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Autore: Hobieroller    09/01/2013    3 recensioni
Malec ambientata ad Alicante. Magnus e Alec devono scontrarsi con un problema che potrebbe mettere a rischio la loro relazione...
" Alec continuò a riflettere per un tempo infinito con le lacrime che, poco alla volta, avevano iniziato a rigargli il volto.
Da quando la sua vita si era fatta così complicata?
L'unica certezza che aveva in quel momento era Magnus: ogni volta
che incontrava i suoi occhi era come se un fiume verde gli avvolgesse l'anima e
gli strappasse il cuore lasciandolo senza fiato..."

Spero vi piacerà, recensite così mi posso rendere conto di ciò che ho creato xD
Buona Lettura!
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Maryse Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una notte calda ed umida Alec stava guardando la notte stellata dalla finestra della sua stanza, nella casa abbandonata dove abitava con i suoi genitori da quando Alicante era stata messa a ferro e fuoco dai demoni di Valentine.
Fra le luci delle stelle e delle poche case rimaste viaggiavano nuvole di fumo, residuo dell'invasione demoniaca che aveva distrutto tutto.
Ancora non credeva completamente a ciò che era successo solo in una sera: Sebastian, Isabelle, Aline... Max, quanto gli mancava. Quella sera era entrato in salone, dove noi 'grandi' stavamo discutendo, dicendoci che aveva visto un uomo sulla torre anidemoni e noi di tutta risposta gli abbiamo detto che era stato solo un sogno! Che cosa assurda. pensò. Rimipiangeva moltissimo il fatto di non averlo mai ascoltato abbastanza, di non avergli dimostrato tutto l'affetto che in realtà provava per lui, ma a quel punto era troppo tardi.

Alec continuò a riflettere per un tempo infinito con le lacrime che, poco alla volta, avevano iniziato a rigargli il volto.
Da quando la sua vita si era fatta così complicata?
L'unica certezza che aveva in quel momento era Magnus: ogni volta che incontrava i suoi occhi era come se un fiume verde gli avvolgesse l'anima e gli strappasse il cuore lasciandolo senza fiato.
Aveva una voglia irrefrenabile di passare del tempo con lui, di stringere il suo corpo, di baciarlo con passione e di dormire accanto a lui, aderendo perfettamente alla sua schiena.
Gli mancava, era questa la verità.
Gli mancava e voleva vederlo.
Decise di mandargli un messaggio di fuoco dicendogli di incontrarsi alla piazza dell'angelo.
Senza aspettare la risposta uscì da casa sua quasi correndo, diretto verso la sua Vita, la sua droga.
Magnus.

