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Autore: _Ellis_    28/07/2007    25 recensioni
Un'incontro molto importante per Kiba.Di cui cela gelosamente il ricordo nel suo cuore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiba Inuzuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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tHE DAY we met
Yo!
No,non è Kakashi-sensei che scrive ma la vostra _Ellis_!!!
Sono tornata con una nuovissima One-Shot!
Nonostante non abbia ancora terminato ne aggiornato la mia precedente storia.Non cè bisogno che mi facciate la predica.Sono già depressa *me che va a fare i cerchietti in un angolo*
Ho scritto l'inizio di questa storia alle 3 di notte,non so come mi sia venuta l'idea,so solo che la mia mente(malata) ha sfornato tutto questo.
Ero indecisa se farla diventare una ff con molti capitoli ma la mia curiosità mi ha spinto di provare a scrivere una One-Shot.I miei sforzi sono stati vani e Kiba è Out Of Character T.TSpero tanto che vi piaccia lo stesso!*----*
Ho  messo me stessa nell'esprimere i sentimenti,spero di non aver deluso nessuno.
Ringrazio di cuore _Faby_  per le preziose informazioni che mi ha fornito.
Ginny per la pazienza che hai mostrato nei miei confronti,mi hai aiutata e sostenuto.Ti ringrazio!Scusami di essere stata assillante!
Sakura Haruno  grazie di avermi sopportato ed essere stata sempre gentile nei miei riguardi nonostante ti abbia stressato!
Dedico questa One-Shot alla mia allieva:Hinata-chan 6
Adesso la smetto di stressarvi,se non per dirvi:
Buona lettura!


"Akamaru...dove diavolo sei finito??!!!??"
Un quindicenne Shinobi di Konoha stava disperatamente cercando il suo compagno di missione.
Non l'aveva mai visto comportarsi così:stavano camminando tranquillamente per strada quando il grosso cane bianco si era fermato,aveva annusato l'aria ed era corso via ad alta velocità,scodinzolando.
Dopo aver battuto ogni centimetro quadrato del quartiere decise di controllare dalla parti dei campi di addestramento.
La primavera era arrivata,l'odore dei fiori era inebriante e si espandeva tutt'intorno,ma non faceva altro che far perdere le tracce al povero Kiba. A scanso di equivoci concentrò il chackra sul naso.
Grazie al suo straordinario olfatto riuscì a individuare la pista giusta.
Si diresse al campo di allenamento numero otto,luogo in cui aveva trascorso moltissimo tempo con la sua squadra,in particolare con....

"Hinata" il nome venne pronunciato in un roco soffio.
una morsa d'acciaio gli attanagliò lo stomaco,la bile gli salì in gola e una profonda tristezza lo assalì.


Erano passati tre mesi,da quando si era dichiarato alla Hyuuga,da quando la ragazza si era sottratta gentilmente al suo abbraccio e aveva abbassato la testa dispiaciuta,mormorando timide parole di scusa.
Ad ognuna una fitta lancinante al petto.
Si ricordava ancora il rossore della ragazza,al solo pronunciare quel nome:Naruto.
Dopo,lacrime che non ne volevano sapere di sgorgare,pizzicando e offuscandogli la vista,rendendo i suoi occhi scuri lucidi.
E ancora,sua la commozione, l'incredulità, il lamento e  

Rabbia
Tanta.
Gli faceva vedere tutto rosso,accecandolo.
Gli obnubilava la mente,impedendogli di pensare lucidamente.



Con un misto di vergogna riaffiorò un'altro ricordo.

QUEL ricordo.

Si era fermato in un locale,non volendo tornare a casa per evitare di sentire le continue lamentele della sorella e i duri rimproveri della madre.

