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Autore: Aries K    09/01/2013    5 recensioni
C'era un momento che Merlin aveva atteso da tutta una vita. Ed era quello di riprendersi una parte di se che le è stata strappata via troppo presto. Perché lui lo sapeva: era giunto il tempo, per Arthur Pendragon, di risorgere.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Aspettai quel momento dal giorno in cui iniziai a morire. Dal giorno in cui Avalon divenne custode del corpo del re.

Riuscivo ancora a ricordare l’agonia del nostro ultimo viaggio insieme, la fatica che avevo provato nel trascinare il corpo pesante, abbandonato a se stesso di Arthur. Ad avvertire, nella mia bocca, il sapore delle lacrime che avevo versato e il sapore amaro della disfatta. Perché io non ce l’ho fatta a realizzare il nostro Destino, amico mio. Ho fallito e fallendo ti ho portato alla rovina.

Quel pensiero è stata l’unica vera compagnia che ho provato nella vita; esso mi coglieva all’improvviso come una litania che non dimentichi. Non è servito allontanarmi da Camelot, a capitare in contee sconosciute e vedere il mondo mutare sotto i propri occhi. Perché nei miei, l’unica immagine presente era il corpo esanime del re che veniva trasportato via. Tutto ciò che era accaduto nella mia vita non riuscì nemmeno per istante a farmi volgere lo sguardo lontano da quel ricordo.

E quando i miei piedi tornarono ad affondare nel terreno di Avalon, quasi non ci credetti. Eppure lo scintillio del lago era rimasto immutato, nemmeno il tempo era riuscito a scalfire la sua magia.

-“E’ ora di risorgere, Arthur.”, sussurrai mentre il mio sguardo veniva ferito da tutto quell’azzurro.

Azzardai alcuni passi in avanti e non mi fermai finché l’acqua non arrivò alle mie ginocchia, guardandomi intorno senza riuscire a respirare davvero. Per un terribile istante credetti di esser arrivato nel momento sbagliato, che ancora avrei dovuto attendere la sua venuta ma, all’improvviso, la mia attenzione fu catturata da qualcosa che si muoveva oltre la nebbia. Un sagoma imponente sembrava apparire e scomparire, per poi fissarsi e avanzare alla luce del sole. Non appena il primo raggio ne accarezzò il capo riconobbi la chioma dorata che lo contraddistingueva e capii che il tempo era giunto, che l’attesa era terminata.

I suoi passi sembravano incerti sull’orlo del confine ma il suo avanzare non conosceva remore, tant’è che nemmeno le acque sembravano rallentargli i movimenti.

Provai una leggera fitta al petto nel vedere il suo sguardo perso, disorientato, poiché l’ultima volta che avevo visto quell’espressione attraversare il suo viso era stata anche l’ultima. E il mio cuore parve risvegliarsi proprio in quell’istante, abbattendo la teca di vetro in cui aveva giaciuto per mille anni.

Quindi avanzai ancora in avanti, muovendomi di lato per impormi nella sua direzione e non fui certo che era proprio me che guardava fin quando, a dividerci, non ci furono solo pochi metri.

Eravamo occhi negli occhi.

Lui, lo stesso re che è stato.

Io, un vecchio avvolto in abiti lontani da quelli dell’epoca in cui nascemmo.

Eravamo occhi negli occhi, e capii di aver fatto bene ad abbandonare Camelot -a non tornare da Ginevra quando aveva chiesto di me sul punto di morte- per evitare di scorgere nei suoi occhi, e in quelli degli altri, un Arthur che non avevo conosciuto, un’immagine diversa da quella che custodivo gelosamente e che, miracolosamente, era davanti a me.

Di nuovo.

-“Merlin?”, parlò, accorgendomi di aver preservato un buon ricordo della sua voce.

Merlin. Dopo la sua caduta non avevo osato più farmi chiamare con il mio vero nome, tutti, oramai, mi conoscevano come Emrys.

-“Ciao, Arthur.”, risposi con un filo di voce.

I suoi occhi non potettero ingrandirsi più di quanto non stessero già facendo per via dello stupore e il re allargò le braccia al cielo, glorioso.

-“Merlin!”.

Senza averlo premeditato Arthur corse verso di me, ridente, avvolgendomi in un abbraccio vigoroso che commosse tutto il mio essere.