**

Era notte inoltrata e Magnus stava finalmente per addormentarsi dopo giornate di totale caos. Dopo secoli di esperienza credeva di aver visto tutto, invece, l'accaduto dei demoni, di Valentine a capo di una rivoluzione che stava pian piano decimando gli shadowhunters lo aveva seriamente sconvolto.
C'erano più demoni insieme quella sera che alle feste ottocentesche dei ricchi londinesi, il che era tutto dire!
Era riuscito finalmente a chiudere le palpebre quando arrivò un messaggio di fuoco.
Il conclave non lascia mai un minuto di tregua! pensò.
Invece, con sua grande sorpresa, non era una convocazione alla sala da ballo, che era ormai diventata la dimora dei senzatetto, ma era Alec.
Non appena lesse il suo nome il cuore fece una capriola, il sonno lo abbandonò completamente, si preparò ed uscì.
Alec stava aspettando sulle scale della sala con gli shadowhunters che, nonostante l'ora della notte, sfrecciavano accanto a lui.
Era lì da mezz'ora e Magnus ancora non era arrivato, iniziava a pensare che non avesse ricevuto il messaggio.
Una chioma di capelli neri con le punte alzate verdi, blu e rosse gli venne incontro. Un sorriso spontaneo gli si dipinse sul viso quando Magnus si avvicinò per salutarlo e Alec, non sapendo resistere al suo sguardo felino, lo abbracciò con una forza tale che avrebbe potuto spezzargli le ossa.
"Finalmente sei arrivato!" disse sprizzando gioia da tutti i pori.
"Dovevo rimettermi il gel, ci ho messo un buon quarto d'ora!" rispose ridendo Magnus che a quel punto, non resistendo più, gli prese dolcemente la testa fra le mani e lo baciò.
Fu uno dei baci più belli che si fossero mai dati, erano impazienti di avere di più, si baciavano come se volessero mangiarsi, non gli importava degli sguardi scioccati di tutte le persone che passavano.
Erano solo Alec e Magnus, nient'altro.
Non avevano paura del giudizio degli altri, si amavano e gli altri dovevano accettarlo.
Il paradiso però durò per poco, davanti a loro comparve Maryse con gli occhi sgranati, totalmente allibita per la scena alla quale si era ritrovata ad assistere: Magnus sulle gambe di Alec che si avvinghiava alla sua schiena ed Alec con le mani sui suoi fianchi, vicini come Maryse non voleva che stessero.
Ancora non aveva accettato il fatto e vederselo spiattellare davanti in quel modo l'aveva fatta rimanere a bocca aperta.
"Alec - disse con una voce quasi schifata - è tardi, dovresti tornare a casa."
Tentò di mascherare lo stupore e l’imbarazzo ma erano troppo evidenti per essere tenuti nascosti, soprattutto agli occhi del figlio.
"M-mamma - disse Alec in imbarazzo - non avevo voglia di dormire quindi sono venuto qui."
Alec ebbe voglia di scomparire, andare via, non tornare mai più.
"Invece tu cosa ci fai qui?" chiese scorbutica a Magnus.
"Volevo stare con il mio ragazzo" disse lo stregone.
Aveva infatti deciso di affrontare una volta per tutte Maryse.
Alec lo guardò stupito ma poi aggiunse, per aiutarlo, che l’aveva chiamato lui, che aveva bisogno di vederlo.
A quel punto Maryse scoppiò dalla rabbia "Come vi permettete di parlarmi in questo modo? Non potete venire qui davanti a sbandierare questa stupida storia che avete a tutti! C'è gente che non lo accetta e, fidatevi, io sono una di quelle. Alec, mi fai fare brutta figura davanti a tutti gli shadowhunters del mondo. Non ti credevo così egoista".
"Allora perché le coppie "normali" possono sbandierare il proprio amore? Cosa abbiamo di diverso noi?" controbatté Alec.
Maryse rimase senza parole, perché in effetti non poteva rispondere, doveva ammettere che, in un certo senso, suo figlio aveva ragione.
"Niente, vi chiedo almeno di non farvi vedere in pubblico perché il conclave non la vede di buon occhio."
"Va bene, ce ne andiamo" disse Magnus ormai rassegnato.
Non sopportava la gente come Maryse, avevano la mente chiusa, non accettavano i cambiamenti nella loro vita e invece lui, avendo vissuto centinaia di anni, era abituato a tutto, fin troppo.
Da quando era nato lo avevano insultato sempre sul fatto di essere bisessuale e lui, all'inizio, non lo sopportava, era un ragazzo diverso in qualunque senso; ma poi con il tempo aveva imparato ad accettarlo ed ora quasi niente poteva scalfirlo.
Magnus, perso nei suoi pensieri, non si accorse che Alec stava continuando a litigare con la madre; quello che era riuscito a carpire era che il fatto di nascondersi non gli piaceva per niente e, nonostante il ragazzo fosse molto timido, continuava a volersi mostrare ai cacciatori senza barriere.
Si notava dall'inclinazione della voce che era stanco, stanco di tutta quella situazione, ma anche abbastanza forte da non cedere alla volontà della madre.
"Io non mi muovo da qui" concluse Alec, guardando storto Maryse.
Lei, esausta ed ancora più sconvolta, impose una decisione che non ammetteva repliche: "Alexander Lightwood, adesso tu torni a casa immediatamente, ti accompagno io e in quanto a te - continuò rivolgendosi a Magnus - vedi di non farti più vedere accanto a mio figlio sennò sarò costretta a prendere dei seri provvedimenti."
Era proprio stanco di combattere contro quella testa dura di Maryse quindi acconsentì, in fondo lei aveva detto di non farsi vedere in giro accanto al figlio.
Il ragazzo, con gli occhi che osservavano le punte delle scarpe seguì sua madre salutando il suofidanzato con un ciao quasi sussurrato, pieno di vergogna e rabbia.
Aveva ceduto alla madre, ma non si era arreso.
Non lo avrebbe fatto mai.