Aveva scorto Jiraya seduto in un angolo oscurato,l’aveva salutato e l’altro gli aveva proposto di sedersi con lui a bere qualcosa.
L’adolescente aveva accettato,ordinando tranquillamente del sake’,cominciando a raccontare della sua delusione sentimentale dopo il primo bicchiere.
Non ricordava bene nemmeno la risposta dell’altro,ne’ di che cosa avessero parlato tutto quel tempo.Non si rendeva conto che il sannin,già completamente ebbro stava continuando a riempire il suo bicchiere ogni volta che ne finiva uno.
Non sapeva bene come,ma l'eremita porcello se ne era andato con chissà quale donna,lasciandolo solo con i suoi pericolosi sentimenti.
Grazie all'effetto dell'alcool si sentiva euforico,l'adrenalina pulsava,voleva solo fargliela pagare a quel bastardo che gli aveva rubato la SUA Hinata.
Quasi a farlo apposta,vicino all'Ichiraku Ramen stavano uscendo LORO.
LUI che cingeva la vita di LEI.
LEI con la sua risata cristallina,era rossa in viso ma felice.
Come non lo era mai stata con lui.
E poi....
Quel bacio.
Dato a fior di labbra,ma sufficiente per fargli perdere il senno.
Non pensò nemmeno a un qualsiasi Jutsu,voleva solo fargli male.D'istinto concentrò un enorme quantità di chackra in quel pugno.
Scattò in avanti con rapidità,non dandogli il tempo di reagire ne di attutire l’impatto.
Lo prese in pieno viso.Sotto la forza del suo colpo sentì le ossa scricchiolare e il sangue zampillare.
Poi un urlo.
La SUA voce.
Corse vicino all'Uzumaki proteggendolo con il suo corpo.
In quel momento il respiro dell’Inuzuka si mozzò. I vapori dell'alcool si diradarono lasciandolo solo,stanco e con un'enorme fardello.La mano gli doleva,le nocche erano spaccate e macchiate di un liquido purpureo.
Non suo.
Sakura era nelle vicinanze e in qualità di ninja medico si occupò subito di Naruto.
Non riusciva a vedere la parte superiore del corpo dello Shinobi ma doveva essere ridotto in pessime condizioni come dimostrava il chackra smeraldino che le permeava le mani.
Hinata Hyuuga si girò,non disse nulla,ma il suo sguardo parlava chiaro.
I suoi meravigliosi occhi bianchi una volta allegri e pieni di tenerezza nei suoi confronti,
non lasciavano trasparire che rabbia,
disgusto e
delusione.
Con quello che aveva fatto sperava di liberarsi di un peso,che invece gravava come non mai.
Non ebbe il coraggio di incontrare di nuovo gli occhi nivei della sua compagnia di squadra.



Con un sussulto tornò alla realtà,cercando di confinare nuovamente quel ricordo nei recessi più remoti della sua mente.

Aumentò l'andatura.
I ricordi sono subdoli,compaiono all'improvviso,nel momento meno propizio.
Una volta che escono di nuovo allo scoperto non si riesce più a confinarli nella parte più remota della propria mente.
Bisogna lasciarli fluire,stringere i denti e tenere duro finchè non si ritirano.
Serrò i pugni fino a conficcarsi le unghie nel palmo della mano,mentre un'altro episodio gli tornava alla mente.



Era caldo,molto caldo.Di sicuro era piena estate.Il frinire delle cicale rieccheggiava ovunque,in un concerto assordante.

Era sfinito,si stava allenando da ore come dimostrava il sudore che lo imperlava interamente e la t-shirt gettata via con rabbia.
Aveva numerosi tagli e graffi,aveva accusato molti colpi,sicuramente gli sarebbero rimasti dei lividi.
I muscoli si tendevano,provati dal lungo lasso di tempo in cui erano stati sottoposti ad un considerevole sforzo.
Sferrò un pugno con gli ultimi residui di chackra che gli rimanevano.
Si graffiò le nocche contro la dura corteccia dell'albero,che con un sonoro scricchiolio si spezzò in due.
Le gambe gli cedettero,costringendolo a rimanere distesso sulla dura terra calda.
Ansimava.
Affondò le mani nel terreno,sgretolando piccoli detriti nella sua ferrea stretta.
La frustrazione,il rammarico,la rabbia e il risentimento prevalsero.Aumentarono fino ad acuirsi.
Quando raggiunserò il culmine il ragazzo non ce la fece più a trattenersi.
Piccole calde lacrime gli inumidirono gli occhi,bagnandoli il viso.
In quel momento si fece una solenne promessa.
Non si sarebbe mai più umiliato in quel modo.
Non avrebbe mai più permesso al fantasma di Hinata di distrarlo nella sua carriera Ninja.
Si giurò che sarebbe migliorato,che avrebbe superato il limite delle sue capacità,diventando più forte.
Avrebbe messo da parte amici,svago e vita sentimentale.
Si sarebbe concentrato interamente sul suo allenamento.
Non ci sarebbe stato più bisogno di amare.

