"Quella sera ho avuto tanto tempo a disposizione" si disse, afferrando  saldamente le caviglie dell'impiegato comunale, le caviglie anche esse orrendamente graffiate, e le sollevò, facendo scivolare dei rivoli di sangue fresco lungo la gamba nuda, fermandosi nei lunghi e profondi tagli. Lo trascinò per la sala delle riunioni, dove l'uomo soleva star lì per molto tempo, a lavorare a pile di carta, o a guardare la foto della moglie e dei figli sulla scrivania. Gli piaceva passare il tempo a guardarla, pregustandosi il momento quando sarebbe tornato a casa da loro, si sarebbe fatto una bella doccia e si sarebbe buttato sul divano a guardare il telegiornale, con uno dei due figli accanto a lui, o tutti e due. Alcune sere capitava che doveva restare di più a lavoro, per mettere qualche documento al proprio posto.
Anche quella sera.

Mai e poi mai si sarebbe immaginato che una persona come quella, piccola e bassina potesse, non appena si fosse girato, piantargli un coltello nel bassoschiena.

"AH! Ma che..?!" si era girato, aveva incontrato il suo sguardo di ghiaccio ed era rabbrividito. Con una freddezza immane, un secondo colpo, all'altezza del petto. Lo aveva gettato a terra con un gesto secco. 
Aveva provato a difendersi, fino a quando quella persona, infastidita, non gli ebbe tagliato le dita, con gesti secchi e una precisione agghiacciante. Si mise a cavalcioni su di lui, fissandolo negli occhi.
"Uccidimi" aveva sussurrato "Non farmi soffrire" ma la figura aveva spostato lo sguardo e l'aveva privato dei suoi vestiti.
Aveva posato la punta fredda del coltello da cucina sul petto, e aveva cominciato a tagliare, provocando dolore tale da far urlare l'uomo. Non ebbe neanche il tempo di provare a farsi sentire, l'assassino aveva tirato fuori un batuffolo di cotone grande  e lo aveva infilato dritto nella gola di lui, soffocando gli urli.
Doveva essere abituato.
Perse conoscenza. Nel frattempo il killer gli aveva aperto  il petto, gli aveva scavato un buco, stava per togliergli  qualcosa, lo sapeva. Infatti, una mano si infilò all'interno del corpo, godendo dei gemiti di dolore di lui soffocati dal cotone e dalle lacrime.
Tolse con maestria quanto più tessuto e sangue possibile, per afferrare il cuore. Si divertiva, amava giocare con  i corpi morti o agonizzanti della gente. Togliere il cuore e ammirarlo fermarsi e seccarsi.  Tutti i cuori che toglieva li lasciava in bella vista nel luogo dove aveva compiuto l'omicidio. Dopo aver dimenticato per sbaglio il primo, la prese come abitudine. Usava dei grandi barattoli, comuni, e metteva i cuori nell'alcool, conservandoli. 
Dopo aver levato gli organi che servivano, trascinava il corpo, ormai privo di vita, verso una di quelle grandi macchine a noleggio, dopo averlo chiuso bene dentro un sacco della spazzatura. La fine che facevano questi corpi, resta un mistero."


Lavò per bene tutto, dopo aver portato via il cadavere. Disinfettò con cura tutta la grande stanza, con una meticolosità che nessuna persona disturbata mentalmente poteva mai avere.
Lasciò il barattolo, e dentro il cuore a galleggiare solitario, poi uscì.

Partì, guidando piano e con timore, per tornare a casa.






-Enya's corner.

Ho sempre voluto scrivere una splatter-horror. Sempre sempre. Quale miglior modo di ricominciare a scrivere, se non con una bella storiellina malata?
Enjoy the show, is the time of Creepy Enya's story. :3
[Un commento è sempre gradito]
Bacini!

Enya.