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Autore: SexyJames    09/01/2013    3 recensioni
Chi cerca di sbarazzarsi della solitudine e del dolore di una perdita, chi prova ad allontanarsi da se stesso e dai sentimenti per adempiere al proprio dovere, e chi cerca il controllo assoluto sul prossimo per sentirsi onnipotente.
Un ragazzo terreno con un dono speciale, un essere glaciale ed introverso deve proteggerlo, e proteggersi, dal tentativo di schiavitù forzata da parte di un popolo meschino e assetato di potere. Riuscirà ad evitare la guerra che sta aggirando da secoli, o ci andrà inconsapevolmente incontro per amore?
[ Adommy ]
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sangue, dolore, tortura e morte. L'unica cosa che gli ricordava del passaggio di Tommy nella sua vita era l'incubo ricorrente che lo disturbava ogni notte da quando lo aveva cacciato brutalmente da casa sua. Lo vedeva combattere con ferocia a capo di un esercito oscuro, con occhi rossi come il sangue e fumose ali nere che gli conferivano un'aria minacciosa e immortale. La spada d'argento di cui si serviva per finire l'esistenza dei suoi nemici era lucente, splendeva di vita propria sotto il cielo rosso e cupo di un mondo altrettanto lugubre. Ogni mattina si risvegliava con sensazioni viscerali che gli schiacciavano il petto, soffocandogli il respiro. Non era pentito di aver rispettato se stesso, non aveva più intenzione di essere il giocattolino sessuale di nessuno, ma come aveva realizzato non appena gli aveva sussurrato di non tornare più si era pentito di averlo allontanato. Lo aveva aspettato per settimane, sperando che tornasse anche solo per un altro litigio, tuttavia il biondo per la prima volta da quando si erano conosciuti aveva ascoltato le sue parole. Non lo aveva più rivisto da allora. Inizialmente la tristezza lo aveva pervaso, riducendolo al suo solito stato emotivo sofferente e solitario, ma il passare delle settimane aveva trasformato il dolore in rabbia, inducendolo a vendicarsi un po', anche se Tommy non lo avrebbe mai saputo. Sarebbe stata la vendetta personale che avrebbe usato per motivare se stesso ad andare avanti e a dimenticare quel bellissimo straniero che per poche settimane era riuscito ad entrargli nel cuore come nessuno aveva mai fatto prima.

***

Lo osservò poggiarsi contro il corpo esile e flessibile di un insulso essere umano al di fuori del locale in cui lavorava, agendo come un perfetto predatore della notte. Il sempliciotto lo baciò profondamente, facendo scivolare le mani sul suo fondoschiena e tirandolo con passione contro di sé. La gelosia impregnò il suo essere, trasformandosi velocemente in rabbia che rosicchiò ogni singolo centimetro della sua ragione. Se Adam aveva davvero tutta quella smania di giocare con il fuoco da quel momento in poi lo avrebbe accontentato volentieri. Seguì i suoi movimenti con sguardo masochistico invece di girarsi e andarsene, o ancora meglio interromperli, memorizzando tutto così da possedere un motivo reale per avercela con lui. I due si baciarono ancora per qualche minuto, fin quando Adam decise che era abbastanza e si staccò dal ragazzo più piccolo, salutandolo con un ultimo bacio a stampo sulle labbra e allontanandosi nella notte diretto verso casa sua. - E' talmente stupido da rischiare sempre la pelle in questo modo -
" Divertito? " Fulmineamente gli si piazzo davanti, guardandolo gelidamente. " T-Tommy? Sei tu .... " Adam in un primo momento lo fissò sorpreso, arrestandosi sui suoi passi, ma lo sguardo nei suoi occhio cambiò, trasformandosi in fuoco liquido non appena realizzò che non stava sognando ad occhi aperti. 