**

Alec era tornato alla sua finestra a guardare le stelle e piangere.
Perché la madre non voleva capire quanto l'amore poteva passare sopra ogni cosa?
Lei aveva mai amato Robert quanto lui amava Magnus?
Si trovò a pensare che no, non lo aveva fatto, altrimenti avrebbe almeno provato a capirlo e ad appoggiarlo.
Invece no.
Lei e suo padre non volevano accettarlo e lui continuava a non comprenderne a fondo il motivo, per lui era una cosa così semplice!
Cosa c'è di più semplice del vero amore? Niente.
Il vero amore è quello che ti fa sentire vivo, è quello che, quando si parla dell'altro, ti fa stampare un sorriso ebete sulla faccia e ti fa luccicare gli occhi, quello che ti fa rendere conto che non puoi vivere senza di lui perché ogni minuto senza è un battito in meno del cuore.
Quello che, quando lo vedi, ti fa fermare il cuore per poi fargli ricominciare la sua corsa, più veloce del vento, sfarfallando nel petto, cercando di liberarsi da quella gabbia. Quello che ti fa rendere conto che i problemi sono sempre risolvibili ma è soprattutto quello che non ha mai fine.
Ci si può lasciare ma se è vero amore lo si ricorderà sempre con un sorriso, una stretta al petto, una lacrima dolce e amara.
Perso nei suoi pensieri Alec non sentì il rumore della porta: qualcuno stava bussando. All'inizio non volle aprire, aveva troppa paura che fosse la madre o il padre, ma poi si accorse che i genitori stavano discutendo in giardino.
Decise di andare alla porta, sperando fosse Magnus ma sapendo fosse impossibile. Infatti, Isabelle.
"Ce ne hai messo di tempo fratellone, eh?!" esclamò Isabelle entrando
"Scusa, stavo dormendo" mentì Alec.
"Lo sai anche tu che non sei bravo a mentire Alec, che stavi facendo?" chiese lei.
"Niente, non riesco a dormire..." rispose il ragazzo.
"E’ successo qualcosa?"
"Potresti provare a chiedermi cosa NON è successo.." rispose triste Alec.
Isabelle gli si avvicinò e disse: "E’ per mamma e papà? lo so, litigano sempre ma.."
"No, non è per loro, cioè, almeno non direttamente" la interruppe lui.
"Mi vuoi dire cosa è successo? Non ti posso vedere così giù!"
Allora Alec iniziò a raccontarle tutto quello che era successo quella maledetta sera.
Mentre parlava iniziarono lentamente a sgorgargli lacrime dagli occhi, ma non le asciugò subito, un po' per il fatto che ormai era abituato al loro peso e un po' perché il dolore era troppo forte per poter essere tenuto dentro.
Isabelle lo abbracciò e gli disse: "Non ti preoccupare, lo capiranno e lo accetteranno, prima o poi... Se lo ami nulla può fermarti no?!"
Alec sorrise, lei riusciva sempre a farlo sorridere in qualche modo.
"Giusto!" rispose, leggermente più sollevato.
"Ora devo andare, dormi che hai due occhiaie che ti arrivano alle ginocchia!"
"Come ordina signora! -rispose lui ridendo- Buonanotte Izzy".
La ragazza uscì dalla stanza e lasciò Alec di nuovo solo.
Non fu da solo per molto, i pensieri ricominciarono a tormentarlo e a corroderlo.
Ogni giorno ed ogni notte erano sempre presenti e, appena lasciava loro un po' di spazio, si avvinghiavano alla sua mente e non lo lasciavano più.
Era esausto.
Ma continuava a combattere.
Almeno aveva sua sorella che lo sosteneva e lo rallegrava.

