Avevo fame. Un'occhiata all'orologio della classe lo confermò. Era mezzogiorno passato.
"Come hai potuto farlo?"
"Fare cosa?"
"L'hai ignorata! E l'hai fatta piangere…"
Che cosa voleva dire? L'avevo ignorata a stento. Era abbastanza difficile ignorare una ragazza che stava cercando di picchiarti. E di sicuro non avevo fatto nulla per farla piangere. Lei non aveva pianto. No. Quelle erano lacrime. Ma lei non stava piangendo. Ma allora…?
"Non ho fatto niente!"
"Esatto! Non hai fatto niente! Sei semplicemente rimasto lì e hai accettato i cioccolatini di Ayanami!"
"E allora?"
"Non t'importa proprio niente dei sentimenti di Asuka?"
"Che cosa intendi per 'i sentimenti di Asuka'?"
Hikari rimase evidentemente sorpresa. Sembrava che fosse sul punto di dire qualcosa, ma poi si trattenne.
"Suzuhara-kun, potresti per favore aspettarmi fuori…"
Non mi piacque per niente quel tono di voce.
Touji esitò per un po'. Ma alla fine, scelse il caldo sorriso di Hikari invece del mio sguardo supplichevole. Niente di strano, comunque.
La capoclasse attese che il ragazzo lasciasse la stanza prima di dire finalmente ciò che pensava.
"Non lo sai, Ikari-kun? Asuka ti ama! Non siete fidanzati voi due?"
Che storia era mai questa? Hikari aveva veramente detto ciò che pensavo avesse detto? E ci credeva veramente?
"Cosa?! Noi non siamo fidanzati!"
Come le era venuta in mente quest'idea? Asuka. La mia ragazza?
Doveva essere il peggior scherzo che avessi mai sentito.
"Non fa altro che prendermi in giro! Cerca in ogni momento di umiliarmi! Sono probabilmente il suo più grande rivale per lei. Riusciamo a stento a vivere insieme. Non mi stupirei se mi odiasse. E tu dici che è innamorata di me?"
"Sì!"
"Ma mi hai sentito…?"
"Voi ragazzi siete così ciechi! Non si prenderebbe neanche la pena di prenderti in giro se ti odiasse! Sei probabilmente l'unica persona che lei rispetta veramente! E' vero, forse sei la sua più grossa minaccia. Ma sei anche l'unica persona nella quale lei si può identificare. Quando non sei così idiota o stupido…"
Non riuscivo a crederci. Non volevo crederci. Non stava parlando sul serio, vero?
No. Non era vero. Però, se pensavo a quello che era successo quella mattina…
No, no, no…
"Non può essere…"
Era semplicemente troppo. Troppo. Ci provai, con tutte le mie forze, ad accordare la realtà intorno a me e tutti i pensieri che affollavano la mia mente.
Nulla. Volevo soltanto questo.
Non volevo pensare a Rei. Al suo sorriso.
Non volevo pensare ad Asuka. Alla sua espressione furiosa. Alle sue lacrime.
Non volevo pensare all'amicizia.
Non volevo pensare all'amore.
Non volevo pensare affatto.
Ma non ci riuscivo. Non c'era… nessun posto dove mi potessi rifugiare.
Quando ritornai alla realtà, solo Touji e Hikari mi stavano fissando, preoccupati. Hikari aveva probabilmente richiamato il ragazzo.
"Tutto… tutto a posto, Shinji?" chiese Touji.
Mi ritrovai incapace di rispondere. Annuii.
"Mi dispiace Shinji! Non ho pensato… non ho pensato ai tuoi sentimenti…"
Hikari era quasi sul punto di piangere. Le ragazze. Così sensibili…
"Va tutto bene."
Un'espressione di sollievo si dipinse sui loro volti.
"Diavolo, mi hai spaventato!"
Rivolsi la mia attenzione a Hikari.
"Cosa vuoi che faccia?"
Mi rivolse uno sguardo del tipo "Cosa intendi?"
"Non so cosa fare. Io. Rei. Asuka. E' tutto così complicato. Non so cosa pensare. Dimmi che cosa devo fare."
"Beh, potresti iniziare con lo scusarti con Asuka… magari falle anche un regalo!"
"Un regalo…"
Per un po' fissai la scatola di cioccolatini che Rei mi aveva dato. Un regalo. Un segno. Ma di cosa? Di amicizia? Di amore? Pensai di dare la scatola ad Asuka. Ma mi resi conto immediatamente di quanto sarebbe stato ingiusto nei confronti di entrambe. Rei e Asuka.
"Sì"
Mi alzai, presi la scatola, e mi incamminai verso la porta. Solo quando fui sul punto di andarmene lanciai un'ultima occhiata ai miei amici.
"Grazie."
Poi, mi ricordai di una cosa.
"Misato darà un party stasera. Per favore, venite. Asuka potrebbe avere bisogno di te, Hikari, e non penso che riuscirei ad affrontare da solo la situazione. Ditelo a Kensuke. E… ditelo anche a Rei."
Touji annuì.
"Conta su di me."
Volevo farlo. Dio solo sapeva quanto che volevo farlo.
Poi mi preparai a svolgere il compito che mi era stato assegnato. Avevo qualcosa da fare. Potevo concentrarmi su di esso e dimenticarmi di tutto il resto per un po'.
C'era sempre tempo di preoccuparsi più tardi.