" Ti ho aspettato per giorni interi, maledizione. Dove diavolo sei stato? "
" Vedo che hai trovato un modo per occupare il tempo. Com'è che ti facevo sentire? Ah si, amato e protetto. Solite stronzate! " Il tono di voce velenoso con cui Tommy lo colpì incendiò immediatamente il suo orgoglio, intossicandolo di rabbia. " Sei arrabbiato? Beh non puoi, cazzo, sei sparito per un mese e mezzo. Mi hai fatto preoccupare, pensavo ti fosse successo qualcosa di brutto, non ho fatto altro che avere incubi in cui ti vedevo ferito o anche peggio. Invece ora spunti fuori dal nulla con una scenata di gelosia? Cosa c'è di sbagliato in te? " Gli si avvicinò a velocità disumana, bloccandosi ad un centimetro dal suo viso " Chiudi quella cazzo di bocca " Lo osservò spalancare gli occhi impaurito, irrigidendosi immediatamente. Il profumo che proveniva dalla sua pelle lentigginosa era intenso, sapeva di paura e di eccitazione, e per il suo oscuro ego era solo puro e semplice piacere. Avrebbe tanto voluto scaricare la rabbia e il risentimento che provava per le irrisorie illusioni che si erano impossessate del suo cuore e della sua mente su di lui, malignamente, facendolo soffrire. Soffrire come stava facendo lui stesso da quando lo aveva visto farsi toccare da quell'estraneo, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa i suoi sensi sovrannaturali catturarono movimenti circospetti nelle vicinanze. Si voltò, guardando dietro di sé con occhi socchiusi mentre usava i suoi poteri per vedere attraverso l'oscurità. Sentì una finta sensazione di pace e serenità impossessarsi del posto, cercando di entrare dentro di loro e sopprimere ogni emozione infelice che provavano per soggiogarli. Era qualcuno che veniva da quell'alto inesistente in cui gli umani credevano con tanta cieca dedizione e ignoranza. Lui sapeva. In meno di un secondo prese Adam da un braccio e lo trascinò di forza nel vicolo buio più vicino, sperando di riuscire a proteggerlo. Il moro spaventato cercò di liberarsi dalla sua presa, ma lo inchiodò duramente al muro prime che potesse anche solo provarci per una seconda volta. Non aveva mai usato la sua forza su di lui, nemmeno per sbaglio, e sapeva perfettamente che la sua stretta gli stava facendo del male, ma non poteva rischiare. Non potevano farsi scoprire. Lo guardò con occhi infuocati, immobilizzandolo con il potere psicologico più sviluppato che possedeva. Il controllo delle funzioni motorie degli esseri speciali, che erano almeno per metà umani, attraverso le loro menti.
" Non riesco a muovermi. Cosa stai facendo, cosa sei? " Si impose di rimanere calmo sotto lo sguardo accusatore che Adam gli stava rivolgendo, ma senza che potesse controllarsi gli strinse la gola con gli artigli ben affilati della sua forma sovrannaturale, togliendogli leggermente il respiro e impedendogli di parlare. " Non devi fiatare "
La sensazione soggiogante s'intensificò, cominciando ad aggredirli con forza. Non aveva mai avuto nessuno effetto su di lui, ma Adam puro com'era sarebbe stato facile da ingannare. Doveva intossicarlo. Doveva sporcare il candido bagliore della sua anima anche solo momentaneamente, giusto il tempo che serviva ad ingannare i nemici. Dalla schiena gli si levarono due grosse ali nere che avvolsero l'altro con estrema leggiadria mentre scivolava aldilà della percezione dei suoi sensi. " Mi dispiace, ma non posso permettere che ti usino contro di me " Adam perse conoscenza velocemente, ma un attimo prima di affondare del tutto nell'oscurità delle sensazioni opprimenti che stava provando tra le braccia di Tommy sentì distintamente le sue parole. 