-“Ho vissuto solo per riabbracciarvi Arthur.”, mormorai contro la sua spalla mentre concentravo le mie poche energie nella stretta.

-“Merlin.”, ripeté incredulo, staccandosi per indietreggiare ed osservarmi in tutta la mia vecchiaia.

-“Hai un aspetto…”, la sua fronte si corrugò sforzandosi per cercare i termini giusti, -“beh, il tuo aspetto è…”.

-“E’ passato tanto tempo.”, lo interruppi udendo nella mia voce tutta la stanchezza di quella consapevolezza, -“la mia vita, senza di voi, non poteva nemmeno chiamarsi vita. Tutto il suo significato l’ho perduto quando ho perso voi.”.

-“Se non fosse stato per te, Merlin, sarei morto molto prima di quel giorno”, mormorò, -“e comunque mi stavo riferendo al…come diavolo ti sei vestito?”.

Sorrisi.

-“Non siamo più nel Medioevo. Come già ti ho detto è passato tanto tempo e il mondo è cambiato, le sue usanze, i suoi costumi. Siamo in tempi moderni, Arthur.”.

-“In tempi moderni.”, ripeté, saggiando parola per parola, non preoccupandosi di spostare lo sguardo dai miei abiti: avevo indossato un cappello blu, un cappotto del medesimo colore e dei jeans a dir poco scoloriti.

-“Il Drago mi aveva avvertito. Un giorno sareste tornato. Un giorno, ci sarebbe stato ancora bisogno di voi.”.

Quelle parole lo destarono, e assunse un’aria solenne che avevo imparato a conoscere vivendo al suo fianco. Il re corrucciò le labbra segno che un dubbio si era insinuato nella sua mente; poi, tornò a guardarmi negli occhi.

-“Quindi ci aspetta una nuova Era, insieme.”

-“Sì.”.

-“Avrai molte cose da raccontarmi.”, sorrise, avvicinandosi.

-“Non ho molto da dirvi, sto ricominciando a vivere in questo momento.”, confessai, indietreggiando fino a toccare la baia con i piedi.

-“Non smetterai mai di stupirmi, Merlin.”, disse incrociando le braccia al petto, -“ricordi tutte le volte in cui ti dicevo che era bello vederti, subito dopo essermela vista brutta?”

Finsi di pensarci su, accarezzandomi la lunga barba bianca.

-“Vorreste dire ogni qualvolta che ho salvato il vostro regale posteriore, mmm, quindi, sempre?”.

Arthur scosse il capo e alzò gli occhi al cielo, esasperato come un tempo.

-“Sì, esatto. E mi crederesti se ti dicessi che adesso lo penso come non l’ho mai pensato prima? Rendendomi veramente consapevole di queste parole? Quindi, sono davvero felice di vederti, ancora, Merlin.”.

Un sorriso s’impadronì del mio volto e, senza nemmeno che me ne accorgersi, avevo allungato un braccio verso di lui: era arrivato il momento di condurlo fuori da Avalon.

-“Arthur, prendete la mia mano”, gli ordinai bonariamente, -“è tempo di tornare.”.

Lui guardò il mio palmo, le mie dita che venivano accarezzate da un’improvvisa brezza, poi annuì e le nostre mani tornano ad unirsi.

E in quell’attimo, diventammo nuovamente il Re e il servitore.

Dedizione e onore.

Magia e coraggio.

Di nuovo, la faccia della stessa medaglia.

Note: Ciao a tutti! Questa è la mia prima ff di "Merlin" che scrivo dopo aver visto l'epilogo della serie, dopo esser stata svuotata da qualsiasi forma di ispirazione. L'ho buttata giù d'istinto, non c'è niente di ragionato quindi sono consapevole che sarebbe potuta uscire meglio, magari, avrei potuto avere un idea migliore. Sì, perché immagino che ambientare il ritorno di Arthur nei nostri giorni non sia il massimo dell'originalità ma, infondo, è l'interpretazione che io ho ricavato dal finale. Il suo ritorno nei nostri giorni, nel tempo in cui ce ne è più bisogno. O almeno, mi piace pensarla così. Chissà, magari Arthur è tornato poco dopo la sua morte... okay, sto vaneggiando! LOL Che altro dirvi? Se siete arrivati a leggere queste parole, immagino avrete letto anche la ff e spero vi sia piaciuta, inutile dire di esser curiosa di ricevere i vostri pareri. E grazie per l'attenzione. :)

   
 
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