**

Magnus, ormai rassegnato e sconfitto, decise di tornare a casa sua.
Appena mise piede sul tappeto d'ingresso si sentì una strana sensazione nel petto, come se qualcosa stesse andando storto e, di solito, quando lui aveva quelle sensazioni non sbagliava.
Doveva capire cosa fosse, altrimenti non sarebbe riuscito a dormire, aveva come il presentimento che si trattasse di qualcosa di molto importante.
Si domandò cosa fosse per lui la cosa più importante.
La risposta gli arrivò immediatamente alla mente, ma aveva paura di ammetterlo.
Cosa stava succedendo ad Alec?
Lo stavano picchiando?
Lo stavano distruggendo psicologicamente con le loro inutili storie?
Tutte queste domande gli si affollarono nella mente, così decise di risolvere il problema alla radice. Sarebbe andato a scoprire di persona cosa stava accadendo al suo Alec.

Durante il percorso l'angoscia peggiorò fino a che non riuscì più a sopportarla.
Voleva strapparsi il cervello.
Finalmente arrivò alla strada della casa Lightwood. In una finestra si intravedeva una fioca luce e qualche piccolo movimento, pensò che quella dovesse essere la stanza di Alec.
Vide Maryse e Robert che discutevano di qualcosa in giardino e, nemmeno a farlo apposta, proprio sotto la finestra illuminata.
Forse era quello che turbava Alec?
I suoi genitori litigavano sempre ma no, ci aveva sicuramente fatto l'abitudine, non poteva essere quello.
Ad un certo punto, mentre Magnus analizzava la casa per cercare una possibile entrata, una voce femminile parlò.
"Se vuoi andare da Alec puoi usare la porta..."
Lo stregone si girò e vide Isabelle, sempre bellissima, che lo guardava divertita avendo capito perfettamente i suoi piani.
Alec le aveva raccontato tutto?
Basta, si disse, doveva smetterla con tutte quelle domande, sarebbe andato da Alec e lui gli avrebbe spiegato tutto.
"Grazie Isabelle" rispose, sinceramente grato.
Arrivò alla porta che la ragazza aveva lasciato socchiusa e s'incamminò in quella casa. Un tempo doveva essere stata grandiosa ma adesso era spenta e lugubre.
Salì le scale scricchiolanti e arrivò alla porta di Alec.
Sentiva che la sua angoscia si stava lentamente dissolvendo.