Vide uno dei peggiori scagnozzi del suo nemico eterno avvicinarsi a loro alla palese ricerca si qualcosa, o meglio qualcuno. Per fortuna riuscì a proteggere Adam con i suoi poteri, eclissando temporaneamente la luce che il moro emana sfacciatamente senza saperlo. L'essere frettoloso di trovato ciò che il suo capo gli aveva ordinato di portargli si allontanò dal posto velocemente, permettendogli di guadagnare tempo e fuggire via con Adam al sicuro tra le sue braccia.

L'osservò sollevare le palpebre con estrema difficoltà, percependo anche il suo affaticamento respiratorio." Calmati o sverrai di nuovo" Gli parlò con voce dura e autoritaria, facendolo rabbrividire. Era felice di averlo spaventato, non aveva più intenzione di giocare con lui al gatto e al topo, una volta per tutte voleva essere lasciato in pace. Il moro regolò il proprio fiato con respiri lenti e profondi, cercando di non farsi prendere dal panico. Si calmò dopo qualche minuto e riacquistando finalmente un po' di lucidità si accorse di essere in camera sua, nel suo appartamento. Tommy, però, contrariamente a ciò che cercava di imporsi gli si avvicinò, accarezzandogli una guancia con dolcezza, ma l'altro non appena realizzò appieno quello che era accaduto si ritirò istintivamente dai suoi tocchi, fissandolo impaurito. " Cosa sei? " Il biondo strinse forte la mascella, trafiggendolo con il suo sguardo infuocato e facendogli sentire di nuovo una forte sensazione opprimente al centro del petto.
" Prendi le tue cose, dobbiamo andare via "
" Via dove? Cosa cazzo sta succedendo? " Lo afferrò velocemente per il colletto della camicia che indossava, tirandolo in piedi e trascinandoselo dietro senza fatica. Lo portò di fronte al suo armadio, stringendo la presa quando lo sentì dibattersi e provare a liberarsi dalla sua morsa ermetica. Infine esasperato lo spinse duramente contro l'armadio, facendogli male. " Tommy, non così " Il tono di voce fermo che Isaac usò per riprenderlo gli arrivò al cervello forte e limpido, strappandolo lontano dalla collera cieca che si era impossessata di lui. Fissò Adam con occhi inespressivi, notando subito le lacrime che cercava di trattenere con tutto se stesso, ma che, invece, ribellandosi al suo controllo stavano riempiendo i suoi bellissimo occhi blu con dolore. Preso dalla rabbia per un secondo aveva dimenticato che nonostante tutto fisicamente rimaneva sempre un fragile essere umano che la sua forza non controllata avrebbe anche potuto uccidere. " Fagli preparare una maledetta valigia. In fretta. A momenti potrebbero essere qui e io non ho davvero voglia di sporcarmi le mani per un ragazzino che non sa tenere il suo dannato affare nei pantaloni " Con quelle parole velenose uscì dalla stanza, ferendolo volontariamente, facendo così captare al suo migliore amico il dolore che stava nascondendo con la rabbia. Isaac notò subito la furia negli occhi blu di Adam, tuttavia non riuscì a non accusare la potenza del bagliore naturale che il moro scatenò attorno a sé quando seguì l'altro fuori dalla sua camera. Non appena si riprese li raggiunse, trovandoli faccia a faccia, con il viso a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. " Quale cazzo è il tuo problema? "
" Il gioco è finito. La mia tolleranza si è esaurita mesi fa, quindi non mi provocare, fai quello che ti dico senza tutte queste maledette domande o potrei farti decisamente male " Conosceva bene quel modo di fare, lo aveva visto milioni di volte, anche quando avevano perso parenti, amici e abitanti del regno in quella guerra che non avevano mai voluto combattere e in cui però erano stati coinvolti nel peggiore dei modi. Il suo migliore amico aveva mandato ancora più in profondità il dolore, trasformandolo in rabbia cieca e in vendetta, dimezzando l'esercito nemico senza pietà. Nei casi più drammatici si era persino sfogato sui suoi stessi soldati, anche solo per aver azzardato un piccolo consiglio.