Dopo qualche minuto, iniziai a chiedermi come mai mi ero allarmato così tanto prima. Dovevo essere sincero. All'inizio, Rei mi interessava molto. Adesso, ero abbastanza attratto da Asuka. Entrambe erano molto attraenti. Perché non avrei dovuto essere felice all'idea che le due ragazze più carine della mia classe potevano essere interessate a me.
Non era ciò che avevo sempre desiderato? Qualcuno che si occupasse di me.
Tuttavia, non riuscivo ad essere felice all'idea. Immagino che non ci volessi credere. Se lo facevo e mi sbagliavo… ma anche se fosse stato vero. Quanto tempo ci sarebbe voluto prima che anche loro mi lasciassero indietro, da solo, come aveva fatto mio padre? Non era meglio evitare semplicemente il problema e così il dolore?
Perché avevo permesso loro di essere mie amiche innanzi tutto?
Ma erano davvero mie amiche? Asuka non faceva altro che prendermi in giro e tormentarmi. Rei… era Rei.
Non conoscevo veramente nessuna delle due.
Sospirai e mi strofinai la fronte. Stava iniziando a venirmi mal di testa.
Finalmente arrivai davanti a un piccolo supermercato. Conoscevo abbastanza bene il posto. Dopo l'arrivo di Misato in uno degli appartamenti vicini, il proprietario aveva triplicato le sue vendite di alcolici. O almeno questo era ciò che mi aveva detto.
Diedi un'occhiata a ciò che era rimasto della mostra dei regali di San Valentino. Non molto, a dire il vero. Ma in ogni caso non stavo cercando qualcosa di complicato. Volevo solo liberarmi il più presto possibile, e poi dimenticare l'intera faccenda. Inoltre non avevo molti soldi. Solo qualche yen che mi era rimasto dall'ultima volta che ero andato a fare una commissione per Misato. Mi ero dimenticato di darle il resto e lei era troppo ubriaca quando ero tornato per chiedermelo.
Non so perché, ma questo fece scattare un pensiero nella mia mente.
Noi non eravamo pagati.
Pilotavamo gli EVA, salvando il mondo dagli Angeli e combattendo per la libertà. Beh, la sopravvivenza della razza umana era una bella ricompensa, ma per quanto riguardava noi?
Feci un appunto mentale di non dimenticarmi di quel pensiero.
Comunque, non usavo molto il denaro. La NERV ci pagava i pasti, l'appartamento, e le uniformi scolastiche. Però non si sa mai, potevo sempre trovarci un uso.
Dovevo parlarne a Misato.
Ma adesso era ora di tornare al vero problema, che era comprare una di quelle scatole.
Alla fine optai per un cofanetto rosso a forma di cuore con un fiocco blu. Non era eccezionalmente grazioso, ma sarebbe andato bene. Non mi preoccupai neanche di guardare che tipo di cioccolatini ci fossero dentro. Mi limitai a pagare e ad aggiungere un'ordinazione di birra da consegnare stasera al nostro appartamento, insieme a qualche snack da mangiare. Sapevo che Misato probabilmente se ne sarebbe dimenticata. Oppure si aspettava che mi occupassi io di questo genere di problemi?
Uscii dal supermercato e mi incamminai verso casa. Mi rimaneva da fare la cosa più difficile.
Parlare con Asuka.

