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Autore: Camies    08/01/2013    4 recensioni
Lovino è geloso.
Terribilmente geloso di suo fratello, ma Antonio non sembra averlo capito...
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché c'è anche lui.
Non doveva esserci.
Mi ruba sempre la scena.
Mi ruba te.
Stringo i pugni.
Sento la rabbia montarmi in petto.
Sono geloso? Sì, troppo? Non abbastanza per te.
Non capisci.
Stupido.
Smettila di sorridergli.
Smettila di accarezzarlo così.
È la mia copia, lo so.
Ma non è ME.
Siamo diversi dentro.
Smettila, non vedi che sto impazzendo per te?
È mio fratello.
Ma io a volte lo vorrei morto.
Come in questo momento.
Basta guardarlo.
Ti odio.
Smettila.
Devi sorridere solo a me.
Devi guardare solo me.
Sono io quello che muore per te.
Guardami come sto soffrendo.
Guardami mentre me ne vado, senti la porta che sbatte?
Senti i miei pugni al cuscino?
Senti i miei ringhi soffocati?
Quanto vorrei ucciderti.
Quanto vorrei averti.
Fai cigolare la porta.
Deciditi: o entri o te ne vai.
Ma se entri non ti lascerò andare. Ti farò capire quello che sto passando per TE.
Chiudi la porta.
Gira la chiave, nessuno ci dovrà interrompere.
Non importa se sono offesi. Non importa se se ne sono andati. Non mi importa di nessuno. Ora ti ho qui.
Perché parli?
Stai zitto.
Taci.
Non nominare il suo nome.
Non farlo davanti a me.
Smettila.
Stai zitto.
Devo farti tacere io allora.
Cos'è quell'espressione stupita?
Finalmente stai zitto.
Le mie labbra sono il tuo bavaglio.
Senti com'è bello il silenzio. Senti come batte il mio cuore.
Mugoli? No, non ti lascio.
Le molle del letto cigolano sotto il tuo peso, forse devi comprare un letto nuovo.
Che belli i tuoi occhi, così verdi, mi ricordano le selve della mia terra.
Sono spalancati su di me, cos'è, ti da fastidio essere intrappolato?
Hai cambiato espressione.
Ora sorridi. Sembri divertito.
Sei un bastardo.
Un fottuto bastardo.
Ma sei il MIO bastardo.
Te lo farò capire.
Apri ancora la bocca. Vuoi ancora parlare?
Niente da fare.
Gli unici suoni che usciranno da quelle tue stupide labbra saranno i gemiti e gli ansimi, sarà il mio nome gridato al soffitto buio.
Non mi credi?
Credi allora alle mie labbra.
Credi alla mia lingua che sta violando la tua.
Credi alle mie mani che ti stanno togliendo quella maglia così brutta addosso a te.
Ansimi per riprendere fiato.
No, non ti lascio tempo.
Voglio assaporarti tutto, voglio sentire ogni fottuta parte di te.
Com'è morbida la pelle del tuo collo. La mangerei, giuro. Ma stanotte mi basta anche un morso.
Oh, come sei sensibile.
Mugoli.
Me ne sono accorto sai?
Non lo vedi dal mio ghigno?
Ammiro l'opera sul tuo collo: cinque segni violacei.
Non male.
Mugoli ancora, guardi in basso.
I pantaloni iniziano a infastidirti?
Non preoccuparti, presto non lo faranno più.
Ma prima lasciami giocare ancora, lasciami strofinarmici sopra, lasciami togliere questa maglietta appiccicosa.
Stringi le lenzuola, guarda che le soffocherai così.
Socchiudi le labbra: vuoi sussurrare qualcosa?
No, ti ho detto di non parlare.
Mi tocca rimetterti quel bavaglio rosso e umido.
Senti come sei accaldato, guarda il tuo petto come si alza e si abbassa rapido.
Un ritmo incantevole.
Ipnotizzante direi.
Inarchi la schiena, strofinandoti.
Sì, lo so, ora ti libero.
Ops, credo che siano finiti lontano, domani dovrai stirarli quei pantaloni.
Guarda come sei gonfio nei boxer.
Mi desideri allora.
Lo spero per te.
Mi libero anche io, mi fanno male,
Guarda il mio gonfiore, guarda come ti desidero.
Vuoi di più? Subito?
No, aspetti invece.
Prima devo farti impazzire come sono impazzito io prima.
Shhh, fai silenzio mentre ti accarezzo, shhh, non farti sentire mentre ti massaggio, shhh.
Aspetta ancora.
Trattieni ancora la tua voce.
Ti aiuto io, aspetta, gioca con la mia lingua.
Oh, sei già stanco del gioco?
Stai fermo con le mani, perché ti vuoi già liberare?
Non ne puoi più?
Va bene.
Sono stanco anche io.
Fermo, ti tolgo io quei cosi orrendi.
Togli i miei, lanciali lontano come i tuoi.
Ti sfioro le labbra con le dita.
Bravo, apri la tua bocca, bagnale con la tua saliva, inumidiscile per bene.
Ora basta però.
Sono pronte.
Perché mi guardi così? Hai paura?
Non devi averne. Sono io.
Mi cingi il collo con le braccia, ti aggrappi a me.
Sussulti appena ti sfioro.
Stai buono.
Un dito.
Guarda com'è entrato bene.
Su, non mugolare.
Aspetta almeno il secondo.
Lo sai, con uno non si fa nulla.
Con due si inizia.
Non ti preoccupare.
Ancora uno e poi la smetto.
Tre, il numero perfetto, lo sai?
Ahi, fermo, mi graffi la schiena così.
Ringhio togliendo le dita.
Spero tu sia pronto, sono stufo di aspettare.
Una spinta.
Me ne basta una per entrarti nel profondo.
Sei stretto. E caldo.
Ah, è bellissimo. Per quanto l'ho desiderato.
Mi allacci i fianchi con le gambe, dai tu la prima spinta.
Io do la seconda.
E la terza.
E la quarta.
Ora non mi fermo più.
Gemi, mugoli, ti agiti.
Lascia uscire la tua voce ora.
Stringimi più forte mentre spingo più veloce.
Di più e di più.
Sempre di più.
Sono al limite ormai.
Anzi, ero al limite.
Ora l'ho superato, riverso tutto in te.
Anche tu sei venuto, mi hai schizzato sul petto.
E hai urlato il mio nome.
Sei lettere che dette da te sembrano sei note musicali.
Anche in questa situazioni riesci a dirle in modo maledettamente sexy.
Sono stanco ora.
Soddisfatto.
Hai capito quanto ti odio?
Tu mi ami invece?
Ripetilo.
Di ancora quelle due paroline.
Ripetile ancora mentre mi stringi a te.
Ripetile come una cantilena.
Trasformale nella mia ninna nanna mentre mi abbandono a Morfeo.
Ti odio.
Ti amo.

Creata sulle note della versione acustica di "The Diary of Jane" dei Breaking Benjamin.
  
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