" Adam, per favore, fai una valigia e vieni via con noi. Ti racconteremo tutto appena arrivati " Si avvicinò a loro cercando di smorzare la tensione, provando a far ragionare il moro, che lo guardò negli occhi, trasmettendogli con un solo sguardo tutti i dubbi e le paure che provava.  " Non ti faremo del male, vogliamo solo proteggerti "
Adam si rasserenò grazie alle buone intenzioni che percepì dietro le parole di Isaac, ma un secondo dopo averlo fatto Tommy gli mise una mano sul petto, facendolo cadere pesantemente a terra privo di conoscenza. " Thomas, sei impazzito? "
" Portalo al castello. Subito. Sono vicini, li sento " Sbarrò le finestre velocemente, cercando così d'attenuare l'odore di Adam per guadagnare qualche secondo. " Tu? "
" Prendo qualcosa di suo e vengo via " Isaac con delicatezza sollevò Adam dal pavimento, attento a non fargli male. Sparò uno sguardo preoccupato all'amico, che si era già trasformato nella sua forma sovrannaturale, trovandolo intento a fissare il ragazzino che teneva tra le braccia con sguardo angosciato. " Vai, Astaroth. Adesso! "
" Stai attento, amico " Sparì nell'ombra in un batter d'occhio, sentendosi in colpa per non potergli stare vicino, ma sapendo anche che Tommy in un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta da solo e sarebbe tornato presto a casa, esattamente come aveva sempre fatto. 

Il biondo grazie ai suoi poteri riuscì a mimetizzarsi nel buio dell'appartamento di Adam, schiacciandosi in un angolo del salotto giusto qualche secondo prima che la porta d'ingresso venisse spalancata con violenza da alcuni uomini vestiti interamente di bianco che misero a soqquadro l'intera casa, distruggendo ogni cosa. Li conosceva benissimo, erano gli assassini che avevano distrutto la sua famiglia. In un primo momento avrebbe tanto voluto recidergli la gola con gli artigli e lasciarli morire lentamente come loro facevano da un'eternità con tutte le persone usate che non rientravano più nei loro piani diabolici, ma non era quello il momento, aveva un ragazzino da proteggere. Si dileguò nella notte, portandosi dietro uno zaino blu che aveva trovato accanto al letto di Adam e che aveva riempito velocemente con alcuni effetti personale che al moro avrebbe sicuramente fatto piacere avere con sé.






" Dov'è? " Senza molti preamboli entrò velocemente nel suo studio, come si aspettava trovandoci Isaac e Sophie ad attenderlo, pronti ad una delle loro consuete ramanzine.
" In camera tua, ancora privo di conoscenza. Ti rendi conto di esserci andato giù troppo pesante con lui? " Isaac era davvero contrariato dai modi di fare con cui l'amico si era posto nei confronti di Adam, era stato rude e violento, completamente privo di gentilezza. " Ci hanno mancato di pochi minuti, Isaac, era l'unica soluzione "
" Gli hai fatto male, amico. Controlla la rabbia o lo ucciderai tu stesso " Non gli piaceva vederlo soffrire, ogni volta che catturava i suoi occhi blu riempirsi di dolore sentiva il bisogno irrefrenabile di proteggerlo, soprattutto dalla furia cieca dell'imperatore. " Faccio fatica a farlo quando mi sfida in quel modo. Hai visto con i tuoi occhi come si comporta, è sfrontato e irriverente, spazza via ogni briciolo del mio auto controllo "
" Stronzate! Ti conosco molto bene, sei arrabbiato con lui perché in qualche modo ti ha ferito. Cos'è successo? " Tommy sentendosi esposto gli voltò le spalle, facendo finta di cercare qualcosa nel disordine della sua scrivania. " Niente. Smettila di impicciarti, prendi tua moglie e levati di torno " Continuò ad evitare i loro sguardi scrutatori, coprendo il suo stato d'animo vulnerabile con l'atteggiamento scontroso che lo aveva sempre contraddistinto nei momenti difficili della sua vita. " Se lui può arrivare a te in questo modo allora abbiamo un problema "
" Non succederà più " Con tono di voce che non ammetteva repliche concluse la discussione, sperando davvero che i due coniugi capissero e gli lasciassero un po' di spazio per riflettere in solitudine. Isaac e Sophie uscirono dalla stanza in silenzio, ancora preoccupati per lui, ma un secondo prima che svoltassero l'angolo in fondo al corridoio Tommy uscì dal suo ufficio, rasserenandoli un po' quando chiese un piccolo favore all'amica. " Sophie, puoi andare da lui e controllare la sua schiena? Non voglio che abbia una scusa per frignare tutto il tempo " Marito e moglie divertiti rotearono gli occhi al cielo, per niente sorpresi dalla richiesta del biondo. Oramai il sentimento che Tommy provava per il suo umano dall'animo gentile era più che palese ai loro occhi.

