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Autore: Bale    09/01/2013    2 recensioni
E se la vita del Prescelto e dei suoi amici non fosse proprio perfetta? E se tutto stesse andando a rotoli?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Era il 31 luglio.

Harry si voltò a guardare fuori dalla finestra. Sembrava ottobre.

Un brivido gli attraversò la schiena soltanto alla vista degli alberi sconvolti dal vento gelido.

Riportò lo sguardo sulla torta di compleanno che gli aveva mandato la signora Weasley.

Era rimasta molto affezionata a lui, nonostante la separazione da Ginny. In realtà pensava che sua figlia aveva commesso il più grande errore della sua vita quando aveva deciso di piantarlo in asso per poi fidanzarsi con Dean Thomas. Di nuovo Dean Thomas. Erano già stati insieme da adolescenti, ad Hogwarts e Harry non lo aveva mai sopportato. Gli veniva il voltastomaco soltanto all’idea che, mentre lui cercava in tutti i modi di sopravvivere e di trovare il modo di eliminare per sempre il Signore Oscuro, loro si appartavano in qualche remoto passaggio segreto per sbaciucchiarsi.

Forse invidiava la loro spensieratezza e nulla più.

Scosse la testa.

No, non era invidia. Era sempre stato geloso. Non ci voleva certo un mago per capirlo.

Fissò ancora la sua torta di compleanno. Era decorata con dei mirtilli.

Non aveva nessuna intenzione di mangiarla.

Probabilmente sarebbe rimasto lì a guardarla finché non si sarebbe sciolta del tutto.

Non c’era nulla da festeggiare. Era il suo quarantesimo compleanno e lui era solo come non lo era mai stato prima.

Ron e Hermione avevano una famiglia tutta loro ormai e spesso si dimenticavano di lui.

Anche quell’anno si erano dimenticati del suo compleanno.

Per un attimo si sentì stringere il cuore. Non aveva mai smesso di pensare ai suoi genitori. Avrebbe tanto voluto che fosse stata Lily a preparare per lui quella torta, avrebbe tanto voluto ricevere una pacca sulla spalla da suo padre.

Ricacciò indietro qualche lacrima, prima di alzarsi per andare ad aggiungere altra legna al fuoco ormai quasi spento nel camino.

Fuori era freddo e buio.

Proprio nel momento in cui si chinò a raccogliere la legna, le sue pupille si dilatarono dallo stupore.

Con gli occhi sgranati si alzò e andò verso la finestra.

“Dissennatori”   pensò.

I lampioni erano spenti, la nebbia fitta e lui si sentiva particolarmente malinconico.

In effetti non aveva molto di cui rallegrarsi. Ginny se n’era andata, i suoi migliori amici si erano dimenticati di lui e i suoi figli sarebbero presto partiti per Hogwarts e lui non li avrebbe rivisti per chissà quanto tempo.

Sospirò e si allontanò dalla finestra.

Lasciò stare il camino e si lasciò cadere ancora una volta sul divano, proprio di fronte alla sua torta deformata dal calore.

Passò quasi un’ora, quando finalmente qualcosa accadde. Qualcuno bussò alla porta.

Harry sobbalzò.

Chi poteva essere? C’era qualcuno a cui stava a cuore? Qualcuno si era ricordato del suo compleanno?

Si alzò lentamente e si diresse con calma verso la porta. Temeva di scoprire che quel suono se l’era soltanto immaginato.

La porta si aprì con un cigolio rivelando una Hermione infreddolita e con i capelli increspati dall’umidità.

-Sembra quasi che ci sia qualche Dissennatore che si aggira qui intorno-   disse sorridendo.

Harry cercò di mascherare la sua sorpresa con tutte le sue forze. Si fece semplicemente da parte per farla entrare.

-Oh, hai acceso il camino-

Senza troppi convenevoli si tolse la giacca e andò a riscaldarsi le mani su quella timida fiamma che ancora resisteva nel focolare.

-Dovresti mettere altra legna-   disse senza voltarsi a guardarlo e poi, ancora una volta senza troppi convenevoli, fece da sé. Il fuoco prese ad ardere vivace nel camino di pietra.

-Ehm…sei sola? E Ron? E i bambini?-   chiese Harry timidamente, dopo quello che parve un secolo.

-Loro sono in fermento per la partenza-   disse con un sorriso materno che ricordava quasi la signora Weasley   -Hogwarts, intendo-

-Già-   sospirò Harry, pensando ai suoi bambini.

-Quando li hai visti l’ultima volta?-   chiese Hermione leggendogli il pensiero.

Lui scosse la testa, come a farle capire di non volerne parlare.

Soffriva troppo per la lontananza dai suoi bambini. Ne aveva quasi fatto una malattia.

Aveva persino trascurato il lavoro e si era fatto anche sospendere.

-Mi dispiace tanto-

-Prima hai parlato di DIssennatori-   buttò lì lui. Avrebbe fatto di tutto per evitare di parlare dei suoi figli.

Hermione scoppiò a ridere.

Era bella quando rideva. Inarcava leggermente la schiena e gettava la testa indietro.

-Stavo solo scherzando, Harry-

Poi, ritornando seria, aggiunse:

-Però mi fa piacere vedere che il tuo istinto da Auror non è morto del tutto-

Sorrise. Harry dovette sforzarsi molto per rispondere a quel sorriso. Neanche ricordava quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva riso.

-Stai bene, Harry? Insomma, come va?-     balbettò lei.

-Sto bene-

Seguirono degli imbarazzanti attimi di silenzio, poi finalmente Harry parlò:

-Cosa ci fai qui, Hermione?-

Lei arrossì di colpo.

-Cosa sei venuta a fare?-

-E’ il tuo compleanno, Harry!-    esclamò lei come se fosse ovvio.

-Non c’è niente da festeggiare-

Hermione si avvicinò lentamente al suo amico e gli prese il viso tra le mani.

Gli occhi nocciola di Hermione erano fissi in quelli verdi di Harry.

-Sto soffrendo anch’io, Harry-   disse con la voce rotta dalle lacrime che timide iniziavano a scorrere sul suo viso   -E so che soltanto tu puoi capirmi-

   
 
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