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Autore: blazethecat31    09/01/2013    4 recensioni
Cristina non ebbe nemmeno il tempo di salutarlo, che già lui le circondò i fianchi con le braccia, e la baciò con foga; la lingua che si faceva spazio nella bocca di lei come un frenetico esploratore alla ricerca di tesori in una grotta umida.
Era la prima volta che baciava qualcuno, gli venne d’istinto, praticamente spontaneo, e il ricambio del gesto e i gemiti soffocati provenienti dall’amata gli fecero intendere che stava andando bene.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristina Calfucci , Ezio Auditore
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Allora, cosa bisogna comprare per la tua festa? Io devo andare da nostro padre.- chiese impaziente Federico; le braccia conserte, il piede che bacchettava il terreno polveroso e pieno di verdura e frutta marcia, tipico dei mercati alimentari.
-E tu pensi che io creda alla tua falsità? So benissimo che hai fatto amicizia con il locandiere vicino alla nostra banca e che ogni volta ti chiudi nella cantina a bearti della compagnia del vino che compri.- tagliò corto il fratello, ridacchiando poi di buon gusto insieme a lui.

-Seriamente Ezio, non ricordo.-
-Dell’agnello e tanta uva.-
Federico stava per dire la sua, ma un urlo familiare proveniente da uno dei vicoletti del mercato attirò l’attenzione di entrambi.
-Ho già sentito questa voce…-
-Cristina!-
Ezio si allontanò dal fratello, seguendo la voce che chiedeva soccorso, trovando Vieri che teneva anche troppo calorosamente le mani della ragazza tremante, che cercava in tutti i modi di liberarsi dalla morsa.

-Lasciala stare, porco!- urlò il giovane, i pugni serrati e pronti a combattere.
-Buon giorno, Ezio. E anche buon compleanno!- rispose il dongiovanni, senza neanche degnarlo di uno sguardo; troppo occupato a tener ferma Cristina contro il muro.
Ezio mantenne i nervi saldi, accennando un sorriso provocatorio. 
-Visto che sai che oggi è il mio compleanno e ti vedo sprovvisto di regalo ti consiglierei di lasciarla libera, così saremo pari.-
-Non ci penso proprio.- lo schernì l’altro con il suo solito tono antipatico.
-Allora vuol dire che dovrò pensarci io.-
Caricò un destro sulla faccia di Vieri, che riuscì appena a schivarlo spostandosi di lato, ma lasciando così i polsi di Cristina liberi di respirare. Non perse tempo a dirigersi verso il mercato.

Iniziò una rissa come tante negli oscuri vicoletti di Firenze, alla fine della quale Vieri si ritrovò a terra privo di sensi, Ezio pieno di lividi sul busto candido, fortunatamente coperto dalla camicia.
L’importante è non si sia fatta male pensò, mentre stava tornando dal fratello.

Con sua meraviglia ritrovò Cristina che parlava allegramente con Federico.
-Fratellino! Vedo che hai finalmente imparato a fare a botte.- ridacchiò quest’ultimo.
La ragazza gli saltò al collo, dandogli un dolce bacio sulla guancia.
-Buon compleanno, mio eroe.-
-Anche tu sei senza regalo.-
-Vienilo a prendere al tramonto a casa mia. Ti aspetterò. Da sola.- e detto questo si staccò dall’abbraccio, le guance rossissime.
-Non preoccuparti, ci sarò.- rispose lui accarezzandole i capelli; lo sguardo malizioso.
-Devo andare Ezio. Anche io devo comperare qualcosa per oggi.-
Così Cristina si dileguò tra la folla, nel frattempo un banditore annunciava l’imminente riunione tra la famiglia  de’ Medici e Vespucci, che sarebbe avvenuta proprio quella sera.

-Si prevede una serata movimentata, eh fratello?-
-Così pare.-

 

 

 

Ezio arrivò davanti casa Vespucci all’ora stabilita, trovando la finestra della sua amata aperta, come aveva previsto.
Scalò il muro senza troppe difficoltà, nonostante la forte eccitazione che gli causava un forte tremore alle gambe, in mezzo alle quali un rigonfiamento si faceva sempre più evidente, consapevole che non era un semplice regalo quello che lo aspettava.
Era stato amore a prima vista quello, da quando gli venne data quella fatidica seconda occasione non passò giorno senza chiedere consigli a Federico o alla madre, senza pensare a quanto sarebbe stato bello farla sua, stringerla forte, farla stare bene e stare bene di conseguenza.
E sembrava che il momento stesse arrivando.