***

Osservò il regno dalla finestra del suo ufficio, pensando a tutto ciò che era successo nell'ultimo periodo. Aveva passato un mese sul filo del rasoio, rischiando più volte di essere scoperto mentre cercava di proteggerlo. Adam lo aveva reso debole, senza più possibilità di ritorno, Isaac aveva ragione. Aveva sviluppato sentimenti per la causa che irreparabilmente avrebbe scatenato la guerra che stava evitando da quando la responsabilità del regno era passata a lui. Ed ora non poteva nemmeno più tornare indietro, doveva mettere da parte tutta la sua delusione e usare la fastidiosa sensazione di tradimento che lo aveva invaso da quando l'aveva visto farsi toccare da un altro e andare avanti con il suo piano. Era giusto così. Era giusto che Adam gli avesse fatto capire quanto era stato stupido. Era sparito per più di un mese, senza lasciare tracce, senza mettersi in contatto con lui nemmeno una volta, pensando che al suo ritorno lo avrebbe ritrovato a casa ad aspettarlo. Non poteva essere così tra loro, ed era stato ancora più patetico sperarlo. Doveva trarre vantaggio dai sentimenti feriti che stava provando e tenerlo lontano dal suo cuore, esattamente come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio. 

***

Spalancò gli occhi impaurito quando qualcosa gli sfiorò il braccio, provocandogli un dolore pungente che si propagò fino alla base della sua schiena. Emise un gemito dolorante, soffocato però dalla secchezza che sentiva alla gola. " Hey, tieni " Una giovane donna dagli occhi gentili gli porse un bicchiere d'acqua, continuando poi a prendersi cura di lui con un sorriso rassicurante sulle labbra. " Non vogliamo farti del male " 
" Ho sentito questa frase più e più volte, ma mi ritrovo comunque con un braccio indolenzito e la schiena bloccata " La scrutò attentamente, cercando di capire se potesse davvero fidarsi di lei. Provò a sedersi sul letto, ma non appena si sollevò un po' una fitta intensa gli attraverso il capo, appannandogli la vista.
" Stai giù, hai sbattuto la testa contro il pavimento"
" Beh Tommy potrebbe essere un attimo più gentile se non volesse farmi male " Gli occhi della donna si incupirono, assumendo profonda preoccupazione in loro.