Era finito,il respiro gli tornò regolare mentre il ricordo si ritraeva.
Lo confinò nuovamente dove non lo avrebbe disturbato.
Continuò a camminare sempre più in fretta.
Arrivato al campo di allenamento un profumo meraviglioso lo inebriò.
Sembrava...Rosa Selvatica.
In quel momentò udì un gioioso latrato che a lui era fin troppo famigliare.
Di fatti era proprio Akamaru,aveva appoggiato le zampe sulle spalle di una persona-che a lui voltava la schiena-in modo giocoso.
"Hey..Akamaru!"urlò correndo verso il suo compagno,fiducioso che quel richiamo facesse effetto.
La persona era caduta in ginocchio,data la mole che esercitava il cane.
"Scusami,scusami tanto.... non avrebbe dovuto..."sussurrò affrettato,chinandosi.
"Non preoccuparti...io sto bene"
Quella squillante voce femminile lo sbalordì.
Chiara e limpida.
Ferma e decisa,sospinta dalla pura forza delle parole.
Non pareva che sforzasse il tono,ne recitasse,ma semplicemente che cantasse.
Si riusciva a percepire una vibrata nota musicale come se fosse in procinto di inziare a gorgheggiare come un rarissimo uccellino.
Quel suono lo ammaliava come il canto di un'irresistibile sirena.
L'incondizionata dolcezza che esprimeva lo scaldava come un tenerissimo abbraccio.
"Lascia che ti aiuti"le tese la mano che venne accettata.
La ragazza si punterellò sui talloni,riuscendo a mantenersi in equilibrio ed ad assumere una posizione eretta.
"Ti ringrazio"quel sussurro melodico fuoriuscì dalle rosee labbra della giovane.
Con un delicato movimento della mano,spazzò via i piccoli granelli di terra che le erano caduti sul corto vestito color giada.
Sotto di esso indossava degli stivali neri che arrivavano poco sotto il ginocchio.
I muscoli si tendevano ai suoi movimenti,ma la loro presenza non toglieva nulla alla sua femminiltà.
Lasciò correre lo sguardo sulla sua figura.Soffermandosi sulla porzione di gambe lasciata scoperta dall'abito.
Osservo la curva morbida curva dei fianchi,arrenstandosi poco più sotto.
L'occhio gli cadde anche sul suo decolleté.Niente da ridire.
Un corto giubbotto scuro le copriva le spalle,fasciandole le braccia prima del gomito.
Al collo portava un logoro laccio di cuoio nero a cui era legato un piccolo ciondolo d'argento.Si chiese come mai un'oggetto tanto prezioso veniva abbinato a una semplice stringa di pelle.
I capelli ramati erano legati in una sofisticata treccia che le arrivava fino alla vita.Due lunghi ciuffi ondulati erano rimasti liberi ad incorniciarle il viso.Altre ciocche molto più corte le coprivano in parte la fronte.
Alzò il viso perfettamente ovale,così da poterlo guardare in volto.
Fu in quell'istante che lo scuro ebano incontrò le limpide iridi verde acqua di lei.
Non sapevano quanto tempo passarono ad osservarsi.
Minuti?Ore?Giorni?Addirittura mesi?O forse solo pochi secondi?
L'unica cosa certa è che quegli sguardi si allacciarono naturalmente come se in tutta la vita non avessero fatto altro che guardarsi.
Fu lei ad abbassare gli occhi per prima,nonotante avesse chinato leggermente il capo potè vedere che i suoi zigomi si erano tinti di rosso scuro.
Lui si allontanò di un passo,stranamente a suo agio di fronte a quella giovane donna tanto strana quanto affascinante.
La sua presenza aveva un'effetto calmante su di lui.
Amamaru interruppe il momento abbaiando gioiosamente.Stava cercando di acchiappare delle farfalle che svolazzavano pigramente.
Ad ogni latrato si dava la spinta sulle zampe posteriori,slanciandosi per il balzo con la conseguenza di addentare l'aria.
La ragazza scoppiò in una risata.
Allegra e cristallina.
Anche Kiba si ritrovò a ridacchiare sommessamente,contagiato da tutta quell'ilarità.
Lei si avvicinò,tese la mano dalle lunghe dita sottili fino ad accarezzare i segni purpurei sulle guance del ragazzo.
L'altro fremette al suo tocco.
"Sei un'Inuzuka,vero?"gli sussurrò all'orecchio,tanto era vicina.
Il buonissimo profumo di rosa selvatica ormai si era saturato nei suoi abiti.
Le sottili labbra dell'altra si incresparono in un sorriso,mentre con un movimento elegante si sedeva sull'erba.
I verdi steli le si attaccarono alla morbida pelle,ma lei non parve farvici caso,completamente a suo agio in quella verdura.