 

Cristina non ebbe nemmeno il tempo di salutarlo, che già lui le circondò i fianchi con le braccia, e la baciò con foga; la lingua che si faceva spazio nella bocca di lei come un frenetico esploratore alla ricerca di tesori in una grotta umida.
Era la prima volta che baciava qualcuno, gli venne d’istinto, praticamente spontaneo, e il ricambio del gesto e i gemiti soffocati provenienti dall’amata gli fecero intendere che stava andando bene.
Cristina passò poi a slacciargli il nastro rosso che teneva fermi i capelli di lui, per poi gettarlo a terra con noncuranza; era già impegnata ad affondare le mani nella grande chioma scura.
Ezio si staccò poco dopo, rimanendo a contemplarla mentre veniva delicatamente sprovvisto della camicia e il suo petto nudo veniva dolcemente accarezzato, mostrando i lividi della rissa avvenuta prima. Cristina li vide e iniziò a massaggiarli dolcemente, cercando di lenire il dolore.
Ezio decise che era arrivato il suo turno, e le abbassò le spalle del lungo vestito, raggiungendo zone pericolose.
Si fermò al limite, dove riusciva a vedere la biancheria intima; sinceramente si sentiva un po’ in imbarazzo a spogliare una ragazza più giovane di lui, ma doveva ammettere a se stesso che la desiderava, più del buon vino, più del denaro. Se fosse accaduta la stessa cosa con una cortigiana non si sarebbe certo fatto problemi, e sarebbe arrivato al punto; dopotutto l’avrebbe pagata per quello. Ma non con colei che amava, non voleva apparire come un ninfomane, avrebbe aspettato di dar sfogo alla sua passione solo dopo che lei gli avesse dato il consenso.
Cristina si accorse del suo imbarazzo e di conseguenza sorrise maliziosamente, poi gli si avvicinò.

-Ezio, lascia i tuoi sentimenti liberi.- gli mormorò dolcemente all’orecchio.
E via, fece centro; dopo quelle parole Ezio si sentì il bassoventre letteralmente in fiamme, segno di non poter aspettare oltre.
La spinse quasi violentemente contro il muro della camera, facendolo tremare in modo non indifferente, e le abbassò con foga il vestito, lasciandola completamente in intimo. Si fermò di nuovo, ora toccava a lei prendere le redini.
-Amami come meglio riesci a fare.-
Cristina assunse un’espressione timida, avvicinò la mano al petto di Ezio, riuscendo a percepire i battiti del cuore, subito dopo lo fece sdraiare sul letto, e lei sopra di lui, ora l’orecchio sul cuore.
Si mosse ritmicamente, seguendo i battiti; fece scivolare la mano vicino ai pantaloni, introducendola delicatamente all’interno di questi, ed iniziò ad accarezzargli l’inguine; lunghi gemiti come risposta. Continuò così per un po’, arrivando a perdere la cognizione del tempo.

 

Fu proprio quando iniziò a scendere ancora di più che sentì una voce urlare il suo nome. Non era Ezio che la invogliava a continuare, era più roca, potente, e proveniva dal piano di sotto.

-Oh no! Mio padre è già tornato!- 
-Diamine. Sarà meglio andarsene prima che mi veda.-
Si alzarono dal letto e si rivestirono in fretta e furia; dopo pochi secondi Ezio, abbastanza rasserenato ma altrettanto deluso, era già pronto a calarsi dalla finestra, la camicia ancora slacciata.

-Anche per questo avrò una seconda occasione?-
-Certamente, amore mio.-

 

 

 

 

 

 

 

_NOW, THIS IS IT
Ebbene sì, la mia prima sorta di semi-lemon, fatta per i troppi fiumi di bava colorata versati davanti alla mia adorata PS3 che facevano galleggiare la custodia di Assassin’s Creed 2, che ho ripreso dopo mesi di astinenza. Bei ricordi quelli. E non scordiamoci di Fratellanza, il romanzo che La Mutaforma mi ha gentilmente imprestato
Comunque questi versamenti di arcobaleni dovevano andare in qualche modo detersi, ed ecco il risultato.
Ma perché non mettere Rosa?
Ma perché non mettere Caterina?
Ma perché ti sei fermata proprio quando sarebbe dovuta iniziare la scena lemon vera e propria?

Cristina fino a prova contraria è stata il primo vero amore di Ezio, e per la brutta fine che ha fatto (venia per il possibile spoiler) qualcosa del genere se la meritava.
Ho detto SEMI-LEMON, per l’amor della Mela dell’Eden (?), ammetto che se fossi andata oltre la cosa avrebbe preso una piega ben più brutale di quella dolce e passionale espressa sopra, e non volevo farmi una brutta reputazione in questo ambito, nonostante sia consapevole di aver miseramente fallito, perché ora, dopo averla riletta, mi sento ancora più stupida del solito.
E via con le critiche random, sperando che qualcuno abbia voglia almeno di scriverle.

  
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