" Erano troppo vicini, Adam. Ti hanno quasi trovato, non c'era tempo da perdere, ha dovuto farlo in fretta "
" Chi, chi mi sta cercando? " Era tutto così surreale, non poteva credere che qualcuno lo volesse a tal punto da indurre qualcun'altro a proteggerlo, ma la sensazione sospettosa che aveva sempre avuto dentro di sé da quando Tommy era apparso all'improvviso nella sua vita gli aveva sempre suggerito che il biondo e il suo amico non gli erano accanto per pura coincidenza. E tanto meno con scopi disinteressati. " Mi dispiace, ma non è compito mio dirti la verità. Lui ti spiegherà tutto quando sarà il momento giusto " 
La giovane donna gli accarezzò i capelli con dolcezza, continuando a sorridere in modo rassicurante. Per un secondo Adam si chiese se fosse una madre, i suoi gesti erano dolci ma allo stesso tempo decisi, intorno a lei percepiva solo amore e dedizione che lo indussero ad aprirsi e a rivelarle la sua preoccupazione. " Credo di averlo ferito "
" Allora scusati, fagli capire che non volevi farlo e tutto tornerà a posto "
" Non mi parla, non dimostra mai se prova qualcosa per me " Sophie non riuscì a restare indifferente alla tristezza che sentì nelle parole di Adam, nonostante fosse un ragazzone di oltre 20 anni, con una possenza fisica che avrebbe fatto invidia anche ai soldati dell'impero, gli sembrava così piccolo e innocente. Il bisogno irrefrenabile di proteggerlo l'avvolse da dentro, facendole capire esattamente ciò che suo marito aveva provato qualche ora prima. " Non tutti dimostrano apertamente quello che sentono, Adam. Devi cercare di capirlo nei piccoli gesti e accettarlo per quello che è. Non pretendere che di punto in bianco diventi un orsacchiotto coccoloso perché prova qualcosa per te, non fa parte di lui, ma so che un po' di quell'atteggiamento cinico nei momenti giusti si placherà per te. Ne sono sicura." Gli accarezzò i capelli per l'ultima volta, decisa a lasciarlo riposare un po'. " Ora devo andare o Isaac, mio marito, si ingelosirà. Sa che subisco particolarmente il fascino dei bei ragazzoni mori e dolci come te " Adam arrossì nella penombra della stanza, per niente abituato a complimenti di quel genere. Nessuno lo aveva mai trattato con così tanta delicatezza. Isaac era fortunato ad avere accanto a sé una persona così amorevole e gentile, davvero fortunato.

Per interi minuti vagò con lo sguardo intorno alla camera da letto in cui si trovava, osservando tutti i dettagli. Era enorme e maestosa. Il pavimento in roccia era quasi interamente coperto da bellissimi tappeti rossi, le pareti erano rivestite in legno di noce scuro e alle imponenti finestre accanto al letto erano drappeggiate delle massicce tende bordeaux. Il materasso rotondo su cui giaceva era morbido e spazioso, coperto da lenzuola soffici di seta nera che a contatto con la sua pelle bollente, ricoperta da una leggera patina di sudore, lo facevano sentire coccolato da una leggera frescura. Di fronte al letto le fiamme ardenti del camino riscaldavano pesantemente l'aria e le candele profumate intorno alla stanza donavano un'atmosfera seducente all'intero posto. Quel luogo ammaliante, scuro e misterioso, tanto da farti sentire in pericolo ma al tempo stesso al sicuro poteva appartenere solo ad una persona. Tommy. Rappresentava appieno lo straniero biondo che aveva riempito la sua vita vuota e miserabile. Lo straniero biondo e glaciale di cui insanamente si era innamorato fin dal primo istante, quando venne sfiorato dal suo respiro ardente che gli infiammò il cuore con intensità. Ripensò alle parole della giovane donna, in effetti era vero, aveva visto qualche barlume di dolcezza in Tommy, ma era sempre stata indecisa e furtiva. A volte il distacco emotivo con cui il biondo agiva era in grado di sconcertare anche lui, che era l'essere più ingenuo sulla faccia della terra. Cosa gli era successo? Perché era così spaventato da non far avvicinare nessuno, nemmeno minimamente? Si assopì con quei pensieri nella mente, sperando di potergli parlare il prima possibile e scoprire la verità.

