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Autore: Sed_Shadowolf    09/01/2013    1 recensioni
La Compagnia non si accorge di quello che sta per succedere. Un episodio irrilevante per tutti, ma non per Sed. Anche i suoi jeans la sfiorano, ma non passano oltre. Scende un paio di gradini, sbiascica qualche "ciao" qua e là, fra gli amici che invece non si fermano, e anche lui si siede. Jack non parla -non che l'abbia mai fatto, con loro-, non li guarda, fissa il vuoto, anche lui aspetta. Solo Sed ritorna in sé, incuriosita da quel ragazzo, dal nero dei suoi capelli, dai suoi occhi strani, gelidi, cattivi. La sigaretta lui la tiene dietro un orecchio. In mano ha l'accendino, pronto per essere usato.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ciao a tutti!! Questa flash-fic nasce dopo un sogno che ho fatto qualche mese fa. I personaggi sono tutti esistenti, anche se ho cercato di mantenere un certo anonimato (per fortuna siamo tutti muniti di soprannome, tranne l'ultimo personaggio, per il quale ho faticato a trovare un nomignolo un po' carino). La prima stesura è avvenuta durante l'ultima ora di una qualche giornata scolastica, quindi non assicuro che l'italiano sia pienamente corretto, anche se ho cercato di modificarla, per quanto possibile, senza distanziarmi troppo dall'originale. In realtà il sogno non treminava lì, ma la continuazione era qualcosa che nemmeno Freud saprebbe interpretare, quindi ho preferito troncare la storia con un finale aperto.
Spero vi piaccia!! Buona lettura :) 
 
Sed
 
 
 
 
 
 
 
Il piede picchietta nervosamente sul vecchio granito, le unghie della mano destra grattano via in modo disperato la vernice che ricopre il compesato di cui sono fatti i banchi, lo sguardo salta nervosamente dalla pancia rotonda della professoressa allo schermo illuminato del cellulare. Nel frattempo i gabbiani strillano nella sua testa: è da circa tre quarti d'ora, ormai, che non ascolta più la lezione. Sed non ne può più. Sta aspettando che la campanella la liberi, un po' come la sirena che nelle fabbriche annuncia la fine di un'altra infernale giornata di lavoro. Gli operai levano il caschetto, gli studenti chiudono i libri nell'armadietto. 
 
La matita fa "crack" di nuovo, tra i suoi denti irregolari, ma lei non ci fa caso, distratta dal grido di gioia che sembra emettere il trillio della campanella dal corridoio bicolore. E' finita, finalmente. Un'altra stressante giornata da buttare nel cesso. Sed afferra rapidamente il caldo soprabito di panno grigio che in quei giorni l'accompagnava all'inferno gelido. Zaino vuoto in spalla, sigaretta tra le labbra e via. Si fionda fuori dall'aula, seguita da Nelson, Yello, Pier, fedeli compagni di viaggio. Si accorgono che in corridoio qualcuno non c'è, che la Compagnia è incompleta: Giuls. Sempre la solita. Guidati da uno stesso pensiero, si siedono sulla frdda pietra nera delle scale che portano all'uscita, ad aspettarla. Non parlano, fissano il vuoto, immensamente stanchi e cotti da una giornata pesante. Quasi non notano gli altri studenti che li sfiorano coi jeans, impazienti di uscire, diretti a casa. La Compagnia non si accorge di quello che sta per succedere. Un episodio irrilevante per tutti, ma non per Sed. Anche i suoi jeans la sfiorano, ma non passano oltre. Scende un paio di gradini, sbiascica qualche "ciao" qua e là, fra gli amici che invece non si fermano, e anche lui si siede. Jack non parla -non che l'abbia mai fatto, con loro-, non li guarda, fissa il vuoto, anche lui aspetta. Solo Sed ritorna in sé, incuriosita da quel ragazzo, dal nero dei suoi capelli, dai suoi occhi strani, gelidi, cattivi. La sigaretta lui la tiene dietro un orecchio. In mano ha l'accendino, pronto per essere usato.
 
Finalmente Giuls arriva, con la sua fottutissima calma e l'Ipod nella mano sinistra. La Compagnia si alza, pronta per uscire, finalmente, anche se Sed vorrebbe prolungare quell'istante all'infinito. Si prende qualche istante per squadrarlo. Le spalle, la schiena. Il suo sguardo indugia dove non dovrebbe e le sue labbra s'inclinano in un sorriso, facendo tremare la sigaretta, che, paziente, aspetta di essere accesa. Sicuramente Jack avrà sentito bruciare, bucato alle spalle da quell'occhiata. In ogni caso non si scompone. Resta immobile ad aspettare.
 
"Giuls, pensavamo che qualche maniaco ti avessa rapita. Sai, il corridoio è un luogo pericoloso", dice sarcastica Yello. Sbuffa e, nonostante fuori le nuvole siano spesse e grigie, inforca gli occhiali da sole.
Infondo alle scale l'aria gelida investe la Compagnia e il suo insolito accompagnatore, che affianca Sed scendendo le scale. A causa del freddo quest'ultima si stringe nel cappotto e rabbrividisce. Mentre lo fa, qualcuno le sfiora una mano. Sorride, perché con la coda dell'occhio ha visto chi è stato.
 
  
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