**

Alec stava finalmente dormendo dopo svariati tentativi quando sentì il letto piegarsi sotto il peso di qualcun altro.
si alzò spaventato ma, stropicciandosi un po' gli occhi, capì che era Magnus.
Un sorriso gli si stagliò sul viso e dopo pochi secondi gli sussurrò un debole "sei qui!" per poi abbracciarlo saltandogli letteralmente addosso e facendolo poi sdraiare accanto a lui.
Alec fece per baciarlo però Magnus lo bloccò, guardandolo con occhi perplessi.
Il ragazzo disse: "cosa c'è?"
Magnus rispose "C'è qualcosa che non va."
Non era una domanda, era un'affermazione.
"Cosa?" domandò Alec spaventato.
"E’ stupido..." disse Magnus vergognandosi un po' di tutta quella strana faccenda
"Dai, niente che ti turba è stupido!" disse Alec, impaziente e curioso
"Ho sentito un'energia negativa, ho avuto il presentimento che tu avessi qualcosa che non andava, quindi sono venuto qui per sapere cosa fosse..."
Magnus era diventato viola per la vergogna dei suoi pensieri un po' sconclusionati.
Alec, sentendo le parole di Magnus, sospirò.
"E’ ovvio che c'è qualcosa che non va, come potrebbe non esserci? I miei genitori mi odiano, sembra quasi che abbiano paura di questa cosa ed io mi sento sbagliato, anche se so che tu sei l'unica cosa giusta della mia vita ora, non riesco a chiedermi perché dovevo nascere proprio così... è una maledizione."
La voce era smorzata dal groppo che gli era venuto in gola, si coprì il viso disperatamente e ricominciò a piangere, poi le sue lacrime si trasformarono in singhiozzi.
Magnus vedendo il suo ragazzo in quello stato non poté fare a meno di sentirsi in colpa, alla fine era lui la causa di tutti i suoi problemi.
Lo strinse fra le sue braccia nonostante lui fosse più minuto di Alec e disse "Tu non sei sbagliato, non è colpa tua se i tuoi genitori hanno una mente chiusa e sì, è vero, a volte l'amore può essere una maledizione ma io non lascerò che questa banalità - perché è una banalità in confronto all'amore che provo per te - distrugga tutto quello in cui crediamo e..."
Magnus non riuscì a finire la frase che Alec lo baciò.
Era un bacio lento e disperato, ma, allo stesso tempo, pieno di passione.
"Tu non sai quanto ti amo, riesci sempre a farmi stare meglio" disse Alec fra un bacio e l'altro.
Quando si staccò dalla bocca di Magnus incontrò i suoi bellissimi occhi verdi e non pensò più a niente, tutti i suoi problemi in quel momento non esistevano più, i pensieri opprimenti erano stati avvolti da uno strato verde smeraldo ed erano stati sostituiti da pensieri non proprio innocenti...
Lo baciò con più foga, con più urgenza e desiderio.
Magnus capì subito cosa stava per succedere e scivolò verso di lui baciandogli lentamente il collo.
Alec rabbrividì al solo tocco delle sue labbra e, con un desiderio che ormai lo aveva travolto, gli morse dolcemente il collo per poi salire alla sua bocca e baciarlo di nuovo. Lo adorava.
Magnus arrivò con le mani ai pantaloni e glieli sfilò, Alec fece lo stesso sentendo il corpo di Magnus direttamente sul suo.
pensò che era strano come il suo corpo aderisse così perfettamente con il proprio, lo strinse di più a se e percorse tutta la schiena con mani sempre più impazienti, lo avvolse con le braccia e le gambe e lo ribaciò.
Lo baciò dappertutto, ormai non si poteva più tornare indietro.
Alec ora si sentiva in pace, finalmente liberato dall'oppressione.
Era quello che aveva sempre voluto, quello che aveva sempre chiesto.
Voleva essere protetto, avere qualcuno con cui sfogarsi, con cui amarsi e Magnus gli aveva dato tutto ciò che desiderava.
Sapeva sempre come comportarsi con lui, come proteggerlo.
"Grazie" riuscì a sussurrargli all’orecchio.
Quella semplice parola conteneva tutto l’amore ed il rispetto che aveva verso di lui.
"Ci sarò - rispose - per te ci sarò, sempre."
E si baciarono, come se fosse stata l'ultima notte al mondo.





Salve a tutti! spero davvero vi sia piaciuta!
Se volete recensite, sono accettati tutti i tipi ovviamente, quelle negative mi serviranno per migliorare quindi non fatevi problemi!
E' la mia prima Malec eeh boh, volevo dirlo :D
Ringrazio Tata che mi ha aiutata a migliorare questa storia che all'inizio faceva un po' schifo (dai ammettilo u.u) e ovviamente Cassandra che ha scritto una storia fantastica dove mi sono potuta ritrovare e dove ho potuto costruire una mia fantasia.
Ok, basta... Vi saluto.
Flà. <3
  
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