Per la seconda volta in poche ore spalancò gli occhi impaurito non appena senti i battiti accelerati del suo cuore pulsargli nelle orecchie, suggerendogli di guardarsi attorno. Osservò con attenzione la penombra della stanza, notando immediatamente Tommy di fronte all'armadio mentre si spogliava del suo abbigliamento nero. " Tommy ... " Sussurrò leggermente il suo nome, sperando che il biondo non fosse più arrabbiato con lui, ma come si aspettava non ricevette risposta e il suo cuore si strinse dolorosamente nel petto. Durante le settimane passate aveva sofferto la sua mancanza, intensamente, e ora che lo aveva di nuovo accanto sentirlo così distante lo distruggeva. " Tommy ... " Lo richiamò, sollevandosi a sedere sul letto. " Adam, rimettiti a dormire. E' tardi e non è il momento adatto per urlare le tue solite insulse chiacchiere "
" Per favore " Era consapevole di aver assunto un tono di voce patetico e supplichevole, ma non poté farne a meno. Non era spaventato, sapeva che Tommy non gli avrebbe mai fatto del male, almeno non gravemente, voleva solo sapere la verità su ciò che stava accadendo e coccolarsi a lui nel suo letto morbido e spazioso. Tuttavia il silenzio opprimente in cui il biondo tentava di rifugiarsi lo innervosì, facendogli perdere le staffe. Si alzò in piedi velocemente, dimenticando il suo malessere. Si sarebbe schiantato di nuovo al suolo se una presa stretta e decisa non lo avesse tenuto in equilibrio e poi riappoggiato con dolcezza sul letto. " Ti ho un po' ammaccato " La voce del biondo era fredda e austera, ma Adam, nuovamente, ricordò le parole di Sophie. - Quell'atteggiamento cinico nei momenti giusti si placherà per te - Forse quello poteva essere uno di quei momenti. Gli afferrò una mano con delicatezza, tirandolo verso di sé e cercando di farlo sedere sul letto, ma Tommy si ritrasse dalla sua presa come scottato, allontanandosi e piazzandosi davanti al camino. " Dimmi la verità "
" Non sei pronto " L'angoscia si impossessò di lui, odiava essere tenuto allo scuro, se era un problema doveva saperlo. " Sono confuso, non riesco a capire. Parlami, ti prego " Non riuscendo più a trattenere le proprie emozioni cominciò a piangere, in silenzio. Tommy si voltò verso di lui, indurendo ancora di più lineamenti quando si accorse delle lacrime che gli solcavano il viso. " Smetti di frignare o ti caccio fuori di qui a calci " L'orgoglio del morò scalpitò, facendolo agire d'istinto. Cancellò le sue lacrime con una mano, mettendosi in piedi con attenzione e avviandosi verso la porta della camera da letto per scappare lontano da lui. Era vero, era innamorato di un essere disumano e insensibile, ma non gli avrebbe permesso di rubare la sua dignità. Non lo avrebbe più permesso a nessuno. " Dove diavolo stai andando? " Se lo ritrovò davanti, esile, pallido e perfetto, con indosso solo un paio di jeans sgualciti e negli occhi lo sguardo nero come la pece con cui cercava sempre di intimidirlo. " Non guardarmi così, non ho paura di te "
Le mani pallide e affusolate che gli avevo donato piacere quella notte speciale si posarono al centro del suo petto, togliendogli il respiro. " Cosa stai facendo? "
" Ogni volta che senti questo, sono io. E' la mia natura che si nutre del tuo essere, del tuo calore, se non fossi in grado di controllarmi potrei anche ucciderti " Tommy accostò le labbra al suo orecchio, baciandolo sensualmente. Il corpo del moro rispose di riflesso, spingendosi contro di lui, nascondendo il viso nel suo collo. Non era in grado di controllare ciò che provava, in nessun modo. Con una semplice frase anche scorbutica o un tocco leggero era alla sua mercè, sia fisicamente che emotivamente. E in effetti non si sentiva debole per tale situazione, in un certo senso gli piaceva essere finalmente libero di esprimersi senza nessuna paura che lo fermasse, sperava solo di non ferirsi, o almeno non più di quanto avesse già fatto. " Non ho paura di te, puoi anche farmi svenire un'altra volta, ma quando mi riprenderò continuerò a fare domande e a volerti con me"