Batté delicatamente delicatamente sul terreno al suo fianco,in un muto invito a sedersi accanto a lei.
"Sei una Kunoichi?"le chiese,una volta disteso sul morbido prato,le mani incrociate dietro la nuca.
La risposta tardava ad arrivare così si girò su un fianco in modo da poterla osservare.
Aveva appoggiato la testa sulle ginocchia,nascondendo il viso.Sembrava immersa in profonde meditazioni,ma evidentemente aveva percepito lo sguardo dell'altro sulla schiena.
Si distese su un fianco,la mano sotto il mento e un sorriso sulle labbra.
Socchiuse gli occhi,rispondendo alla sua domanda come se svelasse un remoto arcano.
"Sì"
"Anche tu lo sei"affermò in tono pratico,lasciando vagare lo sguardo sul muscoloso corpo dello Shinobi.
"Chiaramente appartieni al clan Inuzuka..."accennando con un movimento del capo la direzione in cui Akamaru-sfinito-si era addormentato.
"...Ma non conosco ancora il tuo nome"
<<Kiba>>le rispose con un'enorme sorriso.
"Vuol dire zanna,vero?"si era sollevata dalla sua posizione sdraiata,sedendosi accanto a lui.
Solo un centimentro scarso li separava.
"Esatto"sussurrò,piacevolmente a suo agio nella vicinanza del morbido corpo della kunoichi.
"Tu...come ti chiami?"cattturando lo sguardo di quelle iridi dal colore incredibile,in modo che non lo distogliesse.
La ragazza ebbe un piccolo sussulto e un  bagliore comparve nei suoi occhi,d'istinto ridusse la distanza che separava i loro visi.
La sua voce era appena udibile,ma il ragazzo riuscì a coglierla ugualmente.
"Suru...Suru No Tsuchi"
Le sue labbra sopra il suo orecchio,tanto vicina da poter soffiare "Sai...Suru significa amare."
Deglutì.
Non sapeva che dire.A quanto pare nemmeno lei sentiva il bisogno di continuare la conversazione.
Era tutto un gioco di sguardi.
Bastava un'occhiata perché si intendessero.
Gli occhi di Suru esrimevano allegria,
un'infinita pace e
Affetto.
Ne era certo.
Potè scorgere anche l'ombra di imbarazzo,ma evidentemente era brava a nasconderlo.
Nonostante l'intesa tra di loro Kiba era curioso.
Chi era quella ragazza?
Così bella e misteriosa.
Colei che lo metteva a suo agio con un solo gesto.
Quella giovane donna dal profumo così stuzzicante.
Aveva paura di rompere l'iddilio,ma era troppo ansioso di conoscere.
"Ci rivedremo?"la sua voce era bassa,per tentare di nascondere il lieve tremore.
Il suo sguardo tradiva la preoccupazione.
"Presto....molto presto"si tolse il piccolo ciondolo d'agento che portava al collo,facendoglielo indossare.
Sfiorò con l'indice il gioiello per poi levare lo sguardo.
"Questa è un promessa."
Non ebbe il tempo di fare nulla.
Un battito di ciglia e....
Sentì il dolce contatto di quelle morbide labbra contro le sue.
Fu un attimo.
La ragazza si alzò in piedi.
"Dovrai solo aspettarmi..Me lo prometti?"
"Sì"
Lo disse d'impulso,avrebbe atteso tutto il tempo necessario pur di rivederla.
E quando la prima stella della sera comparve nel cielo indaco...
Suru era sparita.

Col passare del tempo Kiba ricominciò a credere all'amore.
Nonostante l'avesse fatto soffrire,desiderava ancora sperare,sognare e vivere emozioni che solo quel sentimento sapeva dare.
Era tutto merito di lei,che aveva riacceso la speranza sotto la cenere di diperazione sotto la quale si trovava.
Strinse con forza il ninnolo che aveva al collo.
Grazie a Suru,aveva imparato ad amare di nuovo.


Fine!
Beh,vi è piaciuto? Vi ha fatto schifo?!?
Vi prego,ditemelo!!!!
Scusate per qualsiasi eventuale errore di scrittura ç.ç
Sono già contentissima se leggerete solamente,ma sarei ancora più contenta se recensiste!
Ho bisogno dle vostro parere,sono aperta a qualsiasi critica!Tutto pur di migliorare!!!
Aspetto con ansia vostri commenti,
Con affetto                                                                                                           _Ellis_
*me che torna a fare i cerchietti nel suo angolino*

P.s: "Tsuchi"se non erro vuol dire terra,ovvero l'equivalente dell'inglese "earth".Ho cercato di ispirarmi a Sabaku No Gaara!Spero che Suru No Tsuchi non sia cacofonico!
  
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