L'appartamento sembrava vuoto. Ma me lo immaginavo. Asuka tendeva a rifugiarsi nella sua camera quando aveva un problema. Era solo da poco che viveva a Neo-Tokyo 3. Visto che Hikari era ancora a scuola, non poteva essere a casa sua. E non poteva andare al quartier generale della NERV senza che Misato se ne accorgesse. Perciò doveva essere per forza in camera sua.
Inoltre, un paio di scarpe sul pavimento attestavano che lei era lì.
Andai in camera mia. Non ci rimasi a lungo. Solo il tempo per mettere il regalo di Rei in un cassetto. Lo stavo portando con me già da troppo tempo.
Poi mi diressi in cucina. Diedi un'occhiata all'orologio. Le 13:13. Eravamo parecchio oltre l'orario di pranzo ed ero proprio affamato. Mi sarebbe occorso un po' di tempo per mangiare. Con un po' di fortuna, Asuka avrebbe fatto la prima mossa e sarebbe venuta spontaneamente a parlare con me. Doveva essersi accorta della mia presenza. Se fosse venuta… avrebbe reso le cose molto più facili.
Prendendo qualche ingrediente dal frigorifero, decisi di preparare due veloci sandwich. Uno per Asuka. Dubitavo che avesse mangiato qualcosa quel giorno oltre alla colazione. Dopo tutto, potevo dire che cucinare e pulire erano principalmente compiti miei.
Tentai di mangiare con calma, ma ero combattuto tra il portare a termine l'imminente discussione il più presto possibile e l'evitarla totalmente.
Non c'è bisogno di dire che il pranzo non mi piacque neanche un po'.
Molto prima di quanto avrei voluto, mi ritrovai davanti alla sua porta. Bussai.
"Vattene Shinji."
C'era rabbia nella sua voce, ma anche qualcos'altro. Forse tristezza.
Ripercorsi nella mia mente gli avvenimenti di quella mattina. Asuka che correva via. Le lacrime nei suoi occhi.
"Mi dispiace Asuka."
Non so cosa mi prese. Ma improvvisamente sentii il bisogno di aprirmi con lei, di dirle ciò che pensavo.
"Non so mai che cosa fare. O cosa dire. Non riesco a immaginare quello che stai pensando. Non fai altro che prendermi in giro, tormentarmi. Che cosa sono per te? Una seccatura? Una minaccia? Un amico? Mi odi adesso? Oppure non ti importa? Non so dirlo. E tu non me lo dirai, vero? Mi darai semplicemente dell'idiota."
Non riuscivo a credere che le stessi parlando così.
"Però io sono preoccupato per te, Asuka. Tu mi piaci. Sei una dei pochi amici che ho. Anche se sei una peste la maggior parte del tempo. Mi dispiace di avere ferito i tuoi sentimenti. Mi dispiace ancora di più se sono troppo stupido per capire quali sono esattamente i tuoi sentimenti…"
Rimanemmo entrambi in silenzio per un po'. Così non saremmo andati da nessuna parte, perciò decisi di lasciarla sola. Cosa avrei dovuto fare se a lei non importava abbastanza di me per dire qualcosa? Avrei dovuto esserci abituato. Non è come se potessi vincere una gara di popolarità.
Misi la scatola a forma di cuore di fronte alla sua porta, insieme al sandwich. Meglio farla finita e tornare a scuola. Ero in ritardo, ma in ogni caso a nessuno sarebbe importato.
"Ti lascio qualcosa da mangiare fuori dalla porta. So che non hai ancora mangiato nulla."
Senza aggiungere altro, lasciai l'appartamento.
In tempo per assistere a ciò che era rimasto delle lezioni pomeridiane.
Trascorsi il resto della giornata cercando di ascoltare la lezione del professore, cercando di non pensare.
Quando tornai a casa per mettere in ordine per il party e preparare la cena, mi accorsi che sia il sandwich che la scatola di cioccolatini non erano più dove li avevo lasciati.
Entrai in camera mia per appoggiare la cartella e notai qualcosa sul mio letto. Una scatola di cioccolatini come quella che avevo dato ad Asuka, ma un po' più piccola. E ad essa era attaccato un piccolo biglietto, con tre parole scritte malamente sopra:

"Stupido. Grazie"

[Continua….]

Prossimo capitolo:

The One I Love Is…
Capitolo 2 - Shinji è mio!

Omake (extra):

Senza aggiungere altro, lasciai l'appartamento.
Trascorsi il resto della giornata cercando di ascoltare la lezione del professore, cercando di non pensare.
Quando tornai a casa per mettere in ordine per il party e preparare la cena, notai Asuka stesa sul pavimento, il suo collo piegato ad una strana angolatura e gli occhi vacui. Dalle informazioni che ricevemmo dopo il rapporto dell'autopsia, sembrava che fosse scivolata sul sandwich e che fosse finita con una caduta davvero brutta.
Beh… forse era un modo per risolvere i miei problemi…

  
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