Tommy con una leggera spinta lo fece arretrare di qualche passo, fissandolo duramente. " Sei un dannato ragazzino impertinente. Vuoi la verità? Va bene, dai, inizia con le tue fastidiosissime domande " Adam dentro di sé gongolò soddisfatto per la piccola vittoria appena conquistata, ma lo sguardo negli occhi del biondo era vulnerabile, come mai prima di quel momento. " Dove siamo? Chi mi sta cercando? Cosa vogliono? Cosa sei? "
" Puoi anche respirare tra una domanda e l'altra "
" Scusa " Arrossì furiosamente, abbassando gli occhi e grattandosi il collo in imbarazzo. " Le persone che ti stanno cercando voglio usarti, Adam. Hai un dono speciale e io devo proteggerti, per questo ti ho portato qui al mio castello "
" Continuo a non capire .... cosa sei? " 
" Non sei pronto per questo " Ripeté quelle parole per l'ennesima volta, cercando di sfuggire dalla verità. Era lui a non essere pronto, non era più così convinto di poter sopportare il disprezzo con cui Adam lo avrebbe guardato dopo aver scoperto la sua vera natura. " Dove siamo? Dimmelo! " Il moro insistette con una delle sue domande, provando a portarlo intenzionalmente al limite della sopportazione. " Lontano da casa tua " Senza che se ne rendesse conto emanò di nuovo la sua luce accecante, intensa e arrabbiata, trasmettendo all'amante l'ardore afrodisiaco che possedeva dentro di sé. " Smettila di trattarmi come se potessi rompermi da un momento all'altro. Voglio tutta la verità! " Per un secondo Tommy sentì l'ultimo briciolo di determinazione a stargli lontano scivolare via, ma si riprese non appena vide lo sguardo di sfida nei suoi occhi. Nessuno aveva l'autorità e il diritto di sfidarlo nel suo stesso regno, nemmeno lui con i suoi meravigliosi occhi blu e l'animo sincero. " Questo deve bastarti " Lo spinse bruscamente sul letto, salendogli in grembo con un movimento aggraziato e abbassandosi sul suo corpo per portare le loro labbra a sfiorarsi con delicatezza. Lo sentì reagire ai suoi tocchi come aveva sempre fatto, lasciandosi andare immediatamente, anche se i suoi occhi cristallini erano pieni di rabbia. Sentire quel corpo tonico e flessibile contro di sé, completamente piegato al suo volere gli accarezzò l'ego, spronandolo a sedurlo, ad ingannarlo e a farlo cedere alla sua autorità per puro piacere personale. Gli strinse il collo con una mano, mordendogli sensualmente il labbro inferiore, godendo appieno del modo in cui rabbrividì e inarcò la schiena contro il materasso. " Puoi anche accecare l'intero regno, non ti lascerò andare via " Spinse i fianchi in avanti, osservandolo di sottecchi con sguardo ammirato quando lo sentì boccheggiare attraverso l'intensa sensazione che si scatenò tra di loro. Era così sensibile e ricettivo da fargli quasi invidia. Standoci insieme avrebbe potuto imparare come lasciarsi andare, come liberare e appagare nel modo più intenso e gratificante possibile i propri bisogni fisici ed emotivi, ma ancora una volta la razionalità prevalse sul suo volere. Gli si accostò all'orecchio e con tono gelido lo minacciò.
" Smettila di sfidarmi o sarò costretto a chiuderti in una cella dei miei sotterranei e a buttare via la chiave " Con un movimento fulmineo si ritrasse dalla vicinanza che lui stesso aveva creato, lasciandolo solo nella penombra sensuale della sua camera da letto accogliente e profumata di desiderio non appagato.


   
 
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