Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Casta    08/01/2013    0 recensioni
Piccolo sguardo sul tempo, concetto astratto quanto mai concreto, che tocca tutti ma non sembra a importare a nessuno...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tempo, ma tempo per cosa? Per chi? Ma soprattutto a che scopo?

Il tempo è una strana cosa, non possiamo vederlo ma possiamo vedere i sui effetti su di noi e su ciò che ci circonda; non lo sentiamo ma ci attraversa, attraversa tutto e tutti.

Cosa sia il tempo non si può dire, ma lo si può identificare come un progressivo aumento di caos che se ci pensiamo bene e proprio questo caos aumentato che distingue un secondo passato da un secondo futuro.

Quando si è piccoli non si ha nemmeno l’idea che possa esistere un qualcosa che già di per sé ci rende umani; è il nostro tempo limitato infatti che ci differenzia da una qualsiasi roccia o goccia d’acqua in questo universo, noi a differenza loro abbiamo un nostro tempo ben definito al cui scadere torniamo immortali… immortali particelle parti di un grande universo.

Pian piano che si cresce però oltre hai baffi, i peli e la voce non più bianca compaiono nella nostra mente le prime domande, domande che ci portiamo dietro tutta la vita che lo si voglia o meno. Col passare del tempo, dei giorni, dei mesi, degli anni si inizia a percepire che non si è più come da bambini si pensava immortali; il parente morto, il criceto defunto o la pianta rinsecchita presto o tardi ci risvegliano dal mondo di sogni e spensieratezza a cui eravamo abituati.

Di colpo si è colpiti come in piena faccia dalla frenesia, frenesia di andare da una parte all’altra del mondo, di farlo sempre in meno tempo, risparmiando così tempo e avendo in cambio tempo libero.

E torno così alla domanda iniziale, tempo per cosa?

Ogni giorno ho degli impegni che da tutti vengono affrontati come si trattasse di uno scatto sui cento metri piani, anche non volendo si è investiti dalla folla e abituati al ritmo estenuante. Il fatto è che non sono solo cento i metri da percorrere ma chilometri e chilometri… Ben presto ci si logora, si diventa sempre meno umani e si dimentica perché si sta correndo tanto.

Non sarebbe fantastico tutto si fermasse come improvvisamente qualcuno avesse premuto il tasto Pausa sul suo telecomando?

Non ho bisogno di correre, forse per perdere quel chilo di troppo che non se ne va mai si, ma non perché debba fare cose più importanti più velocemente.

Quanto sarebbe bello poter dedicare il tempo a quelle persone che fanno di te quello che sei invece di correre avanti e indietro cercando di incontrarle casualmente nel via vai di persone?

Io spero solo non in più tempo, ma in un tempo “migliore” in cui non si è costretti una volta fermi a pensare a quello che si dovrà fare quando ricomincerà il moto frenetico; spero in un mondo in cui sia possibile trovare il tempo tutte e volte che si vuole per parlare con chi realmente è importante.

Non c’è cosa peggiore che essere ossessionati dal tempo, e a forza di accelerare si raggiungerà la fine molto prima del previsto; il che è un paradosso pensando al fatto che questo andare sempre più veloce avrebbe dovuto portarci più libertà.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Casta